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PSYCHOMEDIA
RISPOSTA AL DISAGIO
Anoressia e Bulimia




Risultati preliminari di uno studio correlativo tra Stroop Interference Task e perfusione cerebrale nell'anoressia nervosa

Antonio Maria Ferro 1, Andrea Brugnolo 2, Caterina De Leo 2, Barbara Dessi 2, D. Nicola Girtler 2, Silvia Morbelli 3, Flavio Nobili 2, Davide Sebastiano Rossi 2, Maria Falchero 1, Giovanni Murialdo4, Paolo M. Rossini5, Claudio Babiloni 5, Rodolfo Schizzi 6, Riccardo Padolecchia 6, Guido Rodriguez 2



SOMMARIO

Lo scopo di questo studio preliminare è investigare il substrato fisiologico delle funzioni esecutive nell’anoressia nervosa (AN) attraverso lo studio delle relazioni tra la perfusione cerebrale valutata con la SPET (Tomografia ad Emissione di Singolo Fotone) e la prova di Interferenza del Test di Stroop (ITS). Metodo: la prova di interferenza ITS e la SPET sono state valutate in 16 donne anoressiche (età media: 23.69 +8.68 anni; indice di massa corporea medio: 16.19+1.53 kg/m2). La correlazione tra i due esami è stata valutata con il programma Statistical Parametric Mapping (SPM 99) con una soglia statistica p = 0.001.
Risultati: il punteggio del ITS è risultato sotto la norma o borderline nel 25% dei casi; una correlazione significativa tra il punteggio del ITS e la perfusione cerebrale è stata trovata nel giro frontale superiore di entrambi gli emisferi (l’area di Brodman 6 (BA6) di entrambi gli emisferi e quella 8 (BA8) nell’emisfero di destra); al contrario non sono state trovate correlazioni significative nel giro cingolato anteriore. Discussione: le aree BA 6 e BA 8 e il giro cingolato anteriore sono ritenute essere aree coinvolte nei processi di riconoscimento e correzione dell’errore nei processi cognitivi
I risultati qui ottenuti mostrano che nei pazienti con AN l’attività della BA 6 e della BA 8 è correlata con il punteggio ottenuto al ITS. La mancanza di correlazione tra la perfusione del giro cingolato anteriore e il punteggio al ITS potrebbe dipendere da una particolare condizione di ipometabolismo nell’AN così come è stata dimostrata nella depressione, nella schizofrenia e nell’astinenza da sostanze d’abuso, caratterizzate proprio dall’alterazione delle funzioni esecutive.
I risultati ottenuti debbono essere considerati alla luce di alcuni limiti, come l’assenza di un gruppo di controllo, l’impossibilità di controllare alcune importanti variabili come comorbidità psichiatrica, la presenza di diversi farmaci, i diversi intervalli di tempo tra gli esami ed in ultimo l’ancora piccolo numero di soggetti esaminati.


INTRODUZIONE

Gli studi di neuroimaging funzionale (Herholz et al.,1987; Krieg, Holthoff, Schreiber, Pirke, & Herholz K., 1991; Nozoe et al., 1995; Delvenne et al., 1995, 1996; Kuruoglu et al, 1998; Delvenne, Goldman, De Maertelaer & Lotstra, 1999; Takano et al., 2001) e di neuropsicologia (Jones, Ducan, Brouwers, & Mirsky, 1991; Kingston, Szmulker, Andrewes, Trees, & Desmond, 1996; Lauer, Gorzewski, Gerlinghoff, Backmund, & Zihl, 1999; Fassino et al., 2002; Moser et al., 2003) hanno mostrato un danno delle funzioni cerebrali nell’Anoressia Nervosa (AN). La disfunzione cerebrale sembra essere più grave durante la fase di dimagrimento (Szmukler et al., 1992; Delvenne et al., 1996, 1995, 1999; Kuruoglu et al., 1998; Lauer et al., 1999; Moser et al., 2003), sebbene le alterazioni funzionali (Green, Elliman, Wakeling, & Rogers, 1996; Kingston et al., 1996) e morfologiche (Katzman, Zipursky, Lambe, & Mikulis 1997; Lambe, Katzman, Mikulis, Kennedy, & Zipursky 1997) possano persistere anche durante la fase di recupero del peso corporeo.
La mancanza di una stretta correlazione tra i punteggi ottenuti alle prove neuropsicologiche, il Body Mass Index (Indice di massa corporea:BMI) (Szmukler et al., 1992; Lauer et al., 1999; Moser et al., 2003) e le modificazioni nel contenuto cerebrale di alcuni neuropeptidi e di neurotrasmettitori, come la serotonina, dopo un recupero del peso anche di lunga durata, fa intravedere la possibilità che nella patogenesi dell’AN possano essere coinvolti fattori biologici indipendenti dal grado di dimagrimento. (Walsh & Devlin, 1998; Barbarich, Kaye & Jimerson, 2003).
Nell’ AN è stata riscontrata, utilizzando la Tomografia da Emisione di Singolo Fotone (SPET), ipoperfusione e ipometabolismo in differenti aree corticali quali quelle fronto-temporali, limbiche, frontali e nella corteccia cingolata anteriore (Naruo et al., 2001; Takano et al., 2001). Questi dati perfusionali sono stati confermati anche dall’ipometabolismo messo in evidenza da studi condotti con la Tomografia ad Emissione di Positroni (PET) (Delvenne et al., 1995). In accordo a questi risultati, la grande varietà di modificazioni cognitive riportate nell’AN, che vanno dal deficit attenzionale a differenti alterazioni nella soluzione di problemi e nella flessibilità cognitiva, sembrano indicare con forza una disfunzione delle funzioni esecutive e quindi principalmente un coinvolgimento dei lobi frontali. (Fassino et al., 2002; Spinella & Lyke, 2004).
Uno dei test neuropsicologici più utilizzati per ottenere una valutazione dell’attenzione coinvolta in compiti di interferenza ed inibizione è lo Stroop test nella sua forma classica (Barkley, 1997; Zajano, & Gorman, 1986). Questo esplora essenzialmente le funzioni che sono controllate dalla corteccia frontale.
Recentemente è stato dimostrato che il punteggio ottenuto in diverse prove di interferenza è correlato alla perfusione/metabolismo frontale. Queste evidenze derivano da un largo numero di esperienze condotte in soggetti normali valutati con la SPET o con la PET mentre eseguivano il test di interferenza (una prova dello Stroop test) e che hanno mostrato una importante attivazione nel giro cingolato anteriore (SPET: Audenaert et al., 2001; PET: Pardo, Pardo, Janer, & Raichle, 1990; Bench et al., 1993) come pure nella corteccia frontale e prefrontale di entrambi i lati. (SPET: Audenaert et al., 2001).
A partire da questi dati si ipotizza che una disfunzione cerebrale delle aree frontali possa essere presente nell’AN. E’ stato quindi programmato uno studio prospettico per valutare il substrato fisiologico delle funzioni esecutive in un gruppo consecutivo di pazienti con AN ricoverate in una struttura idonea durante la fase di recupero del peso corporeo.
Il metodo adottato nello studio presente, i cui dati qui esposti sono preliminari, è stato quello di correlare il punteggio alla prova di interferenza dello Stroop test con i dati della perfusione cerebrale ottenuti con il metodo SPET. La correlazione è stata valutata con l’approccio statistico del programma Statistical Parametric Mapping (SPM), metodo normalmente utilizzato proprio allo scopo di ottenere confronti statistici e dati correlativi basati sull’analisi dei singoli voxel il quale consente di studiare la relazione tra la variabile in esame (in questo caso il punteggio del test di interferenza) e la distribuzione dei conteggi di perfusione nell’intero volume cerebrale.


METODI

Pazienti.
Il presente studio è riferito ad un primo gruppo di pazienti con AN ricoverate presso il reparto dei Disordini Alimentari (Dipertimento di Salute Mentale, Pietra Ligure, Savona, Italia) e reclutate dall’inizio dello studio (Luglio 2003) fino al Maggio 2004. In questo reparto specializzato nella cura dei disordini alimentari, le pazienti sono normalmente ammesse nella fase acuta e vengono sottoposte ad un programma terapeutico teso ad ottenere una “adeguata” alimentazione attraverso l’uso di strumenti psicoterapeutici e del supporto, se necessario, di psicofarmaci in accordo con le linee guida del National Collaborating Centre of Mental Health (2004).
Nella Tabella 1 sono riportate le principali caratteristiche clinico-fisiologiche delle pazienti esaminate a tutt’oggi.
Tutte le pazienti sono state sottoposte ad una esame diagnostico completo secondo gli standard correnti (DSM IV-TR). Inoltre sono stati effettuati tutti gli accertamenti comunemente utilizzati in questa patologia ossia gli esami, internistico, neurologico, ematochimici e dell’urina. In questo gruppo inoltre è stato effettuato un esame neuropsicologico ed uno studio neurofisiologico valutando sia l’elettroencefalogramma (EEG; con tecnica ispettiva e quantificata) che la perfusione cerebrale valutata con un esame di captazione cerebrale tramite SPET.
Il progetto dello studio è stato approvato dalle competenti autorità locali, dopo un’ attenta valutazione sulle condizioni generali delle pazienti che essendo amenorroiche potevano sottoporsi a tutti gli esami dello studio senza rischi rilevanti. Inoltre alle pazienti veniva illustrato lo studio e sottoscrivevano un consenso informato, in accordo con quanto dettagliatamente specificato nella dichiarazione di Helsinki (1964-2002).
Il gruppo in esame consiste di 16 donne di età compresa tra 14 e i 40 anni (media 23.69 ± 8.68) ed una scolarità compresa tra gli 8 e 18 anni (media 12.5 ± 3.2). Il BMI al momento dell’ammissione in ospedale andava da 10.88 a 17.5 (media: 14.72 + 1.84).
Le pazienti sono state sottoposte ad un programma di adeguata alimentazione dal momento dell’ammissione in ospedale per almeno 15 giorni prima di effettuare le valutazioni SPET/neuropicologiche per evitare gli effetti dovuti alla fase acuta di dimagramento. Essenzialmente per problemi legati alla logistica, trasferimento dall’Ospedale di Pietra Ligure al Servizio di Neurofisiologia Clinica dell’Università nell’Ospedale di San Martino, la SPET e l’esame neuropsicologico sono state effettuate in giorni differenti (la distanza tra i due esami era compresa tra 5 - 40 giorni, media: 13.69 + 10.16) mentre la distanza dall’ammissione tra l’ammissione in ospedale e gli esami in media era di 28.47 + 12.3 giorni.
La variazione di BMI è stata inserita nell’elaborazione statistica come variabile confondente. Infatti per ogni paziente è stato valutato il BMI medio calcolando il valore del BMI alla valutazione neuropsicologica e quello presente all’esame SPET (il range era: 12.9-18.4; media: 16.19 + 1.53).
Il recupero del peso corporeo all’esame SPET è risultato compreso tra il 4.1% e il 20.6% (media: 12.2 + 5.3), per quanto concerne il giorno della valutazione neuropsicologica il recupero variava dal 2.6% al 15.8% (media: 6.5 + 5.2)
Per quanto concerne la terapia farmacologica si riportano di seguito in sintesi le sostanze che sono state somministrate regolarmente durante il periodo dello studio: benzodiazepine orali (pazienti n:. 1, 2, 5, 7, 11, 12, 15, 16); Inibitori Selettivi del Reuptake della Serotonina (pazienti n:. 3, 4, 11, 15, 16); antidepressivi triciclici (paziente n: 4).

Tabella 1

Sogg

Età

Anni

Educ.

Anni

BMI medio

(Kg/m2)

 

AN

tipo

Età del primo episodio di AN

Durata del corrente episodio di AN

Episodio Bulimico

Comorbidità Psichiatrica

ITS

Pt.

Grezzo

 

ITS

Pt. Corretto

1

20

 

13

 

 

12.9

 

 

Rest

 

8 a

 

8 a

 

 

-

 

-

 

22

 

 

10.4*

 

2

16

 

10

 

17.57

 

Rest

 

 

14 a

 

18 m

 

-

 

Depressione

 

34

 

 

25.6

 

3

17

 

9

 

17.86

 

Purg

 

16 a

 

12 m

 

Si

 

Depressione

 

22

 

 

13.6#

 

4

22

 

13

 

15.49

 

Rest

 

16 a

 

8 m

 

-

 

Depressione

 

40

 

 

28.4

 

5

29

 

15

 

16.17

 

Purg

 

16 a

 

6 m

 

Si

-

 

23

 

 

14.8

 

6

 

15

 

 

9

 

15.74

 

Purg

 

11 a

 

4 a

 

Si

 

-

 

30

 

 

21.6

 

7

 

26

 

 

18

 

14.74

 

Rest

 

19 a

 

7 a

 

-

 

Disturbo dell’identità di Genere.

 

 

30

 

 

17.7

 

8

15

 

10

 

14.89

 

Rest

 

13 a

 

18 m

 

-

 

Disturbo Ossessivo Compulsivo

 

32

 

 

23.6

 

9

14

 

9

 

16.79

 

Rest

 

13 a

 

8 m

 

-

-

 

32

 

 

23.6

 

10

26

 

13

 

16.30

 

Rest

 

25 a

 

6 m

 

-

-

 

21

 

 

10.8*

 

11

22

 

18

 

17.01

 

Rest

 

15 a

 

7 a

 

-

-

 

31

 

 

17.3

 

12

31

 

13

 

13.9

 

Purg

 

28 a

 

3 a

 

-

-

 

25

 

 

16.3

 

13

34

 

8

 

17.23

 

Purg

 

34 a

 

6 m

 

Si

-

 

31

 

 

25.4

 

14

14

 

8

 

16.21

 

Rest

 

11 a

 

4 m

 

-

-

 

29

 

 

20.6

 

15

40

 

8

 

17.85

 

Purg

 

37 a

 

3 a

 

-

-

13

10.3*

16

38

 

12

 

18.41

 

Purg

 

28 a

 

10 a

 

Si

 

Depressione

26

21.9

Legenda della tabella 1:

BM medio = valore medio dell’Indice di Massa Corporea ottenuto dalla media tra questo valore al momento della neuropsicologia e quello al momento della SPET
Rest = Restrictive type of AN
Purg = purging type of AN.
ITS pt. Gezzo: punteggio grezzo al compito di Interferenza del Test di Stroop.
ITS pt. Corretto: ITS punteggio corretto per età e scolarità
* Valore sotto alla norma o # borderline con riferimento alle normative italiane


SPET cerebrale. La SPET è stata eseguita con i soggetti a riposo psicosensoriale utilizzando una gamma camera a due teste rotanti (Millenium, General Electric, USA) munita di collimatori a bassa energia ed ad alta risoluzione. Tutti gli esami iniziavano tra 30 e 120 minuti dopo l’iniezione e.v. di circa 750 MBq di 99mTc-ECD (Neurolite, Dupont Pharma, USA), in accordo con le linee guida della Società Europea di Medicina Nucleare (Tatsch e al., 2002). Un protocollo di acquisizione “step-and-shoot” colleziona le immagini da 120 proiezioni, con un raggio di rotazione < 15 cm. I conteggi totali erano compresi tra i 5 ed i 7 milioni. Le immagini SPET erano ricostruite in tre dimensioni (3D) da un algoritmo “Gradiente Coniugato” (CG), una tecnica proposta inizialmente con ricostruzioni a 2-Dimensioni (Formiconi, Passeri, & Pupi, 1989). In seguito è stata sviluppata e proposta la versione a 3D (Boccacci, Sonetto, Calvini, & Formiconi, 1999), in accordo con la procedura già descritta (Nobili et al., 2001). In questo studio il numero delle iterazioni per ciascuna ricostruzione è stato fissato tra 13 e 15, e questo in dipendenza del numero di conti raccolti durante l’esame stesso. Il metodo CG-3D utilizzato in questo studio consente di ottenere una ricostruzione di 64 fette transiassiali, essendo stata effettuata dal programma in automatico al momento della ricostruzione la correzione per compensare l’attenuazione dei conti. Nel caso specifico, il contorno dell’attenuazione era dato direttamente dal contorno del cranio tenendo conto anche dei relativi confini anatomici. Questo metodo di ricostruzione è stato già utilizzato in applicazioni cliniche quali ad esempio la demenza, consentendo una migliore definizione spaziale e migliori risultati negli studi di correlazione tra perfusione cerebrale ed altre variabili rispetto al metodo convenzionale di ricostruzione come il metodo della Filtered Back-Projection (Rodriguez et al., 2000; Nobili et al., 2001).

Variabili neuropsicologiche. Della complessa batteria neuropsicologica somministrata alle pazienti anoressiche e che includeva i test standard per la valutazione dell’apprendimento di una lista di parole, della memoria verbale episodica, della memoria spaziale, dell’attenzione selettiva, dell’attenzione visiva sostenuta, dell’attenzione selettiva, delle funzioni esecutive e del pensiero astratto, abbiamo considerato in questo studio (anche allo scopo di ridurre il numero delle variabili ai fini dell’analisi statistica) il test di Stroop test classico nella sua versione italiana (Venturini, R., Lombardo Radice, M.,& Imperiali, M.G., 1983).
Il test di Stroop (Stroop, 1935) è comunemente usato per valutare l’attenzione sostenuta in compiti di l’interferenza e di inibizione (Barkley, 1997; Zajano, & Gorman, 1986). Il test consiste nel leggere una serie di nomi di colori stampati con inchiostro di colori congruenti (esempio la parola rosso scritta con il colore rosso) o incongruenti (esempio la parola rosso scritta in colore blu). Nella situazione di incongruenza il tempo di risposta risulta allungato, effetto questo indicato come “Stroop interference task” (ITS). L’allungamento del tempo di risposta del ITS si ritiene dovuto all’interferenza tra il processo di lettura, automatico e sovrappreso e il tempo richiesto per adottare una strategia di lettura del colore (Kahneman, & Chajczyk, 1983).
Secondo la normativa italiana (Barbarotto et al., 1998) sono state considerate per la correlazione le risposte corrette date durante i primi trenta secondi. La tabella numero 1 riporta i punteggi individuali e segnala i punteggi ai limiti inferiori della norma o sotto la norma. Come si può vedere tre pazienti (n. 1, 10, 15) mostrano un punteggio deficitario mentre uno (n. 3) mostra un valore ai limiti inferiori della norma. Otto dei rimanenti dodici pazienti ottengono un valore sotto alla media.

Analisi Statistica. La correlazione tra SPET e punteggio al ITS è stata calcolata con il programma SPM (Friston, Frith, & Liddle, 1991), 1999 version (SPM99) gratuitamente fornito in Internet. Il programma prevede innanzitutto di normalizzare i dati volumetrici SPET nello spazio del Talairach (Talairach, & Tournoux, 1988; un atlante con le coordinate del volume cerebrale) usando una trasformazione lineare a 12 punti con un filtro isotropico Gaussiano a FWHM 12 mm. Il programma SPM99 co-registra ognuna delle SPET in esame con la media delle 152 immagini cerebrali di perfusione dell’Istituto Neurologico di Montreal. Dato che questo “template” non si sovrappone completamente al cervello dell’atlante Talairach, è necessaria una correzione delle coordinate SPM{t}. Questo passaggio si ottiene utilizzando la “subroutine” sviluppata da Matthew Brett (www.mrc-cbu.cam.ac.uk/Imaging) che restituisce la corrispondenza tra SPM e le coordinate dell’atlante Talairach.
La soglia della materia grigia è stata posta a 0.8 mentre la normalizzazione del flusso globale cerebrale a 50 cc/100gr/min è stata effettuata con una scala proporzionale ai conti totali. Il complesso dei valori ottenuti costituiva una mappa statistica parametrica per la statistica SPM{t}. Queste mappe SPM {t} sono state trasformate nell’unità di distribuzione normale (SPM{z}) e posta ad una soglia di significatività a p=0.001. Dato che in questo studio non è stata posta nessuna ipotesi aprioristica di possibile correlazione topografica, la significatività per identificare una regione come statisticamente correlata alla variabile in oggetto è stata fissata ad un valore di significatività corretto per confronti multipli con soglia a p<0.05; questo è quindi il livello minimo di significatività statistica per accettare il risultato a livello di un singolo insieme di valori). L’analisi di covarianza è stata applicata tramite i parametri della “sub-routine”: “Multi-subjects: co-variate only”. Il punteggio ITS era la covariata, mentre gli anni di scolarità e il valore medio di BMI (ottenuto come spiegato in precedenza nel paragrafo concernente i pazienti) erano la variabili cosiddette “confondenti” nel senso che si faceva l’ipotesi che anch’esse potessero in qualche forma condizionare il risultato della correlazione SPET/ITS. Infine il test di Kolmogorov-Smirnov, gestito automaticamente dal programma SAS dava la conferma che la distribuzione dei punteggi del ITS era sostanzialmente normale (p = 0.67).


RISULTATI

Correlazione SPET/ITS.
Un insieme di “voxels” con significatività statistica è stato trovato in entrambi gli emisferi, che sono in maggior dettaglio: nell’emisfero di sinistra il giro frontale superiore (BA 6 e BA 8) e nell’emisfero di destra il giro frontale superiore (BA6) (Fig. 1). Il punto di massima correlazione è stato trovato nel giro frontale superiore di destra (punteggio Z:3.90; le coordinate dell’atlante Talairach del picco di correlazione: 8, 26, 56). Nella Tabella 2 vengono riportati tutti i valori ed i dettagli della correlazione.

Legenda dalla figura 1:

Mappa Z della correlazione, ottenuta con SPM (soglia P = 0.001), tra la perfusione cerebrale e il punteggio al compito di Interferenza del Test di Stroop (ITS) in un gruppo di 16 pazienti con anoressia nervosa. Un cluster significativo di correlazione è stato trovato in entrambi gli emisferi, nel giro frontale superiore destro (BA 6 e BA 8) e nel giro frontale superiore sinistro (BA6). Il valore massimo della correlazione con il punteggio all’ITS è stato trovato nel giro frontale superiore destro. Tutti i valori e i dettagli delle correlazione sono presentati nella Tabella 2.



Tabella 2

Correlazione
Cluster
Voxel
Estensione cluster
valore p cprretto
regioni corticali
punteggio z massimo
cordinate Thailarach
regioni corticali
BA
Stroop Interference score
392
0,000
Frontale D
3,90
(8, 26, 56)
R sup F gy
6
3,72
(6, 35 ,44)
R sup F gy
8
Frontale S
3,43
(-6, 12, 62)
L sup F gy
6

*Un valore di significatività P < 0.001, corretto per confronti multipli a livello di cluster, è stato accettato come statisticamente significativo. Nella sezione “Cluster” sono riportati: il numero dei voxels, il Valore di significatività (P coretto) e le Regioni Corticali in cui è stata trovata la correlazione. Nella sezione “Voxel” sono riportate le coordinate della correlazione tra la per fusione cerebrale e il punteggio all’ ITS (Con a sinistra il relativo Punteggio Z di massima correlazione), le corrispondenti Regioni Corticali e le rispettive aree di Brodmann. D, destro; S, sinistro; F, Frontale; BA, Aree di Brodmann, Sup, superiore, gr, giro


DISCUSSIONE

Correlazione SPET-ITS.
L’analisi ha rilevato una correlazione significativa tra valori perfusionale e valori alla prova di interferenza del test di Stroop nel giro frontale superire di entrambi gli emisferi, nello specifico l’area BA 6 nei due emisferi e l’area BA 8 nell’emisfero di destra che rappresentano aree premotorie e della corteccia motoria supplementare.
Sulla base di studi di attivazione in soggetti normali (PET: Pardo, Pardo, Janer, & Raichle, 1990; Bench et al., 1993; SPET: Audenaert et al., 2001), si è ipotizzato che alla base della complessità dell’ITS ci sia una rete neuronale in grado di coordinare i differenti momenti della prova; questa infatti implica un’analisi visiva delle parole colorate, una modulazione dell’attenzione ed una performance verbale. Questa rete sembra includere diverse aree cerebrali quali il cingolo anteriore, e differenti zone del lobo frontale e cioè le aree premotorie, definite dalla corteccia mediale e prefrontale (Bench et al., 1993; Takano et al., 2001), anche se è stato riportato, inoltre, un coinvolgimento della corteccia parietale (Bench et al., 1993).
Anche in accordo con i risultati di Peterson e al. (1999), la rete corticale su descritta potrebbe essere coordinata dal giro cingolato anteriore, essendo la corteccia BA6 la base della programmazione motoria della risposta verbale. L’area BA6 potrebbe anche essere coinvolta nel processo mentale alla base del “controllo dell’errore” funzione che recentemente, è stata evidenziata in uno studio di Risonanza Magnetica funzionale compiuto con soggetti normali (Fiehler, Ullsperger, & Von Cramon, 2004). Questi autori suggeriscono che l’attivazione delle aree di sinistra BA6 e BA8 come pure della parte rostrale del giro del cingolo potrebbe essere la base neurale sia del riconoscimento dell’errore che della sua immediata correzione. La correlazione significativa tra l’ ITS e il livello perfusionale nelle aree BA 6 e BA 8 nelle pazienti AN coerentemente con il modello di Fiehler sembra indicare che nell’anoressia vi sia una relazione tra il riconoscimento - correzione dell’errore e la perfusione cerebrale su riportate.
Inoltre, studi in risonanza magnetica funzionale, hanno mostrato che le aree BA 6 e 8 sono attivate nel riconoscimento dell’errore di stimoli verbali sia quando l’analisi richiede una valutazione dell’organizzazione sequenziale sia quando richiede un confronto con i programmi delle azioni (Crozier et al., 1999). Questi autori ipotizzano che tali aree siano responsabili della capacità di pianificazione e in particolare dall’organizzazione temporale di una condotta pianificata attivata da specifiche rappresentazione dalla memoria a lungo termine che probabilmente coinvolge una via nervose all’interno delle aree prefrontali, comprese le aree BAs 6 e 8.
Nel nostro lavoro non è stata trovata correlazione con la porzione anteriore del giro del cingolo che si pensa avere un ruolo centrale nello svolgere con successo il compito di interferenza al test di Stroop. Questo dato è in accordo con la letteratura relativa ad altre forme di psicopatologia. Infatti, un decremento o una mancanza dell’attivazione del giro cingolato anteriore è stata riportata in pazienti depressi (George et al., 1997), in forti consumatori di marijuana astinenti (Eldreth, Matochik, Cadet & Bolla 2004) e in pazienti schizofrenici (Carter, Mintun, Nichols & Cohen, 1997; Yucel et al., 2002).
Un’ alterazione dell’attenzione sostenuta e dello shifting attentivo è stato riscontrato nelle pazienti con anoressia (Fassino et al., 2002) dove il giro anteriore del cingolo è stato riportato come l’area meno perfusa nelle pazienti con anoressia (Naruo et al., 2001; Takano et al., 2001).
Questi dati potrebbero essere la chiave per l’interpretazione della assenza di correlazione significativa con il giro anteriore del cingolo.


Limiti. Uno dei principali limiti di questo studio è determinato dall’impossibilità di costruire un gruppo di controllo di giovani donne.
Questo è dovuto alla decisione unanime dei ricercatori che ritengono un azzardo sottoporre giovani donne in età fertile all’esame SPET.
Data questa limitazione, la discussione dei risultati è essenzialmente speculativa, facendo riferimento alla letteratura ottenuta su soggetti normali, quando disponibili. Non di meno, questi risultati possono rappresentare un interessante punto per ulteriori ricerche che permettano di comprendere le relazioni tra funzioni cognitive e condizione cerebrali nell’AN.
Un’altra limitazione riguarda la distanza temporale tra la valutazione neuropsicologica e l’esame SPET che sono stati eseguiti in giorni differenti. Il “bias” temporale è comune in questo genere di studi correlativi (Camargo, 2001; Desgranges et al., 2002) ed è più spesso la conseguenza di un problema logistico data la lunghezza degli esami e la loro numerosità che, nel caso specifico, impedivano di svolgere gli esami in una sola giornata. Dobbiamo ancora sottolineare che 12 pazienti erano in trattamento con benzodiazepine o con antidepressivi o con ambedue e la modalità con cui queste sostanze possano avere influito sul risultato della correlazione non è stato preso in considerazione a causa della ovvia difficoltà di considerare tali variabili nel calcolo di SPM dato lo scarso numero di pazienti ad oggi analizzate.
Infine, sia la SPET che l’esame neuropsicologico sono stati effettuati in giorni differenti e quindi in differenti momenti del recupero di peso e questa condizione potrebbe aumentare la variabilità dei dati. In effetti questa possibilità è stata, almeno in parte tenuta in considerazione, inserendo il valore medio di BMI (calcolato come già detto mediando il valore ottenuto al momento della SPET e quello relativo al momento dell’esame neuropsicologico) come variabile “confondente” nel calcolo della correlazione gestito dal programma SPM.
In conclusione, nonostante alcune limitazione metodologiche, questi risultati preliminari sembrano tracciare una relazione, nelle pazienti con AN, tra l’abilità ad effettuare la prova dell’interferenza del test di Stroop e i livelli di funzionalità perfusionale/metabolica delle aree BA6 e BA8, che possono essere considerate le basi neurofisiologiche sia della pianificazione motoria della risposta verbale che del riconoscimento e correzione dell’errore. I dati qui riportati, quindi sembrerebbero dare un ulteriore supporto alla nozione che i disturbi nell’alimentazione nell’AN potrebbero essere correlati alla presenza dell’ incapacità nell’analisi e correzione degli errori (Fiheler et al., 2004). Inoltre per ultimo suggeriscono una funzionalità non ottimale di quelle particolari aree del giro del cingolo che soprassiedono all’espletamento delle funzioni esecutive.

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Note:

1Centro per i Disturbi Alimentari, Ospedale S.Corona, Savona,
2U.O. di Neurofisiologia Clinica, Dipartimento di Scienze Endocrinologiche e Metaboliche , Ospedale S. Martino, UniverITSà di Genova,
3U.O. di Medicina Nucleare, Dipartimento di Medicina Interna, UniverITSà di Genova,
4U.O. di Medicina Interna, Dipartimento di Scienze Endocrinologiche e Metaboliche , Ospedale S. Martino, UniverITSà di Genova,
5 AFaR-IRCCS, Fatebenefratelli, S. Giovanni di Dio, Via Pilastroni, Brescia,
6Dipartimento di Neuroradiologia, Ospedale S.Corona, Savona,
Corrispondenza: Prof. Guido Rodriguez,
Dipartimento di Scienze Endocrinologiche e Metaboliche UniverITSà di Genova Viale Benedetto XV, 6
I-16132 Genova, Italia
Tel: +0390103538440
E mail: Guido@unige.


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