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S.P.R.-It
Society for Psychotherapy Research
Sezione Italiana

RICERCA
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PSICOTERAPIA


         
Volume 3
Numero 1, Gennaio-Aprile 2000


UNA GUIDA AI METODI, ALLE SCOPERTE E AL FUTURO DEL CCRT (1)

L. Luborsky (2), L. Diguer., H. Kachele, R. W. Dahlbender, R. Waldinger, S. Freni, R. Krause, G. Frevert, W. Bucci, M. Drouin, T. Fischmann, A. Seganti, T. Wischmann, S. Hori, P. Azzone, D. Pokorny, H. Staats, D. Viganò, H. Zobel, B. Grenyer, S. Soldz, T. Anstadt, H. Schauenburg, D. Benninghoven, M. Stigler, I. Tchesnova


Riassunto
Questa guida aiuterà coloro che sono interessarti al metodo del Tema Relazionale Conflittuale Centrale (CCRT) a mettere meglio a fuoco il campo di dati inrapida crescita che ebbe inizio con il metodo del CCRT di Luborsky (1976, 1977) e fu promosso ulteriormente dalla conferenza celebrativa sul CCRT di Ulmdescritta nel prossimo paragrafo. Essa si conclude con una rivalutazione dell'esteso tema dell'affinità della misura del CCRT con il concetto di Freud di modello di transfert. I variegati titoli dei paragrafi inclusi in questa guida sono riconducibili a tre soli foci: 15 progressi nella metodologia del CCRT, 19 scoperte relative al CCRT, e il futuro del CCRT rispetto a ciascuno di questi metodi e scoperte. Le sezioni sul futuro dovrebbero guidare coloro che desiderano fare degli studi per valutare ciascun metodo o scoperta — i paragrafi sul futuro dovrebbero servire come un autorevole “libro di consultazione” per idee per la ricerca sul CCRT. Perciò, sia gli utilizzatori del CCRT che i ricercatori che studiano il CCRT dovrebbero affidarsi a questa guida per affrontare la ricca proliferazione di metodi e scoperte relativi al CCRT. Nell'aprile del 1995 una conferenza internazionale celebrò a Ulm in Germania il decimo anniversario del gruppo per la ricerca sul CCRT presieduto da Horst Kachele, direttore del dipartimento di Psicoterapia e Medicina Psicosomatica dell'Università di Ulm. Le sintesi delle relazioni tenute a questa conferenza formarono il cuore di questa guida, integrate da relazioni presentate alle preconferenze sul CCRT della Society for Psychotherapy Research del giugno del 1995, del 1996 e del 1998 e dalla “CCRT Newsletter” (Lettera di notizie sul CCRT; l'ultima verrà inviata su richiesta). La “CCRT Newsletter” è una pubblicazione in proprio, iniziata nel 1990, con diversi numeri ogni anno. L'ultimo numero della “CCRT Newsletter” del gennaio 1999 ha una dimensione mondiale che include 181 studi di ricerca sul CCRT in corso, oltre a circa 80 pubblicazioni sul CCRT.

Summary
This guide will help those who are interested in the Core Conflictual Relationship Theme (CCRT) method to focus with a sharper perspective on the rapidly growing field of findings that began with the CCRT method by Luborsky (1976,1977), and was furthered by the Ulm CCRT celebration described in the next paragraph. The variegated entries of topics in this guide fit within just 3 foci: the CCRT's 15 advances in methods, the CCRT's 19 achievements of discoveries and the CCRT's future in each of these methods and discoveries. The section on the future should guide those who wish to do studies to evaluate each method or each discovery and it should serve as an authoritative "source book"for CCRT research ideas. Therefore, both CCRT users and CCRT researchersshould rely on this guide to cope with the prolific outpouring of CCRT methodsand CCRT discoveries. This guide concludes with a re-evaluation of the broadissue of the closeness of the CCRT measure to Freud's concept of the transferencetemplate.
An international CCRT conference in Ulm, Germany in April 1995 celebratedthe 10th anniversary of their CCRT group chaired by Horst K%ochele, the Director of UIm University's Department of Psychotherapy and Psychosomatic Medicne. The summaries of the papers at this conference formed the heart of this guide, plus additions from the Society for Psychotherapy Research CCRT pre-conferences of June 1995, 1996, and 1998 and from the “CCRT Newsletter” (the latest will he sent on request). The “CCRT Newsletter” is an in-house publication, started in 1990, with several issues each year. The latest issue of the “CCRT Newsletter” in January 1999 has a worldwide scope that includes 181 ongoing CCRT research studies plus about 80 CCRT publications.

Key words: Interpersonal patterns - CCRT - Psychotherapy process research strategies -Transference

Note:
(1) Traduzione di A Guide to the CCRT's Methods, Discoveris and Future. Psychothera pie und Psychosomatische Medizin Studiengruppe ZBKT, Universitats Klinikum, Ulm 1999, disponibile sul sito http://sip.medizin.uni-ulm.de/.
(2) I primi quattro autori si sono assunti anche il compito di rivedere ed organizzare i contributi degli altri autori delle relazioni tenute al convegno celebrativo del gruppo di ricerca sul CCRT dell'Università di Ulm, svoltosi ad Ulm nel 1995. Alcune relazioni provengono inoltre dalle conferenze preliminari sul CCRT della Society for Psychotherapy Research del giugno del 1995, del 1996 e del 1998 e dalla “CCRT Newsletter” del 1998. Una copia di ciascuna relazione originale presentata alla conferenza celebrativa sul CCRT di Ulm può essere ottenuta direttamente dal primo autore di questo articolo; i riferimenti bibliografici relativi a tali contributi sono seguiti dall'indicazione "(Ulm)". Questo lavoro è stato in parte sostenuto dal Premio del Programma per lo Sviippo della Ricerca del National Institute on Drug Abuse 2K05DA00168-24, 25 (a Lester Luborsky), dal finanziamento del NIMH Clinical Research Center MH45178 (al Center for Psychotherapy Research) e dal Finanziamento del Coordinating Center U18-DA 07090 (a Paul Crits-Cristoph).


A. Progressi nella metodologia del CCRT

A 1 Sono comparse molte utili variazioni del metodo del CCRT ma i suoi aspetti fondamentali permangono. 80(3).

Benché variazioni del Metodo del Tema Relazionale Conflittuale Centrale (CCRT) siano state sviluppate sin da quando venne plasmato per la prima volta (Luborsky, 1976, 1977) gli elementi fondamentali del metodo sono rimasti immutati (Luborsky, 1997): è un modello o schema relazionale centrale composto dai tipi di componenti più pervasivi che ricompaiono in un gruppo di narrative relazionali di una persona. Un alto livello di ridondanza sembra riflettere una struttura di personalità centrale e importante. Gli elementi costitutivi del modello del CCRT derivano dalle categorie con la frequenza più elevata di ciascuna delle sue tre componenti: desideri (W), risposte dall'altro (RO), e risposte del Sé (RS). Il CCRT sembra essere una misura simile al concetto di Freud (1912) di modello di transfert, un concetto che è stato e ancora è perennemente utile nel lavoro clinico, non solo nelle terapie dinamiche ma anche nella maggior parte delle altre terapie (come verrà discusso alla fine nel paragrafo B19). I due passaggi fondamentali per ricavare un CCRT sono elencati di seguito e possono essere rappresentati in modo estremamente semplice come nella fìg. 1.

    10 Narrative relative a RE 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
                   Siglatura di ogni RE
Siglatura del CCRT
W1: #_8/10
W2:#_4/10
R01:#_7/10
R02-':#_5/10
RS1:#_4/10
RS2-':#_3/10
   

    Figura 1. Diagramma degli elementi essenziali del metodo del CCTRT applicato a 10 RE tratti da sedute di psicoterapia.

    Legenda: W1 = Desiderio (Categoria standard n._) con la frequenza più elevata nelle narratve — W2 = Desiderio (Categoria standard n._) secondo in ordine di frequenza — R01 = Risposta dell'Altro (Categoria standard n._)con la frequenza più elevata — RO2 = Risposta dell'Altro (Categoria standard n._) seconda in ordine di frequenza — RS1 = Risposta del Sé (Categoria standard n._) con la frequenza più elevata — RS2 = Risposta del Sé (Categoria standard n._) seconda in ordine di frequenza.
    (3) Questo valore esprime in termini quantitativi (su una scala da O a 100) il giudizio del primo autore sulla quantità e qualità dei dati di ricerca a sostegno di ciascuna delle proposizioni che costituiscono il titolo di ciascun paragrafo.


1. Sigla ciascuna di 10 o più narrative relazionali, una per una, così come ciascuna appare nella seduta o nell'intervista Paradigma di Aneddoti Relazionali (RAP). La siglatura viene fatta sia con il sistema delle categorie su misura sia con il sistema delle categorie standard (che verranno descritte più oltre).
2. Somma le frequenze delle categorie siglate per ciascun tipo di componente nelle diverse narrative: la categoria più frequente per ciascuno dei tre tipi di componenti costituisce il CCRT.
Il futuro: sono necessari confronti tra il metodo del CCRT usuale e le varianti metodologiche proposte, descritte in Luborsky e Crits-Cristoph (1998).

A2 1977 Il metodo del CCRT iniziò con le categorie su misura, ma poi furono introdotte le categorie standard 2 che specificano l'essenza delle categorie su misura: e raccomandato l'uso di entrambi i tipi di categorie insieme. 50.

(a) L'uso delle categorie su misura e quello delle categorie standard
Le categorie su misura sono inferenze dei siglatori sulle componenti del CCRT espresse con le parole dei siglatori stessi (Luborsky, 1977). Naturalmente, dunque, un problema delle categorie su misura risiede nella loro intrinseca complessità che ostacola la combinazione di tali categorie in casi differenti. Queste difficoltà stimolarono il programma di sviluppare delle categorie standard — un rilevante progresso in termini di confronti attendibili e adeguati tra casi (Luborsky, 1985; Crits-Cristoph, 1986; Luborsky e Crits-Cristoph, 1998).
Pur con tutti i loro vantaggi, anche le categorie standard hanno un inevitabile limite intrinseco: non coprono completamente la stessa area complessa coperta dalle categorie su misura, anche se le categorie standard tendono a rendere più chiaro ciò che effettivamente coprono. Per affrontare questa copertura limitata, è utile aumentare il numero delle categorie standard poiché tale aumento tende ad allargare l'area coperta. Ma, oltre un certo limite, il numero di categorie standard confonde gli utilizzatori delle categorie standard sovraccaricandoli con il compito di giudicare troppe categorie.
Nella pratica quotidiana le categorie standard e le categorie su misura presentano un'estesa sovrapposizione. Ne sono prova in parte i risultati di Luborsky e colleghi (1990a, tabella 8-4) da cui si può vedere che gran parte di ciò che è incluso nelle categorie su misura appare di nuovo nelle categorie standard per i 33 casi dello Studio Penn sulla Psicoterapia (Luborsky et al., 1988).
Il futuro: la migliore soluzione al problema della scelta tra categorie su misura e categorie standard è quella di non scegliere. Si può mantenere l'uso delle categorie su misura e, in aggiunta, tradurle in categorie standard mediante una lista di categorie standard conveniente, attendibile e non troppo lunga. In sintesi, questa raccomandazione opta per l'utilizzo di entrambi i sistemi per valutare il CCRT sulla base delle narrative relazionali.

(b) Gli elenchi di categorie standard più usati
I 5 elenchi più usati sono i seguenti:
Edizione 1: Nel 1983 fu costruito il primo elenco di categorie standard, che fu chiamato "edizione 1" (Luborsky, 1985); consisteva di 16 desideri, 16 RO, e 16 RS e si basava sui CCRT tratti dalle narrative di 16 pazienti amblatoriali in psicoterapia (Luborsky, 1998).
Edizione 2: Consisteva di circa 30 categorie per ciascuna componente del CCRT, rappresentative di un'ampia gamma di variabili di personalità (CritsCristoph e Demorest, 1988; Luborsky, 1998).
Edizione 3: A causa del gran numero di categorie dell'edizione 2, fu necessaria una terza edizione ridotta ad alcuni raggruppamenti o cluster di categorie ricavati empiricamente (Barber et al., 1990). I cluster, che raggruppavano le categorie dell'edizione 2, erano i seguenti (Luborsky, 1998): 8 cluster di desideri; 8 cluster di RO; e 8 cluster di RS. A causa della loro semplicità questi cluster sono diventati ampiamente utilizzati.
Edizione 4: Categorie dell'Analisi Strutturale del Comportamento Sociale (SASB): A causa dell'esigenza di disporre anche di un elenco dotato di un fondamento concettuale ancora più forte, la categorie della SASB della Benjamin (1974) sono state utilizzate come altro elenco di categorie standard per la siglatura del CCRT, per esempio, nel metodo del Modello Maladattativo Ciclico (CMP) di Schacht e colleghi (1984).
Edizione 5: Le categorie QUAINT (Crits-Cristoph et al., 1990): Questo metodo impiega un nuovo strumento chiamato Valutazione Quantitativa dei Temi Interpersonali (QUAINT) che valuta i desideri, le risposte dall'altro e le risposte del Sé in narrative relative a interazioni del Sé con altri. Esso si basa sulle categorie dell'Analisi Strutturale del Comportamento Sociale (SASB) della Benjamin (1974) ma include anche nuove categorie per gli affetti. In totale include 32 categorie per i desideri, 32 categorie per le risposte dall'altro e 40 categorie per le risposte del Sé, ciascuna delle quali viene valutata per ciascun episodio relazionale su scale da 1 a 5 rispetto all'intensità con cui la categoria è presente. Due assi della SASB sono utilizzati per la siglatura: affiliazione e indipendenza. Un metodo basato sull'analisi a cluster aiuta a determinare i temi multipli nelle narrative di ciascun paziente dopo che queste sono state siglate una per una secondo un ordine casuale.
Il futuro: benché i 5 elenchi di categorie standard riportati si siano dimostrati utili, sono necessari ancora altri elenchi. Metodi di sviluppo più strigenti sono in corso di valutazione con l'obiettivo ultimo di ottenere elenchi ulteriormente migliorati. Diversi nuovi elenchi di categorie standard sono in costruzione; per esempio Luborsky e collaboratori stanno costruendo un nuovo elenco americano ampliato, un elenco giapponese viene sviluppato da Tsujikawa e collaboratori; un elenco tedesco da Winkler, Kachele, Albani, Dahlbender e collaboratori, un elenco portoghese da Lhuiller e collaboratori.

(c) La base per scegliere ciascuna delle categorie standard da includere Due approcci alternativi per creare elenchi di categorie standard sono riportati di seguito nei punti (a) e (b):
(a) Selezione delle categorie standard sulla base della loro frequenza in diversi ampi gruppi di narrative:
Questa selezione può essere basata sulle categorie più frequenti in vari campioni, come venne fatto per le Edizioni 1, 2 e 3.
Il futuro: noi ci proponiamo di sviluppare un elenco ampliato di categorie per la siglatura sulla base di circa 100 casi, che fungerà da edizione 2 rivista e sarà chiamato edizione 2'. L'elenco combinerà il campione Penn di Psicoterapia, il campione Penn della Depressione, e il campione della Collezione Penn di Trattamenti Psicoanalitici.
(b) Selezione delle categorie standard sulla base della loro localizzazione nello spazio categoriale generato dall'intersezione di coordinate.
Lo spazio categoriale venne stabilito dalla Benjamin (1974) sulla base di coordinate reciprocamente perpendicolari; le categorie vennero selezionate sulla base della loro localizzazione nei quadranti di tale spazio. L'elenco risultante delle categorie SASB è ben conosciuto e sta dando contributi significativi. Tuttavia, un limite significativo di questo approccio è la dipendenza delle categorie selezionate da peculiari caratteristiche dello spazio stabilito dall'intersezione delle coordinate che vengono usate, per esempio, la coordinata affermarsi/sottomettersi si interseca con la coordinata avvicinarsi/ritirarsi e le categorie sono localizzate nello spazio risultante.
Il futuro: dovrebbero essere realizzati dei confronti tra i due metodi principali per selezionare le categorie standard: (a) la frequenza come criterio per la selezione delle categorie e (b) la localizzazione della categoria all'interno dello spazio costituito dalla coordinate.
Uno studio della Connolly (1995), che si è ispirato al "metodo b", ha confrontato il metodo QUAINT, un adattamento del sistema basato sulla SASB della Benjamin (1974), con il sistema dell'edizione 2. L'autrice ha riscontrato che le categorie del CCRT dell'edizione 2 avevano una rappresentazione scarsa in certi quadranti delle sue coordinate. Tuttavia, le implicazioni dei risultati di questo confronto dipendono da quanto venga accettata la logica di ciascun metodo per selezionare le categorie. La logica di affidarsi alla frequenza delle categorie in certi campioni può essere più idonea di quella della rappresentazione in termini di posizione nello spazio di particolari coordinate.

(d) II numero di item in ciascun cluster:
Una nuova analisi a cluster delle categorie per la siglatura darà luogo a un'edizione 3 rivista con un numero di cluster maggiore degli attuali otto desideri, 8 RO e 8 RS. Waldinger e colleghi (Hillygus et al., 1997) hanno trovato il limite di 8 cluster troppo limitante e hanno perciò aumentato il numero a 16. Essi hanno anche manualizzato la codifica per le storie raccon- tare da bambini piccoli. Le definizioni e gli esempi del manuale semplificano e rendono più attendibile il sistema di siglatura.
(e) II livello di attendibilità desiderabile per l'inclusione di una categoria in un cluster
La soglia per l'inclusione di una categoria dovrebbe essere almeno .27 ma sono necessarie ulteriori indagini su tale livello.

A3 1986 I clinici hanno un buon accordo nelle loro formulazioni del CCRT di ciascun paziente, come viene mostrato da otto studi sull'attendibilità delle categorie standard del CCRT. 90.

Fin dalle origini del metodo del CCRT, venne ottenuta una buona concordanza tra giudici nei primi studi: Luborsky et al. (1986), Crits-Cristoph et al. (1988), e una concordanza ancora migliore nella ampia revisione degli studi sulla concordanza relativa al CCRT (Luborsky e Diguer, 1998), che includeva otto studi che hanno prodotto questi valori medi di Kappa pesata:
desideri 0.60, risposte dall'Altro 0.68 e risposte del Sé 0.71. Il livello di queste attendibilità rientra nell'ambito di concordanza "buona" secondo Landis e Koch (1977).
Il futuro: a) è importante riconoscere che, poiché nessuno di questi 8 studi di attendibilità ha usato tutte le procedure attualmente raccomandare elencate più oltre nel paragrafo A5, le attendibilità raggiunte da studi successivi più conformi a tali criteri potrebbero benissimo essere ancora più elevate, b) Suggerimenti analoghi a quelli presentati da Tschesnova e Kalymykova (1995) nell'ottica dell'analisi del discorso per migliorare l'attendibilità del CCRT sono utili, anche se necessitano di ulteriori indagini, c) Gli studi di attendibilità devono essere ulteriormente esaminati in modo da poter confrontare più agevolmente alcuni sottotipi di studi, come per esempio l'atten- dibilità relativa alle narrative RAP ricavate da interviste rispetto alla attendibilità degli Episodi Relazionali (RE) ricavati dalle sedute di psicoterapia.

A4 Le due principali procedure alternative di siglatura raccomandate sono:
(A) siglare solo le due categorie standard più appropriate oppure (B) valutare tutte le categorie standard. 70.

Per ragioni di semplicità ed economia di sforzi in molti studi di attendibilità abbiamo chiesto ai giudici del CCRT di siglare solo le due categorie standard più appropriate — la prima e la seconda tra le categorie standard. In effetti, la prima, come descritto in Luborsky e Diguer (1998), ricevette il peso più elevato nel punteggio di concordanza.
Il secondo tipo di procedura di siglatura venne usato solo quando valutavamo tutte le categorie standard per ciascuna unità di pensiero siglabile in Luborsky et al. (1995), che era uno studio sui bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni. Mentre la valutazione di tutte le categorie standard per ciascuna unità di pensiero siglabile richiede più tempo della mera selezione della pri- ma e seconda tra le categorie standard, il tempo supplementare necessario per valutarle tutte non è molto maggiore di quello richiesto per contare solo le due principali e di fatto produce più informazioni.
Il futuro: è necessario svolgere due studi altamente prioritari: a) un confronto esatto tra queste due principali procedure di siglatura raccomandate;
b) un esame delle specifiche attendibilità di ciascuna delle categorie standard di ciascuna edizione.

A5 1994 L'uso di miglioramenti nella procedura di siglatura del CCRT la semplifica e la migliora. 70.

Questi 8 miglioramenti nella pratica clinica delle procedure di siglatura del CCRT sono facili da utilizzare e si sono rivelati utili (Luborsky, 1998)
1) Un giudice indipendente incaricato della siglatura preliminare prepara la trascrizione prima che i giudici del CCRT facciano le proprie valutazioni: il giudice addetto alla siglatura preliminare demarcherà le unità di pensiero che devono essere siglate dei giudici del CCRT; il beneficio offerto da questo passaggio è che tutti i giudici del CCRT sigleranno poi le stesse unità di pensiero demarcate con la stessa lunghezza. Per risparmiare sui tempi e sui giudici, il primo giudice può fungere anche da indipendente per la siglatura preliminare.
2) Lo stesso giudice indipendente addetto alla siglatura preliminare annota anche il tipo di componenti che devono essere siglate per ciascuna unità di pensiero (cioè un Desiderio, RO o RS - o talvolta due delle tre componenti per la stessa unità di pensiero —) così come la lunghezza di ciascuna unità di pensiero. Il vantaggio del primo e secondo passaggio è quello di designare sia l'unità di pensiero che il tipo di componenti che devono essere seguite dal primo giudice e poi usate da tutti gli altri giudici.
3) I giudici del CCRT possono anche valutare l'intensità di tuttii tipi di categorie di tutte le unità di pensiero siglabili, non solo, come spesso è stato fatto in passato, delle due categorie giudicate più appropriate (i moduli sono forniti alla fine del capitolo 2 in Luborsky, 1998).
4) È necessario un sistema di pesi per la prima e seconda scelta, come quello escogitato da Diguer e Luborsky (Popp et al., 1998).
5) La siglatura di casi di addestramento iniziali è essenziale prima che ai giudici (sia il giudice per la siglatura preliminare del CCRT che i giudici del CCRT) sia permesso di inoltrarsi nella siglatura di un campione di casi. Per gli studi di attendibilità dovrebbero essere usati solo quei giudici che mostrano di poter concordare tra loro sui casi addestrativi.
6) Nell'addestramento alla siglatura del CCRT occorrerebbe anche ricordare ai giudici di includere certi tipi di siglature che vengono talvolta trascurate, come: (a) le dimensioni positiva e negativa, (b) la distinzione tra direttoe inferenziale, come tra W e (W) e (c) l'inclusione nella siglatura della RSdei riferimenti del paziente ai sintomi (depressione, ansia, etc. ).
7) L'intero campione dovrebbe essere valutato dagli stessi giudici piuttosto che da parecchi giudici che valutano solo parte del campione.
8) E necessario un metodo per combinare la concordanza nella siglatura del primo e del secondo giudice.
9) La valutazione diretta di interviste RAP videoregistrate fornisce un'attendibilità tra valutatori simile alla valutazione di interviste trascritte (Zander et ai, 1995a; 1995b) cosicché entrambe le fonti di dati possono essere utilizzate.
Il futuro: gli otto studi inclusi nella revisione delle misure di attendibilità (Luborsky e Diguer, 1998) mostrano un buon livello di concordanza tra giudici, anche se non tutti erano stati condotti interamente secondo tutte le procedure raccomandate per il CCRT elencate sopra. Noi abbiamo riscontrato, in effetti, che l'uso delle procedure attuali tende a essere associato a Kappa pesate più elevate. Un obiettivo della ricerca futura, perciò, dovrebbe essere quello di risiglare i campioni secondo le suggerite procedure perfezionate per il CCRT con l'aspettativa che la concordanza sia ancora maggiore.
La tendenza delle procedure per la siglatura del CCRT a fornire attendibilità elevate, tuttavia, non si è manifestata per il campione di bambini di tre anni (Luborsky et al., 1995). Ma questo studio non introdusse mai la siglatura mediante l'uso di casi di addestramento ed emerse che vi erano ampie discrepanze negli stili dei giudici. Se questo campione insolito viene escluso dagli otto studi c'è un miglioramento delle Kappa pesate.

A6 1994 E stato sviluppato un nuovo metodo per siglare le sequenze di componenti negli episodi relazionali. 60.

Secondo questo metodo viene registrato ogni tipo di sequenza delle 3 componenti, W, RO e RS (Dahlbender et al., 1995, 1998). Prima dell'uso del nuovo metodo della sequenza delle componenti la valutazione usuale includeva solo la frequenza delle componenti in qualsiasi ordine: questa nuova valutazione offre dati supplementari potenzialmente utili.
Il futuro: sono necessari più dati sulle sequenze e sul loro significato.

A7 1986 Sono stati costruiti dei questionari auto-somministrati per valutare il modello relazionale centrale. 60.

Come il CCRT originale valutato dai giudici, il questionario autosomministrato si propone di specificare un modello relazionale centrale. Il primo di tali questionari autosomministrati fu sviluppato da Crits-Cristoph (1986), un secondo da Barber e colleghi (1998) e un altro è ora in corso di sviluppo: Dahlbender et al. (in corso di stampa).
Il primo questionario autosomministrato per il modello relazionale centrale (Crits-Cristoph, 1986) mostrò qualche prova di validità: si correlava significativamente con la misura della difesa di Weinberger (Luborsky et al. 1990b). Alcuni di questi dati, per esempio, erano: meno la difesa è orientata alla rimozione, più il questionario autosomministrato indica desidero dominare (r=0.67, p<0.01); meno la difesa è orientata alla rimozione, più elevato è il fattore di ordine superiore numero 2 del questionario autosomministrato essere meno competitivo (r=0.85, p<0.01).
Il Questionario della Relazione Centrale (CRQ) dà prova di validità (Barber et al., 1998). Come esempi di validità riportiamo: (a) I soggetti mostrano considerevole coerenza nelle loro valutazioni sul CRQ in differenti narrative relative ad altri significativi, quali la madre, il padre, gli amici e altri; (b) una maggiore stereotipia si associa a minori problemi, anziché a maggiori problemi (questo risultato appare opposto a quello riportato da Cierpka et al., 1997).
Il futuro: il metodo del questionario autosomministrato necessita di ulteriore sviluppo, in particolare in termini di confronti con il metodo usuale. I risultati di cui al punto (b) devono essere riesaminati per cercare di comprendere i risultati divergenti dei due studi.

A8 1998 L'auto-interpretazione del CCRT è un metodo che aiuta a valutare la capacità dei soggetti di interpretare le proprie narrative. 60.

I risultati del metodo dell'autointerpretazione (Luborsky, 1978), riportati brevemente in Crits-Cristoph e Luborsky (1998b), mostrano che la procedura di chiedere ai pazienti la propria inrerpretazione delle proprie narrative può dare informazioni valide. Le valutazioni del paziente sulla natura dei propri desideri, come parte dell'autointerpretazione delle proprie narrative del Paradigma di Aneddoti Relazionali (RAP), erano correlate positivamente con le scale dell'Indice del Rorshach dello Stile improntato alla Rimozione (Luborsky et al, 1990b). Queste scale dello stile improntato alla rimozione mostravano correlazioni significative con il CCRT, per esempio, (a) più lo stile del paziente era orientato alla rimozione, minori erano le risposte specifiche e maggiore il desiderio di gratificazione sessuale (r=0,51*); (b) minori le risposte specifiche, maggiore il desiderio di ottenere l'affetto o l'attenzione di un'altra persona a spese di qualcun altro (cioè, un desiderio edipico).
Il futuro: (a) sono necessari altri studi di validità sul metodo dell'autointerpretazione. Quello di Crits-Cristoph e Luborsky (1990) ha mostrato qualche prova di validità; per esempio, c'era una considerevole concordanza tra il paziente e il metodo basato sul giudizio di un osservatore, (b) II lavoro sull'auto-interpretazione delle narrative RAP dovrebbe essere ampliato per includere narrative raccontate durante le sedute.

A9 1990 L'Intervista Paradigma di Aneddoti Relazionali (RAP) è una valida alternativa alla psicoterapia come metodo per sollecitare la produzione di narrative. 80.

La specifica intervista RAP è un conveniente metodo alternativo per sollecitare la produzione di narrative. Queste narrative RAP possono poi essere usate nello stesso modo delle narrative raccontate spontaneamente ricavate dalle sedute di psicoterapia. In 4 studi di attendibilità sugli 8 della nostra revisione le concordanze (espresse come Kappa pesate) relative alle narrative RAP sono elevate quasi quanto quelle relative alla narrative delle sedute di psicoterapia (Luborsky e Diguer, 1998). In effetti, ci sono anche dati che indicano che vi è una significativa somiglianza tra i CCRT ricavati dalle narrative RAP e i CCRT ricavati dalle narrative basate sulle sedute (Barber et al.,1995). Le interviste RAP possono anche offrire una peculiare opportunità per studiare le variabili che influenzano le misure del modello di transfert (Staats e Strack, 1995).
Il futuro: (a) sono necessari studi più numerosi e più ampi per realizzare confronti esatti tra CCRT delle sedute e CCRT delle RAP. Lo studio di interviste RAP ripetute di Staats e Strack (1995) e di Staats e colleghi (1997) ha mostrato una carenza nella stabilità del CCRT ricavato dalle interviste RAP dopo un intervallo di 6-8 mesi, specialmente nei pazienti che non erano in psicoterapia. Essere in psicoterapia può perciò contribuire alla stabilità del CCRT. (b) Gli intervistatori che conducono le interviste RAP possono aver bisogno di una maggiore esperienza nel fornire al soggetto le istruzioni di raccontare narrative importanti e significative. (c) Gli studi fatti finora devono essere replicati — non è chiaro se vi sia stato qualcosa di atipico nella raccolta di RAP di Staats e Stack (1995) o se vi fossero altri fattori atipici rispetto a Luborsky e Diguer (1995) —.

A10 1998 La valutazione dei modelli positivi e negativi e stata ampliata e ulteriormente validata. 70.

Le dimensioni negativa e positiva del CCRT furono descritte e illustrate per la prima volta in Luborsky (1977) e furono ulteriormente sviluppate in Luborsky (1990) e in Staats et al. (1998). Da allora la scala di valutazione è stata ampliata da due punti a quattro punti e la sua validità ulteriormente studiata; è stato riscontrato che i giudici erano in grado di concordare molto bene su questa dimensione (Grenyer e Luborsky, 1998). I pazienti adulti in psicoterapia tendono a raccontare narrative che presentano componenti del CCRT molto negative; ma esse diventano lievemente meno negative nel corso della psicoterapia.
Inoltre, le narrative che finiscono peggio tendono a differire dalle narrative che finiscono meglio in termini di aspettative negative, cosa che può rappresentare una scissione tra il transfert persecutorio e il transfert idealizzato (Seganti, 1995).
Il futuro: la distinzione tra modelli positivi e negativi ha continuato a produrre scoperte e ci premierà con ulteriori scoperte in nuovi studi. Sono necesari più studi su (a) i tipi di pazienti che hanno modelli positivi e negativi di differente intensità e anche (b) i cambiamenti dei modelli positivi e negativi durante la psicoterapia in trattamenti più o meno favorevoli.

A11 1995 Un aspetto significativo delle narrative relazionali e rappresentato da quanto i pazienti descrivono se stessi come in interazione con gli altri. 70.

Mitchell (1995) ha sviluppato un nuovo metodo che identifica quanto pazienti sperimentino se stessi nelle loro narrative come in interazione con gli altri. E’ stato riscontrato che percentuali più elevate di legami con gli altri nelle narrative erano associate a una maggiore differenziazione e a una minore gravità psichiatrica.
Il futuro: Sono necessari ulteriori studi, soprattutto con gruppi di pazienti che abbiano una gamma di gravità psichiatrica più ampia.

A12 1995 E’ stato sviluppato un metodo per misurare la corrispondenza d modelli del CCRT con i modelli del ciclo di vita. 60.

Una nuova procedura ha permesso di prendere in esame la corrispondenza tra le categorie standard del CCRT e le categorie del ciclo di vita secondo il modello di Erik Erikson (Frevert et al. 1995). Il metodo identifica le differenze in termini di CCRT tra categorie specifiche di altre persone, come le figure materne e le figure paterne. Specificamente, la procedura prevede la ricerca delle singole componenti del CCRT per un dato tipo di altra persona e un confronto tra questo tipo di altra persona e le rimanenti.
Il futuro: sono necessarie ulteriori analisi. Un tipo di analisi da realizzare è relativo ai differenti modelli all'interno delle narrative relative a un dato tipi di altra persona, per esempio dovrebbe essere identificato un modello di sequenza W-RO-RS all'interno degli episodi relazionali di una persona con la propria madre.

A13 1995 Differenti misure degli schemi relazionali producono una certa sovrapposizione e qualche risultato supplementare. 60.

Uno studio intensivo della psicoterapia di un paziente bulimico ha confrontato il metodo del CCRT con il metodo della SASB (Fischmann et al., 1995). In questo studio di un caso singolo gli autori hanno studiato il CCRT degli episodi relazionali con gli oggetti e con il Sé nelle tre fasi di questo trattamento. L'analisi di processo della SASB ha mostrato che il conflitto centrale identificato con l'aiuto del CCRT potè essere elaborato nella psicoterapia, con evidenti cambiamenti nel comportamento del paziente.
Il futuro: sarebbe desiderabile una replicazione di questo studio.

A14 Sono state esaminate le differenze tra i CCRT di diversi gruppi. 50.

Gruppi condotti da professionisti aderenti a differenti orientamenti teorici producono un numero di narrative differente (Staats e Biskup, 1996). Posono essere determinati sia CCRT distinti individuali che CCRT del gruppo, ed entrambi contribuiscono alla descrizione dei processi di gruppo (Fineburg e Klein, 1993; Staats e Biskup, 1996).
Il futuro: entrambi i tipi di dati necessitano di ulteriori studi che (a) confrontino gruppi condotti da professionisti di differente orientamento e (b) confrontino CCRT individuali e dei gruppi.

A15 1995 // CCRT è stato in grado di correggere le differenze tra terapeuti e studenti nella comprensione del conflitti centrali. 50.

Venne confrontato l'addestramento alla siglatura del CCRT di 3 gruppi di soggetti: 30 terapeuti con più di 10 anni di esperienza, 29 terapeuti con almeno un anno di esperienza e 73 studenti universitari (Tsujikawa e Hori, 1998). Gli autori riscontrarono un risultato impressionante: quando il terapeuta e gli studenti erano confrontati senza l'uso del CCRT c'erano differenze significative tra i terapeuti e gli srudenti nella comprensione del conflitto nucleare di un paziente. Tuttavia, quando veniva usato il CCRT, la differenza tra i gruppi di esperti e di inesperti svaniva: il CCRT aveva avuto un effetto positivo sulla comprensione del conflitto centrale e tale effetto cancellava le differenze tra i due gruppi.
Questo studio è importante poiché dimostra la funzione del CCRT come guida delle formulazioni cliniche.

B. Scoperte ottenute mediante il metodo del CCRT

B1 1976, 1977 Le narrative relazionali sono un'unità di base utile ed economica per ricavare il CCRT. 80.

Il ricorso alle narrative come base per ricavare il CCRT fu un'utile innovazione metodologica (Luborsky, 1977; Luborsky et al., 1992): le narrative riguardanti episodi relazionali all'interno delle sedute di psicoterapia non erano mai state usate sistematicamente prima come unità di analisi per la ricerca in psicoterapia.
Una delle scoperte fondamentali rese possibili da questa innovazione fu una descrizione esatta della frequenza delle narrative relazionali nelle sedute di psicoterapia. Rilevammo che nel campione di 42 casi dello Studio Penn sulla Psicoterapia ciascuna seduta iniziale (sedute 3 e 5) di una psicoterapia aveva una media di 4,1 narrative passabilmente complete, con un range di 17 narrative per seduta (Luborsky et al., 1990a).
Tuttavia, Crits-Cristoph e colleghi (1997) rilevarono che in ciascuna seduta del Programma di Ricerca Collaborativo sul Trattamento della Depressione (TDCRP; Elkin et al., 1989) c'erano in media solo 2,4 narrative relazionali relativamente complete. Le narrative furono identificate in 548 sedute di 72 pazienti in terapia cognitiva o in terapia interpersonale. In un altro studio Crits-Cristoph e colleglli (1994) riportano la più comune media di 4,1 narrative sostanzialmente complete per seduta.
Il futuro: (a) realizzare un confronto tra CCRT basato sulle narrative e CCRT basato su altre sezioni della seduta rappresenta la principale esigenza logica della ricerca. L'uso di narrative tratte dalle sedute sembra una fonte di dati per il CCRL particolarmente economica e utile, tuttavia è necessario uno studio empirico su questo tema. (b) Abbiamo bisogno di maggiori informazioni sulle basi delle differenze nella frequenza con cui vengono raccontate narrative relazionali. È necessario realizzare un'analisi del significato della frequenza alta o bassa con cui vengono raccontate narrative; una frequenza costantemente bassa può riflettere il grado di depressione o può implicare un tentativo di celare i dettagli delle proprie relazioni.

B2 La pervasività del CCRT nelle diverse narrative di ciascun soggetto differisce considerevolmente da soggetto a soggetto. 70.

La "pervasività" indica quanto ciascun tipo di componente del CCRT di ciascuna persona si ripeta nelle differenti narrative raccontate da ciascuna persona. Solo alcuni studi hanno riportato il grado di pervasività del CCRT di ciascun soggetto nelle differenti narrative, per esempio Crits-Cristoph et al. (1994) e Connolly et al. (1996). Nel primo di questi studi, la pervasività del CCRT nelle narrative era piccola ma statisticamente significativa, e le differenze individuali erano in parte correlate con la durata del trattamento. Venne osservato anche che tali differenze nella pervasività erano correlate con il grado di gravità psichiatrica del soggetto, benché i dati siano contraddittori: maggiore la pervasività, maggiore la gravità psichiatrica (Cierpka et al., l997). |
È inoltre probabile che il tipo di procedura di siglatura delle narrative influenzi l'entità della pervasività del CCRT nelle differenti narrative. Per esempio, il sistema usato da Crits-Cristoph e colleghi (1994) e da Connolly (1995) prevede la siglatura di ogni narrativa in ordine casuale e isolata cosicché è probabile che la pervasività del contenuto del CCRT sia minore di quando il giudice può vedere le altre narrative, come accade usualmente nella psicoterapia.
II futuro: (a) il livello di pervasività del CCRT nelle differenti narrative di ciascun soggetto è una misura molto promettente da esaminare in studi futuri. (b) Sono necessari altri confronti in differenti condizioni di siglatura per verifìcare i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna procedura di siglatura, per esempio, per evidenziare l'impatto relativo della siglatura di ciascuna narrativa una per una in ordine casuale rispetto alla siglatura nel contesto dell'intera serie di narrative.

B3 Il CCRT solitamente consiste di un modello principale. 60.

Questa osservazione è coerente con l'opinione di Freud (1912) che vi sia un modello principale, anche se egli non ne era sicuro poiché pensava anche che ci potessero essere diversi modelli. I dati che abbiamo finora sono coerenti con la sua opinione che vi sia di solito un modello principale ma talvolta diversi modelli. Ecco un esempio di un dato di questo tipo: in un campione di 8 pazienti (Luborsky et al., 1986) il desiderio più frequente nelle differenti narrative di ciascun paziente era molto più frequente del secondo in ordine di frequenza.
La stessa osservazione apparve nei punteggi di pervasività dello studio sui bambini di 3-5 anni (Luborsky et al., 1995); una pervasività elevata fu osservata per i due cluster più frequenti, ma una molto minore per i cluster rimanenti. Tale divario tra i cluster più frequenti e quelli immediatamente successivi in ordine di frequenza è un criterio che indica la presenza di un modello principale.
Il futuro: (a) sono necessari più studi sulla distribuzione delle frequenze di ciascun tipo di componente. (b) Inoltre, è necessario realizzare uno studio che confronti l'usuale metodo di siglatura delle narrative all'interno del loro contesto con il metodo di siglatura basato sulla randomizzazione delle narrative. E’ probabile che quando le narrative vengono disposte in ordine casuale, anziché valutate come d'uso all'interno del contesto, i giudici tendano a poter trovare meno categorie con frequenza elevata rispetto al metodo del CCRT usuale.

B4 Il modello del CCRT relativo a ciascun tipo principale di altra persona (come il tipo paterno o materno di altra persona) presenta alcuni elementi caratteristici. 50.

Freud (1912) riteneva che questa ipotesi fosse esatta: pensava che ci fossero diversi "prototipi" comuni quali la "imago paterna" e la "imago materna".
Il futuro: sono necessari più dati di questo tipo. Lo studio di Crits-Cristoph e colleghi (1990) è l'unico che abbia esaminato estesamente un caso che illustra questo concetto; mediante il loro metodo lo studio presentava dati che indicavano l'esistenza di più di un modello.

B5 I CCRT delle relazioni delle prime fasi della vita hanno una pervasività maggiore dei CCRT delle relazioni delle fasi più avanzate della vita. 40.

La letteratura clinica contiene molti esempi di questa osservazione. Ciò può verifìcarsi poiché le relazioni precoci, specialmente quelle con i genitori, tendono a fissarsi più agevolmente nella memoria e a persistere più a lungo nella memoria delle relazioni successive, come sostenuto per esempio da Reiser(1984).
Il futuro: il metodo del CCRT offre buoni disegni di ricerca per esaminare questa relazione. Uno di essi è il confronto tra narrative che derivano dalle relazioni precoci e narrative più recenti; ci aspettiamo che le narrative precoci siano più ricche di contenuto pertinente al CCRT.

B6 La convergenza di ciascuna interpretazione con il CCRT offre un metodo peculiare per valutare l'accuratezza dell’interpretazione. 80.

Il primo passo per sviluppare questo tema fu quello di esaminare l'attendibilità con cui veniva giudicata la convergenza tra le interpretazioni del terapeuta e l'essenza delle comunicazioni del paziente; tale giudizio risultò moderatamente attendibile, con una correlazione media attorno a 0.6 (Auerbach e Luborsky, 1968). La principale debolezza di questo metodo nella forma in cui venne usato per la prima volta risiedeva nella valutazione della principale comunicazione del paziente. Questo problema fu affrontato da Crits-Cristoph e colleghi (1988) che si affidarono alla misura attendibile del CCRT come misura della principale comunicazione del paziente. Questa definizione migliorata della accuratezza dell'interpretazione implica che il settore dispone oggi di una misura di quanto le interpretazioni del terapeuta in una seduta affrontino il principale CCRT stabilito indipendentemente. “Stabilito indipendentemente” è in corsivo a causa della particolare distribuzione dell'indipendenza: non si tratta di un mero concetto autogenerato ma di un concetto generato indipendentemente. Non solo questa nuova misura della convergenza è attendibile, ma il grado di convergenza è associato con un benefìcio aggiuntivo: una migliore convergenza si accompagna a esiti migliori del trattamento del paziente da parte dei terapeuti. Questi esiti migliori possono essere visti, perciò, come un beneficio offerto al terapeuta e al paziente dall'uso di interpretazioni che si basano su un aspetto del CCRT.
II futuro: questo risultato ha notevoli implicazioni cliniche e dovrebbe continuare a essere studiato mediante ulteriori studi.

B7 1990 Certi tipi di modelli di CCRT sono estremamente comuni nelle narrative. 90.

Che cosa desiderano le persone nelle relazioni con altre persone? E come descrivono le conseguenze del raggiungimento o del mancato raggiungimento di ciò che vogliono? Le prime informazioni quantitative sui tipi di CCRT più frequenti in varie narrative (Luborsky et al., 1990a) sono giunte dallo Studio Penn sulla Psicoterapia (cfr. tabella 8-3 in Luborsky, Crits-Cristoph, 1990): il desiderio più frequente in termini di categorie standard è quello di "essere vicino e accettare gli altri" rispetto a "tenermi a distanza"; la risposta dall'Altro più frequente è "rifiutante e contrastante" e le risposte del Sé più frequenti sono "deluso e depresso" e "arrabbiato".
Il futuro: altri studi con campioni di dimensioni adeguate dovrebbero fornire inoltre tabulazioni aggiuntive dei tipi di CCRT più frequenti.

B8 1994 C'è una congruenza, significativa e notevole tra i modelli del CCRT espressi nelle narrative raccontate prima di incontrare il terapeuta e quelli espres si nelle narrative raccontate durante le prime sedute di psicoterapia. 70.

L'importante scoperta di tale concordanza è frutto di uno studio su un fondamentale interrogativo di ricerca: il CCRT di un paziente prima che inizi il trattamento e prima dell'incontro con il terapeuta è simile al CCRT dopo l'inizio del trattamento? Questo tipo di studio fu suggerito per la prima volta da Luborsky (1986) per le sue peculiari implicazioni teoriche relative alla possibile contaminazione dei dati ricavati dalle sedute per effetto dell'influenza del terapeuta. Emerse una risposta chiara: c'è un'ampia sovrapposizione tra i CCRT di questi due momenti molto differenti. Sulla base di uno studio che ha confrontato queste due condizioni Barber e colleghi (1995) mostrarono una somiglianza significativa tra il CCRT prima della psicoterapia (ottenuto mediante il metodo del Paradigma di Aneddoti Relazionali [RAP]) e il CCRT durante le prime sedute di psicoterapia, l.a principale implicazione di questo dato è che il modello relazionale centrale dei pazienti evidenziato dal CCRT viene riespresso e mantiene una significativa costanza nei due tempi nonostante le possibili influenze del terapeuta sul CCRT durante l.a psicoterapia.
Può essere che la costanza del modello del CCRT dalla fase precedente l'inizio del trattamento alle prime sedute abbia qualcosa in comune con il tipo di trasferimento di un importante modello relazionale su nuove persone presentato da Andersen e Cole (1990) e da Andersen e Baum (1994). Quest'ultimo studio esaminò in particolare il trasferimento di risposte affettive su nuove persone; esso mostrò che i soggetti, nella rievocazione mnemonica, attribuivano scorrettamente a una persona bersaglio un maggior numero di caratteristiche in comune con un'altra persona quando la persona bersaglio assomigliava al loro "altro significativo" anziché a quello di qualcun altro.
Il futuro: la scoperta di questo parallelismo ha implicazioni che giustificno l'uso delle sedute di psicoterapia in molti tipi di studi empirici sulla psicoterapia. Un ulteriore replicazione dello studio di Barber e colleghi (1995) è perciò giustificata.
B9 1995 E evidente una concordanza tra il modello del CCRT durante psicoterapia e il modello del CCRT durante il ciclo di vita. 40
II tema della stabilità e del cambiamento del CCRT nel corso dei tempo è un tema fondamentale. Freud (1912) pensava che non ci fosse molto cambiamento nell'arco della vita nel modello che egli chiamava rnodello i transfert.
Lo studio pionieristico che propose il CCRT (Luborsky, 1977) rilevò sua stabilità nel tempo nei limiti cronologici della psicoterapia: il CCRT alla fine del trattamento conserva aspetti importanti del CCRT iniziale (CritsCristoph e Luborsky, 1998a). In effetti, tuttavia, i principali cambiamenti del CCRT nell'arco di tempo della psicoterapia apparivano solo moderati c'era una diminuzione della pervasività delle Risposte Negative dall'Altro delle Risposte Negative del Sé e un aumento delle Risposte Positive dall'Atro e delle Risposte Positive del Sé (Crits-Cristoph e Luborsky, 1998a). Fu riscontrato anche un aumento della capacità di padroneggiare i conflitti nel CCRT (Grenyer e Luborsky, 1998). Tuttavia, accanto ai punteggi di pervasivita all'interno di ciascuna fase temporale abbiamo bisogno di esaminare il cambiamento di ciascuna componente tra differenti fasi temporali.
Uno studio che da qualche sostegno a un elemento di questa osservazione si occupa dei cambiamenti del modello del CCRT di bambini piccoli, ciastudia i CCRT di bambini di 3 anni e poi degli stessi bambini a 5 ann (Luborsky et al., 1995). Questo studio riscontrò un elevata stabilità di ciascun CCRT tra le due età. Anche uno studio sugli adolescenti mostrò una stabilità dall'età di 14 all'età di 24 anni (Waldinger e Diguer, in preparazione).
Un suggerimento in qualche modo simile venne da Schauenburg e colleghi (1995) che osservarono che i cambiamenti del CCRT dopo un periodo di 3 mesi di psicoterapia erano piccoli e in generale non significativi. Bisognerebbe rilevare, tuttavia, che lo studio era basato su pazienti ricoverati e aveva un campione di piccole dimensioni, 15 soggetti, cosa che può avere diminuito la probabilità di cambiamenti significativi. D'altra parte, persino in questo piccolo campione certe categorie del CCRT ricavato da interviste RAP prima della terapia erano significativamente predittive dell'esito della terapia- i pazienti con desideri di distanza e reazioni negative dall'oggetto e del Sé (rifiuto e impotenza/ansia) mostravano risultati più scarsi, i pazienti con RO più accoglienti prima della terapia avevano un esito migliore in questo contesto e con 3 mesi di terapia in regime di ricovero (vedi anche Schauenburg et al., 1997). Utilizzando le RAP, vennero confrontati controlli e pazienti nell'arco di un periodo di 6-8 mesi di psicoterapia; il risultato generale indica un'instabilità del CCRT nell'arco di tempo considerato (Staats e Strack, 1995).
Una valutazione intensiva del cambiamento del CCRT, della SASB e di misure correlate mostrò per un caso in psicoterapia una cena stabilità ma alcuni cambiamenti nelle relazioni con il Sé e con gli altri in tre differenti fasi (Fischmann et al., 1995).
Il futuro: (a) Per valutare tali cambiamenti nel corso del trattamento è necessaria una migliore procedura per stabilire il grado di somiglianza tra il CCRT originale e il CCRT finale. Una procedura di questo tipo, sviluppata da Diguer e Luborsky (cfr. Popp et al., 1998), è il metodo delle somiglianze pesate per ciascuna componente, (b) E necessario esaminare periodi più lunghi della vira del soggetto, (e) Sono necessari ulteriori confronti tra CCRT basati sulle RAP e sulle sedute.

B10 1992 C'è un parallelismo tra i CCRT relativi al terapeuta e i CCRT relativi alle altre persone nelle narrative di ciascun soggetto. 70.

Un parallelismo necessario e atteso si basa sulla centrale osservazione clinica di Freud (1912) relativa al modello di transfert: il modello che viene espresso verso il terapeuta ha dei parallelismi con il modello che viene espresso verso altre persone. Ora, per la primissima volta, questo parallelismo tra il CCRT delle relazioni con altri e il CCRT delle relazioni con il terapeuta è staro empiricamente dimostrato per 35 pazienti del Progetto Penn sulla Psicoterapia (Fried et al, 1992).
La più ampia problematica della omogeneità dei temi rispetto a differenti tipi di persone, come il padre e la madre, è stara esaminata da Frevert e colleghi (1995). Questo tema più ampio è fondamentale per il CCRT a causa dell'aspettativa clinica, in parte confermata dalla ricerca, che le narrative relative a dirrerenti tipi di persone mostreranno qualche tema comune ai differenti tipi di persone.
Il futuro: questi risultati promettenti riportati finora a favore di un parallelismo dovrebbero essere ulteriormente esaminati in altri studi.

Bl 1 1990 Sono in corso di realizzazione confronti tra i CCRT di pazienti con differenti diagnosi. 20.

F_ in corso un numero consistente di studi di questo tipo, che abbracciano almeno nove differenti gruppi diagnostici, ma quasi tutti gli studi non sono ancora stati pubblicati. La “CCRT Newsletter” del gennaio del 1999 elenca 37 studi in corso sul CCRT di vari gruppi diagnostici! Il primo è stato uno studio del 1988 sui pazienti borderline. Il sottogruppo più ampio di studi in corso ne comprende otto, sulla categoria diagnostica della personalità borderline; segue il sottogruppo sui disturbi di personalità, con 3 studi.
Uno studio che confrontava pazienti con differenti diagnosi — pazienti, divisi in soggetti bulimici e misti, e soggetti non clinici che non erano pazienti in trattamento - venne riportato da Benninghoven e colleghi (1995).
I loro risultati diedero parziale sostegno a queste ipotesi: a) i pazienti con diagnosi di bulimia percepivano gli episodi relazionali in modo più disfunzionale dei soggetti normali; b) i pazienti bulimie! interagiscono ugualmente con le loro famiglie; e e) i bulimici percepiscono le loro famiglie in modo più disfunzionale dei soggetti normali di controllo. L'unica differenza attesa che non fu riscontrata fu quella tra le rappresentazioni della famiglia negli episodi relazionali dei pazienti bulimici e le rappresentazioni della famiglia degli altri pazienti in psicoterapia. C'era una differenza tra i due gruppi clinici e il gruppo dei soggetti di controllo non in psicoterapia. In termini di frequenza relativa delle relazioni con la famiglia, i pazienti con diagnosi di bulimia vedevano le relazioni con le proprie famiglie più negativamente del gruppo misto di pazienti e dei controlli normali.
Alla preconferenza sul CCRT del congresso SPR del 1998, Diguer e colleghi (1998), presentarono il CCRT di tré gruppi di pazienti divisi secondo la teoria di Kernberg dell'organizzazione di personalità: organizzazione psicotica di personalità, organizzazione borderline di personalità e organizzazione nevrotica di personalità. A 80 pazienti venne somministrato il Modulo per la Diagnosi dell'Organizzazione di Personalità. Venti erano nel gruppo psicotico e 30 negli altri due e l'analisi era fecalizzata sui modelli del CCRT più pervasivi in ciascun gruppo e sul loro grado di negatività.
Il futuro: (a) sono necessari più confronti controllati con campioni di altre diagnosi, (b) Per condurre tali studi comparativi in modo corretto sono necessario delle norme per i campioni sintomatici rispetto ai campioni a loro appaiati.

B 12 Parte del CCRT è escluso dalla consapevolezza. 20.

La maggior parte dei pazienti solo gradualmente arrivano a comprendere che c'è un modello centrale nelle loro .relazioni; tale consapevolezza è raggiunta solo lentamente e anche alla fine del trattamento è solo parziale. CritsCristoph e Luborsky (1990) confrontarono le inferenze del paziente e del clinico riguardo al CCRT e riscontrarono che essi concordavano piuttosto bene su ciascuna componente separata del CCRT ma non sul modello delle relazioni.
La Consapevolezza di Sé rispetto ai Modelli Relazionali (SUIP) (Connolly
diare i livelli di consapevolezza di Sé di un soggetto. Ha dimostrato buona attendibilità e qualche prova di validità.
Il futuro: (a) un maggior numero di studi su questo tema aiuterebbe a completare le nostre conoscenze sugli aspetti consci e inconsci del CCRT di ciascun paziente. Il fatto che parti del CCRT dovrebbero essere escluse dalla consapevolezza è una caratteristica necessaria del concetto del modello di transfert, secondo Freud (1912). (b) I risultati ottenuti mediante il SUIP, il nuovo metodo per la consapevolezza di Sé, dovrebbero essere confrontati con il metodo dell'autointerpretazione del CCRT (Luborsky, 1978) o con l'autointerpretazione del TAT (L.B. Luborsky, 1953). (e) Questi studi dovrebbero confrontare anche le siglature delle componenti di tipo diretto con le siglature di tipo inferito — le siglature inferite sono indicate tra parentesi, per esempio W e (W) (Luborsky, 1998) -.

B13 Le narrative relazionali tendono a mostrate un'associazione tra la quantità di contenuto in termini di CCRT e il loro livello di attivazione emozionale. 40.

Le narrative relazionali tendono a mostrare una correlazione tra la quantità di contenuto in termini di CCRT e l'attivazione emozionale. I dati su queste due dimensioni, disponibili per sette soggetti, confermarono che le due dimensioni erano correlate positivamente (Luborsky et al., in preparazione). Vi sono anche probabilmente aree cerebrali tipiche associate con i livelli di ciascuna dimensione; l'associazione tra attivazione emozionale e aree cerebrali è stata già dimostrata, per esempio da George et al. (1995).
Il futuro: i parallelismi tra il contenuto in termini di CCRT di una narrativa relazionale e il suo livello di attivazione emozionale devono essere ulteriormente esaminati. Finora abbiamo valutato il contenuto in termini di CCRT così come veniva giudicato da osservatori indipendenti e la attivazione emozionale così come veniva giudicata dal paziente: dovrebbe essere valutata anche l'attivazione emozionale così come viene giudicata da osservatori indipendenti.

B14 1990 Tipi di CCRT analoghi appaiono in differenti stati di coscienza, come nei sogni e nelle narrative. 90.

Il primo lavoro su questo rema mostrò parallelismi tra il CCRT dei sogni e il CCRT delle narrative relative alla veglia ma si basava su tre soli casi (Popp et al., 1990). Ma anche un più ampio studio di replicazione rivela importanti parallelismi: 1) la siglatura del CCRT su resoconti di sogni mediante le categorie standard possiede una buona concordanza tra giudici (Popp et al., 1998) e 2) i cluster del CCRT siglati come i più frequenti nei sogni mostravano analogie con i cluster siglati come più frequenti nelle narrative della veglia.
Uno studio su 24 fantasie diurne di Stigler e Pokorny (1995) mostra diverse tendenze: se l'"Altro" nel confronto è umano allora il periodo della vira è adulto e le risposte dall'"Altro" e del Sé sono negative. Se l'"Altro" è nonumano, il periodo della vita è l'infanzia e le risposte dall'altro e del Sé sono positive. Queste tendenze furono replicate su un gruppo più ampio di fantasie diurne e di narrative RAP. Fu riscontrato che le fantasie diurne venivano giudicate in modo attendibile tanto quanto le narrative e che le fantasie diurne erano più positive delle narrative RAP.
Il futuro: come applicazione cllnica dell'ultimo studio che ha confrontato i CCRT dei sogni e delle narrative, di Popp et al. (1998), possiamo formulare il suggerimento di includere i sogni accanto alle usuali narrative nei futuri studi sul CCRT.

B15 Di tanto in tanto appaiono delle differenze legate al genere nelle narrative dei pazienti. 70.

Un gruppo di pazienti che iniziavano una psicoterapia mostrarono differenze tra uomini e donne nelle interviste RAP e delle ipotesi relative a tali differenze furono verifìcate e confermate (Staats, 1996). D'altra parte, un gruppo di 18 bambini furono valutati in termini di CCRT all'era di 3 e di 5 anni (Luborsky et a\., 1995), e le differenze legate al genere furono molto lievi. Waldinger e colleghi (in preparazione), tuttavia, mostrarono delle differenze legate al genere nel loro campione di adolescenti seguiti fino all'età di giovani adulti. Inoltre, furono rilevate differenze tra uomini e donne nel CCRT iniziale e nei cambiamenti del CCRT durante psicoterapie di gruppo a orientamento analitico (Staats, 1996) e alcuni degli stereotipi di genere persistettero (Staats et al., 1998)
II futuro-. L'entità e il tipo di differenze legate al genere nelle narrative e nei CCRT devono essere ulteriormente esplorati.

B 16 1990 Ci sono delle associazioni tra la misura del CCRT e le difese di rimozione e altre. 40.

Il primo studio su questa associazione tra difese di rimozione e CCRT è quello di Luborsky et al. (1990b). In questo studio 16 soggetti scrissero ciascuno tré narrative relative ai propri ricordi precoci, che furono siglate da due giudici indipendenti del CCRT. In queste narrative la misura di Holzman della Rimozione si correlava, come ci si poteva aspettare, con un minor "desiderio di affermarsi" (r=-0.55**), un minor "desiderio di ferire" (r=0.47*), una minore risposta negativa dall'altro in termini di "dominio" (r=0.50*), e una maggiore risposta positiva dall'altro in termini di "affetto" (r=0.43*).
Freni e colleghi (1995, 1998) esaminarono la relazione tra difese e CCRT in 20 pazienti in psicoterapia. Cinque cluster di difese erano associati con almeno una componente del CCRT e i significati delle correlazioni appaiono essere in linea con l'esperienza clinica. Quattro fattori furono identificati mediante l'analisi fattoriale: disturbo delle relazioni preedipiche, problemi di i controllo, funzionamento dell'Io e un senso di indisponibilità di aiuto. Le | correlazioni tra meccanismi di difesa e CCRT erano particolarmente informative: (a) difese borderline più intense sono associate con un minor desiderio di riuscire e aiutare gli altri; (b) Difese narcisistiche più intense sono associate con un maggior desiderio di essere amato e capito, una maggiore risposta dell'Altro "cattivo" e una minore risposta dall'Altro "comprensivo"; (e) maggiori difese nevrotiche sono associate con l'esperienza di minori risposte rifiutanti e contrastanti dall'altro; (d) maggiori tratti ossessivi si associano con una minore risposta del Sé come dotato di autocontrollo e sicuro di sé e (e) una maggiore maturità delle difese si associa a una minore risposta dall'altro "gli piaccio".
Il futuro: sono necessari ulteriori studi sulla relazione tra CCRT e misure delle difese. Uno studio (in corso) in collaborazione con J. Cristopher Perry e Cannella Ray consiste nell'applicazione della misura delle difese di Perry e Cooper (1987) ai 17 casi della Collezione Psicoanalitica Penn (Luborsky et al., in preparazione b).

B l7 1988 Un aumento dell'Attività Referenziale è stato associato al racconto di narrative relazionali e al CCRT. 40.

L'Attività Referenziale (RA) riflette le interconnessioni tra i sistemi mentali verbale e non-verbale; le interconnessioni sono massimamente attive e dirette per le immagini concrete e per le parole che si riferiscono a esse e meno attive e dirette per concetti e parole astratti (Bucci, 1997). La teoria dei codici multipli della Bucci sostiene che è probabile che gli schemi emozionali centrali del paziente vengano espressi, di solito in forma metaforica, nelle narrative raccontate nei picchi di RA di una seduta. Doyle e Bucci, come riportato da Bucci (in corso di stampa), riscontrarono che la RA nella versione computerizzata (CRA) era significativamente più alta negli Episodi Relazionali che nei segmenti esterni agli RÈ in 18 sedute tratte dalle fasi iniziale, intermedia e finale di tré trattamenti psicoanalitici. Essi esaminarono inoltre le eccezioni a questo risultato e scoprirono che gli episodi relazionali con CRA bassa (difesi, non vividi o immediati) erano con la massima probabilità relativa all'analista, mentre le narrative con CRA elevata non siglate come episodi relazionali erano in genere relativi ad animali o a figure mitiche o religiose. Pessier e Stuart (1997) riscontrarono che gli episodi relazionali relativi al terapeuta presentavano una RA, misurata utilizzando la procedura basata sulla scala di valutazione, e un Experiencing (Klein et al., 1970) più bassi, e un numero di Parole Astratte (Mergenthaler, 1996) maggiore degli episodi relazionali relativi ad altri. In linea con i risultati di Stigler e Pokoin (1995). Bucci (1997) suggerisce una modifica alla metodologia per l'identifìcazione degli episodi relazionali in modo da includere figure non umane come oggetti attraverso i quali possono essere rappresentati significativi schemi emotivi. Sulla base dei risultati descritti precedentemente, l'autrice suggerisce inoltre che l'analisi della CRA possa essere utilizzata come un metodo affidabile per un esame preliminare del testo onde localizzare potenziali episodi relazionali, eliminando in questa fase la necessità di ricorrere a un giudice.

B18 1997 L'espressione affettiva facciale è stata correlata alle narrative e al CCRT. 40.

Anstadt e colleghi (1997) hanno indagato sul significato del comportamento affettivo nell'ambito del processo della psicoterapia breve correlando l'espressione affettiva facciale mutua di 11 terapeuti e dei loro pazienti alle misure di esito. Una scala che descriveva processi reciproci o complementari della prima seduta si correlava in modo consistente con una misura globale di esito che consisteva di questionari autosommnistrati, della valutazione dei terapeuti e del cambiamento sintomatico (0.70). Questo risultato implica che se l'espressione facciale affettiva più frequente era o negativa o positiva per entrambi, l'esito era probabilmente scarso, mentre processi complementari nella prima seduta erano indicativi di un esito favorevole.
Due trattamenti psicoanalitici, uno caratterizzato da elevata reciprocità affettiva e scarso successo e l'altro da affettività compensatoria e buon successo globale, furono analizzati rispetto alla relazione tra CCRT e comportamento facciale affettivo mutuo nel corso del tempo. In generale, la frequenza delle narrative nelle sedute si correlava negativamente con la frequenza degli affetti facciali dei pazienti, cosicché può essere escluso un processamento parallelo dell'atto di narrazione e dell'atto di espressione dell'affetto mediante il viso, almeno per i pazienti. All'interno del trattamento di successo si potè scoprire nella distribuzione delle narrative e nell'organizzazione temporale del comportamento facciale affettivo del terapeuta una struttura articolata in una successione di fasi; viceversa, nel caso a esito sfavorevole il numero di narrative era distribuito uniformemente e non c'era nessun cambiamento dell'organizzazione temporale dei comportamenti facciali (Merten et al., 1996).
In un passaggio successivo, le frequenze di differenti espressioni di affetti primari vennero correlare con la frequenza delle differenti componenti de] CCRT. Non c'era nessuna correlazione significativa tra componenti del CCRT e affetto facciale, con una eccezione. C'erano 6 correlazioni rilevanti tra frequenze delle espressioni di affetti primari del terapeuta di successo e componenti del CCRT del suo paziente, che indicavano che il terapeuta di successo agiva come contenitore e amplificatore di quegli affetti che non era no disponibili per gli episodi relazionai delle narrative del paziente. Poiché gli episodi relazionali del metodo CCRT sono unità estese e ciò li rende diffìcili da usare, un altro autore analizzò il preciso contesto verbae dell'espressione affettiva facciale di 6 terapeuti con esiti di trattamenti molto diversi utilizzando le codifiche di contenuto della SASB anziché i CCRT (Benecke, 1998). Di nuovo in linea con l'ipotesi dell'affetto facciale come contenimento e amplificazione, un buon esito mostrava un collegamento sistematico tra affetto facciale del terapeuta e contesto verbale contemporaneo di entrambi i partecipanti al trattamento, mentre l'esito negativo non presentava tali collegamenti.
II futuro: I risultati di questo approccio che studiava i collegamenti sono stati promettenti e il metodo è stato utilizzato sempre più ampiamente, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, come modalità per la ricerca sul processo (Krause, 1997). Al momento è in corso un indagine su 40 casi con la stessa procedura per valutare ulteriormente le proposizioni suggerire (Krause eBenecke, 1998).

B19 1990 Ci sono molte prove a favore dell'ipotesi di un parallelismo tra le osservazioni di Freud sul modello di transfert e i risultati della ricerca sul CCRT. 70.

Ventitré osservazioni tratte dagli scritti di Freud e relative al suo concetto di modello di transfert sono state elencate da Luborsky (1998) accanto a osservazioni tratte dalla ricerca sul CCRT. Per 18 osservazioni di Freud su 25 si è evidenziata e continua a essere evidente negli studi di ricerca una corrispondenza con le scoperte relative al CCRT. La presenza di così tante corrispondenze tra le due fonti di dati — quella clinica e quella empirica controllata — suggerisce che il metodo del CCRT offre una misura operativa dall'ampia base che ha molto in comune con il concetto di modello di transfert di Freud.
Il futuro: per le restanti 5 delle 23 osservazioni di Freud, non è stato ancora realizzato alcuno studio. A questo scopo è particolarmente desiderabile sviluppare un disegno di ricerca che corrisponda a ciascuna osservazione.

Conclusioni
• Quindici aree differenti sono elencate in questo articolo tra i progressi relativi ai metodi di misura del CCRT. Uno dei progressi più cruciali per il futuro degli studi sul CCRT deriva dall'attuale conoscenza della sua buona attendibilità in 8 studi (A3), un risultato che è il felice compimento dell'originale e abbagliante obiettivo del metodo del CCRT di creare un sistema clinico-quantitativo attendibile, che fosse più attendibile del consueto metodo clinico per ricavare il modello relazionale centrale.
• Diciannove scoperte sul CCRT sono elencate in questo articolo, e molte riguardano problemi di ricerca precedentemente insoluti. E difficile scegliere la scoperta più significativa tra le 19. Tuttavia, una delle più significative deve essere l'alto grado di parallelismo tra le scoperte relative al CCRT e le osservazioni di Freud relative al suo concetto di modello di transfert (B19). Questo parallelismo tra risultati del CCRT e differenti aspetti del concetto di Freud di modello di transfert implica che è fondato ritenere die il CCRT abbia molto in comune con gli aspetti del modello di transfert.
Un concorrente diretto al titolo di scoperta più significativa è il riconoscimento della importanza del ricorso alle narrative relazionali come fondamentale base di dati per ricavare il CCRT (Bl). Utilizzare gli episodi relazi naii ha permesso al nostro settore di ricerca di colmare la precedente lacu:
di informazioni riguardo alla frequenza usuale delle narrative durante la p:
coterapia, e un sacco di altre scoperte sono state rese possibili da questa dei sione di basarsi su questa definizione di narrative relazionali come uni all'interno delle sedute di psicoterapia.

Osservazioni di Freud Dati basati sul CCRT
1 I desideri verso le persone sono rilevanti +
2 I desideri sono in conflitto con le risposte dall'altro e del Sé +
3 Particolarmente evidente nelle relazioni erotiche +?
4 In parte al di fuori della consapevolezza +
5 Origina dalle relazioni precoci con i genitori +
6 Viene ad includere il terapeuta +
7 Può essere attivato dalle caratteristiche percepite del terapeuta R
8 Può distorcere la percezione R
9 Consiste di un modello pervasivo principale +?
10 Appaiono dei sottomodelli per i vari membri della famiglia +?
11 E specifico di ogni persona +?
12 Resta stabile nel tempo +
13 Cambia lievemente nel tempo +
14 Mostra delle fluttuazioni a breve termine del livello di attivazione R
15 Linterpretazione accurarata cambia l’ espressione del modello +
16 L'insight nel modello può essere benefico per il paziente +0
17 Può fungere da resistenza R
18 Durante la sua attivazione possono emergere dei sintomi +?
19 Si esprime dentro e fuori dalla terapia +
20 Sono differenziabili modelli positivi e negativi +
21 Si esprime con molteplici modalità (sogni e narrative) +
22
ll miglioramento implica una maggiore padronanza del modello
+
23 Una disposizione innata gioca un ruolo R

    Simboli utilizzati:
    + Studio con risultati positivi
    +? Studio preliminare con risultati positivi
    +0? Studio con risultati conrraddittori
    R Deve ancora essere studiato



• Parecchi altri risultati sono buoni candidati al titolo di scoperta altamente significativa: è stata ormai stabilito (B8) che il modello relazionale che il paziente porta alla psicoterapia è significativamente simile a quello espresso dopo avere incontrato il terapeuta. Si tratta di un progresso importante perché sottolinea la validità dell'utilizzo di informazioni tratte dalle sedute. Per giustificare l'uso delle sedute per la ricerca, abbiamo ora prove di ricerca per rispondere ad alcuni critici, per esempio Griinbaum (1984), che sollevò obiezioni logiche all'uso delle sedute a causa della possibile contaminazione dovuta all'influenza del terapeuta. Fino allo studio di Fried et al. (B10) il campo della psicoterapia doveva basarsi su osservazioni cllniche come valutazioni del transfert; il suo studio diede sostegno alla fondamentale inferenza correlata al transfert che il CCRT verso il terapeuta era associato al CCRT verso le altre persone. È stato fatto qualche progresso (B12) anche nell'identificazione del grado di consapevolezza del CCRT da parte dei pazienti, specialmente a opera di Connolly e colleghi. L'ulteriore comprensione delle differenze tra pazienti nella pervasività del CCRT nelle diverse narrative è un evidente progresso e deve essere continuato e ampliato (B2). Costituisce un importante progresso anche il fatto che ora disponiamo di una misura più oggettiva e intuitivamente corretta dell'accuratezza delle interpretazioni, basata sulla concordanza con il CCRT stabilito indipendentemente (B6). Nel complesso, questa selezione di probabili vincitori nella competizione per l'importanza relativa delle scoperte ci sembra essere fondamentalmente una buona scelta, ma siamo preparati a qualche sorpresa; per esempio il confronto non ancora indagato tra CCRT delle relazioni precoci e CCRT delle relazioni di fasi successive della vita potrebbe rivelare delle differenze, e abbiamo addirittura trovato ulteriori prove relative a un particolare ruolo delle relazioni precoci nello sviluppo successivo (B5).
• Scommettere sulla ricerca futura destinata a fornire i risultati più importanti è rischioso. Per ridurre l'azzardo, ci atterremo solo alle più probabili necessità della ricerca rispetto ai frutti della ricerca futura. Questi potrebbero essere alcuni tra i temi più promettenti: l'ulteriore sviluppo di categorie standard attendibili e appropriate (A2), la scoperta di un grado significativo di stabilirà del modello del CCRT nel corso del tempo (B8, B9), il grado di specificità del modello del CCRT relativo a specifici tipi di persone (B4) e l'aumento delle conoscenze sulla relazione tra CCRT e livelli di consapevolezza (B12). Col tempo, cercheremo di integrare ulteriormente tutte queste scoperte organizzandole in una teoria della personalità (Luborsky, in preparazione). Speriamo che tale nuova teoria possa abbracciare le tendenze relazionali interne accanto alle loro espressioni nelle relazioni reali.
• Un esame ancor più sintetico di questa guida ci deve portare a concludere che le scoperte ottenute mediante il metodo del CCRT ci hanno già dato validi motivi per una celebrazione; questa guida ci ha rivelato che il CCRT si basa su un concetto attendibile clinicamente e quanritativamente Le scoperte della ricerca sul CCRT suggeriscono che il CCRT è correlai concetto denominato da Preud (1912) "modello di transfert". Le scopi ottenute con il metodo del CCRT implicano che il CCRT valuta un modello (talvolta chiamato in modo più generale schema) che agisce plasmando successive edizioni di narrative relative a eventi relazionali significativi in termini personali. Abbiamo poi anche postulato che il CCRL, così come viene inferito dalle narrative relazionali, è una struttura conoscitiva in parte conscia e m pane inconscia che guida sia i ricordi delle interazioni relazionali sia la effettiva conduzione di tali relazioni.
• La cornucopia di scoperte basate sul CCR1 corrisponde a una delle o clusioni del monumentale libro di E. C. Boring (1942) sulla storia della psicologia sperimentale, in cui egli evidenziò un peculiare modello di crescita delle scoperte di ricerca: attorno a ciascun nuovo metodo si genera una serie di scoperte e queste scoperte formano un raggruppamento intercorre!:
poiché è il nuovo metodo che ha reso possibili le scoperte. Nel raggiungere queste scoperte, la ricerca sul CCRT sta facendo ciò che i metodi fertili tendono a fare: propagano un gruppo di studi; per ciascuna scoperta abbiamp offerto poi una descrizione di ciò die è necessario negli studi futuri per farci progredire logicamente da dove siamo ora.


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Prof. Lester Luborsky, Center for Psychotherapy Research, Departmenr of Psychiatry, 3600 Market Street, 7th Floor, Philadelphia, PA 19104-2648.


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