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Psicoanalisi



Il mondo attuale e la soggettività: una provocazione per lo psicoanalista

Marcio de Freitas Giovannetti

Presidente della Sociedade Brasileira de Psicoanalise de Sao Paulo



Cos’è il mondo attuale? Difficile da definirsi, questo mondo. Ma la parola attuale ci colloca rapidamente al centro della problematica odierna. In quale momento é cominciata qualcosa che si può definire“ mondo attuale”? Nel momento dell’ assassinio dell’ arciduca in Sarajevo? Nella rivoluzione russa? Nell’incendio del Reichstag? Nell’attacco a Pearl Harbour? Nella bomba di Hiroshima? Nell’arrivo dell’ uomo sulla luna , coincidente con la rivoluzione sessuale dell’Occidente ed i movimenti femministi? Nella conquista dello spazio cibernetico? Nella caduta del muro di Berlino? Nella globalizzazione economica? Nella clonazione della pecora Dolly? Nell’11 settembre del 2001?
Se c’è qualcosa che permane, oggi, nel nostro mondo, é l’idea del dopo. Tutto il resto sembra essere estremamente provvisorio. La parola attuale pare significare oggi, solo oggi. Qui ed ora.
Oppure, per meglio dire, semplicemente adesso, perchè la propria idea di “qui” é assolutamente discutibile dalla prospettiva di chi sta navigando in Internet oppure è connesso al suo apparecchio televisivo. Notte e giorno sembrano essere cose d’altri tempi, con tutte le conseguenze che ciò comporta per l’animale umano, sognatore e dipendente dai suoi sogni, così come ha dimostrato Freud all’inizio del secolo passato. Non a caso, viene fuori qualcuno come Paul Virilio, uno studioso della velocità che, lavorando con le questioni correlate alle catastrofi, finisce per creare il concetto di estetica della sparizione per caratterizzare la prospettiva di questo momento storico. In una parola, potremo dire che quello che c’è di più caratteristico nel mondo di oggi é la sparizione della permanenza. Tutto si volatilizza, tutto é scarto. Ma, paradossalmente, c’è un aumento della aspettativa del tempo della vita umana. Quanto più tempo vive l’ uomo, tanto minore è il tempo di ognuna delle sue cose, siano esse artefatti, produzioni culturali oppure concetti scientifici. Ciò è strano, l’ uomo...
C’è,in realtà, qualcosa che si avvicina ad una idea, ad una definizione di mondo attuale: é il mondo dove l’uomo si fa artefice. Si comincia a scrivere il Nuovissimo Testamento...
Per questo proliferano le nuovi religioni. Per questo assistiamo ad una riaffermazione fondamentale delle antiche. Per questo appaiono giornalmente nuovi profeti, sia che seguano la moda antica oppure siano mascherati da idoli televisivi o da filosofi della post-modernità. Quando Walter Benjamin contrappose la notizia data dal giornale alla narrativa storica, non aveva la minima idea di che cosa sia oggi il resoconto giornalistico, comparato ai notiziari dal vivo delle nostre televisioni, o alle notizie dell’ultima ora che riceviamo via Internet, esso diventa quasi un classico dal momento che ha la durata di ventiquattro ore. In pochi minuti, creiamo e distruggiamo un pezzo di questo nuovo mondo, che è ammirabile come lo ha definito Huxley. Ma solo ammirabile: e cioè un miraggio impossibile da usufruire e digerire. Un mondo di allucinazioni: atte solo a soddisfare i desideri e le necessità di un breve periodo di tempo.
Da questo punto di vista, causa la stessa sorpresa che le Torri Gemelle siano durate tre decadi: trenta anni é sempre un tempo troppo lungo per tutte e per qualunque allucinazione. No, la cartolina postale di New York non sarà mai più la stessa dopo l’11 settembre del 2001. Ma c’è comunque bisogno di enfatizzare che sarà solo una cartolina postale? Mai, mai incontreremo nella vita reale immagini di cartoline postali; questo già lo sapevamo. Esse sono sempre più brutte, sempre più dure dei nostri sogni; compreso il più grande dei sogni:quello del progresso e dello sviluppo culturale. Bisogna sempre discutere le facciate dei sogni, come ci aveva avvisato Freud. Abbiamo sempre da vedere il loro rovescio. Anzi, c’è sempre il loro ombelico, quel punto nel quale la loro capacità rappresentativa della vita di ognuno di noi si perde nella vita gruppale, e oltre nella vita della specie. Animale strano l’uomo! Questo bipede che appoggia una gamba nel suo narcisismo e l´altra nel suo socialismo, una nella sua ontogenesi e l´altra nella sua filogenesi, che ha iniziato la sua vita in un ambiente acquoso e la continua in un ambiente terrestre. Ma sempre, sempre mirando al cielo, luogo delle certezze.
Un duro svegliarsi da tutti i nostri sogni evasivi ci fu dato vivere dopo l’11 settembre 2001. Il luogo: il mondo attuale. New York é stata appena l’indirizzo della facciata. Come credere ancora negli indirizzi quando non ci sono più frontiere geografiche, oppure quando tanto il concetto di frontiera quanto quello di geografia sono in discussione? Senza dubbio, le immagini che tutte le televisioni del mondo mostravano in quel giorno o in quella notte in qualunque luogo si vivesse, erano di New York. Ma erano anche e prima di tutto, le immagini sequenziali di due aerei che cozzavano con due edifici notevoli. Come il contrario di un parto di gemelli, dove appare prima uno e dopo l´altro, qui si trattava della sparizione di un gemello e dopo dell’altro. E’ stata la sequenza iniziale del film 2001: Odissea nello Spazio, filmata al contrario. Nel film di Kubrick, girato alla fine degli anni 60, l´anno de 2001 fu rappresentato dalla trasformazione di una osso, lanciato in alto da un macaco, in una nave spaziale. L´anno 2001 reale fu rappresentato con la trasformazione di una nave in una arma di guerra. E il fondo musicale non era Strauss. Erano voci di giornalisti che oscillavano da un tono di incredulità ad uno di drammaticità, da un tono di indignazione ad uno di innegabile piacere in quanto raccontavano un fatto storico, da un tono di perplessità ad uno di banalizzazione dell’accaduto: il vociare umano nell’ anno 2001 non era molto differente dalle emissioni sonore dei macachi che all’inizio della civilizzazione si sono imbattuti nel monolito nero del film di Kubrick. Il contrasto: lì e in quel momento si trattava della nascita della civiltà. Adesso si tratta del confronto esplosivo delle nostre culture. Mai era stato tanto evidente quanto adesso che tutte le monete hanno due facce...
Meno di un mese dopo, nuove immagini tanto stupefacenti quanto quelle: in un pomeriggio di domenica o all’alba di lunedì, a secondo di dove si trovasse lo spettatore, era possibile vedere i chiarori provocati dai missili da due milioni di dollari cada uno che esplodevano sopra un terreno desertico, roccioso. Molto simile al terreno filmato da Kubrick nell´anno zero della civiltà. Nell’ anno 2001, i chiarori delle bombe facevano solo un fondale. Come il visore a riposo dei nostri computer. In primo piano, le immagini di un reporter o di un capo di stato o di uno specialista in politica, in economia o in guerre. Mai é stato tanto evidente come adesso che l’uomo é come una roccia che resiste sempre alla castrazione simbolica. E che per questo si mutila sfrenatamente, essendo ancora la più letale delle armi di guerra, la più efficiente delle armi, sia egli un occidentale o un orientale, fondamentalista religioso o ateo.
La prima bomba atomica, giocata sopra due città gemelle, Hiroshima e Nagasaki, nel 1945, ha chiuso tutte le guerre. Solo che le radiazioni emesse sono state l’inizio di un nuovo stile di violenza che si è manifestato in diverse forme, in differenti luoghi segreti, in differenti registri, differenze queste che dipendevano solo dal tempo di incubazione e dalla natura del mezzo contaminato. Questa mancanza di attenzione che Alain Resnais ebbe, all’inizio degli anni 60, nel chiamare il suo più polemico film Hiroshima Mon Amour, spingendoci a tutti noi con la giustapposizione delle parole Hiroshima e amore, significanti antitetici e allo stesso tempo rivelatori di una nostra estetica e di una nostra etica moderne: quelle nelle quali l’87% di una popolazione civile eleggono in modo non equivoco il loro governatore, quando quell’uomo semplicemente stringe il grilletto, in una risposta manichea che consolida la efficacia dell’attentato. Della stessa forma che il macaco che aveva trasformato un semplice osso in uno strumento di guerra e il potere lo sollevò alla categoria di Padre Primevo, nella ricostruzione di Kubrick dell’inizio della umanizzazione. Di fatto, tutte le monete hanno due facce in questa Terra rotonda e insicura...
In questo mondo attuale, del Nuovissimo Testamento, tutto é provvisorio. E’ solamente permanente la miseria umana. Strano animale uomo: camminando sempre in cerchi, senza direzione, esplodendo rocce e paesi, esiliato da tutte le frontiere, esponendo le sue ferite senza nessun pudore, trovando sempre una forma per trasformare il suo maggiore bene, le sue culture, in arnesi di guerra e di terrore. C’è solo una parola per nominare il nostro sentimento davanti alla nostra propria immagine: perplessità. Poco ci servono adesso i nostri trattati di psicopatologia. Come parlare di sanitá e pazzia in questo qui e ora? Neanche sono di grande aiuto i nostri trattati legali, i nostri codici giuridici. Come legiferare sopra la famiglia e la parentela oppure sopra le donazioni di organi di un individuo all’ altro, è una questione riservata agli avvocati e giudici di tutto il mondo. Senza parlare del dibattito intenso che gira intorno alle clonazioni... La schiavitù ha assunto altre forme: a chi appartiene un determinato corpo umano é la questione centrale emergente in questo momento nel quale già certi organi possono essere sostituiti. Oppure venduti. Quando l’utero di una donna puó essere utilizzato per ricevere embrioni fecondati “in vitro” o essere creati da una cellula epidermica.
Quale è la soggettività per il secolo XXI? Se all’inizio del secolo XX, Freud ha scandalizzato il mondo scientifico nel descrivere l’ uomo mosso dalle sue passioni inconsce, teorizzando il soggetto desiderante ed accentuando la natura traumatica della sua sessualità e della sua identità, é di oggi fondamentale che lo psicoanalista possa ripensare, partendo dal contesto attuale, la soggettività emergente in questo nuovo secolo. Come si situa la teoria dei sogni classica quando la piu naturale delle frontiere, quella tra il giorno e la notte, non esiste per Internet? Come collocare la problematica della identità e del soggetto quando le frontiere geografiche si dissolvono nello spazio cibernetico? L’appiattimento dell’immaginario dovuto al eccessivo bombardamento immaginifico al quale tutte le persone sono sottoposte configura il trauma del nuovo soggetto: non più sessuale, il trauma fondatore della nuova soggettività é l’informazione. Se 100 anni fa il l’attenzione della Psicoanalisi era centrato sulla seduzione traumatica costitutiva del soggeto, oggi è necessario che si collochi nell’impatto traumatico provocato dalle immagini mediatiche nella costituzione intera del soggetto. Se Anna Arendt ci avvertiva a metà del secolo XX della “banalizzazione del male”, l’avvertimento che deve essere lanciato ora é la banalizzazione “ tout court ” con la assenza delle frontiere e con la inondazione immaginifica, lo spessore e la densità necessarie alla costituzione di una identità individuale e privata sparisce nella stessa proporzione nella quale la velocità dei cambi è avvenuta tra il mondo esterno ed il mondo interno..
Pertanto, non è da sorprendersi che i corrispondenti clinici attuali della nevrosi di prima siano la anoressia, la bulimia, la depressione diffusa e la indecisione di scelte di vita. Tutto ciò denunciando che i meccanismi di cambio tra l’interno e l’esterno sono disturbati o impossibilitati ad esistere.
Noi, psicoanalisti, abbiamo qualche esperienza nel lavorare con la provvisorietà dei concetti, con il qui e ora, nel quale né qui é necessariamente il luogo dove stiamo né ora é il tempo segnato sul calendario. Pertanto, é ora che noi usciamo dai nostri studi per portare un poco della esperienza lì acquisita nel mondo esterno. Non per diagnosticarlo, né tampoco per curarlo. Ma per tentare di pensarlo. Insieme con gli altri rami della umanità. Visto che mai é stata tanto evidente quanto adesso la stranezza degli uomini e del mondo.

(Traduzione dal portoghese di Lavinia Giampa’ Scheibel)


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