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Psichiatria - Documenti



A.R.A.P.
Associazione per la Riforma dell’Assistenza Psichiatrica

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Lettera aperta sulla riforma psichiatrica



In tutte le Associazioni dei famigliari dei malati di mente non “schierate politicamente”, che rifiutano, cioè, approcci di carattere ideologico nella cura delle malattie mentali, hanno destato viva contrarietà e sconcerto le dichiarazioni rilasciate il 4 dicembre, in un’intervista alla stampa, dal Sottosegretario alla Sanità di Forza Italia, con delega alla salute mentale, Antonio Guidi.
Anche queste Associazioni, nient’affatto “minoritarie”, come egli insinua, ma che rappresentano, invece, la stragrande maggioranza delle famiglie, stanno osservando, come lui, “con irritazione e sconforto lo scontro apertosi nel Paese sulla riforma della legge psichiatrica”, meglio conosciuta come “legge Basaglia”. Ma la “difesa totale” della legge sciorinata dal Sottosegretario “a nome del governo”, definita da lui “un’ottima legge, con il solo difetto di essere in parte non applicata” è altrettanto “totalmente inaccettabile” per i famigliari dei malati di mente, che della mancata applicazione della legge sono stati e sono le vere vittime. Ancora più inaccettabili sono, quindi, le dichiarazioni oltranziste del Sottosegretario: “non serve un’altra legge sulla psichiatria”, “la riforma della 180 non è nel mio programma”, che devono essere considerate un’indebita interferenza sui membri della Commissione parlamentare competente nella quale è in corso la discussione, e che sono, fra l’altro, in plateale contraddizione con le dichiarazioni rilasciate invece dal Ministro della Sanità Girolamo Sirchia, apertamente sostenitore di una doverosa riforma della legge.
E’ da intendersi bene: nessuno, tanto meno noi, si sogna di voler riaprire i manicomi o ospedalizzare i malati di mente, però chiunque voglia dimostrare un minimo di obiettività deve ammettere che, dopo quasi venticinque anni, la legge Basaglia, pur restando valida nei principi fondamentali, ma proprio perché i suoi dettami sono rimasti in parte non applicati nei contenuti, va profondamente “rivisitata”.
Pertanto, si può capire che le lunghe esperienze personali, sociali e politiche di sinistra, e la sua dimestichezza di sempre con gli ambienti connessi con la legge Basaglia, possano influenzare le posizione del Sottosegretario Guidi, ora di Forza Italia. E possano portarlo addirittura, quando, nell’ultima parte dell’intervista, parla di come evitare che entrino nel circuito delle sofferenze mentali i giovani, “in questa societàÉ.in cui i ragazzi sono continuamente pressati da stili di vita insostenibili”, a ritornare sulla famosa teoria basagliana che l’alienazione mentale non è una malattia, ma il risultato di una vessazione della società.
Ebbene, sarebbe gravissimo se, attraverso le posizioni del tutto personali del Sottosegretario con delega alla salute mentale, Antonio Guidi, il governo deludesse le enormi aspettative che, da tanto tempo, larghissimi settori dell’opinione pubblica ripongono in una necessaria riforma della legge Basaglia: come, del resto, provano le svariate proposte di legge che sono state presentate sull’argomento, non solo in questa, ma già nelle precedenti legislature; riforma purtroppo sempre ostacolata dai precedenti governi.
In conclusione, le associazioni dei famigliari dei malati di mente rivolgono, con questa lettera aperta, un appello direttamente al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al Vicepresidente Gianfranco Fini e al Ministro della Sanità Girolamo Sirchia, affinché intervengano con autorevolezza per garantire un indispensabile cambiamento di rotta.

Il Consiglio Direttivo Nazionale


Roma, 10 dicembre 2002


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