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S.P.R.-It
Society for Psychotherapy Research
Sezione Italiana

RICERCA
in
PSICOTERAPIA


         
Volume 1
Numero 2, Maggio-Agosto 1998


EDITORIALE
LE PROSPETTIVE DI RICERCA IN PSICOTERAPIA COGNITIVA

A. Semerari



La psicoterapia cognitiva sta attraversando un periodo di particolare prestigio e considerazione e non c'è dubbio che a determinare questo momento di grazia hanno contribuito in misura rilevante i risultati della ricerca sugli esiti dei trattamenti psicoterapeutici.
Nell'ormai classica rassegna degli studi del settore, curata da Roth e Fonagy (1996), la terapia cognitiva emerge come uno dei trattamenti la cui efficacia può considerarsi dimostrata per la maggior parte dei disturbi presi in considerazione. Inoltre, se si tiene conto che, al momento, sono in corso ricerche controllate relative all'efficacia dell'approccio cognitivo anche per il trattamento dei sintomi psicotici e di gravi disturbi di personalità, è facile comprendere le ragioni di quest'attenzione crescente. Tuttavia, in questa situazione, è bene che siano proprio i terapeuti cognitivi, alle cui comunità mi onoro d'appartenere, a mettere in guardia dai facili entusiasmi, a indicare i rischi che questi comportarono e a evidenziare non tanto il lavoro che è stato fatto, quanto quello che resta da fare. Il più grave di tali rischi sarebbe, a mio avviso, quello di rinchiudersi in una sorta di autocompiacimento di scuola e di trascurare i contributi di ricerca e di conoscenza che provengono dal lavoro dei colleghi di altri orientamenti. La natura breve, focale e orientata su problemi specifici della psicoterapia cognitiva rende quest'ultima particolarmente adatta a una verifica controllata dei risultati. Ciò non esclude, tuttavia, che non vi sia molto da imparare dal lavoro degli altri e che lo sviluppo delle metodologie di ricerca non sia destinato a mettere in luce fattori terapeutici importanti presenti in altre forme di psicoterapia e trascurati dei protocolli cognitivi standard.
Il nostro interesse, come clinici e come ricercatori, è quello dei contribuire alla crescita di una comune cultura psicoterapeutica ben fondata sulle evidenze empiriche, non di utilizzare i risultati della ricerca per obsolete dispute di scuola.
Un secondo problema aperto riguarda lo studio e l'approfondimento dei casi in cui la psicoterapia cognitiva non è efficace. I motivi per cui una pur sempre considerevole percentuale di pazienti non rispondono ai trattamenti cognitivi dovrebbe per noi costituire un argomento del massimo interesse. Anche su questo punto l'informazione sui risultati ottenuti in generale dalla ricerca in psicoterapia può costituire un fonte preziosa di ipotesi euristiche.
Infine, l'importanza fondamentale della ricerca sugli esiti non deve far dimenticare l'importanza altrettanto fondamentale che hanno le ricerche sul processo e sui fattori terapeutici. Stabilire che un tipo di intervento porta a
esiti positivi non ci dice ancora cosa di quell'intervento risulta efficace. La risposta a questo tipo di domanda è, tuttavia, fondamentale per il miglioramento
progressivo della tecnica. E’ indubbio che, a fronte di una consolidata tradizione di ricerca sugli esiti, la terapia cognitiva abbia fino a ora sviluppato un'attenzione ancora insufficiente alla ricerca sul processo, ed è, probabilmente,
questo l'ambito dove il rapporto con ricercatori provenienti da altre tradizioni può rivelarsi più fecondo.
Per tutte queste ragioni ritengo un'occasione di grande rilievo per i terapeutici
cognitivi italiani il fatto che anche nel nostro paese vi sia una società dove tutti i terapeuti interessati alla ricerca possano confrontarsi liberamente e indipendentemente dalla scuola di appartenenza. Sono sicuro che al dibattito
comune i terapeuti cognitivi daranno un contributo di rilievo, così come sono sicuro che finiranno col ricevere un contributo altrettanto importante per le loro crescita scientifica e professionale.

Bibliografia
ROTH A., FONAGY P. (1996), What works for whom? A critical Review of Psychotherapy Research, Guildord, New York; trad. it. (1997) Psicoterapie e pro ve di efficacia: quale terapia per quale paziente. Il Pensiero Scientifico Editoriale Roma.


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