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PSYCHOMEDIA
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Tesi di Laurea di Sara Ceccucci

La luce oltre la porta
Il Day Hospital Psichiatrico tra passato presente e futuro


Capitolo 3: La riabilitazione psichiatrica e il Day Hospital



3.1 Evoluzione storica del concetto di riabilitazione psichiatrica

Come già detto la pratica e la teoria della riabilitazione psichiatrica si sviluppano storicamente con l'affermarsi dei principi dell'assistenza nella Comunità ma hanno una tradizione in psichiatria: il primo germe può infatti essere colto nel trattamento morale di Pinel, il quale liberava i malati mentali dalle loro catene,scoprendoli come uomini con le loro aberrazioni e negazioni,rieducandone la volontà,disciplinando la mente,ripristinando le "buone abitudini". Le concezioni sulla follia,assistenza e cura hanno subito dal XVI secolo mutamenti sostanziali cui hanno contribuito elementi di ordine sociale,economico,culturale ,etico e religioso. Il controllo sociale della devianza e il riconoscimento di una invalidità specifica dei folli rappresentano i fondamenti del paradigma assistenziale che si è sviluppato nel corso dei secoli. La risposta sociale si concretizza in strategie di intervento miste ­ forme di internamento e forme di supporto della comunità- che si intrecciano fin dall'età classica,anche in relazione alla classe sociale dell'inabile. IL manicomio, contenitore dell'alienità, era deputato a funzioni di asilo,rifugio,custodia ed era perfettamente integrato nella cultura organicistica dominante. Siamo negli anni della psichiatria conservatrice,del biologismo causale,della disputa biologismo/psicologismo,dell'introduzione dei test mentali,della marginalizzazione della psicoanalisi. Nel periodo successivo (anni 1955-68) definito da S.Piro (1988) "della modernizzazione",prendono corpo nella psichiatria,delle tendenze che porranno le premesse di un grande rinnovamento: la psicoanalisi si apre a nuovi orizzonti di lavoro,approdano le teorie sistemiche, la psicofarnacologia soppianta le terapie di shock e nasce e si diffonde la psichiatria comunitaria. Questo travaglio culturale si svolge in un periodo storico caratterizzato da grandi movimenti politici,culturali e sociali che confluiscono nel noto '68. Viene introdotto un nuovo parametro che inciderà radicalmente sul volto dell'intervento psichiatrico: la prospettiva di una cura possibile. Lo sguardo viene decentrato dall'individuo al contesto con la necessità di un intervento combinato individuo/ambiente. La riabilitazione psichiatrica si fonda sul modello concettuale " Key and lock" (chiave e serratura) evidenziando l'essenzialità di un trattamento che inglobi e coinvolga l'individuo e il suo contesto.Negli anni seguenti la fine della II guerra mondiale nascono e si diffondono in tutto il mondo i principi della psichiatria comunitaria che condurranno al fenomeno della deistituzionalizzazione. Oggi, la riabilitazione ha acquisito un campo di intervento notevolmente ampio,integrando tecniche diverse poichè solo una vasta gamma di programmi può rispondere ai bisogni del paziente ed assicurarne il funzionamento nella comunità. Il concetto di riabilitazione psichiatrica si forgia progressivamente sull'incudine dei vari modelli psichiatrici,che provengono dai paradigmi teorici del tempo. La riabilitazione considera la malattia mentale una peculiare esperienza in cui accadimenti esterni,vulnerabilità,risonanze emotive possono concorrere al suo determinismo. Cura e riabilitazione sono pressoché sovrapponibili, avendo decisamente lo stesso fine: cambiare la struttura del rapporto individuo ambiente. Se,in senso stretto, cura significa intervento sul mondo interno del paziente, ogni modificazione di questo interno potrà comportare una modifica anche delle relazioni,del comportamento e del rapporto con la realtà. Analogamente,ogni intervento sul mondo esterno che abbia uno scopo riabilitativo, è in grado di modificare il mondo interno dell'individuo: di fatto è necessario agire contestualmente e sincronicamente su entrambe le sfere. Poiché il percorso della malattia è concepito come un evento ed esperienza di vita, gli strumenti e le aree della riabilitazione diventano la vita quotidiana ,le relazioni e il rapporto tra il mondo esterno ed interno.


3.2 La definizione di riabilitazione psichiatrica

Alla luce di ciò la riabilitazione psichiatrica, può ed è stata definita in moltissimi modi. Per Wing e Morris la riabilitazione psichiatrica è "il processo per identificare,prevenire,ridurre le cause della disabilitazione e nel contempo aiutare l'individuo a sviluppare le proprie doti e capacità,acquisendo fiducia e stima di se attraverso un'esperienza di successo nei ruoli sociale". Il concetto centrale emergente da tale ottica è quello della valorizzazione del paziente come persona integrata in un contesto sociale, quello del suo riconoscimento come interlocutore fondamentale nella formulazione e concretizzazione del progetto riabilitativo. Non si ritiene possibile alcun progetto che non implica il principio della alleanza terapeutica ,intesa nel campo riabilitativo come costruzione insieme al paziente di una condizione di coinvolgimento e collaborazione per un progetto comune. L'immagine stereotipata di totale defettualità o inevitabile decadimento viene ad essere incrinata poiché viene attribuita importanza alle parti sane del paziente,alle sue potenzialità e risorse. Per Anthony e Liberman (1986)"il fine è di assicurare alla persone con disabilità psichica la possibilità di utilizzare le risorse fisiche,emozionali,sociali ed intellettuali necessarie per vivere,apprendere e lavorare con il minimo supporto assistenziale". Strauss sostiene che la riabilitazione psichiatrica non può essere intesa riduttivamente come un aiuto protesico ai pazienti cronici per compensare i loro deficit ma è un importante metodo di trattamento che ha lo scopo di attivare processi di cambiamento interno e di recupero globale della salute. E' un approccio terapeutico che ha per obiettivo il cambiamento e dispone di precise tecnologie. Per Spivak la riabilitazione è opposizione alla stabilizzazione e l'intervento riabilitativo mira al conseguimento del massimo livello possibile di autonomia e capacità di espressione dell'individuo. Per Benigni et al. riabilitare un paziente psichiatrico significa incentivare e dare supporto ai bisogni e motivazioni della persona, in relazione all'uso sociale del corpo e della mente,attraverso interventi specifici ed integrati condotti sull'individuo e il suo ambiente ,puntando ad un processo armonico di crescita e non ad una ipertrofia compensatoria delle abilità residue o ad una assunzione caricaturale di altre inutili abilità. Il punto focale è la qualità di vita del paziente.


3.3 il Day hospital e il tecnico della riabilitazione psichiatrica

Secondo l'organizzazione mondiale della Sanità la riabilitazione psichiatrica ha come setting tutti i servizi pubblici del territorio ed è potenzialmente rivolta a tutti i tipi di pazienti: dai pazienti dimessi dai manicomi per la loro "marginalità passiva" connessa alla sindrome da "istituzionalizzazione" ai giovani psicotici per la loro "marginalità attiva" o nuova cronicità. Di fatto il day hospital psichiatrico riesce a trattare con un ampia gamma di tipologie di pazienti, anche giovani al primo esordio psicotico,consentendo un rientro dell'episodio evitando il ricovero che è altamente sconsigliato per pazienti molto giovani. Il Day Hospital si presta, come struttura , all'intervento del tecnico della riabilitazione psichiatrica che svolge con titolarità e autonomia professionale, una serie di attività dirette alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione. Il Tecnico della riabilitazione in grado di svolgere, nell'ambito di un progetto terapeutico elaborato in un équipe multidisciplinare, interventi riabilitativi ed educativi sui soggetti con disabilità psichica, collaborando alla valutazione della disabilità stessa e delle potenzialità del soggetto. Analizzando i bisogni e le istanze evolutive del paziente e rivelando le risorse del contesto familiare e socio-ambientale, collaborano nell'identificazione degli obiettivi formativo-terapeutici e di riabilitazione psichiatrica nonché alla formulazione dello specifico programma di intervento mirato al recupero e allo sviluppo del soggetto in trattamento. Gli interventi volti all'abilitazione / riabilitazione dei soggetti mirano alla valutazione e agli interventi in specifiche aree come: la cura di sé, le relazioni interpersonali, l'attività lavorativa ecc. Sempre nell'ambito dell'equipe riabilitativa procede alla valutazione degli esiti del programma di abilitazione e riabilitazione nei singoli soggetti , in relazione agli obiettivi prefissati. Le competenze specifiche che ogni tecnico della riabilitazione deve avere sono:la capacità di collaborare, in équipe con psichiatri, psicologi, neuropsichiatri infantili , educatori ed assistenti sociali per comprendere, analizzare e valutare la disabilità psichica dei soggetti, essere in grado di analizzare e comprendere i bisogni dei soggetti e di rilevare le risorse del contesto familiare e sociale dei medesimi, identificare ed organizzare progetti formativi-terapeutici e di riabilitazione psichiatrica; in particolare a predisporre specifici programmi di intervento finalizzati al recupero dei soggetti, attivare i programmi predisposti e finalizzati alla abilitazione/riabilitazione dei soggetti, anche per quanto riguarda la cura della loro persona, curare le loro relazioni interpersonali, e nel limite del possibile, saper indirizzarli ad una attività lavorativa a loro adeguata, intervenire e collaborare con le famiglie e sul contesto sociale dei soggetti al fine di favorire un reinserimento nella comunità, essere in grado di operare la prevenzione primaria sul territorio e di partecipare con i diversi servizi alla comprensione, identificazione e gestione di situazioni a rischio per patologie manifestate, essere capaci di partecipare alla valutazione dei risultati dei programmi predisposti per l'abilitazione e riabilitazione dei singoli soggetti; in particolare in relazione alle aspettative dei progetti formulati.


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