PM - HOME PAGE ITALIANA TESI

PM-TP
PSYCHOMEDIA
Tesi

Tesi di Laurea di Laura Rugnone

Internet: rischi e risorse per la comunità

Capitolo 1 - Internet: una panoramica storico-descrittiva

1.1 Strumenti di relazione online



Le opportunità di comunicazione online sono diverse, volendone tracciare una tassonomia di base non possiamo non citare il World Wide Web e quindi le pagine web, le e-mail, le mailing-list, i forum, i newsgroup, le chat e i Mud.
Il WWW (World Wide Web) nasce alla fine degli anni ’80 come uno strumento per organizzare documenti (testi, immagini, suoni) su un numero indefinito di computer. I vari documenti, immagini e testi organizzati secondo lo standard HyperText Transfer Protocol (http) comunemente detto Ipertesto, sono collegati tra loro in maniera ipermediale ciò implica che è possibile una lettura non sequenziale del documento, ci si può spostare liberamente da una parte all’altra del testo. La lettura divenendo dunque interattiva è una potenziale scrittura giacché ogni navigatore partecipa alla strutturazione del testo, creando nuovi legami. Un punto di partenza per iniziare la navigazione nei vari Ipertesti disponibili è il motore di ricerca, strumento che, inserita la “parole chiave”, scandaglia l’intero www e riporta l’elenco dei siti che trattano dell’argomento oggetto di ricerca. Tra i più noti troviamo www.google.com, www.altavista.com, www.virgilio.it, www.libero.it.
Potremmo paragonare il motore di ricerca ad una bussola, uno strumento indispensabile per il navigatore che deve destreggiarsi nello sconfinato mare virtuale.
L’ e-mail o posta elettronica è un servizio che consente la trasmissione e la ricezione di messaggi tramite computer. Esso comporta notevoli vantaggi sia per quanto concerne la velocità di trasmissione sia per quanto riguarda i costi che sono pari a quelli di una chiamata telefonica indipendentemente dal fatto che destiniamo il messaggio al nostro vicino di casa o ad un amico residente in Australia.
È necessario, perché vi sia la possibilità di instaurare un rapporto di posta elettronica, che mittente e destinatario siano su internet, possiedano cioè un proprio indirizzo.
L’indirizzo viene fornito dal provider (il computer che da accesso alla rete) e corrisponde ad una sorta di casella postale ospitata da un computer che fa da server (il computer ove risiedono i dati dell’utente, come la sua casella postale, collegato sempre in rete) di posta elettronica (mail server). Ciò consente di non dover stare collegati ventiquattro ore su ventiquattro per poter ricevere messaggi e-mail, giacché i messaggi ricevuti dall’utente saranno conservati e a lui recapitati nel momento in cui lui lo desidera, dal server.
Queste operazioni risultano molto semplici per l’utente e gli offrono un servizio estremamente versatile che gli consente di trasferire non solo messaggi di testo ma ogni tipo di file (programmi, suoni, immagini…).
Le mailing-list sono un particolare servizio di posta elettronica che funziona secondo una logica “a stella”: una volta effettuata la sottoscrizione ritrasmette a tutti gli utenti, in modo automatico, tutti i messaggi inviati all’indirizzo principale o list-server.
Una mailing-list può essere moderata o più raramente non moderata. Nel primo caso l’iscrizione comporterà che si seguano delle determinate regole di comportamento riguardanti il contenuto dei messaggi e l’interazione tra gli iscritti. Si tratta delle cosiddette regole di “Netiquette”, una sorta di galateo del comportamento online.
Nelle mailing-list non moderate spesso si assiste al cosiddetto fenomeno del flaming in cui, messo da parte ogni tipo di pudore, ci si relaziona in maniera verbalmente aggressiva, scambiandosi insulti.
E’ possibile raggruppare i partecipanti alle mailing-list in tre sottogruppi: gli esperti, ovvero coloro che, forti di una maggiore competenza, godono di maggior libertà di parola e d’azione; gli apprendisti che dispongono di un grado di competenza consistente ma inferiore a quella degli esperti per cui dovranno astenersi da temi più specialistici; i lurkers ossia “coloro che stanno in agguato”che si limitano a giocare un ruolo passivo all’interno della mailing-list o perché non osano postare messaggi, temendo di non essere abbastanza competenti o perché preferiscono mantenere un basso profilo, carpire informazioni a loro utili senza però fornire il loro contributo.
I forum sono convegni online sempre attivi, la cui asincronicità consente a chiunque di dare il proprio parere, sull’argomento in questione, così come di prendere visione dei pareri precedentemente espressi dagli altri utenti, in qualunque momento del giorno o della notte. Sono dunque dei luoghi di aggregazione che raccolgono il contributo di utenti provenienti dalle ubicazioni geografiche più disparate ma accomunati dal medesimo interesse.
Una partecipazione assidua ad un forum fa si che vengano a crearsi delle vere e proprie comunità virtuali, un nuovo modo di stare insieme in gruppi di relazioni interpersonali nel cyberspazio che portano con sé le caratteristiche dinamiche gruppali e un bisogno di identificazione nel vasto e dispersivo mondo virtuale.
Come accade nel gruppo allargato, il cyberspazio propone un senso di smarrimento, di “freddo fisico e morale”, che induce i soggetti a stringersi assieme, identificarsi in una comunità che funga da contenitore in cui “ciascuno -come nel piccolo gruppo- può essere percepito in maniera distinta da ciascuno altro, L’Io tende a ricostituirsi, a livello dell’immagine speculare in un’identificazione narcisistica agli altri” (Anzieu, 1976).
La comunità virtuale si offre al cybernauta come una madre buona, che contiene e rassicura, coloro che ne fanno parte e che partecipano dell’idealizzazione di cui la nuova entità gruppale è investita.
L’interno viene esperito come strutturato; l’esterno come non strutturato, lo spazio in comune dei membri è legato al sentimento di appartenenza e ad una differenziazione tra ciò che è il gruppo e ciò che non è il gruppo.
I newsgroup (Usenet/newsgroup) sono conferenze pubbliche, asincrone, cui possono partecipare via internet utenti da tutto il mondo. È una delle più vecchie nicchie di Internet, dove vengono affrontati tutti gli argomenti immaginabili da quelli accademici a quelli più osceni. Sono raccolti per categorie chiamate gerarchie, ognuna delle quali tratta una specifica area di interesse identificabile tramite le abbreviazioni che le contraddistinguono.
Ogni newsgroup è identificato da un nome composto: la prima parte indica la gerarchia, e le successive l’argomento trattato ( ad esempio: it.arti.pittura).
Non tutti i newsgroup sono accessibili a chiunque. Alcuni che trattano argomenti specifici, richiedono l’approvazione da parte di un moderatore.
Per partecipare ad un newsgroup bisogna collegarsi al servizio internazionale dove sono listati tutti i vari forum, scelto il forum di nostro interesse, il computer ci mostra una serie di oggetti di messaggi di posta elettronica che tutti possono leggere e ai quali tutti possono rispondere, in modo da generare uno spazio in cui si intrecciano le più svariate discussioni.
Le Chat –IRC (Internet Relay Chat) sono dei sistemi di conversazione sincrona. Più persone, contemporaneamente connesse, possono entrare in un sistema di chat ed interagire verbalmente, in tempo reale, con tutti gli altri partecipanti presenti nella stanza virtuale. Il linguaggio IRC fu progettato negli anni 80 in Finlandia da Jarkko Oikarinem, uno studente di informatica, mentre lavorava presso l’Università di Oulu.
Inizialmente il programma girava su un unico computer ed era utilizzato da non più di dieci persone della medesima università. Ben presto si aggiunsero altre sedi universitarie finlandesi, in particolare Helsinki e Tampere. Successivamente venne istallato su Funet- il network nazionale finlandese- e poi esteso a Nordunet, l’intera sezione scandinava di Internet.
Da allora, tramite il passa-parola tra gli studenti di informatica, IRC arrivò sino alle Università degli Stati Uniti per poi allargarsi a macchia d’olio in tutto il mondo.
Le chat offrono la possibilità di trovare sempre una persona disponibile a parlare, a qualunque ora del giorno. Una persona selezionabile sulla base del profilo che ha stilato di sé e nel quale si può prendere visione delle sue generalità, reali o fittizie, e dei suoi interessi.
Per accedere alla chat, primo passo dopo la registrazione è la scelta di un nickname, un soprannome che ci rappresenti, che funga da prima presentazione e dia agli altri utenti un’idea di chi siamo, dei nostri interessi, della nostra personalità o di quella che vogliamo impersonare in rete, una sorta di “pelle telematica” ( La Barbera, 2001). Ad esempio Veferim ( acronimo che sta per: voglio essere felice e realizzare i miei sogni).
Il nickname costituisce un marchio, un simbolo dell’identità personale e una volta scelto tende ad esser mantenuto.
L’anonimato che caratterizza queste comunità virtuali favorisce l’assunzione, da parte dei partecipanti, di ruoli ed identità che possono anche discostarsi da quelli reali.
Secondo una ricerca condotta da V. Politi, M. Cuddetta, P. Renzi su 146 soggetti tra i 20 e i 28 anni, 74 dei quali femmine e 72 maschi selezionati in modo casuale tra studenti della facoltà di psicologia di Roma “La Sapienza” e della facoltà di Economia e Commercio dell’università “Luiss” di Roma, il 58% dice di descriversi in modo alterato, attribuendosi caratteristiche che non ha.
Una delle componenti cruciali dell’identità è il sesso. Risulta che il 29% del campione utilizzato usi assumere identità sessuali diverse. Il fine di tale alterazione sta sia nella possibilità di ottenere più facilmente attenzione da parte degli altri utenti (qualora un uomo si spacci per donna) o per sperimentarsi nei panni del sesso opposto.
A mio avviso l’uso di identità fittizie non va considerato come mera finzione fine a se stessa ma come un modo per esplorare la caleidoscopica organizzazione del Sé sostenuta dai teorici della molteplicità.
Già Freud parlava di tre differenti istanze psichiche, Io, Es e Super-io e anche Jung parla di Persona, Ombra, Animus o Anima, Archetipo dello Spirito e il Sé per dar ragione delle tante sfaccettature dell’identità.
Così, riferendoci anche al lavoro di Sherry Turkle, secondo la quale c’è un Sé decentrato che esiste in molti mondi ed impersona ruoli diversi nello stesso istante, potremmo dire che, in rete, non si costruiscono identità molteplici ma si attraversano le varie componenti della propria natura.
Soggetti tra loro sconosciuti e provenienti dai luoghi più disparati del pianeta hanno la possibilità di sperimentarsi, scevri dai veli della finzione cui talvolta la quotidianità ci costringe e dunque la CMC (comunicazione mediata dal computer) sembra offrire una nuova possibilità di accesso al vero (A. Carotenuto, 1991)
Mi sembra interessante a tal proposito citare la ricerca di G. Pantaleo riguardo la deissi pronominale personale, in ambienti a virtualità variabile, da cui risulta che nella CMC c’è un maggiore ricorso ai pronomi Io, Tu e Noi e un minore ricorso a forme impersonali.
Da ciò si evince un minore imbarazzo nell’interazione che qui è libera dal peso dell’aspetto fisico e da paure legate al “rischio di perdere la faccia” (Goffman, 1967) e una maggiore focalizzazione sull’interlocutore e sulla relazione in corso. Ciò conferma quanto sostenuto dai teorici del Social Information Processing (Whalter 1992) secondo i quali, in presenza di sufficiente motivazione e competenza informatica, i soggetti sono in grado di instaurare una comunicazione fortemente basata su contenuti personali che conducono a relazioni di amicizia o sentimentali.
Si realizza una situazione in cui due “intimi sconosciuti” ( Calmieri, 2003) proprio per effetto della facilità con cui si entra in relazione , liberi dalle reticenze del quotidiano, attivano una comunicazione di carattere introspettivo di grande intimità emozionale.
Il passaggio da una condizione di amicizia a quella di innamoramento è frequente. Si tratta però, qualora la storia nata in chat non si concretizzi nel reale, di un amore che predilige sentimenti di comunicazione profonda e in cui la sfera erotica, la cui connotazione sensoriale rimane preclusa, rimane sullo sfondo, nella sfera della fantasia.
Paradossalmente, in un mondo in cui la fa da padrone il consumismo e l’apparenza, la tecnologia media delle relazioni che sembrano riscoprire la dimensione interiore.
I MUD (“Multi-User-Dungeon”) sono dei giochi di ruolo, costruiti sulla falsa riga di Dungeons and Dragons (Forse il più famoso gioco di ruolo esistente. Consiste nell’impersonare un personaggio che vive e progredisce, attraverso l’uso e lo scambio di carte da gioco, nelle quali sono descritte le caratteristiche dello stesso), interattivi e accessibili attraverso la rete, consentono la navigazione contemporanea di più utenti all’interno di un vasto ipertesto. Ogni partecipante può scegliere come muoversi da un ambiente all’altro del MUD digitando il comando corrispondente (“vai a nord” o “vai a sud”) e quando entra in una stanza nuova, appare sullo schermo un’appassionante descrizione del luogo raggiunto. I giocatori che dispongono di buona creatività e di discrete competenze tecniche possono dare una loro descrizione personale del luogo e creare così una propria stanza, creando annotazioni segrete che solo alcuni giocatori possono leggere, progettando telescopi per spiare le altre stanze ecc…
A seconda del Mud si offrono al giocatore differenti possibilità di interazione; può combattere con altri giocatori, acquisire particolari poteri, raccogliere ed usare oggetti; scambiare messaggi di posta elettronica con altri giocatori, chiacchierare in rete e così via. Le possibili interazioni col programma e con gli altri giocatori sono numerosissime. Diretti discendenti dei MUD sono i “metamondi” che, a differenza dei primi, si arricchiscono di immagini e suoni lasciando così meno spazio all’immaginazione.
Così come avveniva per le Chat anche i MUD offrono la possibilità di giocare con i diversi aspetti del sé interpretando, di volta in volta personaggi diversi ed entrando in interazione ludica con altri individui di cui tutto é ignoto e con i quali dunque è facile attivare dei processi proiettivi e transferali che ricordano la situazione analitica di freudiana memoria.
Così come al paziente si offre, nella situazione analitica, un oggetto su cui proiettare pensieri e sentimenti del passato così nei MUD, la mancanza di informazioni reali sulla persona con cui si interagisce e l’assenza di indizi visivi, facilitano la proiezione, come sostiene la stessa Turkle che proprio partendo da tale peculiarità accosta i MUD al Rorschach.
Come si legge sul giornale online “Mud Italia Giovani”, i Mud rappresentano per i loro partecipanti, qualcosa di più di un gioco, sono ricollegabili al teatro greco dove gli attori recitavano coperti da maschere.
Internet appare come una sorta di laboratorio per sperimentare l’esperienza della costruzione e della ricostruzione del Sé.
Infine le home page sono dei documenti ipertestuali interattivi che hanno trovato largo sviluppo nell’ambito dell’e-commerce, sono spesso utilizzati dalle aziende, come una sorta di “vetrina a largo raggio” che permette di raggiungere ogni angolo del globo con costi di acquisto e di marketing più bassi, una maggiore efficienza e la possibilità di reperire ogni tipo di bene di consumo e non solo.
Emblematico quanto bizzarro, è il caso di quella ragazza, il cui esempio fu seguito in seguito da un ragazzo, che decise di mettere in vendita la propria verginità sul noto sito di commercio online ebay (www.ebay.it).
Anche le più note testate giornalistiche e le reti televisive si sono affrettate a creare sul web dei loro corrispettivi online, consultabili ventiquattrore su ventiquattro, aggiornati e dotati di archivi che spaziano su ogni argomento trattato in passato.
Si può trovare un ricco elenco di collegamenti a periodici, giornali nazionali, internazionali, regionali, locali consultabili online, al sito http://www.intrage.it/utilita/giornali_on_line/.
Un rischio cui espone il proliferare delle home page è un eccesso di informazione che può produrre effetti di disorientamento.
A tal proposito è curioso notare come nell’ambito dell’e-commerce, individuato il “veleno” , si sia subito provveduto a trovare il corrispondente antidoto sempre online. Mi riferisco ai SAD ( Decision-Facilitating-Websites, siti d’aiuto alle decisioni) che raccolgono e organizzano le informazioni a disposizione per aiutare nel processo decisionale. Ad esempio in Italia : www.dooyoo.it oppure http://shopping.libero.it/main.
Anche enti come l’università, la regione, il comune, i carabinieri dispongono di una loro home page che si offre come canale di interazione rapido e di facile accessibilità per gli utenti. I vantaggi di tali iniziative sono svariati. Senza andare molto lontano rispetto l’esperienza accademica, ad esempio, sarà semplice, per uno studente fuori sede, consultare il calendario d’esami o l’orario delle lezioni del proprio corso di laurea senza doversi spostare da casa; oppure sarà agevole per un anziano pensionato consultare il sito del proprio comune di appartenenza e visionare le iniziative, attive in città, che possono interessarlo.
Altri enti si sono prodigati nel creare dei siti di utilità sociale, mi riferisco alla possibilità di fare una denuncia di smarrimento o furto online sia presso i carabinieri collegandosi al sito https://sicuro.carabinieri.it/DenunciaWeb che presso la polizia di stato sul sito www.denunciaviaweb.poliziadistato.it.
Anche il Ministero degli Affari Esteri ha un suo sito (http://www.dovesiamonelmondo.it/) in cui è possibile segnalare - su base volontaria – i dati personali, al fine di permettere all’Unità di Crisi, nell’eventualità che si verifichino situazioni di grave emergenza, di pianificare con maggiore rapidità e precisione interventi di soccorso.
È possibile effettuare le segnalazioni in una banca dati (custodita ai sensi della vigente normativa sulla protezione dei dati personali) a partire da 30 giorni prima dell’uscita dal territorio nazionale. I dati sono automaticamente cancellati 2 giorni dopo la data di fine viaggio indicata.
I dati relativi al viaggio che si intende effettuare all’estero verranno utilizzati esclusivamente a fini istituzionali, per consentire cioè di essere rintracciati in casi di emergenze di particolare entità e gravità.
Anche i singoli individui o gruppi non istituzionali possono facilmente avere accesso ad uno spazio in rete da utilizzare a proprio piacimento per raccontarsi, parlare delle loro passioni, condividere i propri vissuti come in una sorta di diario collettivo le cui pagine, diversamente dal diario che tanto gelosamente custodivamo in adolescenza, sono pubbliche e quindi esposte al libero giudizio di coloro che si troveranno a leggerle.
E’ il caso dei Blog. Il termine Blog deriva da weblog, vocabolo creato da Jorn Berger nel dicembre del 1997. Fu Peter Merholz che nel 1999 usò nel suo sito la frase “we blog”, dando origine al verbo “to blog” ovvero bloggare, scrivre un blog. Si tratta di pagine virtuali, personalizzabili con vesti grafiche diverse dette templates, che raccolgono la quotidianità dell’utente/amministratore (blogger) e che riservano degli spazi ai commenti dei navigatori che vi giungeranno, in perfetta linea con l’idea di interazione e condivisione, tipica di tali strumenti. Un Blog è personale ma pubblico, personale nel senso che puoi gestirlo a tuo piacimento. Pubblico nel senso che possono leggerlo tutti. È facile da usare, non necessita di competenze tecniche particolari, non costa nulla. Tutte le pubblicazioni, post,vengono etichettate con la data e l’orario di inserimento e visualizzate in ordine cronologico. Mantiene l’archivio storico di ciò che viene pubblicato. Può essere aggiornato da qualsiasi parte del mondo, basta avere un pc ed un collegamento alla rete telefonica.
Ci sono diverse tipologie di Blog, ne dò di seguito una breve classificazione non volendo con questa abbracciare tutte le possibili declinazioni di questo strumento:

- blog personale: è la categoria più diffusa, l’autore vi scrive le sue esperienze di ogni giorno, poesie, racconti, desideri (più o meno proibiti), disagi e proteste. Il contributo lasciato dai lettori con i loro commenti è in genere molto apprezzato e da vita a discussioni molto personali. Questo tipo di blog è usato spesso da studenti di scuola superiore o universitaria, con un gran numero di collegamenti incrociati tra un blog e l’altro.

- blog di attualità: pagine web curate da giornalisti che utilizzano i blog per dare voce alle proprie opinioni su argomenti di attualità o fatti di cronaca, o da semplici cittadini che utilizzano il blog per commentare notizie lette su giornali o siti internet (ad esempio: www.wittgenstein.it);

- blog tematico: su un particolare hobby o una passione, spesso diventano punto di incontro per persone con interessi comuni (ad esempio: www.ancorainviaggio.splinder.com);

- blog directory: blog specializzati nella raccolta di link su un argomento particolare (www.blogitalia.it);

- photoblog: blog su cui vengono pubblicate foto accompagnate da eventuali didascalie e dalla possibilità di commentare da parte dei visitatori ( www.buzznet.com);

- blog vetrina: blog utilizzati da artisti per dare visibilità alle loro opere.

- blog politico: blog usati da politici come interfaccia di comunicazione con i cittadini per esporre i problemi e condividere le soluzioni, principalemente a livello locale ( www.lucaconti.it);

- watch blog: blog utilizzati per criticare errori in notiziari on-line, siti web o altri blog ( www.andrewsullivan.com);

- m-blog: utilizzati per pubblicizzare proprie scoperte personali e renderne gli altri partecipi attraverso la pubblicazione di mp3 o file audio (www.winnicott.it/blog/);

- vlog o video blog: forma di distribuzione di contenuti audiovideo, utilizzati per lo più da artisti e registi.

In Italia, molti personaggi pubblici hanno deciso di utilizzare il blog come forma di comunicazione diretta. All’inizio del 2005, ad esempio, il comico genovese Beppe Grillo ha aperto il suo blog che è diventato nel giro di pochi mesi il più letto in Italia ( dopo un anno circa si contano 160000 contatti quotidiani) e tra i primi 10 a livello globale.
La ricchezza e la diffusione delle tipologie di comunicazione online sopraccitate, al di là delle loro caratteristiche specifiche, sono legate da un sottile filo rosso che tutte le accomuna. Sono infatti tutte prove della crescente “fame di socialità” di cui parla Rheingold che non trova totale appagamento negli spazi informali della vita quotidiana.
Sono manifestazione di quell’imperativo etico che Habermas ritiene emergente nella società contemporanea: comunicare!


PM - HOME PAGE ITALIANA TESI