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Tesi di Laurea di Laila Fantoni

Il minore sessualmente abusato: vicende processuali e trattamento terapeutico

Capitolo I - La realtà dell'abuso sessuale

11. Le tecniche di validazione



Di fronte alla testimonianza del minore vittima di abuso sessuale possono essere fatte due diverse valutazioni. Per differenziare l'analisi del contenuto della deposizione del testimone dal giudizio completo sulla credibilità di essa, sono stati introdotti i termini Criteria-Based Content Analysis (CBCA, cioè l'analisi del contenuto basata su determinati criteri) e Statement Validity Assessment (SVA, cioè l'esame della validità della deposizione). Il CBCA si riferisce all'analisi della deposizione del minore e utilizza una serie di criteri predefiniti. Il SVA si riferisce alla completa procedura diagnostica, che include anche i risultati del CBCA (247).

11.1 L'analisi della validità del contenuto della testimonianza (Criteria-Based Content Analysis)
Il CBCA è un'attenta analisi del contenuto della deposizione del testimone, applicata alla sua fedele trascrizione, volta a valutare la qualità di essa. È spesso utilizzata nei casi di resoconti di minori vittime di abuso sessuale. È necessario ricordare che questo ed altri metodi di controllo possono funzionare solo se quello che si è ottenuto dal minore è un racconto genuino, privo di contaminazioni causate da un'intervista condotta non correttamente (248).
L'ipotesi di fondo di questa analisi è che un racconto di un evento realmente vissuto sia qualitativamente differente da quello di un evento inventato o suggerito da altri (249). Infatti, se già fare un'affermazione veritiera è difficile, in realtà costruire una bugia (che contenga dettagli precisi) è ancora più complicato. Questo perché inventare qualcosa di falso richiede una quantità di energia cognitiva maggiore rispetto al riportare semplicemente qualcosa che è successo veramente. Da questa assunzione consegue che la qualità delle affermazioni vere è diversa dalla qualità di quelle false: essa è inferiore, perché una grande quantità di energia deve essere impiegata dal testimone nel cercare di controllare quello che viene detto. Questa teoria cognitiva della bugia è stata proposta dal prof. Undeutsch (chiamata poi da Steller "ipotesi di Undeutsch") (250).
Il lavoro di Undeutsch sull'individuazione dei "criteri di realtà" è stato poi organizzato e sistemato da Steller e Koehnken (per definire così il compito che in Germania deve adempiere l'esperto in testimonianza) in modo da ottenere 19 criteri specifici, chiamati "criteri di contenuto" (raggruppati in 5 categorie), usati per valutare il contenuto della deposizione (tabella).
La presenza dei criteri indica la possibilità che l'evento riportato possa essere realmente accaduto; la loro assenza, invece, non indica necessariamente che la dichiarazione sia falsa (251). Non esiste un numero minimo di presenza dei criteri per poter valutare la validità della testimonianza: più sono i criteri soddisfatti (sia quantitativamente che qualitativamente), più aumenta la possibilità che l'evento riportato sia vero. Deve essere dunque compiuta una valutazione generale della testimonianza alla luce dei criteri soddisfatti.

Tabella: CBCA - Criteri di contenuto

CARATTERISTICHE GENERALI

1. Struttura logica. La deposizione è coerente? Il contenuto è logico? I diversi segmenti si integrano in un tutto dotato di senso? (nota: dettagli particolari o complicazioni inaspettate non diminuiscono la struttura logica).
2. Produzione non strutturata. La deposizione in qualche modo è organizzata? Sono presenti digressioni o spontanei spostamenti di attenzione? Sono presenti elementi che compaiono lungo tutta la testimonianza, in assenza di un ordine di presentazione rigido? (nota: il criterio richiede che il racconto abbia consistenza logica).
3. Quantità di dettagli. Sono presenti elementi descrittivi relativi a tempi e luoghi? Persone, oggetti ed episodi sono descritti accuratamente?


CONTENUTI SPECIFICI

4. Inserimento in un contesto. Gli eventi sono inseriti in un contesto spazio-temporale? L'evento è connesso ad altre situazioni della routine quotidiana?
5. Descrizione di interazioni. Sono riportate azioni o reazioni o conversazioni composte da un minimo di tre elementi che coinvolgono l'accusato e il testimone?
6. Riproduzione di conversazioni. La conversazione è riportata nella sua forma originale? (nota: termini non familiari al linguaggio infantile e citazioni sono in particolare forti indicatori, anche quando attribuiti ad uno solo dei partecipanti).
7. Complicazioni inaspettate durante l'incidente probatorio. Viene riportata una difficoltà o una interruzione inaspettata che ha interferito con l'evento?
8. Dettagli insoliti. Sono presenti dettagli insoliti relativi a cose, persone o agli eventi significativi nel contesto della deposizione? (nota: i dettagli devono essere realistici)
9. Dettagli superflui. Sono riportati dettagli periferici relativi alla situazione, ma non all'evento centrale. (nota: se il passaggio soddisfa uno dei criteri specifici 4-18 probabilmente non è superfluo).
10. Dettagli fraintesi ma riportati correttamente. Il bambino descrive oggetti o eventi in modo corretto, alternandone il senso in modo coerente con il suo sviluppo cognitivo?
11. Associazioni esterne collegate. È presente il racconto di eventi o conversazioni di natura sessuale, legati all'abuso, ma verificatisi in una circostanza diversa?
12. Esperienza soggettiva. Il bambino descrive sentimenti, pensieri, emozioni esperiti durante l'evento? (nota: il criterio non è soddisfatto quando il testimone risponde ad una domanda diretta, a meno che la risposta non vada oltre quanto è stato chiesto).
13. Attribuzione di uno stato mentale dell'accusato. Sono riportati sentimenti e pensieri esperiti dall'accusato durante l'evento? (nota: non devono essere considerate descrizioni di comportamenti manifesti).


CONTENUTI RELATIVI ALLA MOTIVAZIONE

14. Correzioni o aggiunte spontanee. Sono fatte correzioni o aggiunte informazioni alle descrizioni precedentemente raccontate? (nota: non devono essere considerate risposte date a domande dirette).
15. Ammissioni di mancanza di memoria o conoscenza. Il bambino ammette di non ricordare o di non conoscere alcuni aspetti dell'evento? (nota: la riposta a domanda diretta deve andare oltre a "non so" o "non ricordo").
16. Sollevare dubbi sulla propria testimonianza. Il bambino esprime la preoccupazione che la disposizione possa sembrare incredibile o irreale? (nota: affermazioni quali "sto dicendo la verità" non devono essere considerate).
17. Autodeprecazione. Il bambino descrive qualche aspetto del proprio comportamento durante l'evento come inadeguato o inappropriato?
18. Perdonare l'accusato. Il bambino tende a scusare l'imputato, a spiegarne o giustificarne il comportamento ad esempio minimizzando la gravità delle azioni?


ELEMENTI SPECIFICI DELL'OFFESA

19. Dettagli caratteristici dell'offesa. Esiste una descrizione specifica dell'atto criminale?

Solitamente la valutazione si compie su una scala a 3 punti assegnando il punteggio di 0 se il criterio è assente, 1 se è presente, 2 se è fortemente presente. Nonostante la semplicità di tale metodo di valutazione, la decisione sulla validità del contenuto della testimonianza è piuttosto complessa, poiché devono essere considerati sia elementi quantitativi che qualitativi: ci si deve domandare, infatti, quanto spesso e con quanta forza un certo tipo di contenuto appare in una deposizione. Attualmente non esistono regole formalizzate per combinare i diversi criteri e determinare i punteggi critici in grado di differenziare le dichiarazioni vere da quelle false. Non risulta, cioè, possibile dedurre la credibilità di una dichiarazione semplicemente sulla base del numero dei criteri soddisfatti, in quanto sembra evidente che i diversi criteri sono caratterizzati dalla medesima rilevanza (252).
I criteri per vedere se un bambino descrive le sensazioni, i pensieri, le emozioni che ha avuto durante l'episodio e se ricorda i contenuti dell'evento vengono considerati come potenziali indicatori di verità delle affermazioni che il testimone fa, perché si suppone che una persona che dice una bugia in realtà non fornisca questo tipo di dettagli, ma si focalizzi più a descrivere l'evento di per sé come è successo. Altri elementi come la produzione non strutturata (n. 2) è considerata indicatore di realtà e di verità dell'affermazione, perché di solito chi costruisce una bugia lo fa seguendo un ordine cronologico e quindi comincia a raccontare dall'inizio; mentre spesso succede che quando una persona racconta un episodio vero, racconta le cose più importanti, recenti e fa digressioni rispetto all'ordine cronologico. Anche elementi tipo "non ricordare" (n. 15) sono indicatori di verità, perché le persone che dicono una bugia di solito raccontano e non dicono «non ricordo» (253).
Quello che viene realizzato con questo metodo è di verificare la qualità del resoconto. C'è differenza tra il verificare tale qualità e poi dire se il racconto corrisponde alla realtà oppure no. Per colmare questa differenza è necessario confrontare il risultato dell'analisi di qualità con le generali capacità intellettive del minore, la sua età e le sue esperienze. Infatti, maggiore è l'età delle persone che fanno la testimonianza, maggiore è la loro competenza verbale: sarà, dunque, più difficile arrivare a dei risultati convincenti con il metodo di analisi del contenuto sulla verità/falsità delle affermazioni (254).

Bisogna inoltre ricordare (255) che:
1. semplici ripetizioni di uno stesso elemento in diverse fasi non aumentano la valutazione dell'eventuale presenza del criterio;
2. ogni frase della deposizione può soddisfare più di un criterio;
3. devono essere analizzati solo i contenuti connessi al presunto crimine d'interesse per l'indagine.
Tale analisi della validità del resoconto si attua mediante tre passaggi (256):
- la lettura integrale;
- la valutazione globale della testimonianza: "caratteristiche generali" (criteri 1-3);
- la lettura puntuale della testimonianza: analisi "frase per frase" (criteri 4-18).
Essa comprende tre momenti: il primo è l'analisi della qualità, il secondo è l'analisi delle competenze di base del bambino (cognitive e verbali, psicologiche in generale), il terzo consiste nell'essere sicuri che quello che deriva dal bambino è una sua produzione spontanea (cioè bisogna accertarsi che non sia stato spinto a parlare da un genitore o da qualche adulto, che non sia stato istruito a dire certe cose piuttosto che altre, e che non gli siano state fatte domande inducenti in tempi precedenti). Quest'ultimo aspetto consiste, dunque, nel ricostruire l'origine del racconto.
Il fatto che manchino dei criteri di contenuto nella deposizione di un minore-testimone non significa che egli stia necessariamente mentendo: ciò può essere dovuto al fatto che manca ancora di capacità espressive adeguate, che è particolarmente timido, o che si sente inibito nella situazione e quindi dà dei resoconti poveri. Questo significa che ci troviamo in presenza di uno strumento che non è infallibile. Tuttavia i risultati sono talmente incoraggianti che il suo impiego sta diventando sempre più diffuso nei tribunali (257).

11.2 Il caso di Mirko
a) Informazione relativa al caso
Interrogatorio in audizione protetta di un bambino di dieci anni, Mirko, presunta vittima di abusi sessuali da parte del fratellastro, svolta nel Tribunale ordinario di Roma nel maggio del 2002 (258).
Il bambino è stato interrogato da una psichiatra, esperta in incidenti probatori di minori vittime di abusi sessuali, in un'apposita stanza dotata di specchio unidirezionale e di impianto videofonico per tali tipi di audizioni. La stanza era fornita di bambole, pupazzi, un tavolo con fogli e pennarelli colorati. Dietro lo specchio vi erano il giudice, il pubblico ministero e gli avvocati. La psichiatra, l'unica persona che poteva parlare direttamente con il minore, era collegata tramite un auricolare alla stanza dietro allo specchio in modo che il giudice (e le altre parti tramite esso) poteva così chiedere chiarimenti e precisazioni riguardo al racconto del bambino.

b) Parte dell'intervista investigativa

Esperto = Questo tuo fratello vive con te?
Mirko = Quando adesso?
E = Eh.
M.= No, viveva prima con me.
E = Chi viveva a casa, tu e...
M.= Aspetta...io, papà, mamma e il mio fratellastro...e mia sorella.
E = Ok.
M.= Io non voglio parlare. Voglio solo scrivere.
E = Va bene, scrivi ed io leggerò quello che scrivi. Ma qualcosa, se ti va, dilla anche a voce.
M. = Va bene.
E = Sai quanti anni ha adesso il tuo fratellastro?
M.= Mi sa che ora ce n'ha venti. Ma non lo so di preciso.
E = Va bene, non importa se non lo sai di preciso. Comunque è più grande di te?
M.= Sì, è più grande...Già so cosa mi devi dire. Dimmi solo la prima frase.
E = Facevi dei giochi con il tuo fratellastro?
M.= Giochi? Ho capito cosa intendi dire.
E = Si?! E che giochi erano?
M.= Ma parli dei giochi veri o...?
E = Ma...che giochi facevate? O...non so...guardavate qualcosa insieme?
M.= Be'...sì. Io adesso...io non parlo più. Io scrivo e basta e leggi tu però.
E = Perché vuoi scrivere e non rispondi a voce come hai fatto fino ad ora?
M.= Perché mi vergogno.
E = E perché? Non c'è motivo per essere imbarazzati.
M.= Facevamo l'amore come le donne.
E = Bravo, benissimo. E vedevate delle cassette?
M.= Sì, ma è successo una volta sola. Io ho visto una scena...una scena.
E = Dove eravate, chi c'era, c'era qualcuno in casa?
M.= Non me lo ricordo, non me lo ricordo.
E = Ma...tu che sei così preciso, cerca di raccontare tutto quello che ti ricordi, così il giudice può capire meglio perché lui non sa niente ed ha bisogno di tutto quello che dici tu per poter decidere.
M.= E che cosa vuole fare?
E = La cosa migliore per te...Allora...tu hai visto una cassetta e te l'ha fatta vedere il tuo fratellastro.
M.= Sì.
E = E poi, ché è successo te lo ricordi?
M.= Mi ha toccato. Che... ha sentito il giudice?
E = Sì, sì certo che ha sentito. Giudice ha sentito, vero?
Giudice = Sì, sì.
E = E dove Mirko, dove ti ha toccato, te lo ricordi?
M.= No non me lo ricordo.
E = Dai, Mirko, facciamo uno sforzino.
(Il bambino disegna un uomo ed indica con il pennarello le cosce.)
E = Ah, e come si chiama quella parte del corpo che mi stai indicando?
M.= Le cosce.
E = Sì, bravissimo. E chi c'era lì con voi?
M.= Nessuno.
E = E in che posto eravate?
M.= In camera sua.
E = Ti ha toccato solo sulle cosce?
(Il bambino fa no con la testa ed indica nel disegno le braccia.)
E = Ti ha toccato anche sulle braccia?
M.= Sì.
E = E voi eravate sempre da soli?
M.= Sì.
E = E poi succedeva qualcos'altro?
M.= Sì. Io volevo scappare.
E = E non ce la facevi a scappare? Perché volevi scappare?
M. = perché sì.
E = Ma perché cosa succedeva?
M.= Sì, io volevo scappare perché non voglio diventare "gay".
E = Un gay? Ma...tu lo sai che cosa vuol dire essere gay?
M.= Sì, vuol dire "frocio".
E = Dove l'hai imparato?...Sì è giusto quello che dici, ma...chi te l'ha insegnate queste cose, come fai a saperle?
M.= Non me lo ricordo...Le so da quando ero piccolo.
E = È da quando eri piccolo che lo sai. E chi ti diceva che eri "gay"?
M.= È che io sono andato a scuola e quando ero lì ho sentito "gay" e ho detto "Ma che vuol dire?" e i miei amici me lo hanno detto "Vuol dire frocio".
E = Ah. E non è una buona cosa?
M.= No.
E = Ma tu mica sei "gay"?
M.= No.
E = E avevi paura di diventarci?
M.= Sì.
E = E come facevi a diventarci? Perché il tuo fratellastro ti toccava?
M.= Sì. Perché se un maschio tocca un altro maschio, vuol dire che è un frocio.
E = Allora tu sei un maschio?
M.= Sì.
E = E il tuo fratellastro è maschio?
M.= Sì.
E = Ma tu non toccavi il tuo fratellastro?
M.= No.
E = E allora...vuol dire che il tuo fratellastro toccava te?
M.= Eh, si.
E = Allora tu non sei "gay"?
M.= No, io non voglio essere.
E = E allora se tu non lo vuoi essere, non lo sei e non lo sarai mai, capito tesoro?
(Il bambino annuisce.)
(PM = Dott.ssa gli dica che se due uomini si toccano sulle braccia non sono "gay".)
E = Il giudice giustamente dice che se papà o il tuo fratellastro si toccano sulle braccia non per questo sono "gay".
M.= No. Io ho detto che volevo scappare. Lui mi ha detto "Vieni di sopra" ed io non volevo andare e gli ho detto "No". Ma lui è venuto e mi ha portato su in camera sua, capito?
E = Sì, sì tesoro.
M.= E poi, lui mi ha fatto vedere la cassetta ed io non volevo.
E = Ah, ho capito...Ma ritorniamo a questo discorso dl "toccare": un maschio che tocca un altro maschio, come ad esempio quando papà tocca te, e ti abbraccia...
M.= No, abbraccia no. Abbraccia vuol dire felicità. Ma se mi tocca per forza, vuol dire che è un "gay".
E = Ma ti tocca dove?
M.= Qua, qua...(e indica alcune parti del corpo nel disegno).
E = Sulle cosce e sulle braccia?
M.= Sì, sì, sulle cosce e sulle braccia.
E = E basta?
M.= Basta.
E = Ma se uno, invece tocca...
M.= Una volta, quando mamma non c'era, lui mi ha dato un calcio e mi ha fatto male.
E = E perché ti ha tirato un calcio?
M.= Eh, mi ha tirato un calcio e mi ha fatto infinitamente male. Mi sono messo così le mie scarpe da calcio, gli ho dato un calcio e l'ho steso a terra.
E = Per terra?!
M.=Sì.
E = Ma quando?
M.= Sì, gli ho fatto male.
E = Sì, ma perché lui ti ha dato un calcio?
M.= Non me lo ricordo.
E = Vediamo di ricordarci qualcosa, va'...
M.= C'era pure mio padre.
E = ...Sì...c'era tuo padre quando gli hai dato il calcio?
M.= Sì.
E = Ah, ma cerchiamo di raccontare che cosa succedeva quando non c'erano né papà, né mamma.
(Il bambino s'incupisce.)
E = Che c'è Mirko, non vuoi dirle queste cose?
M.= No.
E = Allora, proviamo a fare un disegno, ok? Perché se il giudice poi non sa le cose...come fa? ...Ma perché non vuoi dire quello che è successo, non c'è mica da vergognarsi?
M.= Sì, però io mi vergogno lo stesso.
E = Ma, no... non ti devi vergognare. Non le hai fatte tu quelle cose.
(Il bambino intento inizia a disegnare.)
E = Cos'è questo?
M.= Il divano.
E = Quindi non siamo nella stanza del tuo fratellastro?
M.= No. Ecco, ora questo è il mio fratellastro e questo sono io. Lui mi stava sopra ed io gli ho detto: "Vai, vai, vai vattene!" E lui ha detto: "Va be', va be', accendiamo la tv e se viene papà gli devi dire che stavamo a vedere la tv".
E = E invece non stavate a vedere la tv?
M.= No. Va be'... ora ci faccio "Jurassic Park", ora ci faccio la "pistola".
(L'agitazione del bambino intanto sta crescendo e l'esperto decide di allentare la tensione parlando in modo più ampio del contesto familiare.)
E = Ok, tu sei stato molto preciso. Adesso prova a dire al giudice con chi vivi in questo momento.
M. = Con mia zia, mia sorella, mia mamma e mio papà.
E = Quindi il tuo fratellastro non vive più con te?
M. = No.
E = Tu sei contento che non c'è più il tuo fratellastro?
M. = Sì sono contento perché, quando è arrivato lui ha rovinato tutto. Prima stavamo bene con mamma e papà, poi è arrivato quello ed ha rovinato tutto.
E = Sei stato molto bravo fino a adesso perché hai detto le cose precisamente e ricordati che non ti devi vergognare perché una persona deve vergognarsi se fa delle cose brutte o fa qualcosa di male...ma tu non hai fatto niente di male e questo lo sa anche il giudice.
...Tu prima stavi dicendo che tu ed il tuo fratellastro stavate sul divano e lui stava sopra di te. Ti ricordi come eravate vestiti.
M. = Sì, mezzo.
E = Mezzo, cioè?
M. = Cioè, lui aveva i pantaloni e la maglietta e io pure. Poi ma l'ha levata.
E = Ma ti ha levato anche i pantaloni?
M. = No, i pantaloni ce l'avevo... no, no... i pantaloni non ce l'avevo...c'avevo solo le mutande. E pure lui.
E = Lui aveva le mutande e i pantaloni non ce l'aveva, va bene ho capito. Scusami ma tu come stavi messo? Eri seduto, sdraiato?
M. = Io stavo così (e il bambino fa nel disegno una figura sdraiata) e lui stava sopra di me (e lo disegna).
E = A casa chi c'era quando succedeva questo?
M. = Non c'era nessuno a casa.
E = Ah è vero me lo avevi già detto che a casa non c'era nessuno.
M. = Sennò come faceva lui, no?!
E = Eh, certo. Tu non volevi, ma lui era più grande di te e quindi anche più forte di te. Ma cosa ti diceva per portarti sul divano?
M. = Niente. Così... mi ha preso. Io stavo a vedere la tv e lui...poh...mi ho preso e non mi ha detto niente. Io stavo sul divano, così lui mi ha buttato giù ed io sono cascato e poi lui mi si è buttato sopra.
E = Tu ce l'avevi le mutande in quel momento?
M. = Sì.
E = E lui?
M. = Sì, sì.
E = E poi che cosa succedeva?
M. = Che lui si muoveva così... ora ti faccio vedere, perché è un po'... (e cerca di disegnarlo).
E = È un po' complicato?
M. = Sì.
E = Se ti va puoi farmelo vedere utilizzando i pupazzi. ...Guarda possiamo fare finta che uno di questi pupazzi è il tuo fratellastro e un altro sei tu e mi fai vedere qual era questo movimento.
M. = Sì, allora questo che è brutto è il mio fratellastro, anche se questo pupazzo è più bello di lui, e io sono questo.
E = Sì, va bene. E allora come era questo movimento?
M. = Io stavo sotto e lui stava sopra e si muoveva così. Ma il giudice vede?
E = Sì, sì stai tranquillo, il giudice vede tutto benissimo. ...Quindi diciamo si muoveva "avanti e indietro"?
M. = Sì.
E = E c'erano delle parti dei vostri corpi che si toccavano?
M. = Toccava tutto, tranne la testa.
E = Quindi si toccavano le gambe, le braccia, ...e che altro?
M. = La pancia, le cosce, i piedi e poi... come si dice?
E = Come si dice?
M. = C.... Hai capito, hai capito che ho detto?
E = Chissà se il giudice avrà capito...? Non so se ha capito, perché non ha risposto.
(Giudice = Sì, sì ho capito perfettamente.)
E = Ha detto il giudice che ha capito perfettamente! ...Ma senti...il tuo fratellastro dove ti toccava, oltre che sulle braccia e sulle cosce?
M. = Sul ca... e anche sulla schiena, e pure dietro e davanti. Ha capito il giudice?
E = Sì, sì ha capito.
(Giudice = Le chieda anche se lo toccava solo con le meni o anche con qualcos'altro.)
E = Il giudice mi ha detto prima che tu sei stato davvero molto preciso e poi voleva chiederti se il tuo fratellastro, oltre che con le mani ti toccava con qualche altra cosa,
M. = No, solo con le mani.
E = Ma...senti... questo fatto è successo una volta sola o più volte?
M. = È successo due volte.
E = Ma senti... cerchiamo di dire una volta o più volte.
M. = Allora... più volte.
E = Ok.
M. = ... Sì più volte lui mi toccava, mi toccava qua, qua... ma non era solo toccare però...
(Giudice = Dott.ssa può chiedere al bambino se gli è mai successo che si è mai sentito bagnato con acqua?)
E = Senti, che tu ti ricordi, ti sei mai accorto che quando poi succedeva questo ti sei sentito come bagnato?
M. = Sì.
E = È quando succedeva questo che ti sentivi bagnato?
M. = Sì, quando stavamo sul divano.
E = Ah... E come era questa cosa che ti bagnava?
M.= Perché lui si girava certe volte, mi girava e mi bagnava.
E = Fammelo vedere qua, guarda...
M.= Eh, ...avveniva così (e lo fa vedere con i pupazzi)
E = Eh... ma tu sei proprio preciso!
M. = Così io stavo qua, allora lui certe volte mi girava così e con il ca... e me lo metteva dentro il sedere e poi mi bagnava. E là mi accorgevo che ero bagnato.
E = Eh sì, e là ti accorgevi che eri bagnato. Ma era una cosa come l'acqua oppure era diversa?
M. = Eh sì, era come l'acqua ma un po' diversa.
(PM = Dott.ssa gli chieda se ha sentito dolore.)
E = Senti tesoro, ...ti ha fatto male?
M.= Sì un pochettino.
(PM = Gli può chiedere se lui in quel momento era completamente nudo?)
E = Senti... ma se succedeva questo, il fratellastro le mutande ce l'aveva o no?
M.= Sì, ce l'aveva.
E = Ma... tu che sei così preciso... come puoi spiegare che lui ti faceva tutte quelle cose che hai raccontato se aveva le mutande?
M.= Perché certe volte lui... perché lui se le levava e prima ce l'aveva.
E = Ah, ho capito.
(PM = Dott.ssa è necessario che lei chieda al bambino, con le parole più adatte che ritiene, se, in quei momenti, ha avvertito una durezza del membro.)
E = Senti, tesoro... tu fino ad ora sei stato molto preciso e hai spiegato tutto molto chiaramente anche con i disegni ed i pupazzi ed infatti il giudice ha capito che il tuo fratellastro ti faceva tutte queste cose. Tu hai detto che ti faceva male... Ma tu hai capito se c'era qualcosa che ti faceva male?
M. = Sì! C'era il suo pisello!
E = Ah! ...Ma questo suo pisello, quando succedevano queste cose, come era?
M.= Te lo disegno'
E = Eh, ...disegnamelo sì!
(Il bambino lo disegna)
M.= Hai visto?
E = Sì, sì... Ma come era questo pisello? Com'era?
M.= Duro?
E = Ecco, sì...oppure no?
M.= Era un po' duro e un po' leggero... Certe volte leggero e certe volte duro.
E = Cambiava perciò?
M.= Sì.
E = Va bene. Sei stato davvero molto preciso a rispondere a tutte queste domande e adesso quindi abbiamo finito.

c) Applicazione del CBCA
Una volta che l'intervista è completata, la registrazione viene trascritta e ad essa viene applicato il CBCA. Occorre, dunque, valutare se i vari criteri sono presenti nella deposizione e, per far questo, utilizziamo una "griglia" apposita.

Caratteristiche generali SI NO Note
Caratteristiche generali X La deposizione mostra un senso univoco: leggendola dall'inizio alla fine, è possibile riconoscervi notevole coerenza. Non sono presenti contraddizioni.
Fortemente presente = 2
2. Produzione non strutturata X Il criterio è presente perché le informazioni scaturiscono durante tutta la deposizione, in assenza di un'esigenza da parte del testimone di presentarle in un ordine rigido e credibile. Il racconto di Mirko presenta qualche digressione, che si verifica ad esempio quando racconta della volta in cui ha ricevuto un calcio dal fratellastro.
La testimonianza dell'evento si presenta distribuita in tutto il colloquio, in quanto il minore ritorna a parlare, a più riprese, dello stesso argomento, incoraggiato dalla psichiatra.
Fortemente presente = 2
3. Quantità di dettagli X Il criterio è presente in modo molto soddisfacente, poiché la deposizione contiene informazioni dettagliate per ciò che concerne lo spazio, il tempo, le persone coinvolte e soprattutto gli eventi accaduti.
Fortemente presente = 2
Contenuti specifici SI NO Note
4. Inserimento in un contesto X L'atto di abuso sessuale non è avulso dal contesto e dalle abitudini quotidiane del testimone: Mirko indica il luogo dove questo avveniva (cioè nella camera da letto del fratellastro e sul divano), ricordando anche che cosa avevano fatto prima («mi ha fatto vedere la cassetta ed io non volevo»; «Io stavo a vedere la tv e lui... poh... mi ha preso e non mi ha detto niente»).
Presente = 1
5. Descrizione di interazioni X Nella testimonianza sono presenti alcuni esempi di azioni e reazioni strettamente connesse, per cui viene superato il livello di un semplice racconto di una lista di eventi e viene, dunque, presentata una concatenazione di questi. Ad esempio: «Lui mi ha detto "Vieni di sopra" ed io non volevo andare e gli ho detto "No!". Ma lui è venuto e mi ha portato su in camera sua».
Presente = 1.
6. Riproduzione di conversazioni X Sono presenti vere e proprie riproduzioni di conversazioni tra Mirko e il suo fratellastro.
Fortemente presente = 2
7. Complicazioni inaspettate durante l'interrogatorio X Mirko, inizialmente, trova difficoltà a parlare perché si vergogna e a volte dice: «Io non parlo più. Scrivo e basta».
Presente = 1.
Particolarità di contenuto SI NO Note
8. Dettagli inconsueti X Questo criterio è soddisfatto dalla descrizione di Mirko che cerca di spiegare che cosa egli intende per "gay": «Se tocca un altro maschio vuol dire che è frocio».
Presente = 1
9. Dettagli superflui X Questo criterio è presente in quanto Mirko, quando utilizza i pupazzi per descrivere i movimenti dell'abuso sessuale, dice di considerare quello più brutto come fosse la figura del fratellastro, aggiungendo: «...anche se questo pupazzo è più bello di lui».
Presente = 1
10. Dettagli fraintesi ma riportati correttamente X Questo criterio è soddisfatto sia quando la psichiatra cerca di capire cosa significhi, per Mirko, essere "gay", sia quando viene chiesto al minore di specificare più dettagliatamente se lui e il fratellastro avevano le mutande oppure no durante l'atto sessuale.
Fortemente presente = 2
11. Associazioni esterne collegate X Questo criterio non è stato soddisfatto.
Assente = 0
12. Descrizione dello stato mentale soggettivo X Tale descrizione accompagna molte parti del racconto del minore. Infatti, sia quando racconta della visione della videocassetta, sia del momento dell'abuso sessuale, precisa sempre: «Ma io non volevo».
Presente = 1
13. Attribuzione di uno stato mentale dell'accusato X Questo criterio non è stato soddisfatto.
Assente = 0
Contenuti relativi alla motivazione SI NO Note
14. Correzioni o aggiunte spontanee X Il criterio è soddisfatto poiché spesso Mirko, raccontando, si ferma a riformulare ciò che ha appena affermato, nel tentativo di esprimersi meglio o di essere più preciso, e lo fa utilizzando le parole oppure tramite il disegno o i pupazzi.
Fortemente presente = 2
15. Ammissione di mancanza di memoria o conoscenza X Il criterio non è stato soddisfatto perché il minore pare ricordare gli eventi in modo chiaro e preciso.
Assente = 0
16. Sollevare dubbi sulla propria testimonianza X Il criterio non è presente, in quanto nella deposizione non viene analizzato il rapporto che egli aveva con i genitori e, dunque, non gli viene chiesto se ad essi aveva raccontato l'accaduto.
Assente = 0
17. Autodeprecazione X Il criterio non è presente.
Assente = 0
18. Perdonare l'accusato X Il criterio non è soddisfatto, anzi Mirko dice di essere contento che il fratellastro non viva più in casa sua.
Assente = 0
Elementi specifici dell'offesa SI NO Note
19. Dettagli caratteristici dell'offesa X Il minore offre dettagliate descrizioni degli atti di abuso subiti che rendono evidente una sorta di evoluzione verso situazioni sempre più invadenti: dal "toccare" le braccia e le cosce alla penetrazione anale.
Fortemente presente = 2

L'analisi della validità del contenuto della testimonianza di Mirko rivela una buona qualità ed ottiene un punteggio complessivo di 20, con la soddisfazione di 13 criteri su 19.

11.3 L'analisi della validità della deposizione (Statement Validity Analysis)
La Statement Validity Analysis è un metodo per strutturare la valutazione di un giudizio relativo ad accuse di abuso sessuale, metodo che utilizza la raccolta sistematica e l'esame delle informazioni provenienti dalle interviste dei minori e da altre fonti rilevanti riguardanti il caso. Essa ha avuto origine in Germania e in Svezia negli anni Settanta.

Nella sua forma attuale comprende (259):
a. un attento esame dell'informazione relativa al caso;
b. l'intervista semistrutturata del minore;
c. il CBCA dell'intervista trascritta;
d. l'esame della validità di ulteriori informazioni sul caso;
e. la sintesi sistematica.
a) Esaminare l'informazione relativa al caso

I fatti riguardanti il caso vengono ricavati da ogni possibile fonte d'informazione. Ciò include, ma senza limitarsi a queste fonti, l'informazione ricavata dai verbali di polizia, gli schedari dei servizi per la protezione all'infanzia, l'anamnesi psicosociale delle persone coinvolte, test diagnostici se disponibili, i documenti del tribunale e le informazioni della scuola. Varie fonti di dati permetteranno di delineare la storia delle accuse (260). I dati così ottenuti consentiranno all'esaminatore di formulare ipotesi alternative circa le presunte vicende processuali.

b) L'intervista semistrutturata
L'intervista è strutturata secondo i principi dello sviluppo cognitivo dei bambini. Il formato dell'intervista, perciò, è stato progettato per ottenere più informazioni possibili tramite la narrazione libera da parte del minore. Le domande si articolano da quelle generali fino a giungere, in base alle necessità, a quelle più specifiche.
Alla trascrizione dell'intervista, condotta in modo tale da ottenere una narrazione libera dei fatti, viene applicata l'analisi del contenuto della deposizione (CBCA), che deve terminare, per ogni criterio, con una valutazione : assente, presente o fortemente presente (261).
Dopo aver esaminato i criteri di contenuto prendendo in esame in che misura essi vengano soddisfatti in una data deposizione, occorre analizzarli attentamente per formulare una valutazione complessiva della qualità (non della credibilità) della deposizione. Quest'ultima, insieme ad altre informazioni sul caso, viene usata nella SVA per valutare la probabilità che il minore testimone abbia avuto realmente esperienza dell'evento che ha descritto (262).

d) L'esame della validità
La valutazione completa sulla credibilità in un caso specifico combina tutta una serie di informazioni che permettono di valutare la probabilità che il testimone faccia riferimento ad un evento reale: in aggiunta al giudizio relativo alla qualità del contenuto, gli esperti fanno uso di altre fonti d'informazione.
Per organizzare e standardizzare un esame di questo tipo tanto complesso è stata elaborata, per questa parte della procedura, una lista di elementi che indicano la validità della deposizione (Validity Checklist).

Tabella: Criteri per il controllo della validità della deposizione (Validity Cecklist)

CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE

1. Appropriatezza del linguaggio e della conoscenza
Il sospetto di un'influenza da parte di un adulto non può far dedurre che la denuncia sia falsa, ma deve portare a ponderare la possibile influenza da parte di terze persone.
2. Appropriatezza dell'affetto
Deve essere osservata la performance del bambino anche se i segnali comportamentali non possono mai essere univocamente interpretati come segni di veridicità o falsità.
3. Suscettibilità alla suggestione
Elevati gradi di suggestionabilità possono influenzare l'accuratezza della denuncia, o perfino indicare una mancanza di memoria episodica concreta dovuta al fatto che il racconto è stato fabbricato. La resistenza alla suggestione risulti essere, d'altra parte, degna di nota.


CARATTERISTICHE DELL'INTERVISTA

4. Utilizzo di domande suggestive, guidanti o coercitivi
Interviste precedenti, condotte inadeguatamente, possono influenzare l'intervista, sebbene per questa sia stata utilizzata una tecnica adeguata.
5. Generale adeguatezza dell'intervista
Deve essere valutata separatamente anche la tecnica utilizzata nell'intervista sulla quale i criteri del CBCA sono applicati. Domande dirette formulate in modo prematuro, interruzioni eccessive o rinforzi sistematici possono, infatti, limitare il potere diagnostico dell'analisi del contenuto.


MOTIVAZIONE

6. Motivazione a deporre
Devono essere considerate le relazioni tra il bambino e l'accusato, e le possibili conseguenze per tutte le persone coinvolte.
7. Contesto nel quale si è inserita la prima rivelazione o dichiarazione
La "storia" e l'origine della denuncia devono essere analizzate.
8. Pressioni a dichiarare il falso


INTERROGATIVI INVESTIGATIVI

9. Coerenza con le leggi della natura
La sua assenza implica forti dubbi sulla veridicità del racconto, pur in presenza di un'alta qualità di contenuto.
10. Coerenza con altre deposizioni
Tali deposizioni possono essere del bambino stesso o di altre persone.
Per il confronto con altre dichiarazioni del bambino devono essere tenute presenti la sua capacità di ricordare eventi e possibili effetti suggestivi in precedenti interviste o in quella attuale.
La contraddizione con dichiarazioni di altre persone, che non possono essere attribuite a errori o menzogne da parte dell'altro testimone, non sono necessariamente indicatori di falsità, ma vanno considerate all'interno dell'assessment generale di validità.
11. Coerenza con altre prove
Questo controllo è di natura criminologica più che psicologica, può concernere, infatti, aspetti medico-legali. Una contraddizione a questo livello solleva molti dubbi sulla veridicità della testimonianza nonostante un'elevata quantità di contenuti.

Oltre alla valutazione sulla qualità della deposizione (fatta con il CBCA) la validity checklist contiene informazioni che devono essere prese attentamente in considerazione. Infatti devono essere valutate alcune "caratteristiche psicologiche" (n. 1-3) (263):
1. lo stile del linguaggio e la conoscenza specifica che va al di là del livello di sviluppo o dell'età del testimone. Se sono presenti caratteristiche del linguaggio o descrizioni che indicano una possibile influenza di adulti nel preparare e organizzare la deposizione, non è possibile concludere in modo definitivo che la deposizione è falsa ma, naturalmente, ciò è importante per esaminare possibili influenze di terze persone.
2. Occorre considerare gli indicatori comportamentali di risposte emotive inappropriate durante l'intervista, l'assenza dell'emozione (che ci si aspetterebbe essere coerente con il contenuto del resoconto) ed un'emozione congruente con il contenuto di pensiero.
3. Se il testimone ha mostrato suscettibilità alle suggestioni durante l'intervista, ciò è un altro fattore psicologico importante da considerare.
Le "caratteristiche dell'intervista" (n. 4-5) sono ulteriori fonti per analizzare una deposizione ed occorre valutare sia quelle su cui si è basato il giudizio di credibilità, sia le tecniche usate nelle precedenti interviste.
Le "possibili motivazioni" (n. 6-8), che devono essere prese in esame e incorporate nella SVA, sono (264):
- se il testimone ha ragioni discutibili per sporgere denuncia. Importanti fonti d'informazione sono costituite dalla relazione tra il testimone e l'accusato e dalle possibili conseguenze dell'accusa per gli individui coinvolti.
- Un punto essenziale che deve essere considerato nell'analisi della motivazione è l'origine o la "storia" della deposizione. Il contesto nell'ambito del quale è avvenuto il primo racconto deve essere esaminato a fondo.
- Deve essere svolta un'indagine circa l'eventualità che il testimone o altre persone siano stati spinti a dichiarare il falso.
Infine le "domande investigative" (n. 9-11) riguardano:
- le descrizioni che sono contrarie alle leggi della natura;
- la coerenza con altre deposizioni fatte dallo stesso testimone oppure da altri, facendone un confronto;
- la coerenza con altre prove fisiche o concrete.
e) La sintesi sistematica
Il processo dell'esaminatore di combinare tutte le informazioni è molto complesso in quanto ogni valutazione è interconnessa ed il loro esame non può essere fatto in modo indipendente. Standardizzare questa procedura aiuta ad organizzare i fatti e le interferenze e a dare il giusto peso ai vari dati.


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