In un'ottica correttamente psicosomatica, non ci si dovrebbe mai chiedere
se una data malattia è psicosomatica (concetto qui inteso come quasi
equivalente a psicogenetico) o meno, ma quanto di una data malattia è
attribuibile ad un'interazione complessa di fattori fisiopatologici e psicosociali.
Ciò consente di capire non solo i fattori etiologici che hanno determinato
la malattia ma anche i fattori prognostici che ne possono determinare il
decorso.
Seguendo questa impostazione concettuale del problema, i ricercatori
finlandesi dell'Università di Kuopio hanno effettuato uno dei pochi
studi in letteratura sul rapporto fra alexithymia e disturbi coronarici.
Hanno selezionato una serie di pazienti consecutivi presentatisi presso
il loro ospedale universitario per dolore toracico e che sono stati sottoposti
a angiografia coronarica. Su 233 soggetti, 153 sono stati considerati positivi
per disturbo cardiocoronarico dopo l'angiografia (ostruzione >50%). Prima
di avere i risultati dell'angiografia, i soggetti hanno completato alcuni
questionari per depressione (Beck Depression Inventory), disagio psicologico
(SCL-90), soddisfazione generale di vita (Life Satisfaction scale) e alexithymia
(TAS-20).
Poco più del 20% dei 153 soggetti sono stati considerati alessitimici
(TAS20>61), prevalenza di circa due volte superiore alla popolazione finlandese.
Non sono state trovate differenze significative fra alessitimici e nonalessitimici
in termini di variabili sociodemografiche (sesso, età, stato civile)
e biomediche (fumo, massa corporea, livelli lipidici ematici, colesterolo,
presenza di diabete, durata dei sintomi, infarto miocardio nel passato,
pressione sanguigna). Gli alessitimici invece sono risultati più
depressi e meno soddisfatti della propria vita in generale dei nonalessitimici.
Secondo gli autori, questi risultati dimostrano che l'alexithymia non
è legata casualmente al disturbo coronarico (come da tempo hanno
rilevato empiricamente molti altri studi per differenti patologie) ma a
fattori psicologici presenti nei pazienti coronarici. La combinazione di
affetti negativi (depressione), insoddisfazione per la propria vita e difficoltà
di identificare ed esprimere le proprie emozioni (alexithymia) potrebbe
avere conseguenze importanti nel decorso e nella prognosi dei disturbi
coronarici, in termini sia di qualità di vita che di sommazione
di fattori di rischio.
Heimo Viinamaki
Department of Psychiatry
Kuopio University Hospital
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Finland
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