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RIVISTA SEMESTRALE

Numero 2, Luglio 2008


BYRON J. GOOD: NARRARE LA MALATTIA.
LO SGUARDO ANTROPOLOGICO SUL RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE


A cura di Corrado Villella


Narrare la malattia. Lo sguardo antropologico sul rapporto medico-paziente
(Giulio Einaudi Editore, Torino, 2006)

Ed. originale: Medicine, Rationality, and Experience: An anthropological perspective.
Cambridge University Press, Cambridge, 1994

In questo testo, nato da una serie di conferenze tenute presso l'università di Rochester, l'autore, professore di antropologia medica presso la Harvard Medical School, espone il proprio pensiero sul tema della collocazione della malattia all'interno di un dominio culturale.
Partendo da una disamina del concetto di credenza come categoria centrale dell'esperienza, in grado di orientare le scelte ed i comportamenti, il testo continua con un'analisi della formazione del medico nel mondo occidentale, propone uno studio delle esperienze e dei vissuti di pazienti affetti da diverse condizioni mediche ed affronta il tema della rappresentazione narrativa della malattia e della costruzione della storia da parte del narratore e dell'ascoltatore.
La tesi di fondo è che i pazienti interpretino la propria condizione all'interno di una rete di significati, e che l'attenzione a questi elementi possa aiutare i medici a rispondere meglio ai loro bisogni.
Nel corso dei loro studi i giovani medici vengono invece addestrati a scomporre le storie dei pazienti, oggettivizzarne i corpi e ricostruire i casi clinici secondo un modello specifico, appartenente anch'esso ad un dominio particolare: quello della Medicina.
Colpisce in particolare il terzo capitolo, intitolato ³Come la medicina costruisce i propri oggetti², in cui l'autore descrive come paradigmatica l'esperienza degli studenti iscritti ai primi anni del corso di laurea in medicina della Harvard Medical School.
Viene sottolineato come la formazione medica passi attraverso l'acquisizione di nuovi modi di vedere, scrivere e parlare.
Il corpo viene costituito come oggetto di indagine medica, come entità distinta rispetto ai corpi con cui si interagisce nella vita quotidiana; gli studenti sono consapevoli del fatto che questa sia una modalità alternativa di vedere, utile a costruire un oggetto di indagine.
Nella relazione del caso clinico e nella redazione dei referti gli studenti inoltre imparano ad organizzare le storie dei pazienti sotto forma di un documento, e di problemi medici.
La visione del medico si colloca così su un piano radicalmente diverso rispetto a quello dell'esperienza del malato; esserne consapevoli permette all'operatore sanitario di riavvicinarsi all'ascolto del paziente, dando spazio ad interventi mirati ad aspetti spesso trascurati dalla visione tecnica appresa nei primi anni del percorso ³formativo².
Di fronte al dolore ed alla malattia, che colpisce il corpo, fondamento dell'esperienza del mondo e della soggettività, la narrativizzazione permette al paziente di localizzare la sofferenza nella storia e collocare gli eventi in un ordine temporale dotato di senso, insieme alle esperienze che li accompagnano; da parte sua l'ascoltatore riceve il messaggio del testo ricomponendolo. E' importante considerare come aspetti che esulano dalla comune pratica clinica siano in realtà centrali nelle storie dei pazienti e meritino un particolare interesse, da parte dell'ascoltatore medico, per migliorare la comunicazione e l'assistenza.


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