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CONTEMPORARY PSYCHOANALYSIS
VOL. 40, N. 2 / 2004
The Fictive Object and Disordered Attachments

Margaret Rubin


Questo articolo discute le difficoltà incontrate dal terapeuta quando tratta pazienti con disturbi dell'attaccamento con stile di tipo disorganizzato-disorientato. Viene teorizzato che nello sviluppo precoce questi pazienti si ritirano dal contatto autentico con le figure di attaccamento e si rifugiano in un mondo di rapporti "fittizi" (fictive) come difesa da un ambiente materno maligno e punitivo. Si formano di conseguenza modelli operativi interni (internal working models) caratterizzati dal rapporto con questi oggetti fittizi che rendono incoerenti le narrative di attaccamento. Questi modelli rimangono fissati nella "conoscenza relazionale implicita", cioè nella memoria procedurale, e si crea a una discrepanza tra questo tipo di memoria e la memoria episodica esplicita. Il concetto di "oggetto fittizio", secondo l'autrice, include aspetti dei concetti di "difesa morale" di Fairbairn, di "modelli operativi interni idealizzati" di Bowlby, di ãmodalità io-tu illusorieä di Sullivan, di "oggetti falsamente idealizzati" di Riesenberg-Malcolm e Roth, e della "inversione della funzione alfa" di Bion. L'articolo si conclude con un dettagliato esempio cinico in cui viene bene esemplificata la problematica discussa.


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