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Il ruolo dei medici nella sicurezza stradale: conversazione con Loredana Baldini

Maurizio Mottola



Giovedì 29 settembre 2011 si è svolto all'Ordine dei Medici di Napoli il corso di formazione Il Ruolo dei Medici nella Sicurezza Stradale, organizzato dalla sezione di Napoli Rosalind Franklin dell'Associazione Italiana Donne Medico (AIDM), alla cui presidente Loredana Baldini, responsabile dell'Unità Operativa Materno Infantile ( UOMI) Distretto 28 ASL Napoli 1 Centro, abbiamo posto alcune domande.

Quali le finalità del corso di formazione Il Ruolo dei Medici nella Sicurezza Stradale?

Come ogni anno l'AIDM si impegna  nell'organizzazione di un corso di formazione che possa interessare  tutte le socie iscritte e non. Quest'anno si è ritenuto opportuno affrontare la tematica sulla sicurezza stradale, poiché ogni anno in Italia ci sono 6.000 decessi per incidenti stradali, con circa 170.000 ricoveri ospedalieri e 600.000 prestazioni di pronto soccorso non seguite da ricovero, rappresentando inoltre la prima causa di morte tra i maschi sotto i 40 anni. Quindi le finalità sono sicuramente l'approfondire gli aspetti specialistici delle patologie correlate all'incidentalità stradale ed il diffondere la cultura della sicurezza stradale come aspetto di un corretto stile di vita.

Quali sono le principali patologie correlate alla infortunistica stradale?

Qualsiasi patologia in grado di esporre un individuo al rischio di un improvviso "black-out" delle funzioni cerebrali costituisce di per sé un pericolo per la sicurezza stradale. In assoluto, tra le patologie spontanee (cioè non legate all'abuso di alcol o di sostanze chimiche) le crisi epilettiche rappresentano il più temibile nemico del guidatore; il diabete e le malattie cardiache rientrano, tuttavia, nel novero delle condizioni potenzialmente pericolose. Non è possibile stimare con certezza la percentuale di incidenti stradali imputabili ad un evento cardiaco acuto, ma è elevata la prevalenza di malattie cardiovascolari nella popolazione adulta.

Che cosa effettivamente può fare il medico -nelle sue diverse specializzazioni- per incidere nell'ambito della sicurezza stradale?

Le azioni preventive devono essere finalizzate per informare sui rischi che si corrono per sé e per gli altri, necessario quindi il coordinamento ed il potenziamento delle  azioni da implementare, con un coinvolgimento di tutti gli attori che intervengono a vario titolo nell'ambito della sicurezza stradale. La creazione di un sistema di reti sociali multidisciplinare e multisettoriale in grado di sviluppare ed investire in termini di risorse umane ed economiche nella prevenzione degli incidenti stradali, per ridurre così il numero di morti e di feriti sulle strade.                                                                                                                                                 

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Scheda tecnica:

Secondo i dati elaborati dalla Fondazione Ania per la sicurezza stradale circa il 30% degli incidenti mortali che si registrano ogni anno in Italia sono provocati dalla guida in stato i ebbrezza o sotto l'effetto di droga.

Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte nella fascia d'età che va dai 15 ai 29 anni.

Secondo le statistiche ufficiali le maggiori cause di incidenti stradali sono:

- mancato rispetto delle regole di precedenza e semaforo;

- eccesso di velocità;

- comportamento scorretto del pedone;

- guida sotto effetto di sostanze psicoattive.

Il giorno della settimana considerato più a rischio per gli incidenti stradali è la domenica.

Le principali vittime della strada sono i pedoni.

La maggior parte degli incidenti stradali sono imputabili al comportamento scorretto del conducente.

Si definisce guidatore designato colui che quando esce con gli amici si impegna a non bere bevande alcoliche.

Le donne sono più vulnerabili agli effetti dell'alcool, in quanto raggiungono livelli di alcolemia più elevati con quantità inferiori di alcool e con maggiore rapidità.

Genitori, insegnanti, pediatri e medici di medicina generale sono le figure importanti per l'educazione ad un corretto stile di guida dei giovani.

Secondo l'ISTAT nel 2010 si è registrata una diminuzione dell'incidentalità stradale del 3,9%, della mortalità  del 5,6% e dei feriti del 3,7%.

L'Unione Europea nel 2001 proponeva ai paesi membri l'obiettivo della riduzione del 50% dei morti sulle strade entro il 2010: l'Italia ha raggiunto il -44% ed è la 13° nell'Unione Europea, con un risparmio di 14.600 vite e 25 miliardi di euro in costi sociali.

Gli incidenti stradali avvengono per il 76% sulle strade urbane (con il 44,7% di morti) e per il 5,7% sulle autostrade (con il 8,3% di morti).

Negli incidenti stradali muoiono il 69,2% dei conducenti (feriti il 69,4%), il 15% dei passeggeri (feriti il 24%) ed il 15,7% dei pedoni (feriti il 6,6%).


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