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CONTEMPORARY PSYCHOANALYSIS
 

Volume 54

Winter 2018

Number 1
 
 

 

Vai all'Indice on-line del n. 1/2018 di Contemporary Psychoanalysis

 

Anche il n. 1/2018 di Contemporary Psychoanalysis, come il n. 4/2017, è monografico: è curato da Elizabeth F. Howell e Sheldon Itzkowitz ed è dedicato a "La psicopatia e il male nell'uomo", cioè alla personalità antisociale.

Il primo articolo, di Elizabeth Howell, si intitola "Estranei all'amore: il carattere e il dilemma dello psicopatico", in cui vengono descritte le caratteristiche chiave degli psicopatici, tra cui il potere dell'inganno con una spietata strumentalizzazione degli altri in un mondo che generalmente si basa sulla fiducia, e la loro capacità di attingere da stati dissociati di avidità, paura e sadismo presenti nelle altre persone; gli psicopatici sono estranei all'amore (outsiders of love), invidiosi dell'ordine sociale e del mondo emotivo condiviso dagli altri.

Sheldon Itzkowitz ("La psicopatia e il male nell'uomo: un panorama") esplora le caratteristiche di personalità dello psicopatico, il suo stile cognitivo, il ruolo della patologia del Super-Io e i contributi dalla teoria dell'attaccamento, con una breve discussione sugli "psicopatici di successo", ad esempio certi dirigenti di azienda o addirittura capi di Stato, e su come hanno un impatto negativo sulla cultura e sulla società.

J. Reid Meloy ("Il desiderio sessuale, la morte violenta e il vero credente") esamina il rapporto tra desiderio sessuale, morte violenta e credenze fondamentaliste che conducono ad atti di terrorismo, usando concetti tratti dalla seconda topica freudiana e dalla teoria delle relazioni oggettuali.

Sue Grand ("L'altro all'interno di noi: la vergogna dei bianchi e il genocidio degli indiani d'America") esplora il modo con cui gli psicoanalisti americani bianchi non sono stati capaci di riconoscere pienamente la schiavitù afroamericana e lo sterminio delle popolazioni indigene.

Robert Prince ("Simpatia per il diavolo: il male, i processi sociali e la comprensibilità") riflette sugli incomprensibili crimini di guerra di Adolph Eichmann durante il nazismo, disegnando una mappa del male con percorsi incrociati chiamati ideologia, inganno, banalità, superficialità e malevolenza (ricordiamo che sul tema del "Male" e sul nazismo è stato dedicato il numero monografico 2/2013 di Psicoterapia e Scienze Umane, dal titolo "Identità del male. La costruzione della violenza perfetta").

Richard Gartner ("Dissociazione e contro-dissociazione: percezioni sfumate e binarie del bene e del male") discute due casi clinici di pazienti gravemente traumatizzati da violenze subìte nell'infanzia, in cui a volte si crea un "flusso emotivo" che può indurre una contro-dissociazione, cioè una reazione dissociativa nell'analista.

Emily Kuriloff nel suo articolo dal titolo provocatorio che contiene anche un gioco di parole – "Die Hitler in uns (l'Hitler che è in noi): il male e la situazione psicoanalitica" – discute il modo con cui i primi psicoanalisti si identificavano con l'ideale della neutralità analitica rispetto all'influenza della cultura e della società, e sostiene che la rigida aderenza a questa regola ha contribuito a trattamenti distruttivi e a volte anche a un'involontaria collaborazione con il nazionalsocialismo.

Neville Symington ("L'omicidio di Laio") riesamina il mito di Edipo e reinterpreta Laio come rappresentazione di una realtà psichica interiore: il peggior crimine di Edipo non era esterno (parricidio e incesto) ma interno, cioè l'aver accettato la voce del fato senza essere stato capace di creare attivamente una propria vita indipendente, libera dal destino che gli era stato decretato.

Michael Stone ("Il posto della psicopatia lungo lo spettro delle personalità negative") vede la psicopatia come un quadro all'estremo del continuum delle organizzazioni di personalità "negative", e discute anche le personalità narcisistica, paranoide e antisociale.

Mary Gail Frawley O'Dea ("Ballando col diavolo: un racconto dei miei incontri con abusi sessuali nella Chiesa cattolica") descrive in dettaglio la sua esperienza - come oratrice, autrice, avvocato e perito del tribunale - con i "sopravvissuti" agli abusi sessuali da parte di membri del clero.

Infine, tra le recensioni di questo n. 1/2018 va menzionata quella di Tyson Davis sul libro di Robin S. Brown Psychoanalysis Beyond the End of Metaphysics: Thinking Towards the Post-Relational (New York: Routledge, 2017), che consiste in una critica filosofica al movimento della psicoanalisi relazionale, giudicato ancorato ad aspetti materialistici che invece vorrebbe superare (in questa argomentazione Brown prende spunto da Emmanuel Lévinas).

 


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