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PSYCHOSOMATIC MEDICINE - VOL. 64, N. 4 / 2002

Long-Term Survival Differences Among Low-Anxious, High-Anxious and Repressive Copers Enrolled in the Montreal Heart Attack Readjustment Trial

Nancy Frasure-Smith, Fran¨ois Lespérance, Ginette Gravel, Aline Masson, Martin Juneau, and Martial G. Bourassa

 
Nancy Frasure-Smith (primo autore di questo studio) è una importante ricercatrice canadese impegnata nel campo dei fattori psicosomatici delle patologie cardiovascolari. E' anche implicata nel M-HART (Montreal Heart Attack Readjustment Trial), un ampio trial randomizzato e controllato sulla riabilitazione psicosociale di circa 1400 soggetti post-infartuati. In questo progetto, i soggetti che hanno subito infarto del miocardio sono stati divisi in modo random in due gruppi: uno seguito secondo le condizioni solite ed un altro che ha partecipato al programma di intervento. I soggetti di questo secondo gruppo sono stati monitorati periodicamente per telefono e, alla presenza di sintomi di distress psicologico (mediante il General Health Questionnaire), sono stati seguiti a casa con interventi multistrategici adeguati al caso.
In questo studio, gli autori riportano i dati del follow-up a 5 anni. Hanno adottato un metodo suggerito da Weinberger nel 1979 per individuare i soggetti ansiosi da quelli repressori dell'ansia sulla base di due scale: la STAI per valutare l'ansia e la Marlowe-Crowne Desirability Scale (MCDS) per valutare la percezione di convenienza sociale del proprio atteggiamento. I soggetti sono stati suddivisi quindi in 3 gruppi con "vera bassa ansia" (bassi punteggi a entrambe le scale STAI e MCDS), "repressione dell'ansia" (punteggi elevati a STAI e MCDS) e "ansia elevata" (alto punteggio a STAI e basso a MCDS). I soggetti appartenenti a quest'ultimo gruppo hanno evidenziato il maggior beneficio riabilitativo in termini di sopravvivenza mentre il maggior rischio di mortalità è stato evidenziato nei soggetti repressori. Questi ultimi infine hanno ricevuto un numero significativamente maggiore di prescrizione di benzodiazepine ed hanno effettuato un numero maggiore di visite al pronto soccorso senza seguito di nuovo ricovero. Lo stile repressivo caratterizza soggetti con elevata difensività grazie alla quale essi sono poco consapevoli della propria reazione ansiosa di fronte a situazioni ansiogene. Di conseguenza, esprimono un elevato livello di ansia ma senza esserne soggettivamente consapevoli. E' proprio questo aspetto che, nell'opinione degli autori, conduce tali soggetti a prendere ansiolitici e a farsi condurre al pronto soccorso dai parenti allarmati.
La conclusione generale degli autori è che lo stile di coping è un elemento essenziale da prendere in considerazione nel programmare un intervento psicosociale riabilitativo nei soggetti post-infartuati.

Nancy Frasure-Smith, PhD
Montreal Heart Institute Research Center
5000 Belanger Street E.
Montreal, QC
Canada, H1T 1C8

E-mail: frsm@icm.umomontreal.ca



 
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