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PSYCHOMEDIA
Telematic Review
Sezione: Progetto PIT - PSICHIATRIA
INFORMATICA E TELEMATICA


Area: Cibercriminologia


La pedofilia e internet

Strano M., Gotti V., Germani P, Quarello D., Buzzi R.



Premessa

Con lo sviluppo di internet, probabilmente il più efficace e riservato sistema di comunicazione mai concepito, gli studiosi e gli investigatori hanno dovuto rilevare la presenza di una nuova dimensione organizzata della pedofilia che pur se quantitativamente meno significativa rispetto alle forme "classiche", riesce a mettere in connessione pedofili di tutto il mondo con minori rischi di essere scoperti vista l'enorme quantità di collegamenti che la rete ospita e l'inadeguatezza delle attuali tecniche di investigazione e controllo. Secondo quanto evidenziato dalla letteratura scientifica internazionale, il terreno di "coltura" della pedofilia è però ancora rappresentato dalla famiglia (ristretta ed allargata) delle piccole vittime e da alcune categorie sociali e professionali facilitate nel contatto con i minori come, ad esempio: parenti/genitori, insegnanti/educatori, preti, istruttori sportivi, medici, accompagnatori vari, eccetera[1]. Tali categorie trovano conferma, oltre che in casistiche scientifiche nazionali ed internazionali, anche da un nutrito numero di fatti di cronaca. Le ricerche rilevano anche una minima casistica di soggetti che tentano di adescare bambini isolati (sconosciuti) per strada, nei locali, davanti alle scuole, nei parchi pubblici eccetera. La diffusione di internet, infine, ha indotto alcuni pedofili ad "uscire allo scoperto" e ha consentito operazioni di Polizia che hanno portato alla luce traffici che altrimenti, molto probabilmente, non sarebbero mai stati scoperti.


La dimensione organizzata della pedofilia su internet

La richiesta "di mercato" e la diffusione di internet sta inducendo organizzazioni criminali senza scrupoli ad offrire on-line, una serie di servizi illegali legati allo sfruttamento dei minori. Esemplificativa in tal senso la famosa operazione "Cathedral" che nel settembre del 1998 ha visto entrare in azione contemporaneamente le polizie di mezzo mondo impegnate contro una rete mondiale di pedofili che operava su Internet. L'operazione è stata coordinata dalla polizia britannica attraverso l'Interpol e si è articolata in 21 nazioni in Europa, America, Africa ed Australia, portando alla scoperta di una rete che collegava circa 180 pedofili che si scambiavano foto pornografiche di bambini in apposite ''chat room'' sulla rete. In Europa le indagini hanno portato a perquisizioni ed ad un centinaio di arresti simultanei in Gran Bretagna, Italia, Germania, Francia, Olanda, Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca, Austria e Portogallo. L'operazione, cui gli investigatori del National criminal intelligence service britannico hanno dato il nome in codice di ''Operation cathedral'' è partita da un'inchiesta della polizia britannica sull'attività di un personaggio che in Sussex scambiava immagini pornografiche di minori su una ''chat room''. L'uomo, ritenuto dagli investigatori essere l'ideatore della rete, pare che avesse offerto le foto dei suoi stessi bambini su Internet. Nel corso dell'operazione sono state sequestrate in più di 100mila foto pornografiche, alcune raffiguranti bambini di appena due anni.[2]. Questo nuovo e sicuramente allarmante aspetto della pedofilia ha poi trovato una forte attenzione da parte dei media, particolarmente attenti in questa fase storica alle novità, positive e negative, provenienti dal cyberspazio. La frequente associazione, informativa e semantica, tra pedofilia e internet rischia però di radicare, nell'immaginario collettivo, delle convinzioni distorte circa gli aspetti criminogenetici della rete e sulla quantificazione del fenomeno, generando delle tendenze di tipo isterico in direzione di uno strumento viceversa di grande sviluppo sociale e culturale. Ciò non vuol dire che la pedofilia telematica non sia degna di attenzione da parte delle agenzie istituzionali e degli studiosi di criminologia in quanto configura elementi nuovi e per certi versi allarmanti, sia in termini comunicazionali ed interattivi e sia in termini organizzativi. Il fatto è che ogni criminale posto in condizione di comunicare e di spostarsi in maniera più efficace e riservata può aumentare la propria capacità a delinquere. Ma sfortunatamente i criminali utilizzano per le loro attività gli stessi mezzi utilizzati dai non criminali (telefoni cellulari, telefoni fissi, autostrade, internet eccetera) ed il mezzo comunicazionale (internet) in quest'ottica, non può certo assumere valenza criminogenetica.


Attività dei pedofili sulla rete internet

Gli elementi fondamentali della cyberpedofilia, rispetto alle sue forme classiche, sono relativi alla capacità della rete di far circolare in maniera riservata le immagini e i messaggi di testo. Per chiarezza espositiva è possibile distinguerli in fattori organizzativi ed fattori individuali.

I fattori organizzativi sono:

- costituzione di siti di scambio di informazioni, esperienze e materiale pornografico;

- incremento della produzione amatoriale di pornografia e della sua circolazione;

- attività di organizzazioni criminali che forniscono minori (sfruttamento della prostituzione) in ambito locale e che producono pornografia minorile a livello professionale;

- attività di organizzazioni criminali che promuovono il cosiddetto turismo sessuale;

- nascita e sviluppo di forme di consorzi tra pedofili di tipo pseudopolitico e pseudolibertario (es. Pedophile Liberation Front).

Per quanto riguarda i fattori individuali relativi alla cyberpedofilia, è facilmente ipotizzabile che alcuni individui affetti da tale parafilia, abbiano avuto l'opportunità con internet di "sperimentare" la loro perversione, fino a quel momento vissuta a livello intrapsichico. La rete consente ad esempio al pedofilo una maggior facilità e riservatezza nella fruizione di materiale pornografico, con il possibile incremento delle fantasie erotiche, l'ingresso in circuiti di soggetti omogenei (altri pedofili) con il conseguente apprendimento o rinforzo di fantasie, tecniche, opportunità, eccetera, l'accesso a forme di turismo sessuale. Una componente decisamente importante, per quanto riguarda l'impiego della telematica da parte dei pedofili, è infatti la possibilità di mantenere l'anonimato nel corso dei collegamenti finalizzati allo scambio di pornografia o ai tentativi di adescamento. Tale opportunità viene colta attraverso l'uso di appositi siti che rendono anonimo il messaggio (es. Replay Anonimus di Santa Monica, California) i cui gestori affermano di voler tutelare, con questo servizio, la privacy degli utenti senza voler in alcun modo favorire il crimine. Di rilevanza minore ma non per questo meno allarmante ci sono infine i tentativi (solo per alcuni pedofili) di molestie e di adescamento di minori nelle chat. In quest'ottica, per un certo numero di soggetti, l'utilizzo della rete può certamente aver rappresentato l'occasione per un acting-out (legato soprattutto allo scambio di informazioni e alla fruizione di pornografia) che sarebbe stato altresì molto difficoltoso e rischioso, specie se tentato in un contesto extraurbano (es. piccoli centri) e quindi culturalmente più rigido ed aggressivo nei confronti delle perversioni sessuali.[3]


Informatica e pornografia

L'avvento e diffusione delle videocamere e più recentemente delle fotocamere digitali ha in un certo senso rappresentato un grosso elemento di facilitazione per i produttori amatoriali di pornografia minorile. Tali apparati, infatti, non necessitando di sviluppo presso un laboratorio specializzato, riducono drasticamente gli inconvenienti ed il rischio di essere scoperti e denunciati. In effetti in passato alcuni fotografi amatoriali erano già in grado di sviluppare e stampare le fotografie (specie in bianco e nero) nelle loro case, ma questa pratica non era diffusissima e comunque necessitava di una certa perizia e di una discreta quantità di attrezzatura. Il computer è diventato uno strumento ideale per i produttori di pornografia minorile (amatoriali e professionali) in quanto permette, oltre che lo scambio di materiale foto-video, anche di creare immagini di bambini inesistenti (o artefatti), impegnati in comportamenti esplicitamente sessuali, che sono praticamente indistinguibili dalle immagini di bambini reali. Tale materiale, definito "pseudofotografie", anche se non implica un abuso sul minore all'atto della produzione, costituisce in realtà un elemento criminogeno poiché viene sovente utilizzato dai pedofili, alla stregua delle immagini reali, per sedurre i bambini e ridurre le loro inibizioni sessuali mostrando loro dei coetanei che "fanno certe cose" e cercando di convincerli che si tratta di fatti normali. Un esempio a questo proposito è dato da un caso accaduto in Canada il 21 Ottobre del 1993, quando la polizia eseguì una perquisizione nella casa di Joseph Pecchiarich 19 anni e trovò delle immagini che rappresentavano bambini impegnati in attività sessuali. Pecchiarich, che usava uno pseudonimo (Recent Zephyr) nelle BBS, diventò la prima persona in Canada colpevole di distribuire pornografia minorile. Mancava qualcosa, però, riguardo il materiale pornografico trovato: i bambini. Infatti Pecchiarich non aveva mai fotografato o filmato bambini reali. I bambini impegnati in attività sessuali lo erano soltanto nella sua mente e nel suo computer. Egli apparentemente non aveva commesso nessun tipo di reato nei confronti dei bambini. Egli fu dichiarato colpevole e condannato con la seguente motivazione: "Avere fantasie riguardo a rapporti sessuali con i bambini non è contro la legge. Pecchiarich è un criminale perché ha messo per iscritto queste fantasie"[4].


I pedofili ed il collezionismo di pornografia

Numerose ricerche internazionali hanno dimostrato che i pedofili hanno una forte propensione verso il collezionismo di materiale pornografico sia di tipo tradizionale (libri, riviste, giornali, fotografie, cassette video, oggetti, vestiti eccetera) e sia come file grafici negli hard disk. Alcuni studiosi (Hartman, Burgess & Lanning, 1984) avevano proposto già nel decennio scorso una classificazione dei pedofili collezionisti secondo il loro comportamento ricorrente rispetto al reperimento, fruizione e cessione del materiale:

- closet collector: (il collezionista armadio), tiene la sua collezione segreta e non è direttamente coinvolto in abusi sui minori. Egli compra il suo materiale segretamente;

- isolated collector: (il collezionista isolato), oltre a collezionare pornografia minorile è anche coinvolto in abusi sui minori, ma tiene la sua attività segreta per paura di essere scoperto. La sua collezione comprende sia materiale proprio che comprato;

- cottage collector: condivide la sua collezione e le sue attività sessuali con altre persone, ma non è interessato a trarne profitto;

- commercial collector: (il collezionista commerciale), produce, copia e guadagna vendendo materiale commerciale ed è anche coinvolto nello sfruttamento minorile.

Il materiale pornografico viene poi usato dai pedofili come merce di scambio per creare una rete di comunicazione con tutte le persone che condividono i loro stessi interessi e, indirettamente, come "lasciapassare telematico" per capire, in pratica, se si sono realmente imbattuti in un loro simile o se si tratta, viceversa, di un elemento ostile o semplicemente curioso. Secondo la letteratura scientifica internazionale, le funzioni della pornografia per i pedofili sono quindi riassumibili in:

- gratificazione ed eccitamento: aumento della stimolazione sessuale e nutrimento delle fantasie[5];

- convalidazione e giustificazione del comportamento: per convincersi che il suo comportamento o ossessione non è anormale ma è condiviso da migliaia di persone in tutto il mondo, sensibili, intelligenti e premurose;

- seduzione: per convincere i minori riluttanti che si tratta di cose che fanno tutti i bambini divertendosi;

- preservare la gioventù del bambino: per avere sempre un'immagine del bambino all'età da loro preferita;

- ricatto: per garantire il silenzio della vittima dell'abuso (opportunamente filmato o fotografato nel corso dei rapporti);

- mezzo di scambio: per stabilire relazioni di fiducia con altri pedofili e come prova delle loro intenzioni;

- profitto: vendendo le immagini ad altri pedofili.

In base a queste considerazioni, in definitiva, il fenomeno della pornografia minorile non si può discostare da quello della pedofilia di cui rappresenta una manifestazione complementare ed imprescindibile. La diffusione e lo scambio di immagini avviene principalmente nelle chat line, nei newsgroup e attraverso le e-mail, sovente con l'impiego di tecniche crittografiche. Nelle pagine web è difficile trovare un sito dedicato esplicitamente a tale materiale, specie con l'attuale tendenza planetaria in direzione di un notevole inasprimento delle sanzioni legali nei confronti di tale attività. La navigazione selettiva all'interno della rete ha comunque evidenziato alcuni siti, a favore della pedofilia, i cui gestori veicolano dei contenuti pseudolibertari nei confronti dell'espressione sessuale anche se vede coinvolti dei minori. Sul piano investigativo lo scambio e la detenzione di fotografie pornografiche può però rappresentare il "tallone d'Achille" del pedofilo sia per quanto riguarda la sua localizzazione che per quanto concerne la componente probatoria in ambito processuale.


Analisi di alcuni siti a contenuto pedofilo.

La breve ricerca che segue vuole offrire uno spunto di riflessione su una serie di siti pedofili che riservano grande spazio all'apologia di questa particolare forma di "amore" per i bambini e si rivelano come ottimi veicoli di promozione pubblicitaria e di raccordo tra i pedofili di tutto il mondo. Tali realtà possono rappresentare una base di partenza interessante (o di verifica) per attività investigative nell'ambito della pedofilia. La loro pericolosità consiste proprio nel tentativo di promuovere una coscienza collettiva favorevole alla pedofilia nel tentativo di farla diventare una forma di sessualità accettabile e meritevole di tutela. Il tipo di comunicazione che viene utilizzata è infatti spesso simile a quella impiegata dai movimenti per i diritti civili. Ad esempio alcune associazioni pedofile hanno tentato di ottenere una qualche forma di legittimazione "agganciandosi" ai movimenti omosessuali che, particolarmente negli USA, hanno raggiunto una certa popolarità. Le intenzioni dei pedofili in realtà sono in parte state bloccate dal rifiuto di molte associazioni di Gay e Lesbiche, che, dopo anni di battaglie politiche e sociali hanno avuto il timore di venire nuovamente oscurate e criminalizzate proprio a causa del delicato argomento proposto dalle associazioni pedofile.

Uno dei siti di pedofili organizzati è quello del Fronte di Liberazione dei Bambini (www.fly.to/kidsliberation) sicuramente uno dei più ambigui che si possono trovare in Internet, soprattutto per coloro che non sono avvezzi al linguaggio strumentale e manipolativo dei movimenti pedofili. Potrebbe infatti capitare di scambiarlo erroneamente per l'indirizzo di un'associazione che lotta per i diritti dei bambini e questo sembra essere proprio quello a cui mirano i creatori del sito. Chi vi accede per la prima volta noterà ad esempio subito l'immagine di un bambino: l'intenzione è quella di indurre il lettore a pensare immediatamente ad un qualcosa che deve essere protetto; viene proposto un tema di interesse generale per ottenere l'attenzione e la simpatia del navigatore. Spesso compaiono collegamenti ad argomenti o siti di provata serietà, ma ogni volta l'utilizzo è palesemente strumentale[6] o a sfondo volutamente critico. Il sito è proposto in tre diverse versioni linguistiche (inglese, italiano e spagnolo) e si suddivide in 5 pagine relative ad altrettanti argomenti: diritti, liberta', educazione, sentimenti, links. Nella pagina relativa ai diritti dell'infanzia campeggia l'immagine di un bambino che si copre con una mano una guancia dopo aver ricevuto uno schiaffo e porge l'altra nel gesto di proteggersi; su di lui è posta la scritta "ora basta", al suo fianco la frase "è ora di liberare il bambino dal potere degli adulti" ora basta con gli abusi!. Tra le diverse forme di abuso che vengono indicate è fornita la definizione di abuso sessuale inteso come ogni rapporto sessuale che provochi lesioni fisiche o che sia imposto al bambino non rispettando il suo diritto ad un libero consenso. È questa una espressione che merita di essere analizzata meglio, in quanto in essa è condensato il "credo" pedofilo e da essa partono critiche e difese nonché azioni e scritti dei diversi movimenti pro-pedofilia. In tale definizione i boylovers focalizzano l'attenzione su due punti in particolare: le lesioni fisiche e il libero consenso. L'intenzione è quella di poter affermare che non c'è abuso se non vi sono lesioni fisiche; inoltre che non c'è abuso se il bambino è consenziente. Da questi presupposti discendono le ragioni su cui si battono le associazioni pedofile: in primis l'abbassare l'età del libero consenso. (Parola chiave ageism). Proseguendo nell'osservazione di questo sito si scorge un'altra dichiarazione palesemente strumentale: "riconoscergli tutti i diritti dell'essere umano non per proteggerlo ma per liberarlo." È su questa affermazione che i pedofili puntano ancora una volta il dito: da parte degli adulti c'è troppa voglia di proteggere i bambini, ma la protezione è qui intesa con accezione negativa: vengono criticate le associazioni che si propongono di tutelare i bambini, descrivendole come intenzionate, in realtà, a trattarli come animali in via di estinzione, a chiuderli in una gabbia dorata.etc. Il linguaggio si caratterizza per la continua contrapposizione tra "loro" (gli adulti "normali" visti come cattivi) e "noi" (i pedofili visti come buoni); viene continuamente sottolineata l'esistenza di una società sessuofoba, omofoba, retriva. Coerentemente il capitolo sui diritti termina così: "le vostre parole d'ordine sono reprimere, ingabbiare, ingannare con la scusa di proteggere, per noi invece sono amare, rispettare, emancipare con la volontà di liberare". E ancora, la domanda che gli autori si pongono è: "perché proteggere il bambino da qualcosa (il sesso - n.d.r.) che è bello e può dare molta gioia di vivere se fatto per amore e con amore?" Passando alla pagina relativa ai sentimenti, spicca l'innocua e immagine di due adolescenti (maschi) che si abbracciano teneramente. In questa parte viene esplicitamente spiegato il perché la sessualità è un diritto del minore e in che modo è auspicabile che sia vissuta in rapporto all'età. Gli autori del sito distinguono 3 stadi di sviluppo: l'adolescenza (11/12 anni fino ai 15/16), la fanciullezza (6/7 fino a 11/12) e l'infanzia (prima dei 6 anni). Naturalmente, secondo gli autori, per l'adolescenza la sessualità dovrebbe essere un diritto in quanto ne è naturale espressione; per cui la "carica sessuale si manifesta generalmente come gioco e/o scoperta del corpo (proprio o altrui). Vissuta in questa maniera, l'esperienza sessuale è possibile e auspicabile a quest'età."[7]. In conclusione, secondo i pedofili il diritto del bambino alla sessualità dovrebbe essere riconosciuto completamente a partire dall'entrata nella pubertà, lasciando allo stesso libera scelta di partner e modalità di comportamento, fornendogli tutte le informazioni necessarie sul tema. Anche nella fanciullezza la possibilità dell'esperienza sessuale dovrebbe essere riconosciuta a patto che venga rispettata la natura di gioco con cui essa si manifesta. Un'ultima affermazione sulla quale riflettere: "una società che continui a negare il diritto alla sessualità al bambino non farà che continuare a creare adulti repressi e schiavi, e in molti casi i "mostri di cui vanno così ghiotti i giornali". È chiaro che lo scopo dello scritto è quello di convincere il lettore che il pedofilo non è pericoloso per il bambino (che invece ama sinceramente) ma che anzi è sicuramente uno dei pochi adulti che ne ha veramente a cuore la felicità e la libertà interiore. Ecco il perché dell'uso strumentale di siti che lottano contro l'impiego dei bambini nelle guerre o in ogni altra forma di violenza o sfruttamento. In altre sezioni del sito in esame viene denigrata la società adulta (i genitori in particolare) e vengono esaltati i lati positivi del rapporto intimo con un "pedofilo", riportando testimonianze di bambini che hanno vissuto (o vivono) con naturalezza ed in modo assolutamente appagante i loro rapporti con uomini più grandi e le cui sofferenze derivano solo dalle proibizioni degli adulti. Le storie che vengono raccontate ed i personaggi sono spesso gli stessi per molti siti pedofili; è infatti abituale rinvenire gli stessi materiali e testimonianze in siti diversi.

Di notevole interesse per comprendere le motivazioni dei pedofili organizzati è il sito della NAMBLA (North America Men and Boy Love Association) http://www.nambla.de/de: si tratta della più nota ed importante associazione pedofila, con sedi a San Francisco e New York. Per avere un'idea del contenuto basta collegarsi al sito, scritto rigorosamente in inglese. È possibile abbonarsi al bollettino o richiederne copie singole al costo di 5$; L'associazione oltre al bollettino stampa altre pubblicazioni. Pur essendo un sito interessante non fornisce forum o news, ma è comunque uno dei più importanti punti di raccordo tra i boylovers di tutto il mondo anche dal punto di vista legale. L'FBI considera la NAMBLA estremamente pericolosa per la potente organizzazione che ha costituito e i per messaggi che pubblicizza. Basti pensare che è in prima linea nella "tutela" dei pedofili accusati di tale crimine (che ne facciano richiesta) in qualunque parte del mondo. È possibile diventarne soci, il costo per l'Italia è di 50$ annui.

Un altro sito di particolare interesse è quello della Danish Pedophile Association (www.danpedo.dk), associazione pedofila con sede a Copenaghen. Nel suo sito vi sono presenti versioni in 5 lingue diverse, tra cui, ovviamente, l'italiano e per ognuna di esse c'è una redazione locale cui fare riferimento per eventuali email. Il primo impatto è con lo sfondo della home page: un cielo azzurro costellato di nuvolette bianche con due faccine stilizzate sorridenti che riportano immediatamente all'immagine di un adulto ed un bambino il cui legame affettivo è sottolineato dalla presenza di alcuni cuoricini. L'introduzione al sito è breve ma particolarmente chiara riguardo il suo contenuto; dopo aver rammentato che la DPA è un'organizzazione fondata nel 1985, che si occupa dei "diritti sessuali dei minori" viene chiarito lo scopo di questa associazione:

"Il nostro punto di partenza è una concezione umanistica e razionale dei contatti affettivi e sessuali tra piccole e grandi persone, nel rispetto sia dell'identità del pedofilo, sia del bambino sessualmente attivo. Oltre al sostegno sociale nei confronti dei pedofili, il nostro lavoro consiste nel divulgare informazioni sulla pedofilia e sulla sessualità dei minori che possano colmare il pressoché totale vuoto di informazione attualmente esistente su questo tema, spesso purtroppo anche tra i cosiddetti "esperti". Chiunque se ne può sincerare visitando più a fondo questo sito." Appare subito chiaro che nel sito vengono trattati argomenti relativi alla pedofilia in senso apologetico ed uno degli scopi dichiarati è quello di "informare correttamente" il lettore su una realtà poco nota ma molto fraintesa. Vengono pertanto fornite risposte scientifiche (o pretese tali) volte a mostrare la bontà del rapporto pedofilo e i vantaggi che ne derivano al bambino (sessualmente attivo), contrariamente a quanto i perbenisti moralisti e bacchettoni possano pensare. La prima evidente polemica è rivolta ad un'associazione di tutela dei minori com'è facilmente rilevabile dall'immagine del bambino "italiano" che saluta Telefono Arcobaleno (mostrando il dito medio - fuck), in risposta ad un articolo apparso su quel sito e intitolato "I bambini italiani hanno detto basta alla pedofilia".[8] Nella home page della DPA si trovano una serie links, tra i quali ne è proposto uno, per la verità piuttosto interessante, relativo al convegno tenutosi a Roma, dal titolo "Pedofilia e Internet"[9]. di cui rimandiamo ai lettori l'eventuale visione. Alcuni argomenti ritenuti di particolare interesse sono poi proposti in altrettanti collegamenti: "fatti e fandonie sulla pornografia infantile"; salviamo i bambini da "save the children"; cosa dice la scienza? ad uso di educatori genitori, terapeuti.; frequenza dell'orgasmo in bambini e adolescenti. Basta accedere a questi link per trovare dati, commenti e riflessioni sull'argomento. Non mancano ovviamente le FAQ, ovvero le domande più frequenti (con le relative risposte) tra cui spiccano domande e spiegazioni su cosa sia la pedofilia, le cause e le cure; differenze con l'incesto; "provoca danni il sesso ai bambini?" Cosa accade in una relazione pedofila e cosa accade quando viene scoperta una relazione "illegale"; consigli su "come sopravvivere da pedofilo in una società ostile"; del perché i pedofili sono oggetto di persecuzione etc. goffi tentativi di spiegazioni scientifiche e sul perché in altre culture i rapporti sessuali "intergenerazionali" sono accettati; sunto della legge danese e una ricca (?) letteratura sull'argomento. Infine, nel sito si trovano anche notizie ed interviste ad hoc.

Una di queste è l'intervista a David, (proposta anche in altri siti pedofili) un ragazzino di 16 anni che dall'età di 11 anni ha una relazione (sessuale dai 13 anni) con Christian di 37, significativamente intitolata "Mi capisce meglio di mia madre".

Nell'ambito di questa breve rassegna dei siti più rappresentativi nel campo della pedofilia organizzata, se ne incontra uno dal contenuto peculiare e di indubbio interesse: il sito di PAIDERASTIA (www.fpc.net/pages/paiderastia/index.html). Esso propone una serie di link relativi alla pederastia greca, un'intervista al Senatore Brongersma, un articolo interessante intitolato "Paiderastia is Not Pedophilia" etc, inoltre è possibile reperirvi il codice etico del boylover, allegato in originale in lingua inglese nella sezione "Documentazione"[10]. Dalla lettura di questo singolare codice, sembra uscire "l'amico" ideale che ogni genitore vorrebbe per il proprio figlio.[11] Il creatore del sito cerca di far considerare il rapporto tra il "boylover" ed il "boyloved" in senso positivo proponendo una sorta di codice comportamentale del pedofilo costituito da un insieme di doveri e divieti volti a disciplinare il suo rapporto col minore. Esso, secondo quanto scritto deve essere improntato oltre che al massimo rispetto del minore anche ad un profondo senso etico dell'adulto. Il pedofilo deve essere attento alle esigenze individuali del suo "amico", proteggendolo anche in situazioni spiacevoli dal punto di vista legale; il rapporto sessuale adulto/ragazzo deve essere necessariamente consensuale; c'è poi un chiaro divieto a trattare il minore come un oggetto sessuale; il boylover deve rispettare il ruolo e l'autorità dei genitori del suo giovane "amante"; non solo non deve assolutamente fornire alcool o droghe al suo "amico" ma tantomeno userà sostanze stupefacenti per allentarne le inibizioni o indurlo ad avere un'intimità sessuale. È anche interessante notare come sia responsabilità del "buon boylover" incoraggiare ed aiutare il ragazzo a sviluppare normali tendenze sessuali. Ma, ancora, egli lo deve appoggiare ed incitare a restare a scuola lontano dal crimine e fornirgli tutto l'aiuto possibile per la sua successiva carriera. Il boylover, inoltre, non deve adescare ragazzi sconosciuti per incontri sessuali perché ciò incoraggerebbe i ragazzi "a darsi da fare" o prostituirsi essi stessi. Questi proclami in realtà trovano esplicite contraddizioni in varie circostanze come ad esempio l'atteggiamento favorevole di molte organizzazioni di pedofili nei confronti della prostituzione minorile.[12]

Fresh Petals (htpp.\\202.14.67.15/~neutie/idexx.html) è il sito di riferimento per i "girlslovers" ed è ricco di collegamenti ad altri siti simili (oltre un centinaio) con una massiccia presenza di siti giapponesi e, ora anche russi, dove le normative sono più permissive. La home page si presenta caratterizzata dall'immagine della "fanciulla ideale", e da un avvertimento: "Please note that when surfing to sites outside your national borders, you are advised to surf with image-loading turned "off" - nude portraits which may be legal in Japan or Sweden may be illegal in your country. Nearly all links below are to external web-sites. These sites are not part of Fresh Petals and I have no control over their content or availability. The further back in time you go on these pages, the more likely you are to get "page not found" messages. Given the nature of many of these sites, links can change or become defunct very quickly".

Ultimamente l'accesso a molti siti collegati, a contenuto più "esplicito" è regolamentato dal pagamento tramite carta di credito di una specie di quota - abbonamento. "PLEASE DONATE" è il titolo che compare nella home page dei siti che si vogliono aprire: Donations are now being accepted. Please read the "Please Donate" page for details. Your donation will support the costs of Fresh Petals, and the support-group mailing-list ASGL-L. Your donation will also give you access to the non-crippled full version of this "What's New?" page. For ordinary visitors, access to many of the 'racier' links on this page is restricted. (Everyone can see all the new links below, but can only click-thru if the link has a Direct: tag)" Cliccando su "hot seat" si accede all'intervista col fotografo inglese Graham Ovenden, è possibile vedere alcune delle sue foto (o disegni) artistiche di bambine, accanto alle quali compaiono anche gli articoli della legge americana che sono stati violati con la loro divulgazione.

L'attività di ricerca attraverso la navigazione selettiva sui siti dei pedofili organizzati suggerisce alcune osservazioni:

- il linguaggio ed il modo strumentale con il quale vengono impostati e proposti gli argomenti è sottile ed attento, finalizzato ad indurre il lettore a non considerare la pedofilia come una perversione o come una deviazione della sessualità ma come un modo alternativo ma normale di "amare i bambini.

- le argomentazioni proposte sembrano voler convincere chi legge che gli unici cui stanno realmente a cuore le sorti dei bambini (della loro vita sessuale = della loro felicità) siano proprio i pedofili quasi fossero gli unici depositari di una forma di amore "sublime", quasi di tipo iniziatico.

- per legittimare questa forma di "amore" alcuni siti propongono le solite analisi storico - sociali relative alla paiderastìa, da essi proposta come espressione nobile e di alto valore morale di una cultura antica, all'interno della quale era tranquillamente accettata.

- la sicurezza con cui vengono esposte le argomentazioni a favore e smentite quelle contro, è programmata per far riflettere sulla possibilità che l'azione antipedofilia si configuri come una sorta di crociata moralista un po' retrò, o di una "caccia alle streghe" magari con fini meno nobili di quelli dichiarati.

- non sempre i contenuti dei siti sono chiaramente "pedofili", ad esempio, molti sono i links che fanno capo a siti di associazioni "pedofile" o notoriamente tali, che mostrano "galleries" di ritratti fotografici di bambini in situazioni quotidiane. Immagini talvolta rubate o tratte da cataloghi di vestiario per bambini, pubblicitarie o artistiche, ma mai pornografiche oppure oscene, (anche se in alcune fotografie gli sguardi dei giovanissimi adolescenti sono ammiccanti e vagamente allusivi).

- talvolta l'analisi dei siti pornografici di matrice pedofila evidenzia una sorta di "truffe" realizzate dai gestori per attirare navigatori con tendenze pedofile senza però rischiare di incappare nelle sanzioni legali. Sono moltissimi infatti i siti pornografici che si richiamano a sesso con minorenni (pre-teen sex) nei quali si pubblicizzano immagini di giovanissime che si rivelano poi ragazze maggiorenni.


Le associazioni per la tutela del minori su internet

Su internet sono nate anche molte associazioni che si prefiggono la tutela del minore e la lotta alla pornografia tra cui:

ECPAT (Child pornography and chil prostitution in Asian tourism);

ASACP (Adult sites against child pornography);

WACP (Website against child pornography);

EHAP (Ethical hackers against pedophilia).

Tutte queste associazioni è possibile trovarle su Internet, dove ognuna ha creato un proprio sito che contiene informazioni riguardo la nascita dell'associazione, i suoi scopi, i suoi interventi, e talvolta gli indirizzi di posta elettronica dove riportare notizie o sospetti riguardo la presenza di pornografia minorile su Internet. I membri dell'EHAP, ad esempio, hanno deciso di aiutare le agenzie di controllo nel combattere la pornografia minorile mettendo in campo le loro competenze informatiche. Il segretario dell'associazione ha infatti affermato: " I pedofili che stanno distribuendo la pornografia minorile in rete, stanno evitando la legge, grazie all'anonimato. Noi abbiamo deciso, di usare le capacità che possediamo come hackers, per insegnare al pubblico che gli hackers non sono tutti tipi cattivi, e di aiutare la legge ad arrestare coloro che producono pornografia minorile". L'EHAP ammette che potrebbe esse illegale per gli investigatori usare i loro metodi e per questo si offrono loro di svolgere tali operazioni clandestine. Un portavoce dell'ufficio dell'FBI di San Francisco, George Grotz, a tal proposito ha ribadito (con un pragmatismo tipicamente statunitense) che: " sebbene noi vorremmo apprezzare qualsiasi informazione che queste persone possono avere, non è accettabile che venga violata la legge per ottenere tali informazioni......Ma quanti pedofili verrebbero da noi a dirci che qualcuno si è introdotto nei loro computer?". Anche i CyberAngels collaborano spesso in rete con le agenzie investigative per fermare il traffico di pornografia minorile. Il centro Nazionale per i Bambini Scomparsi e Sfruttati ( The National Center for Missing and Exploited Children) con il supporto del Dipartimento di Giustizia, ha aperto un sito web il 1 Marzo 1998, dove vengono raccolti suggerimenti e informazioni riguardo la pornografia minorile in rete e altri crimini contro i bambini. Todd Mitchell, avvocato dell'unità bambino sfruttato, ha detto: ".Se queste associazioni lavorano in congiunzione con coloro che fanno rispettare la legge, si può sviluppare un buon rapporto fra la comunità e le agenzie di controllo. Se invece esse cercano di farsi giustizia da soli, ciò potrebbe causare più male che bene..")[13]. Questi gruppi di volontariato che hanno deciso di aiutare le agenzie di controllo istituzionale nel combattere la prostituzione e la pornografia minorile hanno ricevuto numerosi riconoscimenti per la loro opera in ambito internazionale e possono offrire informazioni preziose per il contrasto del fenomeno in esame.


Aspetti criminologici della pedofilia


La valutazione criminologica degli abusi sessuali sui minori implica la necessità di considerare numerose variabili, di tipo sociologico, psicosociale e clinico. L'atteggiamento culturale nei confronti del fenomeno ha subito difatti notevoli cambiamenti, ad esempio a livello storico (in alcuni periodi era tollerato e praticamente normale), ma anche a livello antropologico (in alcune aree della terra viene sanzionato in maniera meno negativa) e, specie ultimamente, nei paesi sviluppati, a livello di fenomeni di massa, come sottolineato dalle reazioni talvolta anche irrazionali che hanno seguito (in termini di opinione pubblica e di produzione normativa), alcuni fatti di cronaca recente in cui erano stati coinvolti dei minori. Una questione in ebollizione insomma, che ha offerto spunto per interminabili dispute scientifiche e politico-culturali. Da un lato l'overloading information sulla questione pedofilia prodotto dai media si può rivelare utile in quanto antagonista nei confronti dell'attività dei pedofili, che hanno tutto l'interesse a mantenere basso il profilo delle loro azioni di cui hanno evidentemente la coscienza delle sanzioni negative legali ma soprattutto sociali. D'altro canto, un'associazione ricorrente del fenomeno pedofilia con le reti telematiche può divenire fuorviante nei confronti della sua definizione, localizzazione e prevenzione: se gli indicatori di alfabetizzazione informatica indicano talune percentuali medie nei paesi sviluppati, industrializzati e terziarizzati, ovviamente tali percentuali devono essere proiettate alla categoria pedofili. In altri termini, se il 5-10% della popolazione del mondo cosiddetto sviluppato è in grado di usare un computer per comunicare, la stessa percentuale, per una legge statistica intuibile, può essere trasferita per individuare e quantificare i cyberpedofili (il 5-10% dei pedofili). Una ulteriore riduzione di tale numero può essere ipotizzata per la necessità di competenze leggermente maggiori, rispetto al navigatore standard, per poter usare agevolmente le tecniche di elusione alla cattura offerte dalla rete (crittografia, remailing eccetera). Certamente, si potrebbe anche ipotizzare una certo avvicinamento di alcuni soggetti alla telematica, invogliati dalla possibilità di utilizzare la rete per gli abusi ma tale valutazione costituisce solamente un'ipotesi da verificare. Schematizzando, affinché un pedofilo possa utilizzare internet per cercare soddisfazione alla sua perversione, si devono verificare le seguenti condizioni:

- condizione di pedofilia attiva;

- possesso di un computer e di un modem;

- utilizzo disinvolto del computer;

- abbonamento ad internet;

- decisione di utilizzare la rete per azioni di pedofilia;

- possesso di competenze di livello medio nella navigazione;

- valutazione di acting-out positiva.

In assenza di tali condizioni, è presumibile che il soggetto-pedofilo continui a vivere la sua perversione in un ambito non-digitale, intrapsichico o all'interno di uno spazio fisico limitato (la famiglia, il giro delle conoscenze, la strada). Per la criminologia clinica, la pedofilia è quindi un crimine che si basa su una pulsione sessuale anomala da parte dell'autore e da una vittima che sovente non ha piena coscienza del danno che subisce e come tale estremamente vulnerabile[14].


I rischi di molestia per i minori su internet

Per quanto riguarda il rischio che un minore venga molestato o adescato attraverso la rete, l'ambito maggiormente significativo è rappresentato a nostro avviso dalle chat (e indirettamente dai newsgroup) che consentono rapporti umani (comunicazionali) estremamente intimi, "ravvicinati", neutralizzando alcuni gap sociali, spaziali, di età e culturali che normalmente limitano o selezionano le comunicazioni dirette (faccia a faccia). Nella maggior parte dei casi, inoltre, i rapporti telematici sono privi di elementi identificativi aggiuntivi (paralinguistici, visivi eccetera) oltre a quelli "dichiarati" dai due interlocutori. In altre parole, l'identità reale, l'età reale, l'aspetto fisico reale, sono percepiti in base alle informazioni che vengono fornite (scritte) che, evidentemente, possono essere false. La stessa abitudine, abbastanza diffusa, di scambio di fotografie digitalizzate nell'ambito delle chat, non costituisce alcuna prova tangibile di identità. Insomma, l'assenza di una mediazione sociale, legata all'identificazione visiva certa, implica una certa facilitazione da parte dei pedofili nella fase di contatto iniziale con la possibile vittima e consente sovente, senza eccessivi rischi di cattura, delle forme di molestia di tipo verbale (il pedofilo prova soddisfazione nel condurre il minore su argomenti di tipo sessuale e, in casi particolari, inducendolo a raccontare aspetti intimi tipo masturbazione eccetera). Per quanto riguarda l'adescamento vero e proprio, ovvero un incontro in carne ed ossa organizzato attraverso internet, l'ipotetico vantaggio offerto dalla mediazione del mezzo informatico è costituito dalla possibilità, da parte dell'adescatore, di recedere rapidamente in caso di difficoltà, con ridotti rischi di cattura rispetto alle strategie non-digitali (parchi pubblici, scuole, centri ludici, sale giochi eccetera). Il successo di un'eventuale tecnica di avvicinamento è naturalmente legato all'ipotesi che il minore non informi nessuno del contatto avvenuto o che la sua segnalazione non venga tenuta dagli adulti in debita considerazione. Il fattore di rischio primario vede quindi internet come luogo di possibile contatto tra pedofilo e minore nel caso in cui quest'ultimo sia temporaneamente solo, non percepisca il pericolo, sia attirato per curiosità dalla possibile esperienza sessuale e non sia oggetto di opportuna attività di controllo da parte degli adulti/genitori/educatori.


Ricerca scientifica e investigazioni sulla cyberpedofilia

La finalità della ricerca scientifica nell'ambito della pedofilia su internet è ovviamente di tipo conoscitivo, sia in direzione della quantificazione attendibile del fenomeno e sia per cercare di evidenziare alcuni aspetti comportamentali e personologici dei pedofili e delle loro vittime. La Criminologia, che si occupa dello studio dei fatti criminali ed indirettamente della loro prevenzione può però fornire in questo caso anche delle indicazioni utili per non criminalizzare degli strumenti di comunicazione come internet o delle categorie sociali e professionali (es. istruttori sportivi, insegnanti eccetera) solo perché nel loro ambito si sono verificati dei casi di abuso. Si può insomma tentare, attraverso l'analisi scientifica, di ricondurre la questione al suo significato reale in termini qualitativi e statistici: qual'è il rischio reale che un minore possa essere molestato o adescato da un pedofilo mentre naviga su internet? Che ruolo svolge la variabile internet nell'ambito del fenomeno pedofilia? Esistono degli strumenti di prevenzione e riduzione di questi rischi senza dover rinunciare ad uno strumento di crescita intellettuale straordinario? Quali sono gli aspetti di personalità ricorrenti nei pedofili? Esistono degli aspetti comportamentali in alcuni minori che possono favorire le molestie? Come si possono progettare degli strumenti di prevenzione efficace? Parallelamente, la ricerca criminologica può offrire utili elementi conoscitivi all'ambito investigativo sottolineando aspetti comportamentali (e tecniche di elusione della cattura) ed organizzativi "tipici" nei pedofili telematici.

Alcune ricerche condotte sul web[15] hanno ad esempio evidenziato alcuni comportamenti ricorrenti da parte dei cyberpedofili sulle chat line nel corso di molestie o tentativi di adescamento ai danni di minori. Riportiamo a tal proposito alcuni di questi comportamenti isolati in un campione di conversazioni su chat line commerciali (con relative abbreviazioni operative) tra un ricercatore che ha simulato di essere una bambina e alcuni pedofili:

- raccolta dei dati anagrafici (RDA)

- accertamento che la bambina abbia veramente l'età dichiarata (AED)

- accertamento che la ragazza sia sola in casa (ARS)

- richiesta di descrizione fisica (RDF)

- richiesta di invio di una foto (RIF)

- richiesta di descrizione fisica come surrogato della foto (RDS)

- proposta di temi sessuali (PTS)

- proposta di azioni sessuali (PAS)

- offerta di oggetti/situazioni di particolare attrattiva per il minore (OOS)

- proposta di contatti diversi: telefonici, via E-mail, dal vivo (PCD)

Per quanto riguarda i fattori di rischio da parte del minore la valutazione è abbastanza difficoltosa. In un certo senso il solo fatto di saper utilizzare bene il computer e le altre strumentazioni connesse espone maggiormente il minore al rischio di essere circuito dal pedofilo. Il bambino che sappia importare foto sul proprio p.c., o comunque ricevere o inviare immagini digitalizzate, sarà maggiormente in grado di offrire al pedofilo stimolazioni eccitanti e, quindi, una interazione più gradita che quest'ultimo si impegnerà al massimo per continuare. La richiesta della foto, come anche quella di descriversi fisicamente, è difatti dettata anche dalla necessità di sopperire alla mancanza di stimoli visivi nel corso delle interazioni telematiche oltre che dalla possibilità di identificare più facilmente il minore in caso di incontro fuori dal web. Allo stesso modo, il bambino che possieda un proprio E.Mail e sappia gestire la posta elettronica sarà considerato dal pedofilo un più soddisfacente partner telematico, essendo possibile stabilire con lui più tipi di contatti telematici e quindi un soggetto più facile da convincere nel caso l'obiettivo sia quello di combinare un incontro di persona.


I consigli per una navigazione sicura disponibili sulla rete

Sulla scia dell'allarme sociale generato dalle recenti vicende di cyberpedofilia si sono diffuse su internet alcune liste destinate ai giovani navigatori e relativi genitori contenenti una serie di consigli pratici per ridurre i rischi di adescamento e di fruizione di materiale pornografico. Riportiamo a titolo esemplificativo due di queste liste reperibili sul sito del Gruppo di Ricerca sulle forme criminali emergenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore (www.criminologia.org ) che sono state realizzate a seguito di una ricerca sulla percezione del rischio da parte di minori e genitori. Una dimensione decisamente importante è infatti costituita dalla percezione del rischio da parte dei minori, sia in termini di informazione che di consapevolezza di poter essere oggetto di alcune forme criminali su base sessuale. Tale aspetto, relativo quindi alla vittima, ha rappresentato lo spunto per alcune ricerche sul campo su campioni rilevati nelle scuole e tra i minori utenti assidui delle reti telematiche all'interno degli internet-cafè. La conoscenza e la sensibilità relative ad un determinato rischio da parte della vittima sono infatti, ipoteticamente, antagoniste alla riuscita di un fatto aggressivo sempre che la vittima non subisca, viceversa, una forma di attrazione per tale atto.


1) Le regole per una navigazione sicura su internet dei bambini:

- quando sei su Internet non dare mai a nessuno il tuo indirizzo di casa, il tuo numero di telefono o il nome della tua scuola, a meno che i tuoi genitori non ti diano il permesso.

- non prendere appuntamenti con persone conosciute su internet, anche se dicono di essere tuoi coetanei, senza prima avere il permesso dei tuoi genitori e fai venire anche loro al primo incontro.

- se frequenti una chat room e qualcuno ti dice qualcosa di strano o preoccupante (ad esempio discorsi sul sesso), parlane appena possibile con i tuoi genitori.

- non rispondere mai a e-mail o messaggi fastidiosi o allusivi , specie se di argomento sessuale e se ti capita di notare fotografie di persone adulte o bambini nudi parlane sempre ai tuoi genitori.

- ricorda che se qualcuno ti fa un'offerta che sembra troppo bella per essere vera, probabilmente non lo è.

- se non riesci a parlare subito con i tuoi genitori di situazioni particolari che ti sono accadute su internet, (magari perché sono occupati o sono assenti per lavoro), parlane appena puoi con i tuoi insegnanti.

- ricorda che internet è come il mondo reale: ci sono le cose belle e le cose brutte. Basta seguire queste regole e fare un po' di attenzione per divertirsi e per imparare tante cose interessanti senza rischiare brutte sorprese.


2) Consigli per i genitori dei bambini che usano internet

- tieni il computer in un posto centrale della casa, non nella stanza del bambino. Il computer dovrebbe essere un'attività per tutta la famiglia, non un pretesto del bambino per isolarsi.

- cerca di imparare ad usare internet (non è difficile) per riuscire a capire cosa fanno i tuoi bambini.

- cerca di conoscere gli amici on-line dei tuoi bambini.

- leggi e visiona le e-mail con i tuoi bambini. Molti pedofili attaccano foto di pornografia infantile alle e-mail inviate ai bambini. La pornografia viene usata dal pedofilo per convincere il bambino che altri bambini compiono atti sessuali. assicurati di controllare tutti gli attachments alle e-mail (file di testo o di immagini allegati).

- aiuta i tuoi bambini ad usare il computer in maniera equilibrata. Molti bambini si appassionano troppo al computer, dimenticando di giocare con gli amici reali.

- stabilisci delle regole ben precise su come utilizzare Internet.

- assicurati che comprendano che non possono incontrare nessuno nella vita reale, conosciuto on-line, senza il consenso dei genitori, e che le persone on-line non sempre sono così sincere su chi sono.

- insegna ai tuoi bambini a non dare informazioni personali alle persone che incontrano on-line, specialmente in luoghi pubblici come le chatrooms.

- tieni i bambini lontani dalle chatrooms o dagli IRC's, a meno che non siano controllati.

- incoraggia discussioni tra te e i tuoi bambini su ciò che trovano divertente on-line.

- insegna ai tuoi bambini a non rispondere quando ricevono e-mail offensive o dannose, messaggi da chat o altre comunicazioni, specie su argomenti sessuali.

- segui i tuoi bambini quando sono on-line e vedi dove vanno (senza pressarli troppo).

- se non puoi essere a casa quando i bambini sono on-line, usa dei software di protezione (riconoscono alcune parole chiave, tipo "sex", "erotico" ecc., e non consentono l'accesso ai siti che le contengono) per aiutarti a tenerli sotto controllo.

- installa sul tuo computer un programma che memorizza gli indirizzi internet visitati dal tuo bambino e controlla quali sono quelli più frequenti.

- in generale, insegna ai tuoi bambini quali possono essere i rischi di internet senza terrorizzarli e senza dimenticare che la rete è come il mondo reale: ci sono le cose belle e le cose brutte e adottando un minimo di precauzioni si può esplorare in tutta tranquillità.


Gli strumenti tecnologici di prevenzione

Fermo restando che l'abitudine di effettuare delle navigazioni sulla rete in compagnia del minore (in verità più agevole con i bambini che con gli adolescenti) rappresenta la maggior garanzia di tutela, esistono comunque dei software in grado di mostrare a posteriori che genere di ambiti virtuali è solito frequentare il minore (utente del computer), attraverso la memorizzazione dei luoghi visitati e delle chiacchierate effettuate in rete. Alti programmi possono offrire una certa prevenzione nei confronti soprattutto di siti e di immagini a rischio ma necessitano, in attesa di una regolamentazione mondiale, di una adesione dei creatori di pagine web. Si tratta, in tal caso, di un apposito software che consente ai creatori di siti di associare ai contenuti immessi in rete una indicazione che definisce il contenuto in base ad una classificazione standardizzata (es. documenti per soli adulti). Tali indicazioni di contenuto vengono poi riconosciute e discriminate da uno specifico software che si può installare nei PC e a cui si può ordinare che genere di sito deve escludere nel corso dei collegamenti. Questa procedura si basa su alcuni standard del tipo P.I.C.S. (platform for internet content selection) ed alcuni browser sono già compatibili con essa. Gli autori di questo sistema sono gli statunitensi Paul Resnick e James Miller che hanno lavorato sotto l'egida del World Wide Web Consortium, particolarmente attivo nello sviluppo degli standard di internet. Le etichette PICS vengono rilasciate da una rating agency (un gruppo di soggetti) che in base alle loro convinzioni religiose, morali, educative, eccetera, attribuiscono un punteggio, definito rating system, alle pagine web. Ogni rating agency utilizza un proprio rating system con diverse categorie rispetto alle quali un documento viene giudicato. Nel caso di contenti violenti, ad esempio, potranno influire il contenuto artistico delle immagini, il grado di pericolosità ed altro ancora. In definitiva, però, le valutazioni finali non presentano delle attribuzioni particolarmente discrepanti e sono comunque indirizzate ad una localizzazione dei contenuti pornografici, violenti, razzisti ed illegali. In Italia già da qualche tempo è attiva l'IT-RA, la prima agenzia rating per il rilascio di etichette PICS in Europa. Il sistema PICS, attualmente, non sembra essere ancora totalmente affidabile, non tanto per le sue potenzialità tecnologiche quanto per l'impossibilità di garantire un'adesione globale ai suoi protocolli per problemi di compatibilizzazione ed omogenizzione del Diritto internazionale e per l'assenza di un vero e proprio Diritto della rete. La classificazione delle pagine web, pur rappresentando un'operazione sicuramente utile per evitare l'esposizione dei minori a materiale controindicato, non può essere di molto aiuto in altre forme di rischio, specie di tipo interattivo (IRC e newsgroup) che possono manifestarsi in contesti apparentemente "tranquilli" e frequentati da navigatori "per bene".


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NOTE

[1] Questo approccio da parte della comunità scientifica in realtà si discosta spesso dallo stereotipo del pedofilo diffuso a livello sociale. A tutt'oggi, nell'immaginario collettivo, lo stereotipo del pedofilo corrisponde al classico individuo avviluppato nell'impermeabile che si aggira nei pressi delle scuole elementari (e più recentemente dal "mostro di internet") e così, sostanzialmente, estraneo alla sfera familiare ed affettiva della vittima. Tale stereotipo, probabilmente funzionale al mantenimento di una matrice culturale e sociale stabile e quindi in un certo senso tranquillizzante, è stato drammaticamente smentito oltre che dalle ricerche scientifiche, anche da numerosi ed eclatanti fatti di cronaca recente che hanno rivelato come il pedofilo possa essere viceversa (spesso prevalentemente) una persona qualunque, di qualsiasi livello socioeconomico e sovente appartenente allo stesso nucleo familiare, ristretto o allargato, della vittima.

[2] Wiesbaden, 2 set. Adnkronos/Dpa

[3] Strano M., Pedofilia e pornografia su internet: quali rischi per i minori in BYTE, ottobre 1998.

[4] C. Skeldon, Child-less Pornography, Magazine 25 gennaio 1996

[5] La relazione tra immagini pornografiche di minori ed eventuale incremento/decremento degli abusi sessuali da parte dei pedofili costituisce un aspetto controverso ed oggetto di numerose dispute scientifiche. Alcuni studi affermano infatti la funzione facilitante dell'adescamento da parte del materiale pornografico, altri lavori sostengono viceversa una funzione sostitutiva che tale materiale è in grado di svolgere (riducendo così gli abusi), altri ancora non evidenziano correlazioni apparenti tra i due elementi.

[6] Cfr. collegamento al sito di Amnesty International - stop all'uso dei bambini soldato e i massacri a Timor Est; c'è un link anche col sito dell'UNICEF in cui si trova la Convenzione dei diritti dell'infanzia.

[7] Ricordiamo ancora una volta il motto di una nota e ormai introvabile associazione pedofila, la René Guyon Society "sesso a 8 anni prima che sia troppo tardi."

[8] Indirizzo del sito di telefono arcobaleno: www.telearcobaleno.it

[9] www.agora.it/pedofilia-internet

[10] Si trova alla sezione "Documentazione".

[11] Un'osservazione: questo sembra rivolto ad individui che amano i ragazzi giovani più che i bambini, il termine utilizzato è quello di "boy" e non "young boy" o "kid" o altri sinonimi che indichino un soggetto molto più giovane di un adolescente; vista l'età proposta in altri siti, con ogni probabilità si tratta di ragazzini dai 10/11 anni in su.

[12] La NAMBLA, ad esempio, non è contraria alla prostituzione minorile, alla quale ha dato il suo assenso in un articolo del suo statuto.

[13] C. Macavinta, Hacher group battles child porn, Cnet News, 2 Febbraio 1998

[14] A tal proposito è opportuno considerare che i bambini, anche piccoli, hanno talvolta delle fantasie sessuali molto intense, soprattutto in termini di curiosità e sperimentazione corporea e questo fattore, abilmente sfruttato dai pedofili, costituisce un elemento di enorme complicazione, sia per la definizione dell'azione criminale che per la sua prevenzione. Pensare alla pedofilia esclusivamente in termini di approccio violento, rapace, su un minore che tendenzialmente cerca la fuga, potrebbe infatti essere fuorviante anche in considerazione delle tecniche, documentate dalla cronaca, di avvicinamento soffice e graduale (definito non a caso adescamento) e anche in relazione al fatto che statisticamente la prevalenza degli abusi sui minori ha origine dalla sfera parentale-amicale, da una categoria, quindi, che naturalmente può contare su un rapporto fiduciario ed affettivo nei confronti della vittima. L'approccio maggiormente proficuo al fenomeno, anche in base all'esperienza delle ricerche scientifiche più qualificate, appare così quello che considera la pedofilia oltre che un crimine, come una complessa forma di psicopatologia su base sessuale, di grande allarme sociale poiché interessa una categoria di vittime indifese e quindi generante grande richiesta di repressione ma il cui trattamento non sembra poter prescindere da percorsi conoscitivi, preventivi e trattamentali di tipo clinico. Il tentativo di comprendere e spiegare l'azione illegale deve infatti necessariamente considerare le pulsioni (anormali) che spingono un soggetto ad abusare di un minore e tali spinte patologiche, talvolta fortissime e di difficile controllo, devono essere quindi valutate nell'ambito di eventuali progettazioni di strumenti deterrenti e preventivi che non possono limitarsi alle sole valutazioni razionali e di opportunità etica e sociale da parte del pedofilo (es. la paura della punizione) ma devono scendere su piani più profondi della coscienza laddove sono localizzati gli elementi che originano le perversioni sessuali.

[15] Strano M., Computer crime, edizioni Apogeo, Milano, 2000


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