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PSYCHOMEDIA
Telematic Review
Sezione: MODELLI E RICERCA IN PSICHIATRIA

Area: Medicina e Psicologia


Cuore e comunicazione

Valeria Licata




Introduzione

Le malattie cardiovascolari costituiscono uno dei più importanti problemi di sanità pubblica, e in Italia rappresentano la prima causa di morte e la principale causa di inabilità nella popolazione anziana. Anche nel campo delle malattie cardiovascolari l’intervento del Servizio Sanitario Nazionale deve essere in primo luogo rivolto alla prevenzione.

Recenti ricerche hanno inoltre evidenziato come esperienze stressanti ed emozioni associate, fattori psicosociali, depressione ed ansia abbiano un importante ruolo nell’insorgenza, nel decorso e negli esiti della cardiopatia.

Di qui l’importanza nel promuovere azioni di informazione e comunicazione sull’importanza dell’adozione di stili di vita sani, di una corretta alimentazione, della riduzione della pressione arteriosa, dell’abolizione del fumo, del controllo della glicemia, dei lipidi e del peso corporeo. È inoltre necessario procedere all’individuazione precoce dei soggetti affetti da cardiopatia per prevenirne l’aggravarsi e il manifestarsi di eventi acuti.

D’altra parte il peso sociale ed assistenziale delle malattie cardiovascolari è notevolmente cresciuto, tanto che i Piani Sanitari Nazionali hanno sollecitato gli organi locali a sviluppare programmi di intervento nel tentativo di limitare un inevitabile aumento di morbilità e mortalità cardiovascolare.

Studi recenti hanno poi evidenziato che spesso soggetti che hanno subito un infarto (IMA) presentano, una volta dimessi, ansia e depressione, e circa la metà di essi ha difficoltà a modificare il proprio stile di vita con una maggiore incidenza di morte precoce, a differenza di coloro che non presentano tale fenomenologia.

Emozioni del paziente con infarto del miocardio acuto

E' un'idea ormai comune considerare l'influenza reciproca tra mente e corpo, infatti, essere convinti di avere il controllo sugli eventi della nostra vita e considerare in termini ottimistici e fiduciosi il futuro pare possa migliorare il funzionamento del sistema immunitario. In realtà siamo influenzati negativamente dagli eventi avversi più di quanto non lo siamo, positivamente, dalle circostanze felici.

L’infarto miocardico è, fra tutte le malattie, quella che maggiormente colpisce l'immaginario collettivo per il modo “improvviso” di presentarsi, spesso non preceduto da sintomi.

Il cuore è comunemente considerata la sede delle emozioni e degli affetti. Nel momento in cui sopraggiunge l'evento infarto, la vita del soggetto si divide in un “prima” e un “dopo”. Il prima è caratterizzato dalla vita di tutti i giorni che il soggetto normalmente conduce, il dopo da un disequilibrio emotivo che sarà tanto più forte quanto più il soggetto è consapevole della gravità della sua patologia.

In relazione alla personalità di base del soggetto si potranno verificare tre tipi di comportamento: regressione, negazione ed equilibrio.

Il soggetto che assume un comportamento di regressione pensa che non tornerà mai più come prima e che sarà un peso per i suoi cari, con conseguente irascibilità che si ripercuoterà tanto nel lavoro quanto in famiglia. Solitamente si tratta di soggetti ansiosi o con aspetti depressivi.

All'estremità opposta, invece, il soggetto che assume un comportamento di negazione tende a minimizzare la sua patologia, rifiutando di cambiare il proprio stile di vita. Negando l'accaduto mette così in atto una forma di autodifesa che gli permette di esorcizzare un'angoscia altrimenti intollerabile.

Tra i due opposti c'è una vasta gamma di situazioni intermedie in cui il soggetto accetta, seppur con una certa preoccupazione, la situazione, modificando il proprio stile di vita e accettando il supporto dei suoi familiare, assumendo così un comportamento di equilibrio.


Fattori di rischio psicosociale in cardiologia

Ricerche recenti hanno evidenziato come le emozioni e le esperienze stressanti, fattori psicosociali, ansia e depressione coinvolgano direttamente il cuore attraverso il sistema nervoso autonomo e indirettamente attraverso le vie neuroendocrine (Barsky, 2003).

La ricerca si è principalmente concentrata sul ruolo della depressione ed in minor misura su quello dell'ansia. In particolar modo è stato possibile evidenziare che l'insorgenza della depressione in soggetti sani può predire lo sviluppo della malattia cardiaca; inoltre la depressione è legata a problemi di ipertensione. Il rischio di mortalità in pazienti depressi è cinque volte superiore rispetto a soggetti che non presentano tale problematica.

Le probabilità che insorga un evento cardiaco aumentano in casi di depressione, inoltre aumenterebbe anche la mortalità.

La depressione può costituire oltretutto un fattore di rischio secondario, in quanto porterebbe l'individuo a non aderire alle prescrizioni mediche.

Ad avere un'influenza negativa sulla salute del cuore sono anche ansia e stress. Diversi studi mostrano un aumento di morbilità e mortalità per cause cardiache in soggetti ansiosi e in casi di stress.

Gli effetti dello stress variano a seconda della durata e dell’intensità. Se prolungato, infatti, lo stress causa il rilascio di cortisolo che aumenterebbe la pressione, gli acidi grassi, lo zucchero e fattori coagulanti nel sangue elementi, questi, che aumenterebbero il rischio di cardiopatie.


Il progetto psico-cardio

A tal fine l’Unità Operativa di Psicologia Clinica e Formazione Psicodinamica Ds 51 Asl Napoli Centro, in collaborazione con l’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC) del Presidio Ospedaliero “Santa Maria di Loreto Mare” di Napoli ha articolato un progetto finalizzato ad offrire un supporto psicologico e di confronto tra pazienti con pregresso recente IMA al fine di prevenire manifestazioni di disagio psicologico.

Il progetto ha avuto inizio nel marzo 2008, dopo una lunga fase di elaborazione del progetto stesso costituito da un lavoro teorico e di ricerca nel quale sono state utilizzate le pregresse conoscenze inerenti la costituzione di gruppi, il percorso e le caratteristiche dei gruppi di self-help, le teorizzazioni sul supporto psicologico, nonché le produzioni forniteci dalla psicoanalisi dei gruppi.

Il lavoro qui condotto che rientra nel campo della Psicologia della Salute, ha la finalità di consentire agli utenti che vi prendono parte di acquisire maggiori informazioni circa la propri patologia, le misure da adottare per svolgere uno stile di vita sano, ma soprattutto si cerca di creare uno spazio di riflessione in cui ciascun membro possa esprimere le proprie emozioni ed i propri pensieri. Tutto questo rientra nel campo della riabilitazione intesa non solo rivolta al versante fisico, ma anche verso l’individuo nella sua totalità, nella consapevolezza che non esiste alcun confine netto tra mente e corpo.

A condurre tale lavoro sono la dott.ssa Valeria Licata, psicologa dell’UOPC NA Centro, il dott. Luigi Irace, cardiologo presso il P.O. “Loreto Mare”, e due psicologhe volontarie, la dott.ssa Elvira Balzano e la dott.ssa Sandra Perrotta.

Il gruppo è caratterizzato da una decina di componenti, in prevalenza di sesso maschile. I partecipanti si differenziano per estrazione sociale, livello di istruzione ed esperienze lavorative, mentre ad accumunarli è un pregresso recente IMA.

Gli incontri di gruppo avvengono con cadenza quindicennale presso l’UOPC ed hanno la durata di un’ora e mezzo.

Durante gli incontri con il gruppo ci si è soffermati su svariate tematiche di interesse, quali:

  1. Fattori di rischio di malattie cardiovascolari.

  2. Adozione di uno stile di vita sano: a)Importanza dell’esercizio fisico b)Alimentazione c)Eliminazione dell’abitudine tabagica.

  3. Fattori di rischio psicosociale.

  4. Ansia, depressione e cardiopatia.

  5. Sessualità e cardiopatia.

  6. Disfunzione erettile.

  7. Vissuti e stili comportamentali che accompagnano l’infarto.

  8. Coping e cardiopatia.

Nel gruppo ciascun membro ha potuto esprimere i propri dubbi, le proprie perplessità e porre domande circa la propria patologia.

Il gruppo ha potuto così usufruire di uno spazio di contenimento e di elaborazione dei vissuti e delle ansie relativi all’IMA stesso. L’esperienza di gruppo, infatti, offre, ai soggetti che ne prendono parte, la possibilità di confrontarsi con persone che hanno la stessa patologia. Ciascuno attraverso il racconto della propria esperienza può condividere le proprie paure ed i propri vissuti in un clima di condivisione e di ascolto. Superando le differenze sociali, lavorative e individuali, l’evento infarto sembra funzionare da “collante” e base dello scambio e del confronto tra i partecipanti.

 

Riferimenti bibliografici

Barsky, A.J. (2003). Aspetti psichiatrici e comportamentali della patologia cardiovascolare. In Braunwald, E., Zipes, D.P., Libby, P., editors. Malattie del cuore. Trattato di medicina cardiovascolare. Vol. 2. Milano: Elsevier.

Frasure-Smith, N., Lesperance, F., Talajic, M. (1995). The impact of negative emotions on prognosis following myocardial infarction: is it more than depression. Health Psycology.

Gassner, L.A., Dunn, S., Piller, N. (2002). Patients’interpretation of the symptoms of myocardial infarction: implications for cardiac rehabilitation. Intensive and Critical Care Nursing.

Heart health (2004). The effects of stress on the body, expecially the heart. Available on line at: http:// www.ahsc.health.nb.ch/hearthealth/stress.shtml.

Kantzas, P., (1996). Infarto del miocardio: categorie di reazione e adattamento post infartuale. Pisa: Edizioni.

Lazarus, R., (1966). Psychologichal stress and the coping process. New York: McGraw-Hill.

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