PM --> HOME PAGE ITALIANA --> ARGOMENTI ED AREE --> NOVITÁ --> COMUNITÀ TERAPEUTICHE

PSYCHOMEDIA
COMUNITÀ TERAPEUTICHE
CT Salute Mentale



Quattro comunità terapeutiche PUBBLICHE visitate nel veronese.
Cose dellaltro mondo? ...NO!

Lettera aperta di Aldo Lombardo*



Introduzione
Invitato a condurre un workshop di formazione in provincia di Verona, ho visitato 4 Comunità Terapeutiche pubbliche distribuite nel territorio dell’Amarone e del Valpolicella facenti capo al Dipartimento di Salute Mentale della ASL 22 di Bussolengo.
La descrizione dell’organizzazione di queste 4 Unità vorrebbe riflettere quel certo nonsoché di gioioso e stimolante che si prova di fronte a realizzazioni creative e intelligenti.
Chi come me si occupa di recupero psichiatrico e ha dedicato e dedica, pur se nel privato, tutta la sua carriera alla promozione dell’approccio di comunità in psichiatria, non può che gioire quando assiste, come in questo caso, all’applicazione intelligente dell’opportunità di integrare riabilitazione e terapia sin dai primi esordi della malattia psichiatrica.

Di cosa si tratta
Per volontà del Dott. Frazzingaro che nel 1993 diventa Direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASL 22 Bussolengo (VR) con sede a Ponton, una prima Comunità Terapeutica, Villa Chiara, dal nome della prima paziente. Sorta dalle ceneri degli ambienti delle cucine del manicomio può accogliere 12 ospiti in regime di affidamento residenziale e gli ampi spazi sono utilizzati anche per attività di Centro Diurno per molti pazienti esterni.

Questa Comunità, all’inizio quasi interamente occupata da pazienti ex manicomiali, nel tempo dimette diversi ospiti alle famiglie e al territorio, grazie ad interventi coordinati. I posti liberati cominciano ad essere riservati ai malati del dopo acuzie provenienti dall’SPDC o dai servizi territoriali; per esempio anche soggetti con doppia diagnosi.

In pratica, nei casi di acuzie, gli utenti dell’SPDC durante il giorno frequentano il Centro Diurno annesso alla comunità Villa Chiara. Alla fine dell’ ospedalizzazione (in media 11 giorni), quelli ancora non idonei per la dimissione alle cure del territorio godono del prolungamento dell’intervento socioterapico nella Comunità Villa Chiara che hanno già conosciuto.

Durante la permanenza in quest’atmosfera terapeutica la valenza psicosociale, o di comunità se si preferisce, si somma al trattamento medico tradizionale. Infatti, la peculiarità di questo reparto per acuti è che le porte sono aperte e si svolgono attività integrate di gruppo, psicomotricità e arteterapia impostate secondo un modello più vicino alla comunità che non all'ospedale tradizionale. Tutti ricevono l’assistenza empatica tipica della terapia d’ambiente: contenimento e sostegno, ma soprattutto attenzione alle comunicazioni del paziente e coinvolgimento nelle attività giornaliere della comunità secondo le abilità personali residue e non completamente danneggiate dalla malattia; alcune terapie mirate sono condivise coni pazienti esterni del Centro Diurno.

Passaggi e vantaggi
In questo ambiente il periodo di riabilitazione può durare dai 2 ai 6 mesi. Man mano che l’utente funziona meglio è invitato a soggiornare in un appartamento autogestito connesso alla comunità, per verificare e continuare a sviluppare autonomia e fiducia in se stesso, con ciò che apprende nel suo programma. C’è quindi la possibilità di far passare i pazienti dalla comunità, a strutture meno protette, nel momento in cui risultano riabilitati.

L’obiettivo principale è rimanere ancorati ad una visione del paziente come persona con malattia e non soggetto con etichetta indelebile di malato psichiatrico. I gravi bisogni di recupero o equipaggiamento di abilità sociali, di comunicazione, di capacità lavorative e soprattutto di autostima sono indirizzati con questa filosofia.

La rete
In sostanza, degli stessi servizi e delle stesse prestazioni degli operatori (psicoterapia, abilità sociali, ergoterapia e terapia occupazionale, gruppi di comunicazione e socializzazione, sviluppo di abilità cognitive, ecc.) godono sia i pazienti interni sia quelli esterni, con enorme risparmio di personale, costi ed energie.

Secondo la stessa concezione organizzativa ognuna delle 4 Comunità é collegata a servizi territoriali di vario tipo come AA o centri diurni, oppure laboratori occupazionali o dipartimenti di psicologia per psicoterapie mirate. Così, per pazienti con esigenze particolari (dislessia, doppia diagnosi, alcolismo, ecc.) le comunità per un po’ di tempo diventano basi di sicurezza nelle quali e dalle quali imparare a riesplorare il mondo, con le risorse personali residue o da rafforzare a causa dei breakdown del proprio modo di essere.

Coop e qualità
Un altro aspetto interessante sotto il profilo costo benefici ed operativo è l’utilizzo che il Dipartimento di Salute Mentale fa delle Cooperative. La modalità di collaborazione con le Cooperative (una integrata con membri ex pazienti) differenzia queste strutture da establishments similmanicomiali per il fenomeno dell’autoselezione del personale. Infatti, il ricorso costante a cooperative di servizi riabilitativi e assistenza psichiatrica parasanitaria, che si sospetterebbe precario, invece nella pratica si è rivelato una vera carta vincente: ha permesso ad un certo numero di operatori affiliati di scegliere di lavorare in comunità terapeutica riabilitativa con soddisfazione e di continuare a farlo ad ogni rinnovo annuale dei contratti di appalto.

La formazione
Come immaginabile non basta solo l’entusiasmo e l’interesse per rendere questi operatori (del pubblico e del privato) strumento di trasformazione e crescita per gli utenti: ci vuole formazione. Per questo motivo, grazie all’attività attenta e impegnatissima del coordinatore della formazione Dott. Vincenzo Cesario, negli ultimi 5 anni tutti gli operatori (coop incluse) hanno ricevuto sostegno e formazione sotto varie forme da parte di numerose personalità italiane e straniere del campo della riabilitazione.

Vantaggi e risparmio
Il risultato di tutto questo servizio coordinato e pensato dal Dott. Frazzingaro, senza far rumore, è che il numero dei ricoveri in SPDC dal 1993 è fortemente diminuito, che il fenomeno della revolving door è stato rallentato e limitato ad una minoranza esigua di pazienti, che la soddisfazione del personale è alta al punto che i membri delle cooperative si sono autoselezionati per rimanere stabili nei loro ruoli di operatori di comunità, e che i numeri della cosiddetta nuova cronicità sono molto inferiori a quelli di altre zone della nazione. (dati forniti a voce non ancora pubblicati)

In conclusione
Ho visto con i miei occhi 4 comunità pubbliche dall’atmosfera serena, nelle quali i pazienti che dopo l’acuzie sanno guidare, sono invogliati a farlo presto, che sanno lavorare possono frequentare i laboratori interni, o esterni di assemblaggio materiale fornito dalle industrie locali, che, se hanno difficoltà con le famiglie possono ricevere aiuto traformativo, ecc.

L e nuove sfide: i disordini di personalità
Se tutto ciò da un lato è reso possibile dal monitoraggio e l’uso oculato dei nuovi farmaci antipsicotici, dall’altro è attuato per volontà di chi persegue l’impostazione mentale secondo la quale la vera sfida della psichiatria non è tanto LA CURA DELLA MALATTIA quanto la riabilitazione della persona CON MALATTIA incluso il suo inserimento sociale per arrestare il danno psichiatrico alla personalità dell’individuo.
La sfida che il Dott. Frazzingaro e collaboratori si pongono oggi è quella di far fronte alle richieste sempre crescenti di risposta ai problemi dei disordini di personalità e al trattamento dei casi provenienti dall’OPG.
Una nuova fase di organizzazione di servizi è cominciata. Con l’invito alla formazione di nuovo personale alla sfida della nuova domanda di servizio l’equipe del Dott. Frazzingaro si sta preparando a mettere su una comunità che accoglierà solo soggetti con disordini di personalità. Di questa prova il sottoscritto è onorato di far parte grazie all’opportunità di contribuire con la propria esperienza quasi ventennale, alla formazione delle figure adatte a raccogliere le nuove sfide della psichiatria.

Considerazioni conclusive
Perché ho voluto segnalare tutto questo? Per la speranza che gli amministratori, i politici, i responsabili dell’organizzazione dei servizi psichiatrici locali comincino a pensare che il post-acuzie in ambienti tipo COMUNITA’ e NON IN ambienti tipo CLINICA è il modo più logico, economico, funzionale, coerente, intelligente, umano, pratico, trasformativo, razionale ed efficace sul piano costo-benefici, di fare psichiatria.

Sebbene ancora in attesa di dati certi sul valore del risparmio e dell’efficacia dell’operato in Bussolengo, il caso segnalato dimostra come l’applicazione della cultura della riabilitazione porti a strutturare servizi e ad integrare intelligentemente il pubblico col privato. Dimostra che quando questo avviene all’insegna della formazione e della politica della cura anziché della guarigione può generare vantaggi fruttuosi per l’utenza e i Servizi stessi della psichiatria. Dimostra che la riabilitazione è la cura del soggetto psichiatrico e che l’armamentario clinico e farmacologico dello psichiatra moderno è solo parte necessaria ma non sufficiente per la cura reale dei suoi pazienti.


Le Comunità visitate sono:
- Comunità la Casa in Collina di Valeggio sul Mincio (VR) responsabile D.ssa Annalisa Rizzetto
- Comunità Villa Bellosguardo di Bussolengo (VR) coordinatrice Patrizia Lonardi
- Comunità Villa S. Rocco di Valgatara responsabile Dr. Frazzingaro
- Comunità Villa Chiara di Ponton responsabile D.ssa Francesca Gomez

Albano Laziale, novembre 2005

Il Dott. Aldo Lombardo (aldolombardo@interfree.it) ha svolto la sua formazione in psichiatria e psicoterapia analitica presso l'University College Hospital di Londra, città nella quale ha esercitato per un decennio.
E’ membro della Group Analytic Society di Londra
In Italia ha fondato due comunità per la riabilitazione psichiatrica e il recupero dei soggetti psichiatrici con problemi di tossicodipendenza, che attualmente dirige.
E' autore del libro di testo per operatori di comunità "La Comunità Psicoterapeutica - Cultura, Strumenti, Tecnica" 2004 p.319, Franco Angeli Editore.
E’ consulente organizzativo e supervisore presso alcune comunità terapeutiche nazionali.


PM --> HOME PAGE ITALIANA --> ARGOMENTI ED AREE --> NOVITÁ --> COMUNITÀ TERAPEUTICHE