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PSYCHOMEDIA
RISPOSTA AL DISAGIO
Nuove Dipendenze



La ricerca-intervento e la prevenzione

di Laura Pavia* e Roberta Campo**



Indagini e ricerche condotte negli ultimi dieci anni sulla condizione giovanile hanno registrato un aumento di diffusione dell'uso di stupefacenti tra gli adolescenti e i giovani. Le cosiddette nuove droghe non sono in sé una scoperta delle generazioni di fine millennio, in quanto si tratta in genere di sostanze largamente conosciute da tempo e usate dalle generazioni precedenti all'interno di precisi setting culturali e situazionali. Quello a cui si è assistito nell'ultimo decennio è una riappropriazione di tali sostanze che passa attraverso una ridefinizione delle finalità dell'assunzione all'interno di un clima generale in cui il parametro della performance e della velocità è diventato un valore a sé stante.
Le nuove generazioni all'interno di una serie di tendenze evolutive in cui viene massimizzata la ricerca del rischio, stanno elaborando modalità d'assunzione di farmaci e stupefacenti diverse rispetto a quanto fatto dalle altre generazioni. Tali modalità sono caratterizzate tra l'altro, nel nostro come in altri paesi europei da alcuni importanti cambiamenti che vanno tendenzialmente in due direzioni: da una parte un allargamento della diffusione del consumo di cannabis così come di alcool, specie tra gli adolescenti delle grandi aree urbane del nord, dall'altra la poliassunzione è caratterizzata da un uso delle sostanze in base agli effetti che di volta in volta vogliono essere raggiunti e che ha un forte legame con specifici luoghi di assunzione.

La ricerca

Obiettivo della ricerca-intervento "Discoteche, Alcool e Nuove Droghe: quale relazione?" era quello di ricavare una buona conoscenza del fenomeno nel territorio trapanese sia per ciò che riguarda l'incidenza del fenomeno stesso (aspetti quantitativi) che per ciò che riguarda le dinamiche individuali e relazionali che favoriscono/iniziano l'uso/consumo/abuso di sostanze psicotrope e in particolare di sostanze di sintesi (aspetti qualitativi).
I risultati dello studio sono serviti da un lato a definire un percorso informativo, conoscitivo e formativo sulle tematiche relative ai nuovi consumi, rivolto in via prioritaria a referenti degli enti pubblici e del privato sociale che operano nella provincia di Trapani, dall'altra per porre le basi per una futura programmazione di interventi preventivi mirati alle reali esigenze e commisurati alle conoscenze dell'universo indagato che sia predisposta e attuata dagli stessi referenti che operano nel territorio di riferimento.
Data la complessità dei dati raccolti, per ragioni espositive in questa sede affronteremo nello specifico
La ricerca condotta da un'equipè di studiosi del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Palermo in collaborazione con la Cooperativa Fenice di Palermo e la Prefettura di Trapani ha cercato di riscontrare il trend che caratterizza i consumi di sostanze così come gli stili di vita, di giovani del territorio trapanese mediante l'uso di un questionario costruito ad hoc.

L'obiettivo del lavoro si è posto su due piani:
* Analizzare in maniera approfondita come si articola e che caratteristiche assume il consumo di sostanze psicoattive nel territorio;
* Approfondire alcuni elementi di conoscenza potenzialmente utili per una futura fase di progettazione di interventi preventivi nella provincia in questione.

Con tali obiettivi è stato messo a punto un questionario orientato a dare informazioni sufficientemente attendibili riguardo alle seguenti aree:
- Dati socio-anagrafici: sono state raccolte poche ed essenziali informazioni che hanno avuto come obiettivo l'inquadramento socio-anagrafico dei soggetti intervistati.
- Tipologia e frequenza dei consumi: tale area ha indagato più direttamente il consumo di sostanze con lo scopo di quantificare la loro diffusione e frequenza.
- Percezione di pericolosità e conoscenza dei rischi e degli effetti connessi all'uso di sostanze psicoattive: tale area ha cercato di verificare la correlazione tra il livello di informazione posseduta e la consapevolezza della pericolosità del consumo di sostanze psicoattive sulla base dell'idea che non sempre un buon livello di informazione dei rischi si traduce in un'adeguata percezione di pericolosità e in comportamenti adeguati.
- Autovalutazione del proprio livello di informazione e rilevazione di eventuali bisogni informativi: tali domande hanno cercato di indagare la qualità e le fonti delle informazioni possedute dal soggetto, dando la possibilità di esprimere l'esigenza di ulteriori approfondimenti.
- Orientamento valoriale: questa area raccoglie cinque domande volte ad indagare le possibili correlazioni, e le caratteristiche che esse assumono,tra orientamento valoriale e diverse modalità di consumo di sostanze psicoattive.

Metodologia

Il questionario è stato precedentemente testato su 20 giovani appartenenti al target di riferimento, individuati nella fascia d'età che va dai 15 ai 30 anni.
La durata media dell'intervista è stata di 15-20 minuti circa. Il gruppo di intervistatori è stato composto da 17 giovani studenti universitari opportunamente addestrati all'uso del questionario.
La somministrazione è stata effettuata nei luoghi di ritrovo notturni, con la collaborazione dei gestori dei locali ottenuta grazie ad un precedente accordo con il SILB, individuati attraverso un lavoro di mappatura del territorio svolto dagli intervistatori, mediante l'uso di una griglia osservativi, costruita ad hoc, che ha consentito l'acquisizione di tutta una serie di informazioni utili sui locali (da chi sono frequentati, quali le sostanze più utilizzate) e ha permesso quindi la selezione stessa dei luoghi di ritrovo in cui andare a somministrare il questionario. La collaborazione con il SILB e con i gestori è apparsa inoltre particolarmente produttiva ed efficace, in quanto potrebbe avere un utilità strategica nell'elaborazione e futura strutturazione di interventi preventivi sul territorio. Sono stati somministrati circa 500 questionari a un target di soggetti che dichiaravano di consumare sostanze psicoattive.

Analisi dei dati

I dati sono stati sottoposti ad elaborazione statistica. Del gruppo dei soggetti intervistati il 67% era composto da maschi, il 33% da femmine, con una età media compresa tra i 16 e i 27 anni. Dai risultati è emerso che riguardo alle sostanze considerate la modalità prevalente tra i soggetti intervistati è il policonsumo; oltre ad un uso abituale e diffuso di alcool, superalcolici e cannabinoidi, si registra una discreta diffusione del consumo di cocaina.
Per la verifica dell'ipotesi di partenza sono stati creati due sottogruppi di soggetti:
* i policonsumatori che fanno uso di cannabinoidi e superalcolici almeno una volta a settimana e che almeno una volta al mese consumano lsd, ecstasy o cocaina e che rappresentano il 39% del gruppo di riferimento.

* I consumatori leggeri che rappresentano il 22% dei soggetti intervistati individuati tra coloro che fanno uso esclusivamente di cannabinoidi, alcool e superalcolici e che non fanno mai fatto uso di altre sostanze.


Le differenze tra le due tipologie hanno in linea di massima consentito la verifica delle due ipotesi di partenza:

1) Sono emerse differenze significative relativamente alle correlazioni tra consumo,informazione e percezione del rischio. I soggetti policonsumatori risultano, sulla base dei punteggi ottenuti al questionario di informazione, essere maggiormente a conoscenza relativamente ai rischi e agli effetti delle sostanze psicoattive rispetto ai consumatori "leggeri" che pur essendo meno informati percepiscono come più pericoloso l'uso di alcune sostanze.

2) Tra i policonsumatori e i consumatori "leggeri" si riscontrano inoltre delle differenze statisticamente significative riguardo all'orientamento valoriale e al livello di soddisfazione. Si registrano inoltre differenze rispetto alla propensione al rischio che per i soggetti policonsumatori si declina spesso sul versante di comportamenti antisociali o di illegalità.

Commento ai dati

I risultati emersi, che saranno oggetto di ulteriori analisi, consentono in luce due tematiche che a nostro avviso appaiono di particolare importanza per la progettazione di interventi preventivi.
- Relativamente al rapporto informazioni/comportamenti preventivi se da un lato sono spiegabili razionalmente, poiché ci si informa di più su qualcosa che interessa o ci coinvolge, dall'altro mettono in luce l'importanza di interventi informativi mirati riguardo al target e ai contesti di consumo.
- Per quanto invece concerne la propensione al rischio tali comportamenti appaiono essere spesso in rottura con la cultura dominante sembra quindi essere utile portare avanti interventi preventivi meno mirati sulle droghe e sull'informazione sugli effetti collaterali. Al contrario, sembrerebbe più opportuno incentrare le proprie azioni all'interno dei contesti quotidiani di aggregazione giovanile.



* Laura Pavia, dott.ssa in Psicologia
** Roberta Campo, dottoranda di ricerca in Psicologia Generale e Clinica presso l'Università degli Studi di Palermo


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