PM --> HOME PAGE ITALIANA --> ARGOMENTI ED AREE --> NOVITÁ --> PSICOBIOLOGIA E NEUROSCIENZE


PSYCHOMEDIA
SCIENZE E PENSIERO
Psicobiologia e Neuroscienze



E’ utile una semeiotica psico-analitica?

di E. C. Gori



Comitato Neurobiologia e Psicoanalisi
Roma, 2 ottobre 2001



Mi pare che Freud espliciti con chiarezza qual è l’obbiettivo principale delle sue ricerche: sebbene abbia messo da parte l’isomorfismo da tempo egli non rinuncia a definire la metapsicologia “nuova biologia”. Con ciò egli intende sottolineare che la psichiatria fondata sulla localizzazione nelle diverse aree cerebrali delle funzioni psichiche non porta avanti la nostra conoscenza della psiche. Egli propone lo studio della mentalizzazione delle funzioni biologiche, che è il filone portate della psico-analisi, la ricerca psico-analitica si attua nella pratica clinica e non nel laboratorio. Ciò che avviene nell’incontro medico-paziente è inquadrato entro il riferimento della “rappresentazione metapsicologica”. Meta-psicologia, la “strega”, che è “il tetto e non le fondamenta” della nostra ricerca. Perciò la metapsicologica può essere cambiata quando la pratica clinica non confermi qualche suo punto.
Attualmente, la ricerca neurobiologica mi pare stia offrendo punti di verifica che potrebbero essere utili non per bruciare la “strega” come qualcuno di noi sta pensando di fare, ma per avere punti di confronto non solo clinici. La verifica può essere utile cioè per confermare o meno diversi passaggi della costruzione metapsicologica. Poiché i dati della ricerca neurobiologica non sono tratti dall’incontro con il paziente ma dalle sperimentazione di laboratorio o dello studio persone con lesioni cerebrali, il lavoro di connessione può essere complesso e difficile. Se non sarà impossibile forse porterà qualche cosa di utile.
Io proporrei di tenere presente la “nuova biologia” freudiana nei diversi punti che elencherò, per avviare un confronto.
Confronto che io porrei a partire da ciò che ci presentano i nostri pazienti più regrediti e sofferenti. E’ possibile che proprio loro portino in seduta i passaggi primari mente-corpo nel modo più massiccio. Essi fanno vedere al microscopio ciò che in pazienti meno gravi è più nascosto: come sono il funzionamento mentale di base, le attività istintuali e difensive primarie. Poi si tratterebbe di vedere in che misura i loro mali trovino un riscontro nella ricerca neurobiologica attuale. Per fare questo mi chiedo se sia possibile e utile avviare la formazione di una semeiotica psico-analitica volta a considerare i segni clinici, portati in seduta dai pazienti per integrarli nella diagnosi e per vedere se sono correlabili ai dati offerti dalle ricerche neurobiologiche.
1) Comincerei a considerare alcuni segni coglibili nel processo di analisi. Come il paziente resista per sopravvivere e si difenda per differenziarsi.
Con resistenza ci si riferisce all’uso delle reazioni di difesa geneticamente determinate. Ricordo: la denegazione che permette di non vedere ciò che ci terrorizza. Meccanismo usato dai pazienti per escludere la percezione di fatti che minaccino la loro sicurezza. Per converso: la caduta della denegazione è segnalato da un fatto: dopo un periodo più o meno lungo d’analisi il paziente si accorge di un oggetto che in realtà era sempre stato nella stanza di analisi. Alla denegazie è dovuta la scissione dell’Io: l’accecamento psichico scinde le diverse componenti presentative. Le questioni di lavoro, ad esempio, sono bene integrate, mentre le questioni affettive e pulsionali sono scisse, in quanto non si vedono. In sostanza saltano due delle funzioni principali dell’Io: dare coesione ai vissuti e fare la sintesi (tenersi assieme). Questo genera i sintomi alloplastici: i sintomi che vengono dalle allucinazioni psicotiche che riformano il mondo. Al contrario i sintomi autoplastici introducono il mondo in noi (nevrotici e depressi). Poi sarebbe utile distinguere scissione da non integrazione delle funzioni del Sé
Il rendere-non-avvenuto: il soffiar via qualche cosa che fa male e respingere con le braccia o le gambe. L’annullamento che si manifesta con la coazione a ripetere. Il paziente identificato con la prefigurazione di padre ogni volta che ripete qualche cosa di interdetto l’annulla. L’Incorporazione vorace degli oggetti attorno a noi ha come correlato l’affastellamento di quanto è stato deglutito. Esistono pure l’allusione e l’elusione attraverso l’uso delle parole.
A mio parere occorrerebbe ricordare anche la rimozione primaria che riguarda le presentazioni mai investite da affetti e pulsioni e che perciò invadono l’Io come presenze impazzite.
Passando alle difese mature mi pare che il processo principale di difesa (l’identificazione) sia più difficile da correlare alle ricerche neurofisiologiche. Forse è utile distinguere le identificazioni multiple dalle scissioni dell’Io: le prime presentano l’alternarsi di figure nello spazio interno del paziente, le seconde invece presentano parti non coese dell’Io. Infine la rimozione secondaria può essere studiata solo nei derivati rappresentativi: le immagini che erano coglibili vengono escluse, oppure immagini prima escluse compaiono improvvisamente. Da ricordare comunque che il processo dell’Identificazione parte dall’imitazione e attraversa l’incorporazione.
2) Questo porta a considerare la struttura psichica: e come si costruisca. I confini dell’Io che prima sono costruiti dalla pelle, rendono attenti alle reazioni fisiche portate in analisi. Questo ha a che fare con la costruzione della memoria come è stata prospettata dalla ricerca psicoanalitica. In che modo le fantasie-memorie primarie (inconsce o ancor prima del corpo) sono correlabili ai dati della ricerca neurobiologica? I confini dell’Io pelle, la prima organizzazione del Sé sono stati studiati dai neurobiologici occorre vedere di proseguire il lavoro.
3) Il contenuto della struttura psichica (l’economia) in che modo è stato visto da Freud in poi? Le esperienze pulsionali ed affettive radunano i complessi presentativi fondando prima l’Es e poi l’Io. In che misura tali memorie primarie sono correlabili alle connessioni inter-emisferiche messe in atto nello scambio o nella crescita oppure no? Tra l’altro Freud parla delle Vorbild (prefigurazioni) che noi ereditiamo per via genetica. Le prefigurazioni sono pre-immagini di padre e di madre ereditarie, che preparano e spingono alla ricerca del padre e della madre reali. Quindi si tratta di memorie ereditarie che vengono plasmate nello scambio con la realtà esterna, e che svolgono un’azione sul sistema P-C. In fondo le Urphantasien radunano le prefigurazioni. Sicuramente se leghiamo le memorie ai circuiti inter-emisferici, sinaptici e neuro-ormonali le rendiamo isomorfiche, ancor meno le memorie o fantasie secondarie consce percettibili sono isomorfiche. Il passaggio dalle fantasie primarie alle secondarie avviene con l’uso della parola: questo è accettato dalla neurobiologia. Di nuovo la valutazione dei confini portati dal paziente in analisi (del Sé e dell’Io) ed i contenuti possono essere seguiti. La quantità di pulsioni e di emozioni, affetti, sentimenti sparsi attorno nell’ambiente o contenuti e trasformati entro l’individuo possono essere valutati. Qui la correlazione con la neurobiologia è più facile.
4) A questo proposito vorrei ricordare che Freud distingue il sistema percettivo (P-C) dalla memoria dell’Io. Il fatto è che il collegamento delle rappresentazioni è illusorio e consente il funzionamento del sistema P.C. Il collegamento delle fantasie precoci od inconsce è allucinatorio: è la fantasia di desiderio che conduce al delirio. Se queste prevale il sistema P-C è invaso dalle allucinazioni. L’antero-azione di queste fantasie inconsce può essere visto e correlato alle ricerche neurobiologiche.
In sostanza la formazione della memoria è dovuta a due rapporti causa-effetto. Il primo stimolo viene dagli affetti che per Freud precedono la formazione delle pulsioni. 5) Anche qui gli affetti primari (disperazione, dispersione, fame, inerzia, rabbia, vergogna) sono correlabili alla ricerca non solo sui neurormoni ma anche sulla funzione dei due lobi celebrali. Pure la funzione della parola è considerata in entrambi i campi di ricerca come strumento che consente di trasformare gli affetti primari in sentimenti maturi.
Le pulsioni sono guidate da sensazioni, emozioni, affetti, sentimenti. Gli organi interessati nelle diverse fasi dello sviluppo (pelle, bocca, ano, pene) pure sono seguite in entrambi i campi. S’inizia dal magma originario della prima fase del Sè (pre-ambivalente, autoerotica) che cerca scariche immediate in seduta come fuori, nel mondo quotidiano. Segue la distinzione amore-odio della fase ambivalente e poi la mistura della fase post-ambivalente (narcisismo secondario e rapporto oggettuale che matura).
La differenza tra angoscia primaria, con i terrori di sprofondamento e morte, e quella secondaria, che allerta le difese opportune è un processo seguibile in analisi e nello sviluppo neurobiologico.
6) Proporrei che possa essere utile considerare la formazione del sogno, e come i nostri pazienti più regrediti portino in seduta il modo di sognare che appartiene al bimbo piccolo. E’ stato seguito il percorso sia dai neurofisiologi sia dagli psicoanalisti.
Dapprima non è possibile distinguere sogno da realtà: sia il bimbo sia i pazienti vivono in un trasognamento difficile da seguire dal punto di vista neurobiologico. Alcuni ricercatori si occupano del passaggio e noi in analisi possiamo seguirlo. Vedere come visioni prime usate per coprire le percezione della realtà vengano incluse nel sogno ed allora la percezione di realtà e più libera.
Il sogno ha a che fare anche con lo sviluppo dell’Io e del suo contenuto. I sogni costruiscono lo spazio interno. Prima compaiono i sogni profondi (elaborazione di fantasia inconsce) che radunano pulsioni ed affetti. Poi il sogno REM trasforma le fantasie inconsce in quelle preconsce e consce. Quindi il processo di crescita realizzato nel sogno è complesso perché riguarda la struttura psichica: le memorie ed il contenuto dell’Inc., del C. e anche del Prec. in quanto la parola media la trasformazione delle presentazioni (fantasie primarie) nella rappresentazione della fase REM (fantasie secondarie). In seguito a questo lavoro il sistema PC diviene più libero, l’incubo, il sogno nel sogno ed altri passaggi possono essere osservati nei pazienti. Ma anche il punto di vista dinamico è attivo: spostamento e condensazione mettono a punto il processo dell’identificazione.
Le emozioni e le pulsioni vengono elaborate utilizzando i residui diurni nel processo simbolico. Non solo, ma la regressione dell’Io nel sonno, che recupera la fase pregenitale, prefigura pure la costruzione del sintomo. Sotto la spinta dell’angoscia, l’Io sposta affetti e pulsioni da una presentazione all’altra. Da una zona del cervello all’altra, cambiando l’assetto neurormonale. Ugualmente certi sintomi scaricano affetti e tensioni nel corpo sotto forma di dolori e paralisi motorie mentre altri sintomi usano presentazioni e rappresentazioni. In ogni caso sogno e sintomo iniziano con l’uso di contro-presentazioni investite di sensazioni tragiche per escludere le presentazioni interdette: così comincia l’inibizione. E’ un’area del cervello contro l’altra?
Non meno importante è considerare come i pazienti usino le parole in seduta. In particolare come il linguaggio primario invada la seduta: la quantità di parole-scambio (orecchie basse), di ponti verbali che coprono il contatto profondo con se stessi.
Questi pazienti propagano sensazioni nelle sedute, sotto la barriera verbale (Tustin), senza consapevolezza alcuna. L’uso delle parole è importante anche per il lavoro associativo. I ponti verbali sostengono le associazioni superficiali contro quelle profonde che consentono di percorrere avanti-indietro la via che unisce i diversi livelli della nostra esistenza.
Questi sono a mio parere alcuni punti della semeiotica psicoanalitica che possiamo confrontare con la ricerca neurobiologica. La messa a punto del sistema P-C è studiata in diversi testi così come l’uso della parola per sostenere la percezione viene segnalata da Kaplan, Solms e Nagel.
Ma sono da ricordare anche Edelman e Damasio. Tra l’altro ricordo che Roman Jacobson ha iniziato la sua ricerca di linguistica con un libro sull’Afasia.
Da parte sua Badcock considera il Notes magico per applicarlo al computer: Freud prospettò che il Notes magico fosse la realizzazione materiale della differenza tra sistema P-C e memoria in noi. Badcock ritiene che analogo processo abbia portato alla scoperta del Computer.
Egli (ma anche altri) confermano che quando si studia la psiche dobbiamo considerare l’esistenza di tre livelli. Il tutto a partire dal Sé (Edelmann, Reiser, Damasio, Kandel). Il Sé, l’Inconscio rimane inconoscibile (Pribam-Gill) noi possiamo rappresentarci qualche immagine illusoria del buco nero trovabile alle origini dell’esperienza personale e della storia comune. Ricordo Freud quando dice che copriamo il buco nero della pre-istoria con immagini mitiche.

Schema semeiotico

1. Resistenze e difese
2. Struttura psichica e memoria (primaria e secondaria)
3. Pulsioni, affetti, ansia.
4. Sistema P-C.
5. Sintomo
6. Sogno
7. Parola


PM --> HOME PAGE ITALIANA --> ARGOMENTI ED AREE --> NOVITÁ --> PSICOBIOLOGIA E NEUROSCIENZE