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PSYCHOMEDIA
Telematic Review
Sezione: MODELLI E RICERCA IN PSICHIATRIA

Area: Psicodiagnosi

La Sindrome da personalità Multipla:
conoscenze attuali , teorie ed ipotesi sulla sua genesi

Gianni Cozzolino Sabrina Ulivi Diletta Pieratti



"...Prima di entrare in terapia non sapevo nulla delle mie 17 personalità..."
A parlare è Karen Overhill , 40 anni . Che solo alla fine degli anni 90 , dopo ben 10 anni di terapia è uscita da una grave sindrome di personalità multiple : 17 alter ego coesistenti nel sua personalità divenuta "gruppo di personalità non interagenti" tra cui erano presenti "entità" come donne, uomini, bambini. Lo psichiatra che l'ha avuta in cura: Richard Baer ne ha raccontato la storia in un libro di grande successo divulgativo negli Stati Uniti : "Switching Time". Nel libro e nella sua prefazione lo psichiatra racconta che a confermare la diagnosi, in modo indiretto, dopo un anno di studio della paziente, fu una lettera di una bambina che scriveva : "Sono Clire, ho 7 anni . Vivo dentro Karen..!". testimonianza rara e sconvolgente pone le basi per porre un primo quesito : la Sindrome da P.M. , o come si dice in termini nosografici Disturbo Dissociativo di Personalità, esiste d'avvero ?
un prima risposta, ascoltando e leggendo di queste testimonianze dirette e surreali, non potrebbe essere che positiva. Ma il dilemma e l'interrogativo non sono di facile risposta , e non è chiara, ad esempio, la genesi patologica che conduce alla evidenziazione di questo tipo di malattie mentali. Nel caso citato trattatasi di violenze inaudite patite da Karen nell'infanzia da parte del padre e del nonno che la torturavano con chiodi, ferri roventi, coltelli, crocifissi ed altro per cui la bambina "costruì" una prima personalità difensiva autonoma ; Claire che doveva essere una bambina che subiva le torture in vece sua. Per cui Lei (cioè Karen ) assisteva dall'esterno ai supplizi ai quali la sua alter ego veniva sottoposta. E' un primo classico esempio di dissociazione adattiva che determina una sopravvivenza fisica. Il dolore, se eccessivo può condurre al collasso cardiaco per cui, un distacco- rimozione del fenomeno-dolore veniva attuato come un evento non appartenente all'organismo di Karen e, proiettato su Claire che invece ne soffriva! Altri personaggi , o se preferiamo chiamarli entità (termine caro a chi si occupa di essoterismo) si andarono a formare con il tempo, la seconda fu Elise che andava a scuola al posto di Kare , con maniche e pantaloni lunghi per non mostrare le cicatrici subite. Poi fu la volta di Sidney che era invece un maschio che aveva il compito di rapportarsi e reggere una relazione normale con il padre e con il nonno aguzzino, e poi in seguito via, via tutte le altre, il cui compito era di costruire una cortina di alter ego che potessero vivere una vita "normale" al posto dell'inferno che era costretta invece a viveva inconsapevolmente Karen.
Questo caso che ci appare in tutta la sua drammaticità umana apre, però una finestra di indagine scientifica irripetibile per tentare di definire i meccanismi affascinanti e in larga misura segreti di come una mente, ed in risposta un cervello, riesca ad elaborare sotto forma di patologia un perfetto sistema di sopravvivenza in un ambiente ostile.
Ovviamente si può osservare come la S.P.M. possa apparire come una distorsione deviante e pericolosamente patogena per l'individuo che ne è portatore nella normale vita sociale e di relazione , ma non si può definirla in questi termini in altre circostanze fortemente ostili .
se una persona si aggira per le tranquille stradine di una cittadina di vacanze brandendo un fucile carico e spianandolo sui passanti ogni volta che gli passano accanto, quella persona e quella arma costituirebbero un pericolo reale, per la comunità di pacifici villeggianti che vivono in quel luogo. Si tratterebbe di un comportamento socio-patologico da neutralizzare in quanto assolutamente non in linea con l'ambiente. Ma, se quello stesso individuo si trovasse ad attraversare una zona ad altamente pericolosa come una zona di guerra, o un a Savana, o una Jungla inesplorata, l'arma che condurrebbe con se ed il suo atteggiamento sarebbe sicuramente consono alla situazione ambientale che gli toccherebbe vivere.
I "compagni" che Karen aveva con se nel suo drammatico tragitto di vita l'hanno aiutata a sopravvivere in una situazione assolutamente ostile. Ma, gli stessi meccanismi adattivi che la mente aveva costruito e che il suo cervello aveva attivato, superato quel drammatico momento, per addivenuti cambiamenti sostanziali nella sua vita, sono poi divenuti , dannosi e patologici per Karen stessa. Per cui un secondo quesito da porsi sarebbe : la S.P.M. rappresenta un modello di adattamento e di cambiamento dell'ambiente consono alle attività celebrali in particolari momenti , o sono viceversa una anomalia , un qualcosa che si evidenzia indipendentemente dalla nostra volontà conscia ?
Ed è qui che si pone la difficoltà di inquadrare il carattere diagnostico dell'evento. Quello che rappresenta il dilemma vero, non è la reale esistenza del fenomeno, che, per quanto raro in casi come questo è dato per scontato, quanto la sua genesi, la sua utilità, e i suoi meccanismi di scatenamento. Dal 1816, anno in cui si segnalò per la prima volta un caso di questo tipo sono stati diagnosticati con un sufficiente grado di attendibilità 300 casi di M.P.D acronimo che in inglese sta per Multiple Personality Disorder. Le malattie psichiatriche sono sempre alquanto controverse per la difficoltà espressa a volte dalla sovrapposizioni della sintomatologia, ma di recente la visualizzazione dettagliata del cervello e le approfondite ricerche sul suo funzionamento unitamente ad una migliorata conoscenza dei neurotrasmettitori sta rendendo questo campo clinicamente più percorribile e le diagnosi più certe.
Questo comunque se da un lato evidenzia fisiologicamente un sintomo in relazione ad una alterazione celebrale visibile agli apparati tecnologici, non consente, ad esempio, di risalire alle cause che hanno generato quella anomalia. Se tutto viene fatto risalire ad un processo biochimico la diagnosi si sposta su un campo in cui il semplice riallineamento dei parametri neuro-bio-chimici rende la remissione totale della patologia e la scomparsa dei sintomi.
Ma il processo è molto più complesso e le origini non sono sempre chiare .
Nel caso dei disturbi della personalità multipla si è evidenziato che il ridotto volume dell'ippocampo (parte del sistema libico) implicato nel compito di immagazzinamento e richiamo della memoria , possa essere un plausibile sostrato biologico delle difficoltà associative. Questo determinerebbe una concausa di carattere neuro-biologico predisponente, ma non la causa primaria.
A livello di inquadramento nosografico i disturbi associativi elencati nel DMS IV sono di diverse identificazioni, essi variano sul tema della dissociazione multipla evidenziando in primis il "disturbo dissociativo di identità" e, susseguentemente :
* Disturbo da depersonalizzazione (atteggiamenti mutevoli rispetto alle realtà quotidiane )
* Disturbo dissociativo NAS (stati alterati di coscienza)
* Amnesia dissociativa (uno o più episodi di incapacità a rievocare un importante trauma personale)
* Fuga dissociativa (viaggi improvvisi ed inaspettati via da casa associati all'incapacità di rievocare il proprio passato ed una certa confusione sulla propria identità personale )
Per dissociazione si intende una "distruzione del normale processo di integrazione della coscienza , della percezione , della memoria e dell'identità che si definisce SE' a causa di una perdita , più o meno grave , del senso di continuità dell'esperienza soggettiva".
Rispetto all'iniziale concetto di disturbo dissociativo dell'identità, che sta a definire la "vera" sindrome da personalità multipla, la denominazione variata da questa a "disturbo dissociativo dell'identità" sta ad indicare un diverso quadro interpretativo : non molteplici identità , all'interno di uno stesso corpo ma, l'esatto opposto, cioè non averne nemmeno una completa , ma anzi avere frammenti di una personalità non collegati tra loro.
Per fare un esempio calzante : noi tutti ricopriamo dei ruoli : al lavoro, in famiglia, in vacanza ecc. mantenendo comunque una continuità di memoria di quello che siamo quindi di identità. Questo non avviene nei pazienti affetti da D.I.D (Dissociative Identtty Disorder) .
Le numerose ricerche condotte soprattutto negli U.S.A. conducono a due strade percorribili con altrettante scuole di pensiero. Una di carattere strettamente neuro-bio-chimico che rende note le alterazioni potenzialmente scatenanti la patologia a questo filone di studi fanno capo ricercatori come Murray Stein Università di S.Diego, Eric Vermetten Università di Utrecht (Olanda), Duglas Brenner (USA) , Roger Pitman Università di Harvard ed al.
L'altro filone di ricerca si basa sulla capacità anche iatrogena di alcuni terapeuti di indurre stati alterati e dissociativi nei pazienti, o comunque, pone l'ambiente sociale e relazionale al centro come genesi degli stati dissociativi.
La quasi totalità degli studiosi del fenomeno appartenenti al pensiero relazionale-ambientale sembrano confermare numerosi casi nei quali l'ambiente familiare fortemente traumatico, con violenze continuate , abbiano favorito i fenomeni di dissociazione nel soggetto.
Le ricerche e le realtà empiriche, basate su casi clinici, non aiutano a fare luce in modo approfondito sulla controversia di causa-effetto alla base del fenomeno.
La complessità della patologia mentale reca in se sempre una larga parte di approssimazione e grandi zone d'ombra, legate alla eziologia profonda degli eventi legati alla malattia.

Per quanto attiene alla S.P.M. l'approccio storico ci aiuta ad immaginare quanto sia stato complesso e lungo il processo di affrancamento da altri modelli culturali di cui precedentemente questa sindrome veniva fatta risalire.
Ai primi dell'800, nel momento in cui la visione scientifico-positivista della natura e dell'uomo avevano il sopravvento lo studio della psichiatria era agli albori e le indagini partivano da una base unicamente fisiologica cercando di dare spiegazioni coerenti ad un fenomeno che era sempre sfuggito a qualsiasi razionalizzazione ed avvolto ancora nelle credenze religiose. L'evidenza di uno sdoppiamento di personalità faceva di diritto pensare ad una intromissione demoniaca di possessione di un corpo, per cui la "pazzia" comunemente definita non poteva contare su un paradigma scientifico credibile. Tale è rimasto per lungo tempo nonostante tentativi approfonditi e sistemici di ricerca. A ciò vi è da aggiungere che questo terreno ha attirato autori di romanzi, cinema, fiction televisive, in quanto argomento di fantascienza e come tale è stato trattato dalla pubblica opinione per lungo tempo.
Solo nel 1911 fu introdotto nella medicina psichiatrica la diagnosi di "schizofrenia da dissociazione" che prevedeva un distacco del soggetto dai suoi comportamenti abituali , distacco che avveniva in pieno rigore comportamentale rispetto al ruolo che il soggetto stesso si riconosceva, per poi tornare alla sua vita di sempre non avendo nessuna ricordanza di aver vissuto "quel" pezzo di vita. Bisognò aspettare quasi 80 anno perché questa sindrome che nel frattempo era comparsa in Europa e negli Stati Uniti si ponesse all'attenzione della psichiatria staccandosi dalla diagnosi generica di schizofrenia per prendere un posto particolare nel quadro delle patologie mentali.
E' quindi storia scientifica recente il riconoscimento e l'inquadramento clinico di questo fenomeno che sembrerebbe allontanarsi da qualsiasi altra tipologia patologia legata al mondo psichiatrico.
Per questo appare, per alcuni ricercatori, che tale patologia non sia ascrivibile ad una realtà clinica ma ad una costruzione sociale indotta da capacità suggestive da parte di alcuni terapeuti ( quindi in modo iatrogeno ed ipnotico) che produrrebbe il disturbo. Prendendo in considerazione questa possibilità e ipotizzando la natura iatrogena del processo sarebbe da ipotizzare uno sganciamento di questa genesi iniziale che finirebbe poi per produrre comunque uno sdoppiamento di personalità o una sua frammentazione shizzofrenica di tipo comunque differente da quelle normalmente conosciute in ambito clinico classico.
Rispetto alla normale schizofrenia dissociativa, questo tipo di dissociazione sarebbe "modulare" e non interrelata con altri stati coscienti, forse la particolarità peculiare della sua genesi è che indipendentemente dalla sua causa iniziale, questo tipo di "comportamento mentale" non possa considerarsi realmente patologico ma solo un modello comportamentale nel quale il soggetto abbandona una identità per "indossarne" un'altra di cui la precedente non conserva ne memoria ne coscienza.
La stessa suddivisione delle categorie nelle quali i sintomi evidenti di Personalità multipla si evidenziano sembra porre l'accento su questa particolarità :

* Discontinuità della personalità molto marcata che si può travestire da personalità diverse , persino opposte
* Discontinuità di carattere mnesico , vale a dire che una personalità può ignorare ciò che accade o che è accaduto ad altre personalità . Questo si evidenzia anche a livello somatico, per cui il corpo produce attività e prestazioni spesso molto difformi con quelle a cui è "normalmente" abituato "vestendo" altre personalità.
* A volte si manifestano episodi di blackout e/o amnesia diffusa, stati di allontanamento dal proprio habitat e successivo ritorno di cui il soggetto non conserva memoria, sonnambulismo, scrittura automatica, distrazione lunga, disattenzione pronunciata e ripetuta ecc. In uno di questi fenomeni (la c.d. scrittura automatica) quasi sempre il tratto grafologico risulta essere differente da quello normalmente riconoscibile nel soggetto nella sua normale attività scrivente. Questo apre nuovi orizzonti di indagine che potrebbero condurre ai limiti conosciuti del concetto di "mente" o di personalità, per moltissimi studiosi queste manifestazioni sono ascrivibili a veri e propri "distacchi" dalla dimensione vissuta nel momento presente dal soggetto.
Si può considerare come un punto di contatto tra il modo dell'indagine scientifica di carattere psicologico e la sfera accedente la dimensione trascendente.
* Nei bambini : un marcata mutevolezza dell'umore una incapacità a concentrarsi , persistenti stati ansiosi e allucinatori di carattere uditivo, o/e fobie , comportamenti aggressivi , o anche tentativi suicidari.
Nel caso dell'infanzia la diagnosi, già molto difficoltosa nell'adulto risulta vieppiù ancora più complessa in quanto tali sintomi si confondono in modo molto mimetico con la fenomenologia della crescita. Per cui essi a volte possono anche essere fisiologici ad uno sviluppo della prima infanzia in cui sia l'encefalo che l'intero sistema nervoso ancora in formazione ed in sviluppo può manifestare capacità sensive molto maggiori di quelle già sedimentate di un adulto. (Giovina Ruberti)


Conclusioni :

quello che si può concludere alla luce di quelle che sono le conoscenze in ambito scientifico del fenomeno della S.P.M., e che probabilmente il suo aspetto patologico rappresenta solo una parte della complessità di questo evento.
Probabilmente occorre fare un distinguo netto tra cause ed effetti di carattere neuropsicobiologico e quella che è invece la vita che le singole personalità (i parti di personalità) vivono ed agiscono una volta poste in essere in base ad un meccanismo di scatenamento.
Con ogni probabilità, secondo la nostra opinione, il fenomeno rappresenta un modo espressivo della mente umana che appare silente sino a quando un evento di varia natura lo pone in luce fornendogli l'imput per potersi esprimere. Le modalità con cui questa attività mentale si materializza possono essere patologiche, pericolose, danneggianti sia per il soggetto che ne è portatore che per gli altri , ma restano nell'ambito di una realtà "altra" che la dimensione mentale produce allo scopo di "adattarsi" a diverse, mutate o pericolose condizioni socio-ambientali. Potrebbe essere ascritto ad uno degli infiniti meccanismi di adattamento che la dimensione mentale definisce e che poi vive una vita autonoma e scissa da un'altra considerata "normale".
Definirla come uno dei tanti effetti di carattere schizofrenico appare forse riduttivo legando il concetto di "personalità multipla" unicamente all'universo clinico-patologico trascurando quello che è nella sua realtà effettiva. Un vero inquadramento di base sarebbe quello di vederlo come una complessa attività mentale di carattere "modulare" probabilmente un acronimo idoneo potrebbe essere A.M.M. (Attività Mentale Modulare ) o più semplicemente "comportamento modulare" considerando che nella quasi totalità dei casi le due o più personalità non interagiscono o agiscono in modo completamente opposto. Ergo i modelli sono sostanzialmente modulari ed interscambiabili a secondo delle situazioni ambientali, sociali e relazionali. Vi sono stati casi nei quali intere "famiglie" di "personalità modulari" vivono e convivono in una complessa armonia appunto perché totalmente differenti. Similarmente a quello che accade nei fenomeni neoplastici, in cui il tumore benigno o maligno si identifica come "entità parassitaria" o come anarchia cellulare rispetto all'ordine cellulare che rappresenta l'evoluzione vitale fisiologica di un organismo, il Comportamento Modulare appare come succedaneo rispetto alla personalità "ospitante" , la differenza fondamentale tra un fenomeno puramente bio-chimico come il cancro e una A.M.M., è che non sempre la personalità "ospitante" risulta essere egemone rispetto a quelle "parassitarie" spesso avviene il contrario ed è allora che insorge uno stato patologico, allorquando il soggetto che esprime questo fenomeno cessa di esistere per divenire unicamente una Personalità Multipla o, come la abbiamo definita precedentemente una Attività Mentale Multipla che può assumere sembianze distruttive, etero-aggressive, omicide o altro.
Sostanzialmente questo fenomeno psicofisico complesso nella sua genesi e ancora più complesso nella sua vita ci appare al limite tra il meccanismo difensivo di adattamento e lo stato patologico della vera schizofrenia psicotica. I due aspetti di questa realtà è che : uno risulta essere inquietante in quanto tutti ne siamo potenzialmente portatori ; l'altro, quello rassicurante è che all' occorrenza questo meccanismo ancora largamente sconosciuto può salvarci.

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