Il costrutto di somatizzazione è molto controverso, molto variegato
e con tutta probabilità eterogeneo. Viene generalmente considerato
come una manifestazione secondaria di disturbi psichiatrici (soprattutto
nella pratica clinica) o come un disturbo psichiatrico a sé stante
(come fanno DSM-IV e ICD-10) o anche semplicemente come nome collettivo
per una serie di sintomi fisici non spiegabili dal punto di vista medico
(secondo la nozione di medically unexplained symptoms di Mayou).
Una caratteristica su cui vari autori e evidenze empiriche concordano è
che il paziente psichiatrico si presenta molto più facilmente dal
medico di base con sintomi fisici che psicologici, determinando una serie
di problemi derivanti da una sotto-valutazione della diagnosi psichiatrica
(ad esempio, l'aumento dei costi sanitari a causa di inutili esami di laboratorio
e strumentali).
Sulla base di tali evidenze, alcuni autori sostengono che la somatizzazione
sia una difesa individuale contro affetti angoscianti di ansia e depressione.
In altre parole, i sintomi fisici sarebbero un sostituto difensivo contro
l'angoscia psichica. In questo studio, i ricercatori inglesi hanno voluto
studiare questa tesi e sottoporre a indagine empirica due ipotesi complementari:
1) soggetti con probabili disturbi psichiatrici e consapevoli della loro
condizione dovrebbero avere sintomi psicopatologici più severi e
maggiore probabilità di anamnesi psichiatrica positiva; 2) soggetti
che non riconoscono i propri disturbi psicopatologici dovrebbero soffrire
di maggiori disturbi fisici, a parità di disagio psicologico.
Eā stato utilizzato il database del Medical Research Council National
Survey of Health and Development, un registro epidemiologico nazionale
basato su una coorte per nascita (tutti i nati in una settimana del mese
di marzo del 1946) di un campione stratificato per classe sociale di Inghilterra,
Scozia e Galles. Dal 1946 ad oggi, i soggetti sono stati ricensiti 19 volte
sulle condizioni di salute. I dati dello studio si riferiscono al censimento
del 1989 (soggetti di 43 anni di età) ed ai dati della scala Psychiatric
Symptom Frequency (PSF), una semplice checklist a 18 items di sintomi psichiatrici
che ne valuta la frequenza nell'anno precedente. La scala PSF non fornisce
diagnosi psichiatriche differenziate ma, con punteggio superiore a 13,
è un indicatore unico di disagio psicopatologico. Inoltre sono stati
ottenute informazioni su una serie di sintomi fisici comuni (dolore toracico,
vertigini, dolore lombare, reumatismi, cefalea e dolore addominale). Contemporaneamente,
ai soggetti è stata fatta una semplice domanda: ha avuto mai problemi
nervosi o mentali? Per questo lavoro, sono stati selezionati i 955 soggetti
con punteggio di PSF>13 (esclusi soggetti con passato psicotico) i quali
sono stati divisi in due gruppi di soggetti che riconoscevano o meno di
aver avuto disturbi psichiatrici rispondendo alla domanda di cui sopra.
I risultati hanno confermato la prima ipotesi ma smentito la seconda.
In altre parole, aver avuto un passato psichiatrico e accusare attualmente
disturbi psicopatologici più severi è risultato correlato
al riconoscimento di avere problemi psicologici. Al contrario di quanto
atteso nella seconda ipotesi, invece, i soggetti che non riconoscevano
di avere problemi psicologici non hanno fatto registrare un maggior numero
di sintomi fisici rispetto all'altro gruppo dello studio.
Pur riconoscendo i limiti metodologici di questo studio (la misurazione
del riconoscimento individuale di soffrire di problemi psicologici è
molto grezza e non controllata su fonti esterne come cartelle mediche,
prescrizioni farmacologiche o valutazione riferite da persone vicine al
soggetto), gli autori ritengono che i loro risultati implichino una correzione
dell'idea che la somatizzazione sia una difesa dall'angoscia psichica.
Al contrario, ritengono sia più corretto e più supportato
empiricamente ipotizzare che i pazienti con disturbi psichiatrici si presentano
maggiormente dal medico di base con sintomi fisici semplicemente perché
hanno problemi psicologici meno severi, meno frequenti e quindi poco riconosciuti.
I risultati di questo studio costituiscono un'ulteriore conferma della
necessità dell'intervento di valutazione psicopatologica nella medicina
di base, problema completamente ignorato dal nostro SSN in Italia.
Matthew Hotopf
Department of Psychological Medicine
Institute of Psychiatry
Kingās and St.Thomasā School of Medicine
Kingās College London
103 Denmark Hill
London SE5 8AZ
UK
Email: m.hotopf@iop.kcl.ac.uk
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