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A. M. P.
SEMINARI 1998 - '99
Domenico Surianello

Il cambiamento dell'abbigliamento femminile come espressione di fasi di passaggio in una comunità calabrese


Con questa relazione si intende rilevare un complesso di abitudini comportamentali attraverso l'osservazione dell'abbigliamento indossato dalla componente femminile di una comunità della provincia di Catanzaro.

Si tratta di abitudini legate alla "cultura" propria del luogo, individuabili e distinguibili mediante la lettura di messaggi non verbali. La ricerca antropologica, condotta da diversi autori su usi, costumi e comportamenti dell'essere umano, consente di capire le diversità comportamentali che differenziano un gruppo da un altro (Pietro Rossi, Cultura e civiltà). Normalmente usi e costumi vengono espressi all'interno del gruppo di appartenenza per il riconoscimento dei suoi componenti. Ma allo stesso tempo essi possono essere inviati verso l'esterno del gruppo, trasformandosi allora in messaggi di avvertimento verso gli estranei.
Lombardi Satriani - riconosciuto tra i maggiori studiosi nel suo campo (Luigi M. Lombardi Satriani Antropologia culturale e analisi della cultura subalterna) - evidenzia l'importanza del folklore come espressione dei sentimenti delle diverse comunità del Meridione italiano. Il ricercatore asserisce che un gruppo si esprime attraverso comunicazioni non verbali allo scopo di "parlare" nel suo gruppo senza essere capito da altri, ma anche come segno di riconoscimento e di distinzione nei confronti di altri gruppi limitrofi. Certamente si può affermare che i componenti di un gruppo acquisiscono i caratteri culturali del gruppo stesso, esprimendoli come segno di riconoscimento e di appartenenza. Credenze, religione, istituti, metafore, comunicazioni non verbali ecc. sono le caratteristiche che segnano indelebilmente l'individuo come appartenente al proprio gruppo.

Attraverso lo studio del folklore si osserva come i sentimenti (quali il piacere e il dolore, l'odio e l'amore, il disprezzo critico e quello acritico, la simpatia e l'antipatia ecc., insieme ai segni di sofferenza e disagio verso il comportamento del proprio gruppo e del mondo esterno) trovino la loro espressione.
I componenti di un gruppo si presentano organizzati in sotto gruppi con lo scopo di proteggere i singoli soggetti e il gruppo stesso. Infatti, è nel piccolo gruppo che le elaborazioni del singolo trovano la vera espressione. Alcuni tratti come il colore della pelle, la lingua parlata, lo sviluppo del corpo ecc. sono segnali macroscopici indicativi della grande area di appartenenza. I comportamenti dei singoli appartenenti ad una comunità costituiscono la matrice culturale del carattere del grande gruppo. All'interno di quest'ultimo si organizzano piccoli gruppi o gruppi subalterni con lo scopo di esprimere sentimenti altrimenti incompresi. Possiamo asserire che i sentimenti antichi e arcaici si esprimono soltanto all'interno del piccolo gruppo. Questo processo si istituisce nella mente intelligente dell'essere umano entro l'11mo-12mo anno e si consolida entro il 13mo-14mo anno di vita. Fino all'età di 12 anni circa l'essere umano immagazzina nella sua memoria tutto ciò che viene a contatto dei suoi sensi. Negli anni successivi - intorno al 13mo- 15mo - si consolidano tutte le immagini fin qui raccolte, le quali successivamente vengono espresse anche in forme non verbali. La neurofisiologia insegna che le aree 39/40 somatiche cerebrali sono deputate alla rappresentazione dello schema corporeo del corpo umano e contengono i centri di elaborazione ed immagazzinamento dell'elaborato. Qui vengono costituite le cosiddette schede mnestiche dentro le quali si depositano tutte le percezioni provenienti dal mondo esterno. Le aree temporali sinistre dell'ippocampo risultano il serbatoio-contenitore di tutte le schede mnestiche. Quest'area contiene tutti i ricordi raccolti fino ad un determinato momento che potranno essere razionalmente utilizzate a seconda delle circostanze, ovvero a maturazione mentale avvenuta.

Nella comunità della Calabria qui presa in esame l'abbigliamento femminile costituisce l'espressione di passaggio dall'età pre a quella post adolescenziale. Esprime il ruolo che la donna occuperà socialmente all'interno del gruppo di appartenenza. Infatti, il vestito, con i numerosi capi che lo compongono, colloca la ragazza in un ruolo espressivo facilmente individuabile. Esso segna la fine dei giochi infantili e l'avvio a responsabilità intra ed extra familiari. L'atto di indossarlo platealmente coincide con il periodo delle scelte che determineranno il futuro della ragazza nel contesto gruppale. In altre parole, il vestito costituisce il mezzo attraverso il quale la ragazza, assumendo rapidamente l'aspetto fisico di persona adulta, si rapporterà al "suo" mondo. Insomma, "il vestito" esprime una sorta di corazza a protezione globale del suo mondo interiore.
Questo passaggio avviene dentro il periodo compreso tra il 13mo e il 15mo anno di età Gli anni precedenti, tra il 9mo e il 12mo, sono quelli preparatori. La ragazza, con la collaborazione degli adulti, provvede ad autofornirsi delle materie prime necessarie al confezionamento del suo futuro vestiario.

La fase preparatoria inizia con la semina del lino, la coltivazione del baco da seta e l'acquisto della lana grezza, elementi di primaria necessità per la tessitura delle stoffe. Questi anni richiedono impegno e lavoro duro di giorno e di notte, per la filatura e la tessitura della fibra. Naturalmente l'abbigliamento è complesso e costoso. Alla ragazza necessitano vestiti per tutte le stagioni, per il lavoro e per le ore di svago. Uno di questi abiti assume connotazioni stra-ordinarie, essendo esso indossato nelle festività e negli incontri ritenuti di interesse solenne. Finita la fase preparatoria, a lavori ultimati, la ragazza sceglie il giorno in cui indossare definitivamente il nuovo abito di donna adulta: la "Pacchiana". Alla "cerimonia" che raggiunge il suo culmine in un banchetto, oltre ai familiari e ai parenti, partecipano anche il vicinato e tutti gli amici.
Nei giorni successivi alla festa la ragazza indossa i capi più appariscenti del suo guardaroba per suscitare la meraviglia di chi la osserva, tanto da ricevere complimenti e apprezzamenti per i suoi gusti artistici. Molti elementi dell'abito, difatti, sono ornati da disegni finissimi di alta qualità artistica (Foto nnmo 4 e 5). I colori variopinti costituiscono un mosaico di rara bellezza. Oggi l'intero guardaroba della "Pacchiana" è in disuso e solo il recupero collegato alle attività folkloriche permette di osservarne la particolarità. Anche se è possibile incontrare donne ultra cinquantenni che indossano elementi d'abbigliamento tipici del costume della "Pacchiana".

La "Pacchiana" attraverso il colore di un capo del suo vestiario, il "panno" esprime anche lo stato civile. Così, il verde viene indossato dalle nubili, il rosso dalle coniugate, mentre il nero è il colore del "panno" delle vedove. Sono evidentemente dei segni connotativi di immediata lettura da parte di chi osserva. (Foto nnmo 1, 2 e 3). Con questo nuovo look la donna esprime i suoi veri sentimenti verso il mondo esterno. Incomincia a corteggiare e ad essere corteggiata, avviando l'iter della sua vita sentimentale. Inoltre, ella inizia ad essere individuata come soggetto responsabile nell'ambito del ménage familiare.

Altri segni non verbali consentono di esprimere messaggi inequivocabili intra ed extra gruppali, tra i quali l'esibizione della mano sinistra, affinch' si possa comunicare, attraverso la presenza o meno di un anello, impegni amorosi già contratti o, al contrario, lo stato di libertà. L'anulare sinistro munito d'anello è il messaggio non verbale di scoraggiamento nei confronti di altri pretendenti. La mano nascosta è segnale di ambiguità, che apre all'osservatore tre differenti possibilità interpretative: rifiuto, accettazione, temporeggiamento. Una vera e propria sfida verso il mondo esterno.Altro segnale non verbale è la posizione della porta di casa al passaggio di un pretendente. La porta chiusa è segno di rifiuto, quella semichiusa, richiesta di tempo e di studio, mentre la porta aperta significa disponibilità ed invito a farsi avanti.

Già da questi pochi esempi risulta come in questa comunità la vita sex maschile sia condizionata e, in un certo verso, facilitata dal comportamento femminile.
Prendendo in considerazione il concetto di cultura analizzato da Alfred Kroeber (Il concetto di cultura) è evidente quanto siano importanti le usanze e le credenze del luogo in cui l'essere umano nasce, cresce e muore, lasciando l'impronta del suo passaggio. Impronta che allo stesso tempo riconferma e incrementa la cultura d'appartenenza. Alcuni antropologi come Paolo Filiasi Carcano, Pietro Rossi, Clyde Cluckohn, Alfred Kroeber ecc. affermano che il comportamento dell'uomo si esprime attraverso l'utilizzo dei ricordi arcaici rafforzati dall'osservazione dei movimenti del complesso gruppale: usi, credenze, tecniche, conoscenze, costumi, abitudini ecc. sono la chiave di lettura delle differenze tra i diversi gruppi. La definizione più usata è quella di Cluckohn, secondo la quale la "cultura" dell'uomo è una <<concezione del desiderabile, esplicita o implicita distintiva di un individuo o caratteristica di un gruppo>>. Ogni soggetto tende a manifestare le proprie richieste direttamente o attraverso l'utilizzo del gruppo.

Mi piace concludere questa breve relazione con alcuni ricordi personali. Sono immagini di avvenimenti propri di un gruppo le cui dinamiche risultavano difficilmente modificabili. Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui incontrai una "Pacchiana" che a conclusione della campagna olearia, trasportando il frutto del suo lavoro cadde rovesciando a terra il recipiente di terracotta (tradizionalmente la "Pacchiana" trasporta grossi pesi sul capo: provandosi in un difficile gioco di equilibrio). Quel recipiente di terracotta conteneva olio di oliva, il compenso in natura del suo lavoro di raccoglitrice di olive. Il pianto di costei mi è rimsto impresso: <<Era il sudore di quattro mesi di lavoro e il condimento per tutto l'anno; come faremo>>.
Ricordo anche le fatiche della donna che incinta - negli ultimi giorni di gravidanza, con un bambino di neanche un anno in braccio, un fascio di legna sulla testa, dei baccelli di fave nel grembilule (il sinale per la "Pacchiana) ripiegato a mo' di sacco - dalla campagna si recava a casa nel centro abitato e camminando sgranava le fave. A chi le avesse chiesto i motivi di tante difficoltà ella avrebbe risposto: <<Mio marito a mezzogiorno deve trovare il pranzo pronto>>.
A posteriori ho potuto decifrare queste immagini che rappresentano il ruolo forte e responsabile della "Pacchiana" nel gruppo. Esemplare era il comportamento di tante donne, vere governanti di una famiglia sedicente patriarcale e dove nulla esisteva di questa patriarcalità.

La video cassetta proiettata nel corso di questa relazione consente di focalizzare alcuni temi folklorici, i quali a loro volta permettono di analizzare il ruolo della "Pacchiana". I diversi canti e balli gruppali sono il mezzo attraverso il quale vive la richiesta liberatoria e premonitrice di un futuro incerto e presentificato.Tra questi il canto della "spartenza", la richiesta di consenso al matrimonio, la mietitura del grano. Sono messaggi folklorici, oggi, ma ieri rappresentavano gli impegni quotidiani della "Pacchiana".



- Paolo Filiasi Carcano, Importanza filosofica e struttura metodologica dell'antropologia culturale in "De Homine" nmo 17-18, giugno 1966.

- Pietro Rossi, Cultura e civiltà come modelli descrittivi in Rivista di filosofia nmo 3 luglio 1953.

- Klyde Kluckhohn e Alfred Kroeber, Il concetto di cultura, Il Mulino 1972.

- Luigi M. Lombardi Satriani, Antropologia culturale e analisi della cultura subalterna, Rizzoli 1980.


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