Dopo la scomparso di Kurt  Lewin , tra le due correnti di pensiero psicologico dominanti per l'epoca : il behaviorismo, in fase declinante  e un sempre più marcato interesse per le realtà legate al mondo cognitivo, si andarono sviluppando tutta una serie di  teorie relative  a vari aspetti del mondo e delle attività psichiche legate a modi particolari di comportamento.
								La teoria della dissonanza cognitiva   di Leon Festinger  si sviluppò  nel decennio a cavallo tra  la fine degli anni 50'e gli anni 60' ( un anno preciso  è indicato nella primavera  del 1957),e per luogo tempo (quasi venti anni) ha costituito il cuore  della psicologia sociale.
								Il merito maggiore  di tale teoria  è stato quello di riportare in auge le problematiche  legate alla motivazione  come elemento portante della cognizione, oltre  a porre in luce  il ruolo che il comportamento  può esercitare sui percorsi e sui processi cognitivi.
								La teoria  esprime, per la prima volta,  il peso e la valenza  dei  condizionamenti culturali, etici, valoriali, su  universi  psico-biologici,  dell'individuo che  nella fatti specie va definito "soggetto" inteso come  portatore di soggettività  a sua  volta intesa  come "titolarità dell'azione".
								Questo necessario distinguo è opportuno in quanto, la dissonanza cognitiva (per comodità da adesso definita D.c.)  ha le sue mosse iniziale appunto in un conflitto interiore prodotto da stratificati  modelli culturali acquisiti che hanno a loro volta  prodotto sistemi  valoriali nei quali  il soggetto volontariamente crede e che costituiscono un parametro fondante la sua personalità e il suo assetto psicologico. 
								Sostanzialmente la teoria  nasce da una constatazione semplice e di senso comune : l'uomo tende in generale  ad essere coerente  con se stesso  nel modo di pensare  e di agire .
								Secondo un senso ordinario di ragionamento nulla sembra  più semplice   da concepire, ma che dire allora  di  comportamenti che con la coerenza nulla hanno a che vedere ? 
								Si può essere a conoscenza  che  fumare è dannoso alla salute  senza  per questo smettere di fumare!
								Anzi,  potrebbe  tranquillamente trattarsi di  un comportamento messo in atto da chi questa realtà la conosca fin troppo bene come un medico che, pur raccomandando ai suoi pazienti di non fumare  sia egli stesso in privato  un accanito fumatore ...
								In una percentuale di casi  sicuramente molto alta (la quasi totalità) la persona "incoerente"  cerca con più o meno successo di operare delle razionalizzazioni  artificiose o anche assolutamente vere che producono  espressioni come ad es.  "fumare  fa male...ma è così piacevole e distensivo...!" Oppure   "...forse fumare  può essere dannoso  ma il danno alla salute  non è così serio  come  si vorrebbe credere..."  o ancora  "...non si può vivere evitando sempre tutti i pericoli..." ecc.
								Nella realtà però  non tutti riescono a metabolizzare  una incoerenza in modo così assoluto,  vi sono moltissime persone che non vi riescono,  e l'incoerenza in questo caso continua  semplicemente ad esistere. 
								In questo caso  il risultato, nella persistente presenza di una incoerenza  produce uno stato di disagio psicologico che , secondo  i termini utilizzati da Festinger  si  definisce "Dissonanza"   
								Secondo Festinger , l'esistenza  della D.c. provocando un disagio psicologico anche forte  indurrà il soggetto a tentare di ridurla.
								Inoltre quando la stessa è presente , il soggetto oltre a cercare di ridurla  eviterà, con cura, tutte le situazioni  che potrebbero   aumentare. 
								La D.c.  si riferisce  a relazioni  che esistono tra coppie di  elementi  appartenenti  alla cognizione di un determinato soggetto. Come negli esempi precedenti  le coppie possono essere ad es.  "fumo/ danno"  "reato/condanna" "rischio/pericolo".
								Per cognizione  si intende  ogni conoscenza , opinione, credenza che riguardi  l'ambiente , la propria persona fisica,  il proprio comportamento. 
								Gli elementi cognitivi  di un soggetto sono la radice  primaria del suo essere nel mondo, rappresentano tutto quello che fa, che sente, che agisce.
								L'insieme di questi elementi  costituiscono la consapevolezza di SE e, di conseguenza  del mondo in cui  vive, e dell'ambiente in cui vive.
								Tra le coppia  di elementi  possono esserci vari tipi di  relazioni, per l'esattezza possono esistere tre tipi di  relazioni : dissonanza, consonanza, non attinenza .
								Un esempio banale può essere fatto nel caso in cui un cattolico praticante si sposi in chiese ; un comportamento  dissonante sarebbe rappresentato dallo sposarsi in Municipio ; un comportamento non attinente sarebbe quello di essere andato in vacanza con amici .
								E abbastanza ovvio che essere cattolico praticante ed essere andato in vacanza con amici non  ha nessuna attinenza. 
								Secondo F. due elementi  possono entrare in dissonanza  per motivazioni che sostanzialmente  riguardano tre  aspetti : logica interna, norme culturali contrastanti, esperienze di vissuto precedenti che sono in contrasto con il presente. 
								Il meccanismo della dissonanza per poter essere dannosa  alla qualità di vita di un soggetto deve esistere nell'ambito di una azione.
								L'azione  classica che da inizio ad un processo dissonante è una decisione . 
								La decisione da origine a una dissonanza  in cui il soggetto si sente  responsabile  direttamente  delle sua azioni  e delle derivanti conseguenze.
								Un esame ravvicinato del processo dissonante pone in evidenza  i seguenti fattori :
								* Prima della decisione  si considerano le caratteristiche  della stessa   valutando  i fattori intervenienti   favorevoli e sfavorevoli 
								*  Nel momento  della  presa  definitiva,  avviene una complessa  valutazione  dei  pro e dei contro  con un conflitto  intrapsichico in cui la razionalità e  l'emotività  si contrappongono. Il processo  decisionale  oscilla  molto spesso  intorno  ad un fattore  interveniente : il tempo
								* nel momento della  decisione  si sceglie  una  delle due  possibilità  alternative  rifiutando  contemporaneamente  l'altra 
								* gli aspetti  attraenti  della alternativa respinta  acquistano lo stato  di dissonanza  rispetto alla decisione  compiuta.
								
								La grandezza della dissonanza  sarà  quindi funzione : 
								a) dell'importanza  dell'oggetto  su cui  o per il quale  la decisione  è presa
								b) il potere di attrazione  della, o delle alternative rifiutate . 
								
								occorre comunque  fare un netto distinguo tra   conflitto  e  dissonanza : il conflitto è precedente e riguarda la fase  di "scelta", davanti ad una scelta, il soggetto , già nella pre-fase  si sente confuso.  La dissonanza  riguarda il periodo "post-decisionale" , il prosieguo del processo  riguarda appunto questo  periodo post-decisionale , in quanto l'esistenza della dissonanza origina  tutta una serie  di  meccanismi  di adattamento proporzionali alla forza  con la quale la dissonanza  si è evidenziata.
								L'intensità della reazione è spesso molto pronunciata, al punto di mobilitare  grandi energie psicofisiche per un tempo  anche  lungo.  
								I meccanismi di adattamento in questione  possono agire  allo scopo  di eliminare  la dissonanza  cambiando  uno dei  due elementi che la generano attraverso : 
								* il cambiamento  del proprio comportamento
								* il produrre un cambiamento  nell'ambiente
								* modificare  il proprio mondo cognitivo
								
								cambiare il proprio comportamento non è cosa semplice , spesso  può essere impossibile per la stratificazione dello  stesso all'interno della vita  di un soggetto.
								Cambiare  la situazione o cambiare l'ambiente di azione  che produce dissonanza  è molto più difficile, potrebbe essere un  fattore determinante per ridurre  la D. ma non risolvente in quanto la stessa si ripresenterebbe. Cambiare il proprio comportamento in relazione a questo è di fatto impossibile, in quanto è raro che  un  soggetto possa detenere  un livello sufficientemente alto di controllo  sul proprio ambiente .
								La dissonanza può quindi essere ridotta, essenzialmente, operando suo proprio mondo cognitivo, cioè cambiando la propria opinione e il proprio atteggiamento, attraverso l'apertura a nuovi orizzonti di conoscenza, di informazioni, di modi di percepire , e sentire  altre realtà diverse dalla propria spesso  intesa  come unica. 
								Ma molto spesso la dissonanza può permanere  nella nostra impossibilità di cambiare  sia il comportamento che il nostro mondo cognitivo, e può originarsi non solamente in situazioni di libera scelta ma anche in situazioni di accordo forzato  , ossia quando siamo costretti a sostenere  un comportamento  non coerente  con le nostre  opinioni  personali.
								Un soggetto può essere  influenzato, invogliato, spinto a cambiare  le proprie opinioni e ciò può condurre a cambiare il proprio comportamento anche  in modo verbale esprimendo concetti lontani da queste,  senza peraltro che questo mutamento di comportamento intacchi realmente ed effettivamente le opinioni personali.
								In questo caso si parla di acquiescenza , semplicemente, una ricompensa in denaro può bypassare  il nostro sistema d'opinioni  e condurre alla variazione del nostro comportamento, almeno temporaneamente e non in profondità (es. 50 E. per  una menzogna, o la minaccia di una punizione).
								
								L'ipotesi :
								"...il soggetto è condotto ed educato a non  alterare  il suo equilibrio comportamentale..."
								Una ipotesi  formulabile è quella, quindi, di giungere alla costruzione  di uno strumento per poter  rilevare, e quantificare la D.c.  la quale diventa di fatto un fattore destabilizzante e molto dannoso  a livello di universo psichico, la dove non viene in qualche modo arginata o rimossa. 
								Come si  può misurarla ? in che modo  confinarla entro limiti ed intervalli  che ne possano definire la tollerabilità o l'effetto patologico ?   i parametri intervenienti che possono definire un ipotetico algoritmo sono relativi a veri e propri  "universi di appartenenza del soggetto" vale a dire che  gli stessi  sono ascrivibile , per esempio, a:         
								
								* ambiente           culturale 
								                                               fisico 
								                                               educativo 
								
								* caratteristiche personali 
								* tempi di elaborazione cognitiva 
								
								una D.c.  una volta posta in essere  sequestra una considerevole  quantità di energia  psichica , in tutto  e per tutto simile  a quelle  impiegate per l'elaborazione di un lutto o un complesso di colpa.  In effetti  il limite di confine tra un disagio anche profondo prodotto da un complesso di colpa e una D.c. è labile, quando non completamente sovrapponibile . 
								i parametri sopra espressi  si possono forse  identificare  come grandezza  in relazione alla quale  il soggetto può  persistere nel suo stato di incoerenze , e quindi nel suo stato di  D.c. che apporta un disagio psicologico, oppure uscirne con sollievo. 
								Tale  grandezza o parametro si potrebbe definire  col l'acronimo di  L.D.C. ( Limite n di Duttilità Cognitiva). 
								La scelta  di questa  dizione  trova  corrispondenza  nella  unica realtà  sulla quale  è realmente possibile  operare : il proprio mondo  cognitivo.
								Ridurre la complessità  di questi parametri  a semplici entità numeriche sarebbe la cosa più ovvia in un contesto di misurazione  di un fenomeno che  può condurre a stati patologici, la difficoltà consiste nell'evidenziare non tanto i numeri assoluti quanto gli ambiti  da misurare all'interno di  parametri più generali quali : Ambiente (culturale, fisico, educativo, o altro ) oppure Caratteristiche personali ( sesso, età, livello sociale, livello di istruzione, età, religione, esperienze personali o collettive, altro ). 
								A causa  di questa difficoltà oggettiva, una riduzione di complessità va operata appunto con una grandezza unica che prenda in esame il soggetto singolo e le sue risposte  in base alle risultanze che i macro-parametri sopra indicati hanno nell'interferire con Lui.  
								Una prima scrematura  potrebbe interessare una categoria sociale  definita, di soggetti con particolari caratteristiche es.  :  soggetti di sesso femminile appartenenti  a livello di istruzione elevato, che abbiano avuto e detengono la possibilità di viaggiare attraverso paesi e culture diverse, appartenenti  a ceto sociale elevato, compresi  in un fascia di età  tra  i 40 e i 50 anni.
								Costoro  probabilmente presenteranno in tasso di L.D.C.  maggiore  rispetto ad altri  nell'affrontare decisioni  che possano  indurre dissonanza.  
								Quindi una prima  categorizazione  si basa  su fattori parametrici  quali : Ambiente , Caratteristiche personologiche , Tempi di elaborazione  cognitiva. 
								Sviluppando ulteriormente questa visione  si può  immaginare una funzione che veda  la Dc.) direttamente connessa con questi parametri : 
								                                  
								                                    Dc. =   f        A + Cs.p. + Te.c. 
								
								Dove : Dc. =  dissonza cognitiva, 
								A = Ambiente
								Cs.p. = caratteristiche socio/psicologiche
								Te.c. = Tempi di elaborazione cognitiva  
								
								Accludendo ad ogni singolo parametro un numero assoluto scaturito da  ricerca  sociologica trasversale su un vasto campione di popolazione, si potranno evidenziare dei valori  assoluti  in termini statistici. Da questi una elaborazione ulteriore  dovrebbe far scaturire  degli intervalli  entro i quali definire una "soglia di sofferenza" del fenomeno, se  protratto nel tempo, o un indice di  "assonanza" se il c.d. L.D.C.  risulterà alto. 
								Quindi, sostanzialmente  basso livello di  L.D.C.  = soglia di sofferenza  ; alto livello  di  L.D.C.  = assonanza e assenza di sofferenza. 
								
								Un interrogativo sorgerebbe spontaneo: perché abbiamo definito che : "probabilmente soggetti di sesso femminile appartenenti  a livello di istruzione elevato, che abbiano avuto e detengono la possibilità di viaggiare attraverso paesi e culture diverse, appartenenti  a ceto sociale elevato, compresi  in un fascia di età  tra  i 40 e i 50 anni..." presenterebbero un L.DC.  più elevato  rispetto ad altre frange di popolazione? ..
								Restando nella pura ipotesi, vi sono però alcune circostanze che fanno presagire, a livello indiziario, che il livello  di L.D.C.  in queste frange  di popolazione sia realmente più alto. Innumerevoli ricerche sociologiche  e socio-psicologiche condotte in decine di anni hanno evidenziato alcuni fattori comuni : ad es. da in punto di vista pragmatico, un maggior livello culturale facilita  la presa  in carico di decisioni anche topiche ; il sesso femminile appare  più incline  a razionalizzare  le decisioni importanti nell'immediato; il ceto sociale più elevato e più incline a decidere in tempi brevi con scarsa dissonanza, in quanto più veloci nel riadattare il loro universo cognitivo rispetto al sistema di credenze ; inoltre traspare in questo universo sociale un maggiore  livello egoigo, inteso  come  identificazione  di un ego più centrale rispetto al livello relazionale  con l'Altro. Non si tratta di un egoismo  predominante in senso negativo del proprio SE ma, più propriamente  condotto a considerare il livello  generale di  qualità di vita che  questa classe sociale  evidenzia.
								L'età compresa  tra i 40 e i 50 anni è supportata da una più grande esperienza di vissuto, e i contatti  di viaggio  in culture  differenti dalla propria facilitano la duttilità cognitiva.
								Quindi,  sempre a livello indiziario, si sarebbe condotti a credere che gli appartenenti a questo settore della società,  con queste caratteristiche  abbiano a soffrire meno in una D.c.  
								Detto semplicemente potrebbe essere il tutto  ridotto a una affermazione del tipo : "..chi  è più egoista  soffre di meno a livello psicologico..." ovviamente  non è così Sic et  simpliciter.
								L'aspetto egoigo all'interno di una personalità  rappresenta un delicato equilibrio, collegato a tutta una serie di altri parametri  di carattere  socio/psicologico     
								E non è assolutamente certo che l'egoista appartenga unicamente ad un determinato settore sociale o ad una determinata classe o ceto. 
								E' viceversa più aderente alla realtà che,  l'appartenenza ad una classe o ceto elevato sia  da un punto di vista culturale che economico dia origine ad un assetto personologico  nel quale,  esista un nocciolo rigido di coerenza cognitiva  non alterabile , unitamente a tutto un bagaglio di  opinioni  e di atteggiamenti  mutabili  e dinamici  in base  a : informazioni, conoscenze, esperienze di vita , opportunità  acquisite che rendano possibile  evitare le fonti  favorevoli  alla  Dissonanza.
								La quantificazione  in termini di numeri assoluti,  con i quali  dare vita matematica alla formula ipotizzata all'inizio,  rappresenta  il secondo step del presente  lavoro.
								Si presuppone  una indagine  su un campione rappresentativo di popolazione con strumenti di  intervista mirati che possano  definire in scale numeriche o su risposte binarie quale possa considerarsi la soglia di sofferenza da  D.c. e quale, viceversa  un gradiente che  determini un  Limite di Duttilità Cognitiva nel quale  la stessa non sia portatrice di disagio o di malessere. Un piccolo passo verso una visione  e una qualità di vita migliore  nell'incidere su  eventi  della vita quotidiana che riguardano  tutti noi.