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Tesi di Laurea di Laila Fantoni

Il minore sessualmente abusato: vicende processuali e trattamento terapeutico

Capitolo I - La realtà dell'abuso sessuale

5. Patologia delle cure



Negli ultimi anni l'attenzione degli operatori si è progressivamente orientata anche verso i minori vittime di carenze gravi, nutrizionali o affettive. Questo tipo di violenze vengono individuate in quella che abitualmente viene chiamata incuria, termine che - pur essendo entrato nella pratica comune - è improprio: sarebbe più giusto parlare di patologia delle cure (53).
In queste violenze l'elemento centrale è l'inadeguatezza delle cure, per cui possono esistere diversi tipi di patologia:
a. incuria: quando le cure sono latenti;
b. discuria: quando le cure sono distorte;
c. ipercura: quando le cure sono eccessive.

5.1 Incuria
Si parla di incuria quando le persone legalmente responsabili del bambino non provvedono adeguatamente ai suoi bisogni sia fisici che psichici in rapporto all'età e al momento evolutivo. Rientrano quindi nella categoria dell'incuria anche quei casi in cui i genitori, pur occupandosi dei bisogni nutrizionali del figlio, non rispettano i suoi bisogni affettivi, emotivi e di socializzazione. Si possono avere, quindi, diversi gradi di questo tipo di abuso, che vanno dall'abbandono al disinteresse per i bisogni emotivi del bambino (54).
La personalità e lo sviluppo di un minore si realizzano attraverso fasi molto diverse tra di loro, ciascuna delle quali ha delle caratteristiche e dei bisogni psichici e fisici specifici; il genitore attento e comprensivo è sensibile a questi bisogni e modula su di essi il suo comportamento e le sue richieste nei confronti del figlio. Talvolta però ciò non si realizza, perché inconsapevolmente i genitori non riescono a comprendere e quindi ad adeguarsi alle necessità del bambino in quel particolare momento. Si determina così un'alterazione della qualità di vita e delle modalità di relazione del bambino con il mondo esterno, con ripercussioni sullo stato fisico, mentale e comportamentale (55).
I "fattori o indicatori di rischio" (56), che permettono una diagnosi precoce della patologia, impedendo così il cronicizzarsi della situazione di abuso, possono essere suddivisi in: notizie sullo stato di salute, segni fisici e segni comportamentali.
a. Notizie sullo stato di salute
Informazioni che permettono di diagnosticare un caso di incuria si possono rilevare al solo colloquio con i genitori, quando emerge una loro difficoltà a fornire notizie esatte e complete sulla nascita e sulle tappe evolutive del figlio: ciò fa sorgere il dubbio di essere di fronte ad un genitore che ha difficoltà a contenere nella propria mente la storia del proprio figlio, perché magari non è sensibile ai suoi bisogni.
È importante controllare se è stato rispettato il calendario delle vaccinazioni obbligatorie: questo dato permette di verificare le capacità di un genitore di prendersi cura del figlio fin dai primi mesi di vita. Inoltre carie dentali non curate, disturbi visivi o uditivi non trattati sono altri elementi che possono indicare uno stato di incuria (57).
b. Segni fisici
Il bambino trascurato spesso indossa vestiti inadeguati all'età, al sesso e alla stagione. Si possono inoltre riscontrare scarsa igiene e dermatiti recidivanti, soprattutto scabbia e pediculosi. Dal punto di vista clinico quasi tutti questi bambini presentano una distorsione delle abitudini alimentari con denutrizione o, al contrario, anche se più raramente, obesità. Infine il loro sviluppo psico-motorio è spesso ritardato (58).
c. Segni comportamentali
I bambini non curati appaiono pigri, demotivati, sempre stanchi, con scarso rendimento scolastico e disturbi dell'alimentazione. In realtà sono dei bambini fondamentalmente tristi, che non hanno energie da investire in tali attività e si comportano da pseudo-insufficienti. Sono soggetti ad avere molti infortuni domestici, non essendo in grado di percepire il pericolo perché non hanno un'esperienza di contenimento e attenzione-protezione da parte dei genitori (59).

5.2 Discuria
La discuria è la distorsione della prestazione della cura; in realtà le cure vengono effettuate, ma non sono adeguate al momento evolutivo. In queste situazioni, di solito, i genitori caricano il figlio di proprie aspettative, che sono quasi sempre quelle che un tempo erano i loro desideri. Il bambino è "normale" per i genitori solo (o quasi sempre) quando il suo comportamento coincide con le loro aspettative, laddove queste ultime sono spesso il volerlo il più possibile simile all'immagine che essi hanno, o hanno avuto, di se stessi o del proprio ideale. Tutto questo porta tali genitori ad ignorare i veri bisogni del bambino, appropriati alla fase evolutiva che sta attraversando (60). Quando il bambino viene considerato come una proprietà su cui realizzare determinati scopi, la sua crescita vitale subisce una violenta interruzione.
Chi esercita una violenza fisica sa di fare molto male all'altro; nelle forme di discuria, invece, molto spesso i genitori sono ignari della violenza che stanno esercitando, spesso anzi pensano di agire per il bene dei propri figli e inconsapevolmente possono causare danni maggiori.
I tipici atteggiamenti (61) di discuria sono:
- anacronismo delle cure. L'atteggiamento dei genitori sarebbe corretto se il bambino fosse in uno stadio evolutivo diverso (ad esempio un bambino di sei anni al quale la madre somministra solo dieta lattea o cibi frullati);
- imposizione di ritmi di acquisizione precoci. Raramente i bisogni del bambino nei primi anni di vita sono in perfetta armonia con le abitudini degli adulti (ad esempio il ritmo del sonno del bambino raramente coincide con le esigenze e i ritmi di vita dei genitori). Alcuni genitori sono incapaci di vedere nel loro bambino un soggetto immaturo che necessita di un adeguato e tutelato sviluppo per diventare adulto. Sono spesso presenti dei conflitti tra le richieste del bambino e gli impegni dei genitori, che pretendono da lui una precoce autonomia nel controllo sfinterico, nella motricità e nei ritmi alimentari (62);
- aspettative irrazionali, quando i genitori richiedono ai propri figli delle prestazioni superiori alla norma o alle possibilità del bambino e vogliono che il loro figlio sia il più bravo in qualsiasi attività intraprenda. Questi bambini sono sempre pieni di impegni (scuola, sport, inglese, pianoforte), hanno una grande competitività e non riescono a raggiungere una buona socializzazione con i coetanei. La situazione diventa ancora più grave quando il bambino presenta delle difficoltà fisiche o psichiche che rendono più profondo il distacco tra il bambino idealizzato dal genitore e il bambino reale.

5.3 Ipercura
Rientrano in tale categoria tutti i casi in cui i genitori offrono "cure" eccessive al loro figlio. La forma più importante è la sindrome di Münchhausen per procura, ma esistono delle varianti (63).
La sindrome di Münchhausen per procura
Questa patologia è una forma di abuso in cui il bambino rischia seri danni fisici e psicologici e, spesso, la vita. I genitori, però, non hanno l'intenzione di procurare danni o uccidere il proprio figlio; essi con il loro comportamento vogliono ricreare una situazione di cure e presa in carico del bambino da parte di altri e rimangono fortemente turbati se egli muore: dunque, paradossalmente la morte del figlio è contraria agli interessi patologici dei genitori.
Questo tipo di violenza è molto complessa da descrivere perché intervengono, oltre alla coppia genitoriale con le caratteristiche soggettive e le dinamiche interne, anche le caratteristiche del bambino legate all'età, alle capacità di verbalizzazione, alla sua forza interna, al tipo di relazione con i genitori e soprattutto con la madre. Perché si verifichi l'abuso, infatti, è necessaria la collaborazione di tutto il sistema familiare; tutti i membri della famiglia, anche di quella estesa, utilizzano la sindrome per mantenere la stabilità familiare e negare i conflitti (64).
Per la diagnosi è fondamentale studiare attentamente la storia clinica, verificare se vi è un'associazione temporale tra i sintomi del bambino e la presenza della madre, chiedere molti dettagli sulla storia personale, sociale e familiare e verificare se la madre inventa sintomi anche su se stessa, cercare di capire il significato di tale comportamento.
La diagnosi deve poi essere comunicata alla famiglia in modo chiaro, senza farsi condizionare dalle reazioni della madre che possono andare dalla completa ammissione dell'abuso all'aggressività verso i medici con l'accusa di essere loro i responsabili per imperizia e incompetenza (65). I genitori vanno informati se il caso è stato segnalato al Tribunale per i minorenni o ai Servizi territoriali, non per accusarli ma per poter intervenire in difesa del minore. Contemporaneamente va offerto un sostegno psicologico alla madre, al bambino e a tutto il gruppo familiare.

Forme di abuso simili alla sindrome di Münchhausen per procura
La sindrome di Münchhausen per procura viene distinta da altri comportamenti simili:

a. DOCTOR SHOPPING PER PROCURA
Si tratta di bambini che hanno sofferto nei primi anni di vita di una grave malattia e da allora vengono portati dai genitori da tantissimi medici per disturbi di minima entità. Consiste in una "esagerazione della malattia" (66): le madri, eccessivamente preoccupate per le condizioni fisiche del figlio, ricorrono continuamente all'aiuto medico, percependo lievi patologie come gravi minacce per la vita del bambino e chiedendo o facendo in modo che essi vengano ricoverati in ospedale o sottoposti a continui accertamenti.
Si differenzia dalla sindrome di Münchhausen per procura poiché il disturbo materno è di tipo nevrotico-ipocondriaco e, accogliendo le ansie e le preoccupazioni che la madre proietta sul figlio, è possibile rassicurarla sullo stato di salute del bambino.

b. HELP SEEKERS
In questo tipo di patologia il bambino presenta dei sintomi fittizi indotti dalla madre, ma si differenzia dalla sindrome di Münchhausen per la frequenza con cui vengono indotti i sintomi e per la motivazione materna. Infatti gli episodi di ricerca di cure sono limitati nel tempo e rappresentano un preciso bisogno della madre in particolari momenti. Il confronto con il medico spesso la induce a comunicare i suoi problemi, quali l'ansia e la depressione (67).
Di solito, se viene offerto un sostegno psicoterapeutico o proposto l'affidamento temporaneo del bambino, la madre accetta e si mostra disposta a collaborare.

c. ABUSO CHIMICO
Con tale termine viene indicata l'anomala somministrazione di sostanze farmacologiche o chimiche al bambino. Le sostanze somministrate possono essere suddivise in quattro gruppi (68):
o sostanze qualitativamente prive di proprietà tossicologiche ma che possono tuttavia risultare nocive se somministrate in quantità o modalità eccessive. (Rientra in questo gruppo l'abnorme somministrazione di acqua);
o sostanze con scarsa tossicità e di comune impiego domestico (ad esempio il sale da cucina);
o sostanze ad azione farmacologica dotate di media tossicità e di facile reperibilità come lassativi, diuretici, glucosio, insulina;
o farmaci dotati di spiccata tossicità ad azione sedativa e di non usuale disponibilità. Si tratta di solito di sonniferi prescritti alla madre dal medico curante: la loro somministrazione a dosi inadeguate causa nel bambino una sindrome neurologica grave che talvolta causa coma e/o morte.
Questa sindrome va sospettata quando ci si trova di fronte a sintomi non spiegabili in base alle consuete indagini di laboratorio e strumentali, che insorgono ogni volta che la madre ha un contatto diretto con il bambino (69).

d. SINDROME DA INDENNIZZO PER PROCURA
Si tratta di quei casi in cui la necessità dei genitori di avere un indennizzo (ad esempio nel caso di un infortunio) porta il bambino ad assumere dei sintomi riferiti dai genitori stessi. Il meccanismo con cui si struttura è identico alla sindrome da indennizzo dell'adulto (70), solo che in questo caso la sintomatologia viene indotta nel bambino, che fedelmente si adegua (71).
La motivazione psicologica è quella del risarcimento e viene totalmente negata sia dai genitori che dal bambino; i sintomi variano a seconda delle conoscenze mediche della famiglia e la sindrome si risolve con totale e improvvisa guarigione una volta ottenuto il risarcimento.


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