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Il successo emozionale

Maurizio Mottola


Ripubblicato su Psychomedia da "Agenzia Radicale"


Domenica 25 gennaio 2009 si è svolta al Club del Benessere di Napoli la presentazione del libro Il successo emozionale L'intelligenza emozionale nell'amore e nel lavoro (Jacek Santorski, Ipoc editore, pagine 152). Le emozioni sono risposte socio-biologiche di adattamento e negli esseri umani rappresentano il passaggio dall'automatismo dei riflessi condizionati alla composita e differenziata articolazione dell'interazione con l'ambiente circostante. Le emozioni sganciando l'essere umano dall'automatismo dell'arco riflesso gli consentono una varietà di risposte di adattamento -propria della specie umana- ed il sistema limbico permette l'accumulo della memoria. Tramite il sistema limbico infatti le esperienze risultanti dal contatto dell'organismo con il mondo circostante vengono immagazzinate e possono venire evocate all'interno dell'organismo senza relazioni di causalità evidente con le variazioni che sopraggiungono nell'ambiente esterno. Vengono registrate come piacevoli o spiacevoli: sono esperienze piacevoli quelle che permettono di mantenere la struttura dell'organismo ed esperienze spiacevoli quelle pericolose per esso; le piacevoli tendono ad essere ripetute e questo viene chiamato rinforzo, mentre le spiacevoli tendono ad essere evitate e questo viene chiamato evitamento. La maggior parte delle ricerche empiriche riporta dati su specifiche emozioni come rabbia, disgusto, paura, tristezza, gioia, sorpresa, indicate come primarie; la vergogna, la colpa, l'orgoglio, l'imbarazzo, il rammarico ed altre vengono indicate invece come emozioni secondarie o complesse. Questa distinzione è molto antica e risale alla tradizione filosofica, dalla quale le emozioni primarie erano generalmente considerate il fondamento di tutta la vita umana. Secondo i risultati di un filone di ricerca sull'espressione facciale delle emozioni, esisterebbero elementi costanti nell'espressione emozionale umana, che si ritrovano in tutte le culture e corrispondono al ristretto gruppo di emozioni indicate generalmente come primarie: rabbia, disgusto, paura, tristezza, gioia, sorpresa. L'universalità delle espressioni facciali di queste emozioni è stata considerata un importante sostegno empirico a teorie che, ispirandosi alle tesi di Darwin in L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali del 1872, sostengono che l'esperienza emozionale è radicata nel biologico ed è legata più alla memoria filogenetica che all'apprendimento individuale. Queste teorie sostengono che alcune risposte emozionali di base, cioè le emozioni primarie, si sono evolute per fornire risposte di adattamento efficaci ai problemi posti dall'ambiente. Queste emozioni, inoltre, costituiscono le componenti elementari a partire dalle quali si costruiscono tutte le emozioni secondarie. Comunque le emozioni possono essere considerate non solo come il frutto dell'evoluzione biologica, ma anche in relazione alle trasformazioni sociali e storiche che contribuiscono a formare la personalità. Resta comunque il fatto che il presente è il tempo di espressione delle emozioni rendendo immediato e concreto l'adattamento: se l'emozione non viene espressa e non contribuisce ad attualizzare l'adattamento, essa si cronicizza, cioè la sua carica energetica non espressa si deposita nell'organismo e lo rende disfunzionale. Ad esempio, la rabbia -che è un'emozione a difesa dell'integrità dell'individuo e che nel nostro sviluppo filogenetico ed ontogenetico ha contribuito a preservare individuo e specie dagli attacchi dell'ambiente circostante- se viene accumulata disturba l'equilibrio dell'individuo e lo rende inappropriato nelle risposte di adattamento. Quindi filogeneticamente la comparsa dell'emozionarsi rappresenta un'ulteriore evoluzione della specie umana, a cui si è aggiunto lo sviluppo della corteccia cerebrale, con l'ampliarsi delle funzioni cognitive che hanno consentito il progredire del processo di civilizzazione. Questo vuol dire che nell'essere umano gli stadi precedenti permangono accanto agli stadi più recenti di sviluppo. Il progressivo processo di cognitivizzazione si aggiunge all'assetto emozionale e si contempera ed integra con esso. Anche il comportamento politico è un fatto soprattutto emozionale. Nel rapporto emozione/cognizione è proprio l'aspetto emozionale che prevale su quello cognitivo. Sono le emozioni a determinare, per esempio, il nostro rapporto con l'alterità, che può essere vissuta sia come minaccia sia come risorsa. Massicci flussi migratori innescano grandi cambiamenti psicosociali, pervadendo emotivamente l'intera ecologia sociale del territorio e disvelano la tendenza a considerare l'altro come rivale, antagonista, nemico piuttosto che come una risorsa per la comunità. Ci sono ostacoli a livello emozionale nei confronti della dialogicità tra soggettività diverse e dell'esperienza dell'intersoggettività. C'è pertanto l'utilità di impegnarsi attualmente per la realizzazione di una grande campagna di alfabetizzazione emotiva che coinvolga soprattutto i bambini, prima che vengano prevalentemente contagiati da subculture individualiste e narcisistiche. Dunque una scelta razionale si fonda sempre e comunque anche su basi emotive e non potrebbe essere altrimenti, data la complessità dell'assetto istintivo-emotivo-cognitivo dell'essere umano. Ogniqualvolta si prova un'emozione, si determina un accumulo energetico che deve essere liberato. Provare emozioni è diverso da esprimerle: solo in quest'ultimo caso si è in grado di liberare tale energia. Le emozioni, se soppresse o negate, possono diventare causa di stress e malattie croniche. Pertanto le emozioni se soppresse o mal gestite generano un'implosione della propria energia, tale da essere somatizzate con disturbi psicofisici. L'autore Jacek Santorski dà tra l'altro precise indicazioni per il successo emozionale e l'intelligenza emozionale: "Conosci te stesso. Vivi in modo attento e responsabile. Ascolta, assapora e guarda. Osserva la tua mente. Cerca di comprendere gli altri, anziché di cambiarli. Fidati della tua intuizione. Considera il tuo temperamento e gestisci le emozioni da questa prospettiva. Prenditi cura del tuo corpo, tempra la forza del tuo spirito. Tratta la vita come una lezione e le difficoltà come insegnamenti. Impara ad arrenderti e dedicarti. Sii te stesso e rimani fedele verso i valori scoperti, ma non legarti a nessuna ideologia, nessuna teoria. Non perdendo di vista l'obiettivo, concentrati sul passo che stai per compiere. Non avere fretta. Nello stress, rimani conscio del respiro. Non isolarti. Non trascurare la capacità di stupirti e chiedere: chi sono? Cos'è l'amore? In cosa credo? Qual è il mio compito? Tratta seriamente te stesso e la vita, ma non perdere le distanze né il senso dell'umorismo. Ho scelto queste regole dalla tesoriera della saggezza spirituale e dal patrimonio della psicologia contemporanea. Per me sono la base del successo emozionale. E tu? Quali sono i principi che segui nella tua vita?".


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