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Tesi di Laurea di Giuseppe Dimitri

La ricomposizione familiare dal punto di vista dei figli del divorzio
Riorganizzazione delle relazioni familiari tra continuità e cambiamento


Capitolo 8 - Il campione

8.4. Genitori e nuovi partner: le principali figure adulte nelle famiglie ricomposte


Abbiamo rilevato: l’età, lo stato civile precedente e successivo alla ricostituzione, e la professione di ciascun genitore dei soggetti intervistati e dei loro rispettivi nuovi partner, al fine di poter individuare, mediante un confronto, significative differenze.


8.4.1. Età degli adulti

Considerando l’età delle principali figure adulte al momento dell’intervista è risultato che (vedi tab. n 4): le madri hanno un’età media di 51 anni, di poco inferiore a quella dei padri pari a 52 anni e 3 mesi; mentre c’è una sostanziale differenza tra l’età media delle partner dei padri (45 anni e 4 mesi) e quella dei partner delle madri (53 anni e 9 mesi).
Quest’ultimo dato ci fa presumere che le madri tendano a preferire, nel momento in cui decidono di ricreare una famiglia, un’unione con uomini più maturi in quanto è più facile che essi, oltre ad avere una maggiore esperienza di vita, ricoprano un importante posizione professionale (come vedremo in seguito, nel nostro campione il 50 % dei nuovi partner delle madri appartengono alla categoria “professionisti”) che possa garantire non solo il benessere economico ma anche un maggior senso di sicurezza e stabilità a loro e ai propri figli. Al contrario i padri tendono a intraprendere relazioni con nuove partner più giovani delle loro ex-mogli.


Ciò è molto probabilmente dovuto al fatto che gli uomini divorziati possono concedersi di pensare principalmente al proprio benessere personale, intraprendendo storie con donne attraenti e nubili, in quanto sono meno limitati dalle responsabilità genitoriali e dalle preoccupazioni economiche, non essendo, nella maggioranza dei casi, affidatari dei figli delle precedenti unioni, e ricoprendo, spesso, ruoli professionali più valorizzati e meglio retribuiti di quelli svolti dalle loro ex-coniugi.


8.4.2. Stato civile degli adulti

L’analisi dei genogrammi ci ha consentito di risalire allo stato civile dei genitori degli intervistati, sia dopo la separazione, che al momento della ricostituzione familiare di uno o di entrambi gli ex-coniugi e a quello dei rispettivi nuovi partner prima della formazione dei nuclei ricostituiti.

Stato civile dei genitori dopo la separazione
Su un totale di 42 genitori ben il 66,6 % di essi, dopo la separazione, risultavano divorziati, il 28,6 % separati e solo il 4,8 % ex-conviventi. Per quanto riguarda l’affidamento dei figli, sia legale che di fatto, nel 90,4 % dei casi è riconosciuto alla madre, in un solo caso (4,8 %) al padre e in un altro (4,8 %) ad entrambi, trattandosi di affidamento congiunto.

Stato civile dei genitori al momento della ricostituzione familiare
Sul totale dei 32 genitori che hanno ricostituito un nucleo, 19 (il 59,4 %) si sono risposati con l’attuale partner, mentre 13 (il 40,6 %) di essi convivono (vedi grafico n. 2). Questi dati concordano con quanto riportato da un’indagine ISTAT del 1998, svolta su 555 mila famiglie ricostituite italiane che sono risultate essere costituite per il 65,4 % da nuclei coniugati e per un 34,6 % da nuclei conviventi. Se andiamo ad analizzare singolarmente lo stato civile delle madri e dei padri alla ricostituzione notiamo che, nel nostro campione, c’è una lieve tendenza da parte delle prime a preferire il rimatrimonio alla sola convivenza (il 66,7 % delle madri contro il 55 % dei padri).
I restanti 10 genitori, al momento della ricostituzione familiare dell’ex-coniuge, costituiscono un nucleo monogenitoriale insieme ai figli. Tra questi 8 madri (il 38,1 % del totale delle mamme), risultano non avere alcuna relazione sentimentale ed essere tutte concentrate sulla educazione e cura dei figli, mentre 2 (un padre ed una madre) hanno delle relazioni che non vanno oltre la semplice frequentazione.
Considerando sia il numero delle convivenze che dei secondi matrimoni risulta evidente che le donne hanno una minore probabilità di ricostituire una nuova unione dopo la separazione rispetto agli uomini (il 57,1 % delle prime contro l’95,2 % dei secondi), presumibilmente perché risultano più spesso affidatarie dei figli, cosa che le renderebbe meno desiderabili agli occhi degli uomini. Ciononostante, nei casi in cui le madri ricostituiscono un nucleo tendono a ricorrere al vincolo matrimoniale sia per una forma di legittimazione sociale, sia come tentativo di ricreare un’immagine di famiglia tradizionale. Sono forse il maggiore bisogno di stabilità e di riconoscimento sociale che spingono le donne, nel processo di ricostituzione, a optare per un secondo matrimonio, nonostante la paura di riprodurre il fallimento della precedente unione e la profonda rielaborazione a livello dei ruoli che tale “rito” richiede sia ai due partner che ai loro figli.


Stato civile dei nuovi partner dei genitori prima della ricostituzione
Considerando sempre lo stato civile il nostro campione di 32 nuovi partner, di cui siamo venuti indirettamente a conoscenza, è costituito (vedi grafico n.3): per un 50 % da single, di cui 7 (il 43,8 %) sono partner della madre e 9 (il 56,2 %) del padre; per un 25 % da divorziati di cui 3 (il 37,5 %) sono partner della madre e 5 (il 62,5 %) del padre; per un 18,7 % da separati, di cui 4 (il 66,7 %) sono partner del padre e 2 (il 33,3 %) della madre; infine il restante 6,2 % comprende una partner del padre ex-convivente ed una vedova. Se analizziamo singolarmente lo stato civile dei partner delle madri e quello delle partner dei padri alla ricostituzione otteniamo le seguenti percentuali: i primi sono per un 58,3 % single, per un 25 % divorziati e per un 16,7 % separati; le seconde per un 45 % single, per un 25 % divorziate, per un 20 % separate e per un 10 % equamente distribuite tra vedove ed ex-conviventi. Quindi nel nostro campione si nota una maggiore tendenza delle madri a ricostituire un nucleo con partner single rispetto ai padri, il contrario di quanto indicato dalla letteratura.


8.4.3. Condizione professionale degli adulti

Abbiamo scelto di rilevare anche la condizione professionale degli adulti, in quanto riteniamo che essa sia un possibile indicatore del loro status sociale e del livello culturale, dai quali dipende, molto probabilmente, la qualità della ricostituzione. Per far questo, prendendo spunto dal sociologo Corrado Barberis (1989)(89), abbiamo individuato le seguenti categorie:
&Mac183; Professionisti: Lavoratori che esprimono competenze professionali specialistiche (medici, avvocati, fisioterapisti, odontotecnici);
&Mac183; Lavoratori dipendenti: Lavoratori che esprimono competenze professionali nell’ambito di istituzioni pubbliche o private (Impiegati, insegnanti, infermieri);
&Mac183; Operai, artigiani e commercianti;
&Mac183; Inattivi: pensionati, casalinghe, benestanti.

Come si può chiaramente vedere dal grafico n. 4, la maggioranza delle 21 madri, pari al 47,6 %, rientrano nella categoria “lavoratori dipendenti” ed un’altra consistente parte il 38,1 % in quella “professionisti”; i padri, invece, si concentrano quasi tutti (17 su 21, pari al 81 %) in quest’ultima categoria. Per quanto riguarda le professioni dei partner, quelli della madre sono nel 50 % dei casi “professionisti” e nel 41,7 % “lavoratori dipendenti”; quelle del padre, al contrario, nel 45 % dei casi sono “lavoratrici dipendenti” e nel 35 % dei casi “professioniste”. Questi dati confermano il fatto che nel nostro pese sia la rottura del matrimonio, sia la formazione di una seconda unione sono esperienze più frequentemente legate allo stile di vita dei ceti medio-alti, a differenza di quanto avviene in altri paesi dell’Europa occidentale ( A. L. Zanatta 1997). Si può notare anche come la maggioranza delle madri tenda a ricostituire un nucleo con partner professionisti, in quanto con il loro lavoro e la loro posizione sociale garantiscono una maggiore sicurezza economica.

Inoltre, al fine di rilevare eventuali variazioni nella condizione socio-economica, durante il passaggio dalla famiglia originaria a quella ricostituita, abbiamo costruito le seguenti tabelle: nella prima incrociamo le professioni dei genitori, per poi confrontarla con le altre due tabelle in cui le professioni dei padri e delle madri, separatamente, sono intrecciate con quelle dei rispettivi nuovi partner.
La tabella n. 5, intersecando le professioni dei padri con quelle delle madri degli intervistati, ci permette di evidenziare come il 33,4 % dei nuclei originari è formato da coppie in cui entrambi i membri rientrano nella categoria “professionisti” o da quelle in cui il marito è un “professionista” e la moglie una “lavoratrice dipendente” (il 38,1 %).

Tabella n. 5: Distribuzione dei genitori degli intervistati secondo la condizione professionale.

Madre

Padre
Professionisti Lavoratori dipendenti Operai, artigiani e commercianti Inattivi TOT.
Professionisti
7
8
2
17
Lavoratori dipendenti
1
1
2
Operai, artigiani e commercianti
1
1
2
Inattivi
0
TOTALE
8
10
1
2
21


Nella tabella n. 6, invece, dove le professioni delle madri sono messe in relazione con quelle dei loro partner, possiamo notare come i nuclei ricostituiti materni sono composti per il 33,4 % da una coppia di “professionisti” e per un altro 33,4 % da una coppia di “lavoratori dipendenti”.

Tabella n. 6: Distribuzione delle madri e dei rispettivi partner secondo la condizione professionale.

Madre

Padre
Professionisti Lavoratori dipendenti Operai, artigiani e commercianti Inattivi TOT.
Professionisti
4
2
6
Lavoratori dipendenti
1
4
5
Operai, artigiani e commercianti
1
1
Inattivi
0
TOTALE
5
6
1
0
12


Infine, nella tabella n. 7, sono le professioni dei padri ad essere intrecciate con quelle delle loro partner, e, anche in questo caso, si ha una prevalenza di nuclei ricostituiti paterni formati da coppie di professionisti (il 35 % dei casi), subito seguiti da quelli in cui il padre è un “professionista” e la partner una “lavoratrice dipendente” (30 %).

Tabella n. 7:

Tabella n. 6: Distribuzione delle madri e dei rispettivi partner secondo la condizione professionale.

Madre

Padre
Professionisti Lavoratori dipendenti Operai, artigiani e commercianti Inattivi TOT.
Professionisti
7
0
7
Lavoratori dipendenti
6
2
1
9
Operai, artigiani e commercianti
2
2
Inattivi
2
2
TOTALE
17
2
1
0
20

Dal confronto delle tre tabelle non risultano cambiamenti significativi nella condizione socio-economica delle famiglie nel passaggio dal nucleo originario a quello ricostituito, sia paterno che materno, ad eccezione di quest’ultimo in cui si rileva un aumento delle coppie in cui entrambi i partner sono “lavoratori dipendenti” a scapito di quelle in cui la donna è “lavoratrice dipendente” e l’uomo “professionista”.


89 Barberis Corrado, 1989: La società italiana: esperienze di un secolo, Franco Angeli, Milano


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