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PSYCHOMEDIA
Tesi

Tesi di Laurea di Giuseppe Dimitri

La ricomposizione familiare dal punto di vista dei figli del divorzio
Riorganizzazione delle relazioni familiari tra continuità e cambiamento


Il processo di ricomposizione familiare

3.1. Alcune cifre sulle famiglie ricostituite



La separazione e la ricomposizione familiare erano esperienze comuni ai bambini americani già a partire dal 1980. Secondo quanto riportato da Glick (1984)(1), approssimativamente il 50 % dei primi matrimoni terminerebbero in un divorzio e nel 59 % di questi divorzi sarebbero coinvolti figli al di sotto dei diciotto anni. Secondo dati più recenti relativi al 1990, in America, il 32 % di tutti i ragazzi al di sotto dei diciotto anni hanno affrontato o dovranno far fronte alla separazione dei propri genitori. Nel 90 % dei casi, dopo la separazione, questi vengono affidati alle madri. Hetherington (1978) e Fulton (1979) hanno rilevato che a due anni dal divorzio circa il 30 % dei padri (che nella quasi totalità dei casi non sono affidatari dei figli) vedono raramente i propri bambini, o interrompono del tutto le loro visite. Si è anche stimato che, negli Stati Uniti, il 70-75 % della persone divorziate si risposano e nella maggior parte dei casi ciò avviene in media dopo 5 anni dalla separazione (Glick 1984). Inoltre Furstenberg (1979)(2) sottolinea come sempre più spesso ci si separa quando si è ancora giovani e come l'intervallo di tempo tra il primo e il secondo matrimonio stia progressivamente decrescendo.
Per quanto riguarda la situazione italiana, i dati dell'ISTAT relativi all'indagine: "Famiglia, soggetti sociali e condizioni dell'infanzia" svolta nel 1998, indicano che il processo di semplificazione delle strutture familiari continua a far registrare un incremento del numero di famiglie (passate, tra il 1988 e il 1998, da 19 milioni e 872 mila a 21 milioni e 211 mila) e la diminuzione del numero medio dei loro componenti (da 2,9 a 2,7). Crescono i single e le coppie senza figli, mentre diminuiscono quelle con figli.
In Italia, le famiglie ricostituite da un precedente matrimonio, interrottosi per morte, separazione o divorzio, ammontano a 555 mila, pari al 3,8 % di tutte le coppie. Di esse 192 mila sono costituite da convivenze more uxorio e 363 mila da coppie coniugate. Le famiglie ricostituite sono più diffuse nel Nord e nelle grandi aree metropolitane (5,4 %), mentre assumono una rilevanza più limitata nelle isole (2,4 %).
Complessivamente possiamo affermare che nel nostro Paese le famiglie ricomposte sono, non solo meno diffuse, ma anche meno complesse per varie ragioni:

- prima di tutto perché circa la metà dei divorziati non ha figli (poiché da noi la presenza di bambini rappresenta ancora un forte deterrente alla rottura coniugale);
- in secondo luogo, perché essendo l'età media delle coppie, al momento della formazione della nuova famiglia, relativamente elevata è molto frequente che in essa non nascano nuovi figli;
- poi, perché i divorziati italiani sposano preferibilmente e in misura crescente donne nubili che solitamente non hanno figli;
- infine, perché i figli delle precedenti unioni vivono generalmente con la madre che ha minori opportunità di risposarsi rispetto all'ex-marito.

La presenza di separati/divorziati in questi nuclei è superiore a quella dei vedovi. Tra le famiglie ricostituite coniugate, nel 56,1 % dei casi, almeno uno dei coniugi ha alle spalle un divorzio, mentre nel 38,9 % una vedovanza. Tra le famiglie ricostituite more uxorio, invece, quelle con almeno un partner separato/divorziato sono l'81,5 %, quelle con almeno un vedovo solo il 24,8 %.
Tra le famiglie ricostituite in matrimonio, le donne nubili al momento delle nozze risultano pari al 54,7 %, mentre gli uomini celibi sono soltanto il 32,4 %. In quelle ricostituite in libera unione, invece, sia le donne che gli uomini risultano per lo più separati o divorziati (rispettivamente, il 51,3 % e il 57 %).
Le donne hanno una minore probabilità di risposarsi o, comunque, di ricostituire un nucleo, sia perché risultano più spesso affidatarie dei figli e ciò costituisce un deterrente alla convivenza con un nuovo partner, sia perché l'età relativamente avanzata in cui si divorzia sfavorisce maggiormente le donne.
Delle 555 mila famiglie ricostituite fanno parte 243 mila coppie senza figli conviventi (43,8 %), 199 mila con figli nati unicamente dell'unione attuale (35,9 %), 62 mila con figli di uno solo dei partner (11,2 %) e 51 mila con figli della presente e della precedente unione (9,1 %).


Note:
1 Cit. in Clingempeel G. e Segal S., Stepparent-Stepchild and the Psychological Adjustment of Children in Stepmother and Stepfather Families, Child Development, 1996, 57, 474-484.
2 Cit. in Clingempeel G. e Segal S., op. cit.


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