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PSYCHOMEDIA
Telematic Review
Sezione: RISPOSTA AL DISAGIO
Area: Abuso e Maltrattamento
Coordinatore dell'Area: Bruno Spinetoli
Altre Aree di questa Sezione:
Handicap Fisici e Ritardo Mentale - Disturbi dell'Apprendimento - Disturbi della Comunicazione - Anoressia e Bulimia - Dipendenze - Psicosomatica - Malattie Croniche e/o Neoplastiche


Gli indicatori psicologici e medico-legali dell'abuso sessuale sui minori

M. Strano, V. Gotti, P. Germani




Accertare un caso di abuso sessuale sul minore, significa operare un intervento delicato e complesso che presuppone un alto grado di competenza e professionalità in ciascuno degli operatori che, pur compiti e modalità diverse, ne prendono parte. Presuppone inoltre un buon livello di coordinamento e collaborazione tra le diverse aree di pertinenza e la capacità di operare con un'ottica allargata che tenga in considerazione contemporaneamente aspetti fisici e psicologici; aspetti individuali e relazionali e valuti insieme la vittima potenziale e il suo potenziale abusante.

Sarebbe auspicabile, in tal senso, che il singolo professionista che si occupa di un caso di minore abusato abbia conoscenza generale del problema sotto le diverse prospettive (fisico, legale, psicologico, ecc.) pur contribuendo in modo specifico. Occorre, inoltre, che abbia chiari, gli obbiettivi che guidano l'accertamento di abuso. In primo luogo quello di verificare se c'è stato abuso sessuale sul minore, tramite la raccolta di "evidenze oggettive"[1] in base alle quali sarà possibile intraprendere il processo di tutela del minore, nonché il perseguimento penale dell'abusante. Allo stesso tempo bisogna garantire al minore l'esperienza di ascolto e accoglimento durante tutta la fase della rivelazione; occorre perciò, accanto alla esplorazione dei fatti, indagare e sostenere i sentimenti e le emozioni legate al racconto dell'abuso; solo in questo modo l'accertamento costituirà per il bambino una esperienza in cui ricevere comprensione e aiuto e non solo l'occasione di una dolorosa rievocazione dei fatti. In tal senso, di fronte ad un sospetto di abuso, approfondire la reale natura degli avvenimenti significa operare già un primo intervento in termini non solo di protezione ma anche di sostegno psicologico del minore.


Informazione esplicita, informazione indiretta di abuso.

Generalmente un professionista che operi nel settore sanitario, sociale, psicologico, educativo, giudiziario, ecc. viene a contatto con un caso di abuso principalmente in due modi:

- Rivelazione esplicita da parte della vittima o informazione diretta dell'abuso;

- Informazione indiretta o mascherata dell'abuso.

Nel primo caso sarà il minore stesso a rivelare ai familiari, all'insegnante, o ad un adulto di fiducia l'avvenuto abuso; oppure sarà un adulto a richiedere un accertamento per sospetto di abuso o a denunciare l'accaduto.

Nel secondo caso, il sospetto di abuso nasce in seguito all'intervento di un operatore (del settore sociale, educativo, sanitario, ecc.) che si imbatte, nella sua attività ordinaria in una situazione con caratteristiche compatibili ad un caso si abuso; ad esempio una insegnante che osserva comportamenti e segni sospetti in una propria alunna, come frequenti assenze da scuola; racconti con espliciti riferimenti sessuali, difficoltà a giocare con i propri coetanei, ecc.

Oppure all'operatore viene fatta richiesta di intervento di altro tipo, dalla quale però emergono informazioni di sospetto abuso; per esempio la richiesta di un test di gravidanza da parte di una giovane adolescente con indicazioni vaghe sulla paternità; oppure la richiesta di una visita medica in seguito malesseri fisici estesi all'area genitale, ecc.

Solo in apparenza i casi di informazione esplicita di abuso, si presentano come meno problematici in termini di accertamento dei fatti.[2]

Se nel caso di abuso mascherato infatti il problema principale è quello della rilevazione e quindi della capacità degli operatori di saper riconoscere e cogliere i segnali di disagio espressi più o meno consapevolmente dal minore, nel caso di rivelazione esplicita dell'abuso, il problema che si pone è quello della credibilità di chi denuncia. Sorgono in questo caso i legittimi sospetti sulla veridicità delle sue affermazioni, sia nel caso che si tratti della vittima (suggestione, confusione sul significato de reale degli avvenimenti, ecc.), sia che si tratti dell'adulto denunciante, che potrebbe avere interessi strumentali a "creare " un caso di incesto (ad esempio accusare un coniuge con cui si è in conflitto).


Diverse figure professionali sono tenute a segnalare i casi di sospetto abuso.

In primo luogo, sulla base degli artt.365 c.p. e 334 c.p.p., c'è l'obbligo di referto da parte degli operatori sanitari che, nell'esercizio della propria professione, abbiano prestato la propria opera o assistenza in casi che possono presentare i caratteri di un delitto procedibile d'ufficio.

E' altresì obbligato alla denuncia di reato, il "pubblico ufficiale" o "l'incaricato di un pubblico servizio" che nell'esercizio o a causa delle funzioni o del servizio, venga a sapere di un delitto procedibile d'ufficio

E' importante ricordare che l'obbligo di riferire alle Autorità sussiste anche solo sulla base di un sospetto (il codice parla di casi che "possono" presentare i caratteri di un delitto procedibile d'ufficio) in quanto sta solo alla funzione giudiziaria stabilire la veridicità del fatto e la natura dolosa o accidentale del caso.

La legge quindi punisce l'omissione di referto o denuncia, a meno che sia costretto dalla necessità di salvare se medesimo o un prossimo congiunto da un grave e inevitabile nocumento nella libertà e nell'onore (art. 384 c.p.); oppure quando attraverso il referto, si esporrebbe il paziente a procedimento penale (art.365 c.p.). In questo caso però, occorre precisare che il paziente di cui si deve tutelare la salute ed ignorare la eventuale criminosità, è esclusivamente il minore (vittima) e non il potenziale autore di reato che lo accompagna. Il genitore in questi casi non può nemmeno rivendicare il diritto al segreto professionale (art.622 c.p.) dato che si pone un grave conflitto di interessi fra il vero titolare (il paziente minore) e chi lo vorrebbe o dovrebbe rappresentare (il genitore).[3]

L'obbligo giuridico di denunciare l'abuso o il sospetto abuso non riguarda invece il cittadino comune, che è tenuto comunque a farlo sul piano morale.


Gli indicatori dell'abuso

Secondo Sgroi (1982), il riconoscimento dell'abuso sessuale sui bambini dipende totalmente dalla disponibilità interiore delle persone a prenderne in considerazione l'esistenza[4]. Effettivamente il bambino vittima di abuso è spesso l'unico testimone dell'accaduto e se, superate paure e reticenze, ne parla all'adulto, questo deve essere disponibile ad "ascoltare" ciò che il minore gli dice. In alcuni casi sono solo le parole del minore a "raccontare" la violenza subita, dato che, a differenza del maltrattamento fisico, l'abuso sessuale può lasciare segni meno evidenti; in altri le vittime sono così piccole che il disagio difficilmente viene espresso con la comunicazione verbale. E' il comportamento allora che manda segnali di sofferenza e di aiuto, visibili solo a chi si rende disponibile e capace di comprenderli. Una diagnosi di abuso sessuale su di un minore quindi può essere attuata solo attraverso l'analisi attenta del bambino a 360°, che comprenda una valutazione degli aspetti psicologici, fisici e comportamentali della sua esperienza. Pur tenendo conto che in una buona percentuale di casi può manifestarsi come asintomatico[5], il bambino vittima di abuso di solito manifesta certi comportamenti o sintomi che possono essere considerati come indicatori di una possibile violenza sessuale subita.


Proponiamo una griglia di analisi per la localizzazione degli indicatori.


INDICATORI FISICI: [6]


Generali


- Segni cutanei (contusioni, graffi, morsi, segni di afferramento) se l'abuso è stato compiuto con l'ausilio della violenza fisica

- Sintomatologia fisica o prurito nell'area genitale

- Difficoltà di deambulazione

- Difficoltà nel mantenimento della posizione seduta

- Biancheria intima macchiata, strappata

- Tracce di sangue o di liquido seminale sugli indumenti o sulla cute

- Gravidanza nella primissima adolescenza in assenza di partner noto

- Pubertà precoce


Individuabili con esame clinico:


- Presenza di tracce di sperma nella vagina o nel retto

- Presenza di corpi estranei uretrali , vaginali e/o rettali;

- Lesioni genitali e/o anorettali

- Dilatazione vaginale o uretrale ingiustificata

- Infiammazioni, emorragie senza cause organiche evidenti

- Manifestazione di malattie infettive a trasmissione sessuale (gonorrea, clamidia, conditomi acuminati, sifilide, HIV, ecc) [7]


INDICATORI COMPORTAMENTALI:[8]


- Passività, paura, sfiducia verso gli adulti

- Conoscenze e comportamenti sessuali inadeguati per l'età

- Difficoltà a stare in relazione con i coetanei (atteggiamenti aggressivi, disinteresse verso attività ludiche)

- Atteggiamenti seduttivi verso gli adulti

- Calo del rendimento scolastico

- Difficoltà di linguaggio e dell'attenzione


SINTOMATOLOGIA ASPECIFICA


- Disturbi del sonno (insonnia, incubi anche a sfondo sessuale; pavor nocturnus)

- Disturbi dell'alimentazione

- Disturbi del controllo degli sfinteri (enuresi, encopresi)

- Ansia

- Depressione

- Fobie

- Sintomi ipocondriaci

- Rituali ossessivi (legati soprattutto alla pulizia personale)

- Disturbi psicosomatici del tratto gastroenterico

- PTSD[9]


INDICATORI PREVALENTI IN ADOLESCENZA


- Fughe

- Condotte devianti

- Abusi di sostanze

- Condotte autolesionistiche, tentati suicidi

- Sessualità precoce e promiscua

- Inibizione sessuale

- Rifiuto sessuale


Una diagnosi può essere correttamente compiuta solo dopo una raccolta anamnestica attenta ed accurata, una opportuna valutazione del racconto della presunta vittima o del denunciante, l'esame attento del comportamento e una valutazione psicologica del bambino, una visita medica e l'esecuzione, se necessario, di esami di laboratorio. L'esame fisico del minore è basato essenzialmente sull'esame clinico generale e sull'esame obbiettivo locale delle regioni genitale, perigenitale ed anale. Questi accertamenti permettono, dove possibile, di acquisire elementi obbiettivi a conferma o meno dell'ipotesi di abuso. Si deve però ricordare che la molti bambini non presentano segni fisici di violenza dato che, spesso, l'abuso sessuale sui bambini, specie se molto piccoli, non consiste nella penetrazione ma in una serie di pratiche sessuali (baci, manipolazioni, carezze, rapporti orali, ecc.) che non danno l'opportunità di essere dimostrate a posteriori. Anche quando la violenza comprenda la penetrazione, ad esempio nel caso di vittime adolescenti, o nei casi in cui la manipolazione lasci comunque i suoi segni, capita che i minori vengano visitati quando ormai è trascorso molto tempo dall'abuso e i segni stessi non sono più riconoscibili. Per questo motivo è importante che la visita medica venga condotta al più presto, soprattutto se si suppone che la violenza sia stata perpetrata entro le 72 ore precedenti; oppure quando la vittima accusa sintomi quali perdite dai genitali, dolori, sanguinamenti. Se invece la violenza risale a settimane o mesi prima, l'accertamento medico perde il suo valore di urgenza, mentre risulta prioritario concedere maggiore attenzione all'approfondimento del racconto e alla valutazione psicologica della vittima.[10] Secondo Del Vecchio (1997) esistono maggiori problemi di identificazione nei casi di abuso sessuale rispetto al maltrattamento fisico. Infatti, riconoscere fratture, ustioni, contusioni, ecchimosi e valutare l'attendibilità le testimonianze di minori e adulti sull'accaduto è un compito di certo complesso ma che permette di fornire, con maggiore sicurezza, diagnosi differenziali tra violenza e lesività accidentale. L'abuso sessuale invece, presenterebbe maggiori problematiche sul piano dell'accertamento sanitario, quali[11]:

- Il racconto del minore rischia di venire trascurato se non viene comprovato da una prova fisica dell'accaduto.

- In assenza di segni fisici evidenti non significa che il minore non ha subito violenza, così come la presenza di diversi sintomi non prova l'avvenuto abuso poiché aspecifici.

- I medici riterrebbero molto rara l'eventualità di incontrare nella pratica quotidiana casi di abuso sessuali di minori e la formazione universitaria non formerebbe sufficientemente a tali evenienze;

- Ci sarebbe una scarsa specializzazione degli operatori sanitari sulla anatomia anale e genitale in età prepuberale.


Ugualmente complesso e problematico appare il processo di accertamento di abuso nell'ambito della valutazione psicologica. Anche in questo caso occorre fare riferimento a degli indicatori, come quelli menzionati[12] e ad alcuni criteri che aumenterebbero il grado di attendibilità raggiunta dalla verifica. Quest'ultimo punto appare significativo soprattutto se si considera che, un adulto nel porre le domande al bambino fornirebbe involontariamente una notevole quantità di informazioni suggestive su quanto è accaduto, su quello che il bambino ha visto, sulle se impressioni, ecc[13]. In tal senso appare di cruciale importanza poter verificare o falsificare, nella valutazione, le ipotesi di erronea o falsa denuncia.

A tal fine occorre escludere le almeno seguenti possibilità[14]:

- che si tratti di un bambino psicotico con fantasie persecutorie di tipo invasivo;

- che il racconto sia una fantasia frutto di una enfatizzazione dei vissuti edipici del bambino;

- suggestionabilità: va escluso che il bambino abbia raccolto e fatto proprie fantasie o preoccupazioni a sfondo sessuale di un adulto particolarmente significativo;

- fraintendimento: va escluso che per esempio una madre possa avere erroneamente attribuito significato sessuale a normali comportamento di un altro adulto

- persuasione: va escluso che un adulto abbia volutamente fabbricato una falsa denuncia e che il bambino sia stato persuaso a raccontare di essere stato abusato sessualmente.


Possono essere approfondite anche altre aree psicologiche del bambino, come ad esempio verificare l'esistenza dei seguenti vissuti emotivi, indicati[15] come tipici di Child Sexual Abuse :

- Impotenza (il bambino non si sente più padrone del proprio corpo non potendosi sottrarre alle violenze esterne, senso di incapacità nel chiedere aiuto, sfiducia nel poter cambiare la situazione o essere creduto)

- Tradimento (il bambino sente violato il senso di fiducia che nutre nei confronti di un adulto che dovrebbe proteggerlo, ma che, al contrario, gli usa violenza; può apparire sfiduciato, diffidente, passivo o arrabbiato.)

- Stigmatizzazione (connotazione negativa del ruolo di vittima e presenza del senso di colpa e di vergogna)

- Sessualizzazione traumatica (presenza nel bambino di comportamenti ed atteggiamenti sessuali anomali a causa del coinvolgimento forzato in esperienze sessuali improprie rispetto alla sua età)


P Fuligni (1997)[16], a proposito della perizia psicologica sui minori nei processi per pedofili, sostiene sono possibili diverse fonti di errore in questo tipo di valutazione, legate a :

- Equivocità degli indicatori

- Suggestionabilità dei bambini

- Livello di competenza linguistica della vittima

- Eventuali problemi di handicap

- Contesto di rievocazione condizionata da figure adulte.


BIBLIOGRAFIA

Cesa Bianchi M., Scabini E. (a cura di) "La violenza sui bambini", Franco Angeli, Milano, 1993.

Del Vecchio S. "L'indagine medico-legale nel delitto di violenza sessuale sui minori" in: Giommi R., Perrotta M. (a cura d) "Pedofilia. Gli abusi, gli abusati, gli abusanti.", Edizione del Cerro, Firenze 1997, p.152 e ss.

Finkelhor D., Browne A.: "Initial and long-term effects. A conceptual framework" in : Finkelhor D. et Al. "A sourcebook on child sexual abuse", Sage Publication, Beverly Hills, California, 1986.

Fuligni C. "La perizia psicologica sui minori nei processi per pedofili" in: Giommi R., Perrrotta M. (a cura d) "Pedofilia. Gli abusi, gli abusati, gli abusanti.", Edizione del Cerro, Firenze 1997, p.104.

Lunardi L. "L'abuso sessuale sui minori: riflessioni sull'evoluzione della tutela giuridica alla luce della legge del 21 febbraio 1996, n.66", in: Giommi R., Perrotta M., (a cura d) "Pedofilia. Gli abusi, gli abusati, gli abusanti.", Edizione del Cerro, Firenze 1997, p146.

Malacrea M., Vassalli A. (a cura di) "Segreti di famiglia. L'Intervento in caso di incesto", Cortina Editore, Milano, 1990.

Montecchi F. (a cura di) "I maltrattamenti e gli abusi sui bambini", FrancoAngeli, Milano, 1998.

Risin L.I., Mc Namara J.R.: "Validation of C:S:A: the Psycologist's Role" in Journal of Clinical Psycolgy, 45, 1, 1989, p.175-184.

Sgroi, S.M.:"Handbook of clinical intervention in child sexual abuse" Lexington Book, Lexington, 1982 .

Agnoli F. , Ghetti S. , Testimonianza infantile e abuso sessuale, in "Età evolutiva", ottobre 95, pp. 66-75.

Carta di Noto: regole per l'esame del minore in caso di abuso sessuale, Noto, 6-9 giugno 1996.

Forno P., L'accertamento dell'abuso nel procedimento penale, in: "Minori e Giustizia", Franco Angeli, Milano, 1, 1995, pp. 70-87.

Forno P., Tutela del minore nel processo penale ed accertamenti psicodiagnostici, in Roccia C. , Foti C. L'abuso sessuale sui minori, Unicopli, Milano, 1994.

Kempe R. Kempe H., The Common secret. Sexual abuse of children and adolescents, W.H. Freeman and company, New York, 1984.

Klein A.J. , Forensic Issues in sexual abuse allegations in custody/visitation litigations, in, "Law and Psicology Rewiew ", vol. 18, 1994, pp. 247 e segg.

Koss M. P. e altri, The scope of rape: incidence and prevalence of sexual aggression and victimization in National Sample of higher education students, in "Journal of Consulting and Clinical Psychology", 55, 2, 1987.

Gullotta, G. e altri, Il bambino come prova negli abusi sessuali, in C. Cabras (a cura di), Psicologia della prova, Giuffrè, Milano, 1996, pp. 157-213.


NOTE

[1] Malacrea M., Vassalli A. (a cura di) "Segreti di famiglia. L'Intervento in caso si incesto", Cortina Editore, Milano, 1990.

[2] Ibidem, p. 108.

[3] Lunardi L. "Labuso sessuale sui minori: riflessioni sull'evoluzione della tutela giuridica alla luce della legge del 21 febbraio 1996, n.66", in: Giommi R., Perrrotta M., (a cura d) "Pedofilia. Gli abusi, gli abusati, gli abusanti.", Edizione del Cerro, Firenze 1997, p146.

[4] Sgroi, S.M. (ED) :"Handbook of clinical intervention in child sexual abuse" Lexington Book, Lexington, 1982 .

[5] Secondo Spaccarelli (1994) la percentuale di vittime asintomatiche costituirebbe il 50% dei casi

[6] Cesa Bianchi M. , Scabini E. (a cura di) "La violenza sui bambini", Franco Angeli, Milano, 1993, p163-164

[7] Montecchi F. ( acura di) "I maltrattamenti e gli abusi sui bambini", FrancoAngeli, Milano, 1998, pp. 133-134

[8]Cesa Bianchi M., Scabini E. (a cura di) "La violenza sui bambini", Franco Angeli, Milano, 1993, p.164

[9] Spesso nel bambino abusato viene riscontrata la presenza del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD).Questo disturbo si manifesta con ricordi ricorrenti e invasivi dell'evento traumatico che il bambino rievoca nel gioco e negli incubi; inoltre il bambino può provare ansia se esposto a situazioni connesse direttamente o simbolicamente al trauma e tentare di evitare ogni stimolo che richiami l'evento traumatico.

[10] Del Vecchio S. "L'indagine medico-legale nel delitto di violenza sessuale sui minori" in: Giommi R., Perrrotta M. (a cura d) "Pedofilia. Gli abusi, gli abusati, gli abusanti.", Edizione del Cerro, Firenze 1997, p.152 e ss.

[11] Ibidem.

[12] Ad esempio il comportamento sessualizzato del bambino (maggiore attività di masturbazione, gioco a tema sessuale con le bambole, modalità seduttive con adulti ecc.) viene spesso considerato un buon indicatore ma non necessariamente è presente in caso di abuso.

[13] ibidem

[14] Risin L.I., Mc Namara J.R. : "Validation of C:S:A: the Psycologist's Role" in Journal of Clinical Psycolgy, 45, 1, 1989, p.175-184.

[15] Finkelhor D., Browne A. : "Initial and long -term effects. A conceptual framework" in: Finkelhor D. et Al. "A sourcebook on child sexual abuse", Sage Publication, Beverly Hills, California, 1986.

[16] Fuligni C. "La perizia psicologica sui minori nei processi per pedofili" in: Giommi R., Perrotta M. (a cura d) "Pedofilia. Gli abusi, gli abusati, gli abusanti.", Edizione del Cerro, Firenze 1997, p.104.


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