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Psichiatria - Documenti



Formazione in psicoterapia ed assistenza psicologica nell'ASL Napoli 1

Maurizio Mottola


Ripubblicato su Psychomedia da "Agenzia Radicale"


Martedì 24 giugno 2008 si è svolto a Napoli il convegno La prima scuola italiana di specializzazione in psicoterapia istituita da una azienda sanitaria e riconosciuta dal ministero dell'università, nel corso del quale sono stati consegnati i primi titoli di specializzazione in psicoterapia agli allievi -che hanno terminato l'iter formativo- della Scuola Sperimentale per la Formazione in Psicoterapia dell'Azienda Sanitaria Locale (ASL) Napoli 1.
Infatti venerdì 11 luglio 2003, presso il Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca (MIUR), la Commissione per la valutazione dell'idoneità delle scuole di formazione in psicoterapia approvò la Scuola sperimentale per la formazione alla psicoterapia e alla ricerca nel campo delle scienze umane applicate (G.U. n. 201 del 30/8/ 2003), promossa dall'ASL Napoli 1.
E' stata la prima scuola di formazione in psicoterapia promossa da una Azienda Sanitaria Locale, che -oltre ad essere la più grande d'Italia per bacino di utenza- ha acquisito anche la caratteristica di essere la prima d'Italia ad avere promosso una scuola di formazione in psicoterapia e ad averne acquisito il relativo riconoscimento ministeriale.
Tale scuola è scaturita da anni ed anni di sperimentazione didattica nel campo delle scienze umane -con particolare riguardo alle discipline psicologiche, psichiatriche e psicoterapeutiche-, avviata dall'iniziale scuola fondata dallo psichiatra Sergio Piro , chiamata semantico connessionale -fino al 1988-, antropologico trasformazionale -fino al 1999- e scuola sperimentale per la formazione alla psicoterapia e alla ricerca nel campo delle scienze umane applicate -dal 2001-.

Questi i principali assunti di riferimento:
- non vi è possibilità di una nuova operatività senza una nuova didattica;
- il sapere e la conoscenza non appartengono alle singolarità autosufficienti e ripiegate su se stesse, ma sono un fatto sociale e comunitario ed un mettere in comune, che solo nello scambio vivo e partecipato/partecipante con l'altro acquistano il loro valore ed il loro senso.

Pertanto la cura ad orientamento antropologico trasformazionale -nel riconoscersi come filiazione epistemologica del mutamento operazionale determinato dalla legge 180 di riforma psichiatrica- individua un inedito dispositivo di cura: il soggetto collettivo curante.

La differenza fondamentale tra questo approccio e quello delle psicoterapie storiche ed attuali è tutta in questo punto: per le psicoterapie in genere il terapeuta è l'unico titolare della terapeuticità del processo di cura, mentre l'orientamento antropologico trasformazionale -che discende direttamente dal lavoro di pratica sociale e di ricerca clinica all'interno dei servizi di salute mentale- utilizza una terapeuticità diffusa, collettiva, transindividuale. Soprattutto il processo di deospedalizzazione scaturito dalla legge 180 di riforma psichiatrica ha evidenziato l'importanza di strategie terapeutiche non meramente duali, ma appunto fondate sui paradigmi conoscitivi ed applicativi della intersoggettività dell'incontro interpersonale allargato al discorso comunitario.

Dunque con l'approccio antropologico trasformazionale si intende affrontare tutto ciò che è volto alla descrizione ed alla ricerca scientifica sulle trasformazioni dell'orizzonte conoscitivo ed emozionale delle collettività e delle singole persone. Ne scaturisce una modalità operazionale che direttamente deriva dalla consapevolezza fenomenologica della complessità del reale.

Comunque nell'ASL Napoli 1 è funzionante il Dipartimento di Psicologia, che secondo l'Atto Aziendale dell'ASL Napoli 1 svolge le seguenti funzioni:
"Il Dipartimento di Psicologia realizza l'integrazione delle attività psicologiche svolte dalle Unità Operative di psicologia territoriale ed ospedaliere allo scopo di: -costituire reti di servizi come offerta integrata alla complessità della domanda psicologica nelle sue componenti di prevenzione, diagnosi e terapia del disagio psichico, nonché la formazione degli operatori;
- favorire, attivando idonee modalità di comunicazione ed interrelazione, il coordinamento delle attività svolte dalle Unità operative di Psicologia Territoriali e ospedaliere e le altre Unità Operative; -allocare le risorse umane in modo dinamico e flessibile;
- programmare attività di formazione che sostengano le motivazione degli operatori al fine di migliorare qualitativamente le prestazioni offerte; -definire gli ambiti territoriali attribuiti alle singole Unità operative di Psicologia. Il Dipartimento di Psicologia ha inoltre la funzione di assicurare:
- la collaborazione interistituzionale a livello locale, nazionale e sopranazionale per la promozione della salute psichica;
- la rivelazione dei flussi informativi anche al fine di individuare specifici fattori di rischio;
-
livelli uniformi di assistenza psicologica curando in particolare la semplificazione delle procedure di accesso dei cittadini alle prestazioni richieste accogliendo e decodificando la complessità della domanda relativa al disagio psichico;
- l'elaborazione di linee guida volte all'accoglimento ed al soddisfacimento della richiesta di aiuto relativa alla complessità del disagio psichico proveniente dal territorio, alla definizione ed attivazione di percorsi terapeutici, privilegiando interventi per progetti;
- il rispetto dell'equità e continuità nell'erogazione delle prestazioni attraverso la modulazione di interventi idonei a raggiungere le fasce di popolazione più a rischio;
- il coordinamento delle attività di tirocinio per gli studenti, laureati e specializzandi in psicologia; -la promozione della partecipazione dei cittadini individuando programmi di informazione e attività di prevenzione rivolte alla Comunità.".

Il Dipartimento di Psicologia dell'ASL Napoli 1 è così articolato:
- Unità Operativa di Psicologia Clinica, Psicoterapia e Formazione Psicodinamica, presso il Distretto 51;
- Unità Operativa di Psicologia Clinica e Psicoterapia, presso il Distretto 47;
- Unità Operativa di Psicologia Clinica e Prevenzione Salute Mentale Donna e Centro Clinico per il
Maltrattamento in Famiglia, presso il Distretto 46;
- Unità Operativa di Psicologia Clinica e dell'Età Evolutiva, presso il Distretto 51.
Vi lavorano 3 direttori e 25 dirigenti (17 psicologi e 8 medici), che erogano le seguenti prestazioni ed effettuano le seguenti attività:

- colloqui di consulenza psicologica;
- diagnosi di valutazione psicologico-clinica;
- psicoterapia individuale, familiare, di coppia e di gruppo;
- consulenze per disturbi psicosomatici e delle condotte alimentari;
- consulenze psicosessuologiche;
- consulenze psicologiche per lo sport;
- prevenzione, diagnosi e cura del disagio psicologico dei bambini, degli adolescenti e dei loro familiari;
- consulenze e interventi psicosociali per operatori di istituzioni (scuola, Comune, eccetera);
- consulenze e informazioni per operatori di istituzioni e associazioni;
- interventi di prevenzione individuale e collettiva dei rischi per la salute psicologica, in particolare attraverso attività di counselling negli istituti scolastici.

Essendo l'accessibilità uno dei fattori della qualità ottimale, in quanto esprime il massimo che un sistema sanitario può mettere a disposizione dei cittadini, incrementandone così la propria efficienza, è auspicabile che tale Dipartimento di Psicologia sia potenziato nelle sue articolazioni territoriali che sono le Unità Operative di Psicologia Clinica: in tal modo fasce della popolazione non abbiente e non in grado quindi di sostenere i costi di una psicoterapia (o comunque di un sostegno psicologico) a livello libero professionale e che rivolgendosi ai servizi sanitari pubblici spesso ricevono solo dei trattamenti di urgenza ed emergenza non sarebbero dunque più precluse di fatto all'accesso alla psicoterapia (o comunque al sostegno psicologico).
Poiché prevenire è far sì che i disagi ed i disturbi non si trasformino in conclamate malattie, ecco che la psicoterapia ed il sostegno psicologico si rivelano uno strumento efficace in tal senso ed attualizzano una concreta prevenzione, purché se ne potenzi per davvero l'accessibilità.


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