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PSYCHOMEDIA
TERAPIA NEL SETTING INDIVIDUALE
Modelli e Tecniche in Psicoterapia



L'ipnosi Regressiva tra: storia, fascinazione, realtà critiche, valenze terapeutiche

Giovanni Cozzolino, Antonella Gramigna


Ipnosi: termine fascinoso, largamente sconosciuto nella sua definizione apparentemente semplice, terminologicamente connesso al significato greco di
" sonno" . O meglio, al significato di addormentamento, rappresenta il primo livello di indagine.
Ma le sfaccettature di questo termine evidenziano molti significati che si perdono nella notte dei tempi e le quali redici albergano in chissà quale lontana origine della nostra civiltà, o delle molte civiltà che ci hanno preceduto.
In greco il termine "ipno" (sonno) non sta ad indicare il sonno della stanchezza fisica, bensì un tipo di stato nel quale l'allontanamento dalla realtà fisica dell'individuo è diversa rispetto a quella che si definirebbe come sonno da stanchezza imputabile da lavoro fisico (il sonno dei giusti).

No, il primo livello di analisi del concetto di ipno ed ipnosi parte dal significato multiplo del termine.
L'I. è un allontanamento , un distacco, dalla realtà fenomenica in cui il soggetto vive in un dato momento della sua vita. Ma questo allontanamento, questo "viaggio" risulta da una induzione esterna dovuta all'intervento di un altro soggetto che ne determina la posta in essere.
Letteralmente si potrebbe definire, a livello fenomenico come : " stato provocato artificiosamente, caratterizzato da un notevole aumento di suggestionabilità nei confronti della persona che lo ha provocato. Nel quale il soggetto passa comunemente attraverso uno stato di sonnolenza o di uno stato simile al sonno"
Da considerare che l'espressione "simile al sonno" introduce e racchiude un campo di analisi ben più profondo e vasto della semplice definizione didascalica di I. comunemente detta.
Storicamente i primi documenti che parlano di I. R. risalgono al 900° A.C. in uno scritto facente parte dei libri post-vedici in lingua originale (sanscritto), chiamati "Upanishad" che in questa lingua, ormai scomparsa da 2000 anni, significherebbe : "seduto vicino al maestro" .
Complessivamente nei i libri Shruti ( in totale 123 ) vengono insegnate le tecniche trascendentali di meditazione e filosofia che compongono l'ossatura dell'Induismo. Questo fa slittare indietro l'epoca alla quale viene fatta risalire, in base a questi documenti ritrovati, la pratica dell'ipnosi in "senso regressivo".
Traendo conclusioni parziali da questa realtà storica, si può ipotizzare con una notevole possibilità di concretismo, che I.R. sia una tecnica tantrica strettamente legata alla cosmogonia del pensiero trascendentale precedente al pensiero Indù, il quale ha traccia documentale intorno al XVI ° XV° secolo A.C.
Gli studiosi che classificano i testi Vedici, considerano i quattro veda come liturgia poetica , nel loro insieme chiamate mantra o samhitas , adorazione e supplica , una sorta di fusione tra i concetti di monismo e enoteismo comprendente tutto l'arco delle divinità , trascese infine , verso la Sorgente Ultima.
Quindi l'I .R. è concepita come un mezzo, un tramite utilizzato per un percorso trascendentale tendente verso la "Sorgente Ultima".
Il periodo storico, quindi, al quale si potrebbe far risalire la genesi di questa "pratica" si perde nella notte dei tempi e questo aggiunge mistero e fascinazione al significato e alle potenzialità che questo processo arroga a se.
L'impossibilità di dare connotazioni temporali al concetto di I. rende il tutto molto più difficile per quanto riguarda la sua valenza scientifica e la sua possibilità applicativa.
Una prima distorsione del significato e dell' I. R. è quello relativo al suo campo di intervento.
Negli ultimi anni dell'800, sulla scia delle teorie psicoanalitiche di Frud e di Charcot, l'applicazione dei procedimenti ipnotici furono immaginati come la finestra al nostro più segreto inconscio, un modello terapeutico valido nei campi della psichiatria.
La visione che si voleva dare del concetto di mente e di anima, doveva restare in ambito positivista e "scientifico" allo scopo di affrancarsi dalla visione teocratica che ancora era presente in alcune frange della popolazione europea.
Tale visione forzatamente scientifica indusse comportamenti dissonanti di risposta da parte della stessa comunità scientifica che si divise in opposte visioni.
A tutto oggi, le pratiche descritte in tutti i testi sull'argomento evidenziano che le stesse non sono accettate dalla scienza medica, non sono state sottoposte alle verifiche sperimentali condotte con metodo scientifico o non le hanno superate.
Pertanto manca la necessaria validazione che renderebbe le stesse generalizzabili ed applicabili.
Per cui l'ottica con la quale si guarda a questo complesso evento risulta essere unicamente scientifico e la sua applicazione viene definita unicamente sotto forma di strumento terapeutico.
L'approccio, pertanto, risulta assolutamente parziale rispetto alla realtà immensamente complessa di questo epifenomeno, che risulta, nella sua essenza un percorso spirituale appartenente ad una o più civiltà antiche nelle quali, probabilmente, esistevano possibilità, ora dimenticate, di spaziare in universi mentali molto più vasti.
Le tecniche tramandate dai testi sacri dei Veda indiani che, a loro volta facevano fede e trasmettevano informazioni relative ad culture ed epoche precedenti, parlano di un percorso spirituale trascendente volto al contatto con piani di realtà differenti da quelli del vissuto quotidiano umano.
Non essendoci nessun tipo di metafora intrinseca nei messaggi giunti fino a noi, quello che è ipotizzabile con un alto grado di veridicità , è che 5000 o 6000 anni prima della nostra Era individui erano in grado, con queste tecniche, di scavalcare i confini spaziali e temporali immergendosi in "universi paralleli" con percorsi mentali a noi ora solo parzialmente conosciuti o ipotizzati.
Di tutte queste tecniche di tutta la cultura (o culture) che le hanno prodotte, l'I.R. rimane la sola testimonianza sopravvivente.
La riscoperta, in tempi recenti di questi processi ipnotici non ha preso le mosse, come avrebbe dovuto dalle sue radici storico-culturali-antropologiche bensì da un paradigma di riferimento scientifico in una epoca assolutamente positivista che ha tentato e tenta di spiegare in modo razionale ciò che con la "nostra" razionalità a poco a che vedere.

Oggi la visione che si ha dell'I.R. è null'altro che un metodo legato alla psicoterapia e a volte alla socioterapia, il tentativo che si compie , da parte degli addetti ai lavori è quello di sottoporre a riscontri scientifici questa tecnica eliminando e allontanandola dalle sue radici spirituali essenziali.


L'ipotesi scientifica :

occorre fare, nel tentativo di costruire una ipotesi scientifica sulla I.R. , un distinguo storico-terminologico.
Il concetto stesso di "Scienza" e di "Pensiero Scientifico" appartiene ad epoche vicine a noi, riguardano infatti il mondo occidentale nel momento della nascita del "nostro" Rinascimento e del "nostro" Illuminismo.
Sostanzialmente poche decine di anni per quanto attiene al rinascimento ed altrettante per quanto attiene il "secolo dei Lumi" sino alla Rivoluzione francese. Per cui la svolta positivista che ha definito un distacco netto da una forma di pensiero scientifico-razionale da una ideativo-emotivo appare molto recentemente nel nostro orizzonte storico.
Questo ha definito un linguaggio, un comportamento, una forma mentis, nuova centrata sulla osservazione e studio della natura secondo una ottica di misurazione e sperimentazione che ha poi prodotto la rivoluzione galileiana della riproducibilità del fenomeno naturale, la sua spiegazione, la sua misurazione, la sua collocazione in ambito razionale.
La Scienza quindi, si può dire, nasce da questo distacco sostanziale e da questo modello evolutivo che poi la pone al centro delle attività umane come strumento per capire, interpretare, dominare l'universo conosciuto.
8000 anni prima dell'era cristiana esisteva già una sofisticata ed evolutissima civiltà: quella Sumera e prima ancora o, contemporaneamente a questa quella chiamata Accadica . queste civiltà hanno lasciato rovine e monumenti importanti, 4000 anni prima della c.d. civiltà Egizia.
Per cui la tecnologia costruttiva di allora estremamente sofisticata aveva , come autori, ingeneri che erano contemporaneamente anche sacerdoti. Questo a conferma che l'unità dei modelli cognitivi non avevano una differenziazione in "scienza" e "Religione" , spirito e corpo agivano all'unisono.
Un esempio eclatante che appare da molte raffigurazioni pittoriche e da bassorilievi di epoca egizia mostrano come effettivamente si procedeva nel processo di mummificazione : attraverso l'emissione pranica da parte di sacerdoti con la semplice imposizione delle mani sul corpo del defunto a cui erano stati asportati gli organi interni.
Un processo che comportava giorni e giorni di applicazione e che impediva il processo di putrefazione alterando la composizione stessa della materia , permettendo così al corpo di mantenersi in uno stato di perenne stasi non decompositiva per millenni.
Vi era quindi una immensa e poliedrica potenzialità a livello mentale che consentiva un approccio all'universo completamente differente da quello attuale.
L'I. e i suoi percorsi erano null'altro che sentieri abitualmente "battuti" da sciamani, sacerdoti, stregoni che nelle società di allora erano gli "addetti ai lavori" dell'epoca, persone che operavano un collegamento tra i due universi fisici e spirituali.

Oggi come si potrebbe spiegare l'ipnosi secondo una ottica unicamente positivista ?
L'ipotesi che più si attaglia a un modello di spiegazione parte dalla conoscenza della chimica e della biologia e dalla stretta sinergia tra queste conoscenze e gli aspetti socio-psicologici .
La definizione che spesso si da degli effetti della I.R. è che consente spesso la rivisitazione di "vite precedenti". Il concetto non è sbagliato. Basta definire a chi sarebbero appartenute queste "vite".
In un precedete articolo sulla costruzione dei registri di memoria si accennava a diverse teorie tra le quali il c.d. Impriting della biologia molecolare.
Lo studio di Stephen Rose sulla memoria genetica potrebbe condurci alla spiegazione di questo fenomeno che riguarda gli effetti della I.R. su base scientifica.
Secondo il ricercatore la memoria genetica del D.N.A. dei cromosomi che permetteva la trasmissione di informazioni innate nelle specie meno evolute (come pulcini, o altri mammiferi ) consente alla specie di possedere un bagaglio di memoria a lungo termine ereditata e quindi adatta alla sopravvivenza.
A livello molto più evoluto e a livello molto più "profondo" anche la specie umana dovrebbe possedere un bagaglio di memoria a lungo termine ereditata da tempi remoti attraverso lo stesso meccanismo di fissazione, per alterazione neuro-bio-chimica dei neuroni.
Un tale bagaglio mnestico sarebbe fissato nei registri di memoria a lungo termine di un individuo, ma, essendo il nostro apparato celebrale molto più complesso di quello di qualsiasi altro essere in natura, tale fissazione andrebbe a sedimentarsi in proteine mai attivate durante tutta la vita del soggetto che le detiene.
Ricordi di eventi tramandati oralmente con vivezza di particolari finirebbero nel bagaglio della memoria innata e resterebbero silenti per lunghissimo tempo sino a che non sarebbero riportati in luce da un particolare "rilassamento" che interessando il sistema Vago attiverebbe quella particolare proteina che alterando il neurone interessato farebbe "rivivere" un ricordo...
Anomalie psichiche indotte da situazioni relazionali e sociali possono essere prodotte attraverso modificazioni dell'espressione genica delle proteine, per cui una situazione sociale e relazionale, come un racconto ad alto contenuto emotigeno attraverso modificazione della espressione genica delle proteine può indurre una "anomalia" psichica di vario genere , ad es. : un trauma profondo.
Quale potrebbe essere questo trauma e di che natura sia è una delle infinite possibilità.
L'interrogativo che può sorgere in questo caso è se l'I.R. va a riattivare questo processo di alterazione genica delle proteine che sono presenti ma silenti nel nostro sistema sino a far rivivere un ricordo traumatico, un evento emozionale, o di qualsivoglia tipo che è presente nel nostro bagaglio innato ma, che molto probabilmente non appartiene a "noi" in quanto soggetti ma, ad un appartenente lontano del nostro gruppo etnico.
Nei processi ipnotici definiti profondi o regressivi, il livello di reazione vagale indotto dall'ipnotizzatore che ha definito un rapporto di transfert sincronico con il soggetto da ipnotizzare, è molto più lungo, e diverso da quello , ad es. improvviso come potrebbe essere uno svenimento o un collasso che si producono in tempi molto più stretti.
Questo sarebbe il meccanismo che permetterebbe a queste potenziali modificazioni dell'espressione genica delle proteine di "manifestarsi" cioè di potersi evidenziare durante le sedute . Un parallelo significativo si può fare pensando a tutti quei muscoli del corpo umano che non sappiamo nemmeno di possedere e che una volta attivati in un particolare esercizio fisico in palestra poi dolgono per lungo tempo.
Quindi i ricordi messi in luce nell'I.R. sono nostri ?
..sicuramente no ! nel senso della loro appartenenza piena e soggettiva, appartengono a soggetti a noi collegati per "deriva genica" ma non per questo meno veri .
sono sicuramente ricordi di vite precedenti, ma non nostre. Secondo molti (la quasi totalità del modo scientifico) però l'I.R. sarebbe considerata una procedura metodologica pseudoscientifica che crea falsi ricordi. La critica afferma chela fonte dei ricordi, presentati come frutto delle vite passate, siano racconti creati dal subconscio influenzato dalle informazioni e dai suggerimenti forniti dal terapeuta. Codesta è una affermazione in parte vera in parte falsa. L'induzione dell'ipnotizzatore serve come "Carrier" per poter iniziare il percorso che condurrebbe a livelli profondi la possibilità di alterazione e rimessa in moto del processo neuro-psico- chimico, in questo caso sicuramente esso è una induzione, una influenza esterna che interagisce con il risultato dell'ipnosi. Ma, una volta posto in essere il processo vive una vita propria e ciò che viene riportato in superficie è un qualcosa di lontano, una testimonianza remota.
Le differenze sono in questo caso di ordine temporale un ricordo di un evento personale e recente , o anche appartenente al passato infantile del soggetto è posto in luce in modo molto più semplice essendo un ricordo comunque sepolto ma cosciente, altra cosa è un esperimento a livello ipnotico profondo.
Secondo alcuni sperimentatori quali Raymond Moody , Brian Weiss , Ian Stevenson , Angelo Bona che nella loro pratica clinica affermano di avere riscontrato , durante le regressioni ipnotiche contenuti riferibili a vite precedenti.
Probabilmente i contenuti temporali sono sicuramente riferibili a tempi , periodi storici trascorsi anche molto remoti, ed è molto probabile che esse siano delle vere e proprie finestre su un passato di cui noi abbiamo solo testimonianze indirette, ma a nostro vedere sarebbe più opportuno parlare di "testimonianze" raccontate da osservatori che erano presenti in un dato momento temporale e che abbiano poi raccontato in prima persona a contemporanei gli eventi di cui erano stati parte in causa in modo vivo e straordinariamente coinvolgente come solo la cultura orale era in grado di fare millenni fa.
La deriva genica ha compiuto poi il resto del percorso.
Ma questa è solo una ipotesi retta da un supporto paradigmatico scientifico conosciuto e sperimentale, ma come si era detto in apertura i percorsi ipnotici, da noi figli del terzo millennio ridotti a un qualcosa di metafisico molto più vicino alla suggestione pura e semplice con però una valenza terapeutica accertata, sono lontani anni luce da quello che era la possibilità di elevazione a piani superiori di coscienza sino a travalicare i confini temporali e spaziali della propria dimensione che l'origine del termine Ipnosis faceva intuire.

Oggi pochi maestri sciamani confinati volontariamente in remoti luoghi, sembrano ancora in grado di entrare in sintonia con le realtà cosmiche nella quali e con le quali immergersi.
Probabilmente il nostro approccio basato unicamente sulla scienza ci porterà allo stesso livello di consapevolezza e di conoscenza di quelle che sono, nella nostra mente, e in quell'organo simile a un universo che è il nostro cervello, le porte degli "universi paralleli" che pure esistono ma attualmente sono fuori dalla nostra portata conoscitiva. Ma occorrerà molto più tempo, il nostro pensiero per quanto veloce deve trascinarsi dietro un peso enorme : noi stessi .

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