PM --> HOME PAGE --> NOVITÁ --> SEZIONI ED AREE --> MASS MEDIA

PSYCHOMEDIA
Telematic Review
Sezione: MEMORIA E (TELE)COMUNICAZIONE

Area: Mass Media

ASPETTI DELLA ANTROPOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE
I mercanti del Caos

di Antonella Gramigna



(“… C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di se : … il non far parlare di se .…”)
Oscar Wilde

Chi si ponesse, anche solo per diletto, a disquisire intorno ai metodi e alle tecniche della comunicazione di massa si troverebbe in un “mare magnum” di saperi in cui si accavallano scienze come la psicologia sociale, la psicologia comportamentale, l’economia, il marketing, la politica , la sociologia, l’economia geopolitica, ed altro, otre a tutto un sottobosco ed un indotto di tutti questi saperi che rendono questo campo, questa dimensione dell’attività umana, come la più discussa in assoluto degli ultimi due secoli.
Nella sostanza la comunicazione, nell’ultimo mezzo secolo, si è sempre di più spostata su una realtà prevalentemente economica relativa al “mercato della notizia". Un ambito in cui non è tanto più il singolo e avventuroso cronista che si precipitava ad inseguire un evento, magari anche in capo al mondo, per poi riportarlo sulla sua macchina da scrivere portatile (la leggendaria “lettera 22”) , ma, oggi, questa romantica figura è definitivamente tramontata,diciamo che si è quasi estinta , come si è estinto il giornalismo così come lo conoscevamo.
I media di comunicazione telematici hanno annullato le distanze e i tempi. Pensiamo solo che una piccola videocamera fissata sull’elmetto di un Marines in missione in Afghanistan può filmare in tempo reale uno scontro a fuoco con i talebani e rimandare tali immagini in rete nello stesso momento in cui dall’altra parte del mondo sta partendo la raffica che falcia il nemico, unitamente alle urla dei comandi e il concitato rispondere del soldato … Tutto questo è "oggi" la comunicazione , la rete alla quale fanno riferimento i notiziari aperti 24 ore su 24 su i numerosissimi canali satellitari da Al Qaida alla C.N.N.
Noi tutti, quotidianamente, attingiamo in modo, a volte, anche superficiale a questa fiumana di “notizie-spettacolo” quasi dando per scontato che tutto il mondo sia nel nostro salotto di casa, sul nostro schermo piatto da 37,42 ,52 pollici, tra la colazione mattinale e la cena. Quando in concomitanza con il pranzo,mentre distrattamente tra un boccone e l’altro solleviamo lo sguardo e facciamo qualche commento sul disastro aereo , l’attentato a Gaza, l’elezione di Miss mondo , le finali del mondiale di calcio, l’ennesi scandalo da corruzione del nostro sistema politico, Obama che ci tranquillizza … ecc. ci appropriamo della notizia mordi e fuggi. La comunicazione “profonda”, quella che cambia “le cose”, è fatta di tutt’altri tempi e di tutt’altri mezzi.
Sappiamo da tempo che l’informazione cambia il corso della storia, lo sappiamo dai tempi della fine della “Bella Epoque” quando i giornali di tutta Europa rilanciarono la notizia dell’attentato a Sarajevo … fu quell’informazione condita con i più vari toni trionfalistici, politici, nazionalistici, strategici e con tutti gli ingredienti del fatalismo, allarmismo, militarismo in larga misura stampati su testate rette da industriali produttori di tecnologie dell’epoca (automobili, aerei, locomotive, navi) a “gestire” la comunicazione ponendo al soldo giornalisti e direttori di testate, cronisti ed altro … il tutto doveva consentire un incremento di un iniziale caos politico che si sarebbe trasformato, poi, in una corsa alla produzione massiva di quei manufatti tecnologici di cui sembrava emergere il bisogno,in quei momenti, in tutta l’Europa.
Qualcosa andò male: "la comunicazione" che avrebbe dovuto generare un caos “controllato” che, a sua volta, avrebbe dovuto produrre un boom di produzione industriale, fini', invece, per generare la prima guerra mondiale, senza sapere, ad oggi, chi realmente abbia iniziato.
La comunicazione e il suo impatto sulla realtà del mondo cambiò radicalmente. La comunicazione assunse il ruolo di strumento decisivo per muovere eventi, fermare eventi, produrre effetti in assenza di causa, generare speranze, cancellare speranze, produrre ideologie, cancellare ideologie, enfatizzare idee, invenzioni, arte, personaggi, economie o, al contrario cambiare le sorti di tutto questo.
Nel 1929 la crisi economica del secolo produsse il famoso “venerdì nero” a Wall Street, ricordiamo il crollo della borsa e l’inizio della crisi e recessione mondiale . Nella zona intorno all’incrocio tra la sede della borsa e il rettangolo cittadino compreso tra le strade di W.Street, Pine Str. , Hannover Str. , e Beaver Str. , una area di circa 1 Km2, si verificarono 129 suicidi di imprenditori ed industriali che avevano praticamente perso tutto in meno di un’ora.
La speculazione che ne segui', supportata da alcune testate e alcuni giornalisti economici, ricondusse in pochi anni l’economia americana ad un balzo in avanti. L’allora presidente Theodore Roosevelt utilizzo' la comunicazione a tutto campo per infondere fiducia nel paese, avvalendosi della radio, già molto diffusa in America, conio' lo slogan “New Deal” che cambio la sorte dell’imprenditoria statunitense.
La stampa appoggio' il Presidente dando origine ad una specie di “chiamata nazionale” delle menti geniali in qualsiasi luogo del paese affinchè dessero il loro contributo alla rinascita.
Fu un caos di iniziative: moltissimi intellettuali, esperti dei più svariati campi economici, scientifici, umanistici e tecnici di varia estrazione, si presentarono a Washington per dare il loro contributo operativo gratuitamente in cambio del vitto. In molti stazionavano sulle scalinata del Congresso o davanti alla Casa Bianca presentando progetti e lasciando corposi lavori di operatività economica.
In questo caso la comunicazione fu pilotata allo scopo di sollevare l’identità nazionale degli americani con esisti immediati e positivi. Si potrebbero fare moltissimi altri esempi della comunicazione antropologica, che potremo definire “profonda”, la quale ,essendo elaborata a tavolino con un fine preciso, smuove un apparente caos per poi ricostruire “il tutto” dopo aver scompaginato il preesistente.
È la realtà del nostro tempo ormai da un secolo. La stragrande maggioranza della gente non può che essere spettatrice di questo fenomeno planetario, il mare magnum delle notizie che ci sommergono in modo quasi narcotizzante non rappresentano che la superficie della comunicazione come strutturazione caoslogica della società globale. La cosa, se compresa nelle sue reali dimensioni, può sicuramente rendere interdetti e generare stupore e anche paura. Ma è proprio questo che rende la comunicazione profonda strumento monopolistico nelle mani di una elite mercantile che se ne occupa e la gestisce in modo amorale e pragmatico. In effetti, a ben pensare, il caos non può che generare ordine come tendenza naturale. Si potrebbe anzi dire che: “ fin che ce caos c’è speranza …!” la gente comune, nei momenti difficili, ha bisogno di sognare che le cose migliorino. Ci si accontenta di questo. Per questo i mercanti del caos tutto sommato è bene che esistano nel bene e nel male perché all’uno segue sempre l’altro … in questo sistema solare che ci siamo scelti.

BIBLIOGRAFIA

Ferdinand de Saussure, Corso di linguistica generale, (a cura di Tullio De Mauro), Laterza, Roma-Bari [1967], 2009.
• La comunicazione virtuale. Dal computer alle reti telematiche: nuove forme di interazione sociale, Carlo Galimberti e Giuseppe Riva (a cura di), Guerini e Associati, Milano, 1997.
• Pietro Boccia, Comunicazione e mass media, Zanichelli, Bologna 1999.
• Luigi Anolli, Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino, Bologna, 2006.
• Roman Jakobson, Saggi di linguistica generale, Feltrinelli, Milano 1966
• Luigia Camaioni (a cura di), Sviluppo del linguaggio e interazione sociale, Il Mulino, Bologna 1993
• Orsola Coppola, Psicologia dello sviluppo ed educazione, Esselibri Simone, Napoli 1999
• Roberto Grandi, I mass media fra testo e contesto, Lupetti & Co. Editore, Milano 1992
• Bruna Zani, Patrizia Selleri, Dolores David, La comunicazione. Modelli teorici e contesti sociali, Carocci editore, Roma 2002

PM --> HOME PAGE --> NOVITÁ --> SEZIONI ED AREE --> MASS MEDIA