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Psicoterapia - Documenti e Comunicati



Sulla Psicologia Clinica

Maurizio Mottola


Ripubblicato su Psychomedia da "Agenzia Radicale"


Venerdì 30 marzo 2007 si è svolto a Napoli all'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici l'incontro dibattito "Sulla Psicologia Clinica", organizzato dall'Università degli Studi di Napoli Federico II.
Dopo l'introduzione di Maria Francesca Freda del Comitato scientifico della Rivista di Psicologia Clinica (www.rivistadipsicologiaclinica.it) e gli interventi di Renzo Carli e Rosa Maria Paniccia del Comitato di direzione della Rivista di Psicologia Clinica, si è svolta la tavola rotonda La domanda di Psicologia Clinica oggi tra continuità e cambiamento, coordinata da Paolo Valerio e con interventi di Pantaleone D'Ostuni, Alida Labella, Diomira Petrelli, Maurizio Ricciardi, Roberto Vitelli e Claudio Zullo.

La psicologia clinica è l'anello di congiunzione tra la medicina e la psicologia, in quanto affronta la possibile integrazione tra corpo e mente.
Le malattie esprimono una concorrenza di fattori organici , ambientali e psichici ed il trattamento deve per questo essere integrato ed olistico.
L'intervento dello psicologo clinico agisce in modo virtuoso anche sull'ambiente, sul luogo della cura per rendere l'ambiente terapeutico sempre più funzionale.
Gli ambiti di intervento dello specialista in psicologia clinica sono molteplici: nella medicina ospedaliera e territoriale; nella medicina di base e nella medicina psicosomatica e nell'ambito dei dipartimenti di salute mentale e tutti questi ambiti prescindono e sono indipendenti dalla psicoterapia.
Nel 1949 nasceva la prima scuola di formazione in Psicologia presso l'Università Cattolica di Milano per iniziativa di padre Gemelli, a cui poi doveva seguire, dopo qualche anno, quella che Marcello Cesa Bianchi insieme a Cesare Musatti aveva organizzato presso l'Università degli Studi di Milano.
Questa scuola nasceva sulle ceneri dell'Istituto di Psicologia sperimentale del Comune di Milano, che era stato diretto per molti anni dal medico fisiologo Casimiro Doniselli e che a seguito delle vicende belliche era stato chiuso.
La Scuola di Specializzazione in Psicologia aveva vari indirizzi, di cui uno era appunto l'indirizzo medico (anno 1956); questa specialità rappresentava nei primi anni in Italia l'unico strumento di formazione accademica per gli psicologi, che allora venivano in parte dalla Facoltà di Medicina, in parte soprattutto dalla Facoltà di Lettere e Filosofia.

Nel 2006 sentenze del TAR Lazio hanno aumentato la contraddittorietà della situazione dell'accesso alla specializzazione universitaria in psicologia clinica: una sentenza è stata favorevole all'accesso anche ai medici e non solo agli psicologi, un'altra è stata favorevole all'accesso dei soli psicologi ritenendo illegittimo l'accesso anche ai medici.
Non si può dire quale sentenza preceda l'altra in quanto per un intreccio burocratico si intersecano tra loro.
Infatti la sentenza della sezione III bis del TAR Lazio, che ha vagliato il ricorso del Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi (CNOP) presentato nel 2005, dopo le camere di consiglio del 23 gennaio 2006 e del 15 giugno 2006 e la pubblicazione il 3 ottobre 2006, tra l'altro asserisce:
"(...) Il medico specializzato in psicologia clinica non esercita l'attività di psicologo, ma solo quella dello psicoterapeuta in perfetta aderenza alle previsioni di cui alla L. 56/89. Non appare, pertanto, esservi nessuna violazione della riserva professionale riconosciuta all'attività di psicologo con conseguente infondatezza di qualsivoglia doglianza attinente alla collocazione della scuola di specializzazione anche nell'area medica, giacchè il medico specializzato in tale ambito eserciterà la professione di psicoterapeuta così come consentitogli dalla legge (...)".
Invece la sentenza della sezione III del TAR Lazio, che ha vagliato il ricorso del 2006 dell'Ordine degli Psicologi del Lazio (OPL), dopo le camere di consiglio del 24 maggio 2006 e del 12 luglio 2006 e la pubblicazione il 19 settembre 2006, tra l'altro asserisce:
"(...) La psicologia clinica rappresenta una specializzazione della psicologia (e non della medicina) e consente anche, ma non solo, l'esercizio della psicoterapia. Essa, in quanto specializzazione della psicologia, non può che essere riservata ai soli psicologi (si veda anche Cons. Stato 2 marzo 2004 n.981)" e "(...) ne consegue la illegittimità di quanto previsto dal decreto ministeriale impugnato nella parte in cui aprendo la specializzazione in psicologia clinica anche ai laureati in medicina e chirurgia si pone in contrasto con le disposizioni di legge richiamate. Conseguentemente e per i motivi esposti (...) il ricorso è fondato e, pertanto, va accolto con conseguente annullamento del decreto ministeriale impugnato nei sensi e nei limiti di cui alla motivazione.".

Non è comunque con i ricorsi alla giustizia amministrativa che si dipana questo intreccio, che dopo le sentenze si aggroviglia sempre più.
Tra l'altro in Italia la psicologia clinica ha un antico e solido sviluppo e radicamento in figure di medici che hanno contribuito e contribuiscono validamente in tale ambito, con un'impostazione che ritiene che la medicina non sia scindibile dal trattare -con competenza professionale- gli aspetti emozionali e le caratteristiche personologiche dell'individuo.
Adoperarsi per escludere i medici dalla psicologia clinica significa culturalmente voler rinchiudere la medicina nello specialismo tecnologico, il che sancirebbe ulteriormente la scissione tra corpo e psiche, proprio in un momento in cui un filone consistente della medicina mira al recupero dell'unitarietà dell'individuo nell'ambito dell'approccio alla malattia ed alla salute.
E' per questo che nel documento finale approntato nel marzo 2006 dalla Commissione per i problemi della psicologia e psicoterapia della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) ed approvato dal Comitato Centrale della FNOMCeO nel giugno 2006, per quanto attiene la psicologia clinica si afferma:
"Obiettivo a medio/lungo termine della FNOMCeO, riguardo alla problematica "psicologia clinica", secondo la Commissione dovrà essere quello di giungere alla istituzione di una nuova specializzazione denominata "medicina psicologica", riservata ai medici, con programma formativo di indirizzo psicologico, psicodiagnostico e psicosomatico e di una ulteriore, diversa specializzazione denominata "psicologia clinica", riservata agli psicologi, con programma formativo congruo alle loro competenze; entrambe le specializzazioni preparatorie ad un inserimento nel SSN. L'istituzione di una specializzazione in linea con altre esistenti in Europa potrebbe portare ad un suo riconoscimento comunitario.".
Dunque da parte dei medici è stato scelto il percorso della proposta e del confronto. Non resta che attendere gli psicologi che -semmai delusi dagli esiti contradditori dei ricorsi alla giustizia amministrativa- vorranno scegliere anche loro il percorso della proposta e del confronto nell'interesse sia delle prerogative di promozione della salute dei cittadini, sia delle prerogative professionali specifiche e pertinenti di medici e psicologi.




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