PM - HOME PAGE ITALIANA TESI

PM-TP
PSYCHOMEDIA
Tesi

Tesi di Laurea di Cinzia Tieuli

Esuberanza
La passione per la vita: una riflessione psicopatologica


Capitolo 1: Esuberanza: origini e funzionalità



Per ragioni di necessità clinica o di anomalie temperamentali, la psicologia ha da sempre scelto di studiare le emozioni morbose (depressione, rabbia, ansia, etc...) trascurando di esaminare le ben più vitali emozioni positive; si è interessata maggiormente alle emozioni oscure che non a quelle positive, dando perciò molta voce al dolore e poco alla passione per la vita la cui forza si manifesta in particolar modo attraverso l'energia contagiosa dell'esuberanza che proclama e diffonde molto di ciò che è meraviglioso nell'esistenza. E' l'esuberanza ad alimentare le scoperte, ad ispirare la creatività e ad aiutare a sopravvivere.
Parola di derivazione latina, esuberanza (che deriva da ex "fuori da" e uberare "essere fruttuoso, essere abbondante") è insita nel concetto di fertilità e di copiosa abbondanza. Inizialmente in inglese la parola "exuberance" era utilizzata soprattutto nel contesto della natura per descrivere eventi quali l'abbondanza del raccolto o fenomeni particolari come la nascita delle stelle, le sorgenti sulfuree e le cascate. Verso il 1700 un poeta scozzese, James Thomson, parlò non solo di "natura esuberante" ma anche di emozioni esuberanti provocate dalla stessa natura. Nel corso degli anni la definizione di esuberanza si è evoluta; dove prima veniva focalizzata la fertilità della natura ora indica la fertilità, la forza dell'energia e dell'umore dell'uomo. L'origine del concetto di esuberanza riferito alla fertilità ciclica della natura, ora largamente abbandonato, resta tuttavia fondamentale per comprenderne il senso della primitiva forza vitale per la sopravvivenza. Una forza vitale che si manifesta attraverso l'azione e il gioco, e che trascina in luoghi dove altrimenti non si sarebbe mai andati (come i deserti o la luna). La gioia contagiosa di chi è esuberante e l'intensità con cui esprime il proprio stato d'animo influenzano e coinvolgono anche coloro che sono poco partecipi.
L'esuberanza, attraverso il piacere che sprigiona, ha la capacità di tirar fuori dagli schemi quotidiani e dai comportamenti più pacati, e dona crescenti ragioni per avventurarsi continuamente in nuove scoperte e nuove avventure.
E' un'emozione che riempie, è vivace ed effervescente, è cinetica e sfrenata, gioiosa e irreprensibile, più irrequieta della felicità e viene incrementata attraverso la socialità diffondendosi tutt'attorno, così come il polline è trasportato dalle api e in questo suo propagarsi si muovono le idee e vengono intraprese le azioni.
Come spiegato in un proverbio americano "la più grande gioia e il più grande dolore maturano nella stessa pianta", a volte accade che l'esuberanza si accompagni anche al dolore e che questo prenda il sopravvento. Un proverbio inglese ribadisce, inoltre, che pericolo e delizia crescono nello stesso gambo; infatti emozioni intense, anche se contrapposte e con confini a volte sfumati, possono abitare in un medesimo territorio ma non necessariamente in antitesi; la gioia può rappresentare le ali e la tristezza gli speroni.
La gioia è sicuramente indispensabile per l'esistenza ma all'esuberanza (che occupa un'antica regione della personalità) il genere umano è largamente debitore per la sopravvivenza e per i trionfi che ha ottenuto. "I greci capivano il mistero della potenza del lato nascosto delle cose" scriveva Louis Pasterur. "Loro ci tramandarono una delle più belle parole della loro lingua; la parola 'entusiasmo' (en theos) la cui potenza misteriosa stava proprio nell'ispirare le grandi azioni umane. La felicità che ne derivava era la strada che portava ad un rapporto dialogico con dio".
Come per molti tratti umani, l'esuberanza è fertile in qualcuno e non è visibile in qualcun'altro. Per pochi individui l'esuberanza è "nelle vene" ed è una determinante forza vitale, per molti altri invece l'esuberanza è più occasionale manifestandosi solo in uno splendido momento di amore o di realizzazione, oppure è stata conosciuta nella giovinezza ma persa nel tempo. Il "non esuberante" manca di effervescenza; ha bisogno di essere sollevato dall'entusiasmo degli altri, risvegliato dalla danza, stimolato dalla musica perché non si accende spontaneamente. Queste differenze di temperamento sono però fondamentali. L'esuberanza, indiscriminatamente ripartita, è anarchica ma se tutti fossero esuberanti il mondo sarebbe un posto estenuante e caotico, guidato dall'incoerenza e dall'entusiasmo competitivo o dominato dall'indifferenza del vivere giorno per giorno. La specie umana è meglio servita dalla diversità dei temperamenti, dalla varietà di energie e umori.
Le persone esuberanti sostengono le loro idee con passione e piacere e le portano avanti con decisione. Il loro amore per la vita e l'avventura è palpabile. L'esuberanza è uno stato di piacere e questo piacere ne rappresenta la sua forza.
A conclusione di questa sezione riporto di seguito una parte di intervista rilasciata dalla scrittrice nel dicembre 2004 che riprende un'esplicativa definizione tratta dal libro: "In our time, 'exuberance' usually denotes a mood or temperament of joyfulness, ebullience, and high spirits, a state of overflowing energy and delight. It is more energetic than joy and enthusiasm but less intense, although of longer duration, than ecstasy."; "it is a gift of grace that allows us to move on, to seek, to love again" (Wallace, 2004) ["nel nostro tempo, l'esuberanza normalmente denota un umore o un temperamento gioioso, entusiastico , uno spirito elevato, un flusso di energia e di piacere. Essa ha più carica della gioia e dell'entusiasmo ma è meno intensa, sebbene di più lunga durata, dell'estasi"; "è un regalo di grazia che ci permette di andare avanti, di cercare, di amare ancora"].



PM - HOME PAGE ITALIANA TESI