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PSYCHOMEDIA
TERAPIA NEL SETTING INDIVIDUALE
Psicoterapia - Documenti e Comunicati



Conversazione con il vicepresidente della Commissione ministeriale sulla psicoterapia

Maurizio Mottola


Ripubblicato su Psychomedia da "Agenzia Radicale"


Venerdì 16 giugno 2006 si è insediata a Roma la Commissione del Ministero dell'Università e della Ricerca (MiUR) per la valutazione dell'idoneità delle scuole di formazione in psicoterapia (la IV). La precedente (la III) aveva concluso i suoi lavori il 24 novembre 2005. Dunque sono trascorsi circa sette mesi per lo svolgimento del percorso amministrativo-istituzionale di rinnovo e convocazione. La Commissione si è successivamente riunita il 14 luglio, il 6 ed il 27 ottobre ed il 24 novembre 2006. Allo psichiatra e psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico Piero Petrini, vicepresidente dell'attuale Commissione, abbiamo posto alcune domande:

Siamo a circa 300 scuole di formazione in psicoterapia autorizzate (tra sedi principali e sedi periferiche), gli psicoterapeuti sono oltre 32.000 (uno ogni 1.800 abitanti). Come può l'attuale Commissione svolgere al meglio il suo compito istituzionale in tale contesto ?

A mio parere è necessario puntare sulla qualità delle scuole, avviando dei controlli sulla didattica e sulla qualità della formazione, concordando la griglia di verifica con le scuole stesse.
Esistono molte scuole che sulla carta risultano rispettare i criteri; di fatto, purtroppo, nella verifica annuale non è possibile per i membri della commissione trovare errori, se non grossolani, quindi non possiamo dire se tali criteri sono stati veramente rispettati, o se sono stati "addomesticati" per l'uopo.
Ritengo che i controlli debbano essere effettuati in accordo con gli ordini professionali (degli psicologi e dei medici), ed a mio parere senza avviso.
Devono essere inoltre ascoltati gli studenti, non sulla qualità di questo o di quel docente, che dovrebbe essere verificata a priori dalla scuola e dal ministero, ma sulla effettiva presenza dei docenti proposti nel programma della scuola. Particolare attenzione dovrebbe essere posta sulla formazione personale del futuro terapeuta, specialmente per i rischi professionali. Gli psicoterapeuti in formazione andrebbero istruiti sui limiti e sui pericoli del non rispetto dei limiti della loro futura professione, pena l'onnipotenza e la mancanza di critica. Andrebbero inoltre previsti degli incontri di dialogo non solo tra le due professionalità (medica e psicologica), ma anche tra diversi approcci psicoterapeutici per la comprensione degli altri.

In Italia la psicoterapia è praticabile da medici e da psicologi, con successiva formazione quadriennale, mentre nel resto dei paesi europei altri e diversi sono i percorsi di formazione in psicoterapia. Qual è la sua opinione a proposito ?
In tutta Europa la diagnosi è del medico, e la psicoterapia può essere effettuata da altri laureati, che abbiano compiuto uno specifico percorso formativo, ma dopo diagnosi medica. La legge italiana ha concesso allo psicologo, da oltre diciassette anni, la possibilità di fare psicodiagnosi. C'è però una differenza: gli psicologi italiani hanno un percorso formativo più valido dei loro colleghi di altri paesi europei. A me piace la situazione italiana, non condivido quella europea, anche se alla fine dovremmo abdicare all'Europa (cosa, nel complesso, sacrosanta per un convinto europeista quale sono!)

C'è un serrato confronto concettuale a livello europeo tra la psicoterapia come "pratica clinica" e la psicoterapia come "pratica relazionale"; di quest'ultima il più noto esponente e Serge Ginger -segretario generale della Federazione Francese di Psicoterapia e Psicanalisi (FF2P)-. Qual è la sua posizione al riguardo?
La psicoterapia è valida se viene rispettato il "primato della clinica" (diagnosi, progetto, regole terapeutiche, finalizzazione dell'intervento), altrimenti parliamo di "psicotrallalla"!!! La psicoterapia è valida se viene utilizzata con i suoi limiti ed in tutta la sua potenzialità di "relazione che cura"!

Nella normativa è prevista la verifica ispettiva a campione delle scuole di formazione in psicoterapia autorizzate: eppure non è stata effettuata in tanti anni nessuna verifica ispettiva. Come mai ?
Non ci sono i soldi. Questa è la risposta che ci è sempre stata data. Io ritengo che le verifiche siano indispensabili, pena lo scadere della qualità delle scuole, e di seguito lo scadere della qualità degli psicoterapeuti, a danno del paziente/utente/cliente. I danni si ripercuotono sulla comunità, sia come spese, che come disagio psichico.
Debbono essere scritte le regole e la griglia degli interventi, questo è importante, ed una volta condivise, applicarle, farle applicare e verificare che siano applicate. Laddove non siano applicate, quella scuola deve smettere di "formare".




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