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JOURNAL OF PSYCHOSOMATIC RESEARCH - N. 3 / 1999
Dissociative experiences and psychopathology in conversion disorders

C.Spitzer, B. Spelsberg, H.-J. Grabe, B. Mundt and H.J. Freyberger

Il disturbo di conversione isterica ha, com'è noto, segnato la storia della psicoanalisi e della moderna psicopatologia. Freud classificava l'isteria di conversione fra le psiconevrosi, distinguendola nettamente dalle nevrosi attuali e narcisistiche. La base della classificazione freudiana prima e psicodinamica poi non era costituita dalla specifica sintomatologia psicopatologica ma dall'ipotesi etiologica sottostante. La nevrosi isterica comprendeva sia sintomi somatici funzionali a carico del sensorio e dell'apparato muscolo-scheletrico che sintomi psichici di depersonalizzazione, amnesia e derealizzazione racchiusi sotto la denominazione di dissociazione. La sua etiologia veniva collocata nei conflitti inconsci di fantasie di seduzione edipica, dopo una prima fase del pensiero freudiano nella quale Freud aveva ipotizzato ci potesse essere un trauma reale di seduzione, ciò che oggi chiameremmo abuso sessuale. 
L'orizzonte concettuale della psicopatologia di fine secolo è profondamente cambiato rispetto agli inizi del Î900. La classificazione psichiatrica è oggi basata sui sintomi, ha un approccio fenomenologico e descrittivo ed ha eliminato ogni riferimento a qualsiasi teoria etiopatogenetica. Lungo il percorso di mutamento dei criteri psicopatologici, l'idea che conversione isterica e sintomi dissociativi fossero intrinsecamente legati si è persa del tutto. Infatti nel DSM-IV, il Disturbo di Conversione viene classificato sotto la rubrica dei Disturbi Somatoformi mentre il Disturbo Dissociativo ha una sua rubrica autonoma. Quest'ultimo viene definito come una frattura (improvvisa o graduale, transitoria o cronica) nelle funzioni di coscienza, memoria, identità o percezione dell'ambiente di solito ben integrate. A causa della generale incompatibilità di più diagnosi all'interno della stesso Asse I, il disturbo dissociativo non viene diagnosticato se compare insieme ad altre sindromi fra cui il disturbo di conversione, in quanto gli autori del DSM.-IV hanno voluto in tal modo sottolineare l'importanza di condizioni neurologiche o mediche generali nella diagnosi differenziale. La conseguenza è stata che oggi la vecchia nevrosi isterica è scomparsa insieme alla sua caratteristica - un tempo ritenuta strettamente associata ö di compresenza dei fenomeni dissociativi. 
Il lavoro degli autori tedeschi qui esaminato si inserisce nel dibattito sulla diagnosi che, da più parti e con sempre maggiore insistenza, sta sottolineando i limiti epistemologici e operativi del DSM soprattutto nel campo dei disturbi psicosomatici, ossia in quelle sindromi in cui una componente importante è data dall'interazione fra sintomi somatici e meccanismi psichici. Gli autori hanno voluto sottoporre a indagine l'ipotesi secondo cui i sintomi dissociativi siano più frequenti nei disturbi di conversione che in altri disturbi psichiatrici, a differenza della psicopatologia generale. 
Essi hanno somministrato due scale specifiche a due gruppi psichiatrici. A 72 pazienti ricoverati con diagnosi DSM-IV di disturbo di conversione (di cui il 75% era formato da donne di età media di 33 anni) e a 96 pazienti psichiatrici con altre diagnosi (depressione, disturbo d'ansia e fobico, disturbo di adattamento, disturbi neurologici e somatoformi) sono state somministrate la Dissociative Experience Scale (DES) e il  Symptom Check List 90 Revised (SCL-90-R). Entrambi i questionari hanno ampiamente dimostrato buone caratteristiche psicometriche di validità ed affidabilità. La DES è una scala autosomministrata con 28 items, basata sulla definizione DSM di dissociazione, con tre sottoscale risultanti da analisi della struttura fattoriale interna: Amnesia Dissociativa, Assorbimento Immaginativo e Derealizzazione/Depersonalizzazione. La SCL-90-R è una nota ed usatissima scala autosomministrata con 90 items che fornisce un punteggio globale di sintomatologia (General Symptom Index) e 9 sub-punteggi per varie sintomatologie psicopatologiche. 
I 72 pazienti del gruppo sperimentale presentavano crisi di pseudoseizure (29%), parestesie e anestesia psicogenetica (21%), disturbi neuromotori (22%) e combinazioni di almeno due disturbi di conversione (28%). La differenza fra i due gruppi è risultata statisticamente significativa all'analisi della varianza per le tre sottoscale della DES mentre non è stata ottenuta alcuna differenza significativa nei punteggi della SCL-90-R. Inoltre, l'analisi della varianza non ha mostrato differenze significative all'interno dei sottogruppi dei pazienti con il disturbo di conversione. 
Il risultato principale di questo studio (il primo che ha verificato questa ipotesi con un questionario specificamente disegnato per l'identificazione dei sintomi dissociativi) è che l'idea originaria di associazione fra conversione e dissociazione è ampiamente supportata da risultati empirici. Il fatto che i due gruppi non differissero per psicopatologia generale aggiunge ulteriore validità empirica all'ipotesi di studio. E' però da registrare che gli autori non sottolineano che fra i due gruppi è stata riscontrata una tendenza importante verso la differenza significativa per la scala di Somatizzazione ed il General Symptom Index della SCL-90-R (p=0.056), che potrebbe indebolire la tesi della specificità dell'associazione, indicando che la sintomatologia di dissociazione potrebbe riguardare un processo di somatizzazione più ampio e meno specifico del disturbo di conversione. 
Negli ultimi 3-4 anni sono usciti alcuni lavori in cui è stata mostrata una associazione significativa fra trauma passato (in particolare, abuso fisico e sessuale durante l'infanzia), disturbo dissociativo e disturbi di somatizzazione, soprattutto medically unexplained symptoms come quelli funzionali del tratto gastrointestinale (dispepsia non-ulcerosa e sindrome dell'intestino irritabile). L'insieme della letteratura, compreso il lavoro qui recensito, sembra indicare che, contrariamente alla ristretta classificazione DSM focalizzata esclusivamente sui sintomi, sia ragionevolmente fondata su base empirica l'ipotesi etiologica freudiana di un trauma da abuso fisico e sessuale per i disturbi di somatizzazione, specialmente di conversione. 

Dr. Carsten Spitzer 
Department of Psychiatry and Psychotherapy 
Ernst-Moritz-Arndt University 
Rostocker Chaussee 70 
D-18437 Stralsund, Germany 
Phone: +49 3831 452100 
Fax: +49 3831  452105 
E-mail: Spitzer@rz.uni-greifswald.de 
 


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