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CONTEMPORARY PSYCHOANALYSIS
VOL. 39, N. 3 / 2003

Afterword

Jay Greenberg (Guest Editor)


In questa post-fazione Greenberg riprende tutti gli articoli del fascicolo, cogliendone alcuni aspetti e discutendoli: commenta l'articolo di Sander Abend (che interviene dal punto di vista della psicoanalisi classica, basata sulla teoria del conflitto, sull'uso del controtransfert in senso tradizionale ecc.), Beatrice Beebe & Frank Lachmann (che intervengono dal punto di vista della infant research in psicoanalisi, dove l'interazione madre-bambino è vita come un sistema diadico in cui "i processi di regolazione del Sé e dell'altro emergono insieme in un modo reciproco e interpenetrante", per cui il riferimento alla concezione relazionale della interazione terapeuta-paziente è immediato), James Fosshage (che interviene dal punto di vista della Psicologia del Sé e dell'approccio costruttivista), Jeremy Safran (che interviene dal punto di vista della ricerca empirica, soprattutto sul concetto di alleanza terapeutica, e si chiede ironicamente se la "svolta relazionale" e la ricerca empirica possano essere considerate "strane compagne di letto" oppure se possano essere unite in un "matrimonio post-moderno"), e Stephen Seligman (che interviene dal punto di vista della osservazione del bambino e della infant observation). Conclude questa rassegna di articoli un saggio recensione di Lawrence Jacobson sui due ultimi libri di Mitchell: Il modello relazionale: dall'attaccamento all'intersoggettività, del 2000, e L'amore può durare? Il destino dell'amore romantico, del 2002. In questo saggio-recensione viene messo in risalto come Mitchell nell'ultima fase della sua vita, una volta che la cultura della prospettiva relazionale fu consolidata e si impose con un fondamentale punto di riferimento che non poteva più in alcun modo essere ignorata o liquidata dal vecchio establishment o mainstream psicoanalitico (la Psicologia dell'Io), cioè usci da una sua fase che possiamo definire in un certo qual modo "difensiva", poté finalmente dedicarsi con maggiore attenzione ad evitare certi pericoli in cui poteva incorrere il nuovo paradigma della psicoanalisi relazionale. Questi pericoli consistono nel fare l'errore uguale e contrario che aveva fatto la psicoanalisi tradizionale: liquidare troppo facilmente la prospettiva "individuale" biologica, "pulsionale", in altre parole il contributo proveniente non dalla cultura ma dalla natura dell'uomo. Se è vero che l'ottica relazionale si è sempre dichiarata attenta ad una prospettiva "dialettica", che tenesse conto di tutte le possibili variabili nella loro pluralità, sarebbe un errore enorme a questo punto irrigidirsi in una posizione eccessivamente settaria e parziale in senso relazionale. E' per questo che Lawrence Jacobson intitola questo suo saggio-recensione "Il ritorno a Freud da parte di Mitchell".


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