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PSYCHOMEDIA
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Tesi di Laurea di Giuseppe Dimitri

La ricomposizione familiare dal punto di vista dei figli del divorzio
Riorganizzazione delle relazioni familiari tra continuità e cambiamento


Le “Famiglie Ricomposte”

2.5. Evoluzione delle ricerche sulle famiglie ricomposte in Italia



Come nel resto dell'Europa anche in Italia, negli ultimi trent'anni, il numero dei secondi matrimoni è andato aumentando, pur restando molto più basso rispetto alle altre nazioni, passando tra il 1970, anno in cui il divorzio è stato introdotto anche nel nostro Paese, ed il 1993, dal 3 % al 7 % di tutti i matrimoni(1). I cambiamenti a livello sociale e culturale, relativi alle strutture e alle concezioni familiari, che si sono realizzati in questi anni hanno determinato un evidente decremento delle famiglie nucleari in favore delle nuove famiglie alternative (monogenitoriali, unipersonali, ricostituite, etc.) ed un aumento del numero delle persone che preferiscono al matrimonio religioso e civile la libera convivenza.
Secondo i dati ISTAT (annuario di statistiche giudiziarie, 1993), in Italia, il numero delle separazioni sono passate dalle 29.285 nel 1975 alle 48.198 nel 1993 ed i divorzi da 10.681 a 23.863 negli stessi anni. Di conseguenza anche i minori coinvolti in separazioni e divorzi sono in crescente aumento passando dai circa 36.000 del 1979 ai 52.000 del 1989, con un aumento del 41 % in soli dieci anni. Inoltre, in seguito alla separazione o al divorzio, l'affidamento dei figli va nel 93 % delle volte alla madre. In questi casi il 20 % dei bambini perde i contatti con il padre, il 23 % lo incontra una volta al mese e solo il 21 % una volta a settimana.
Questi cambiamenti, che hanno determinato una ridefinizione del concetto di famiglia e l'insorgere di nuove tipologie familiari, hanno iniziato a suscitare, anche nel nostro Paese, l'interesse dei ricercatori e degli psicologi clinici che non possono fare a meno di confrontarsi con queste nuove realtà familiari e con le problematiche ad esse connesse. Ciò che caratterizza e accomuna i diversi lavori di ricerca in Italia è la centralità riconosciuta ai figli dei genitori separati, sia nella fase di scioglimento del matrimonio che in quella successiva della formazione di una famiglia ricomposta.
La sociologa Anna Laura Zanatta (1997) nel suo lavoro " Le nuove famiglie" ci fornisce un quadro generale delle tipologie familiari presenti nel nostro paese. Per quanto riguarda le famiglie ricostituite, l'autrice nota che la popolazione delle coppie al secondo matrimonio è, come abbiamo precedentemente riportato, raddoppiata tra il 1970 e il 1993. Esse sono più diffuse nel nord e al centro e raggiungono le quote più alte nelle grandi aree metropolitane. Inoltre, commentando i dati ISTAT (1994-95), sottolinea come su 593 mila famiglie ricostituite presenti in Italia, 412 mila sono coppie coniugate (il 69,5 %) e 180 mila sono famiglie di fatto (il 30,5%). Nelle famiglie ricostituite, in cui è avvenuto il matrimonio, gli uomini divorziati tendono a sposare preferibilmente donne nubili, che sono il 54 % di tutte le mogli di uomini al loro secondo matrimonio, mentre solo il 34 % delle donne divorziate si risposano con mariti celibi. Molto diversa è la situazione nelle famiglie ricostituite in cui la coppia è convivente poiché in esse, spesso, entrambi i partner provengono da una precedente rottura coniugale (il 44 % delle donne e il 57 % degli uomini) mentre i celibi e le nubili sono una minoranza (rispettivamente il 29,3 % e il 34 %). Un altro dato rilevato è la tendenza, conseguente all'abbassamento del età al divorzio, alla riduzione dell'età alla seconda unione. Nel 1984 l'età media dei divorziati al secondo matrimonio era di 45 anni per gli uomini e di 41 anni per le donne, mentre, solo dieci anni più tardi essa è scesa rispettivamente a 39 e 34 anni. Commentando i dati relativi alla presenza di figli in queste nuove famiglie, che ne determinerebbero la complessità, Laura Zanatta riferisce che, secondo un'indagine condotta nel 1990, su 750 mila ragazzi al di sotto dei 19 anni, il 5,5 % vivono con uno dei loro genitori naturali ed un genitore acquisito. Nel 90 % circa dei casi il genitore biologico è la madre e quello acquisito il suo nuovo compagno o secondo marito. Per quanto riguarda il grado di complessità delle famiglie ricostituite, che secondo l'autrice dipende in gran parte dallo stato civile dei due nuovi partner e dalla presenza o meno di figli, nel nostro Paese la maggioranza delle famiglie ricostituite ha una struttura piuttosto semplice. Ben il 42 % delle coppie al secondo matrimonio non ha figli; il 40 % ha esclusivamente figli nati dalla seconda unione; il 10 % figli avuti unicamente dai precedenti matrimoni o convivenze; mentre solo nel 9 % dei casi si hanno situazioni complesse in cui, insieme ai figli di primi letto di uno o entrambi i partner, ci sono i figli dell'attuale unione.
Importante è il lavoro di Donata Francescato (1992) che, nello scritto "Quando l'amore finisce", indaga sulle conseguenze dell'interruzione di una relazione amorosa ponendo al centro della attenzione il rapporto di coppia, che nella sua evoluzione viene costantemente ed inevitabilmente influenzato dal contesto socio-culturale, economico e politico, dagli stereotipi associati all'istituzione familiare e dalla personalità dei singoli membri. Partendo dall'analisi delle motivazioni e delle aspettative che portano alla nascita ed al consolidamento di una coppia, attraverso il completamento del processo di individuazione e differenziazione dei singoli membri dalle proprie famiglie di origine, l'autrice passa a descrivere i perché della separazione e i significati che essa assume per la coppia e per l'individuo. Infine evidenzia le conseguenze a breve e a lungo termine dell'interruzione di un legame amoroso, le differenti reazioni a questo evento da parte degli uomini e delle donne e le diverse tipologie di relazione tra gli ex-coniugi nella fase di post-separazione. Nell' opera "Figli sereni di amori smarriti" Donata Francescato (1994) si occupa, invece, delle conseguenze che la separazione dei genitori ha sui figli. In questo scritto, dopo aver trattato l'aumento della instabilità matrimoniale e del numero delle separazioni e dei divorzi, indicando le principali cause di questi fenomeni nell'emancipazione e responsabilizzazione dei singoli, nelle scelte sentimentali, nel mutamento dei ruoli maschili e femminili e nell'evoluzione del ruolo dei figli nel rapporto di coppia e nella società, passa a descrivere le difficoltà incontrate dai bambini cresciuti in nuclei dove regna un'alta conflittualità e tensione tra i coniugi. L'autrice inizia con l'affermare che: «più che la separazione o il divorzio sono il conflitto genitoriale e l'alta tensione, nella fase di preseparazione, ad avere conseguenze negative sullo sviluppo dei figli», per poi affrontare il difficile compito a cui i genitori sono chiamati nel momento in cui decidono di separarsi. Questo compito consiste nell'imparare ad essere ancora genitori pur non essendo più marito e moglie; il che richiederebbe la costruzione di nuovi modelli sociali per fare i genitori anche al di fuori del matrimonio. Infine, riferendosi con il termine di "famiglie aperte" ai nuclei ricostituiti, passa ad indagare i legami che ne determinano l'appartenenza o l'esclusione dei membri e il tipo di relazioni che si instaurano tra i figli e i partner dei genitori. Secondo l'autrice, per quanto riguarda la tipologia relazionale tra genitori acquisiti e figli, non essendoci legami di sangue nel rapporto che tra di essi si costruisce, si ha un prevalere di relazioni pure basate sulla libera scelta e sull'affetto reciproco.
E' soprattutto di queste relazioni genitore acquisito/figli che si è occupata Anna Oliverio Ferraris (1997) nel suo scritto "Il terzo genitore". In esso, dopo aver fatto un confronto tra le nuove e le vecchie famiglie, descrive attentamente i bisogni dei bambini necessari perché realizzino un adeguato sviluppo. Passa poi ad analizzare le difficoltà e gli adattamenti che la separazione e la eventuale successiva ricomposizione comportano per i figli che hanno vissuto questa esperienza. Nell'ultima parte dell'opera si occupa delle difficoltà incontrate dai nuovi partner nel definire il loro ruolo all'interno della famiglia ricomposta, per la mancanza di modelli, per l'assenza dei legami di sangue e per la parziale istituzionalizzazione di queste tipologie familiari. Conclude affermando che il ruolo di "terzo genitore" non può essere ascritto, come avviene per i genitori biologici con il concepimento, ma deve essere acquisito giorno per giorno guadagnandosi il rispetto, la fiducia e l'amore dei figli.
Un ulteriore contributo a questo settore della ricerca, in Italia, è fornito da Silvia Mazzoni (1999) che, focalizzando il suo interesse sul fenomeno della ricomposizione familiare e sul ciclo vitale delle famiglie ricomposte, ha condotto delle interviste su coppie ricostituite e sui figli del divorzio, osservando dalle due differenti prospettive le configurazioni relazionali, il ciclo vitale e le modalità di rappresentazione caratteristiche di queste famiglie.


1 A. L. Zanatta, 1997: Le nuove famiglie, il Mulino, Bologna


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