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JOURNAL OF PSYCHOSOMATIC RESEARCH - N. 2 / 1999
Long-term Outcome of Hypochondriacal Personality disorder

P. Tyrer, N. Seiverwright and H. Seiverwright

Secondo un modo di sentire diffuso fra i clinici, i pazienti con tratti ipocondriaci hanno una minore probabilità di ottenere benefici terapeutici ed una corrispettiva maggiore probabilità di cronicizzare. Nonostante questo dato clinico, le classificazioni psichiatriche "ufficiali" (sia il DSM che l'ICD) non tengono conto dei fattori di personalità ipocondriaci nella categorizzazione diagnostica multiassiale dei pazienti.
Gli autori di questo lavoro hanno già evidenziato in precedenti studi che il concetto di ipocondriasi può essere considerato non uno stato mentale patologico da rubricare nei Disturbi Somatoformi ma un disturbo di personalità, non riconosciuto dalle classificazioni DSM e ICD, e caratterizzato da persistenti preoccupazioni per la propria salute fisica, percezione di sensazioni fisiche minori come segni evidenti di una seria malattia organica, ripetute consultazioni mediche per questa malattia inesistente, adozione di strategie terapeutiche alternative e di auto-terapia. I dati delle ricerche precedenti suggeriscono quindi che il disturbo ipocondriaco di personalità è associato ad una più generale personalità nevrotica con tratti di ansiosi ed anancastici. Questo lavoro è una prosecuzione dei precedenti studi ed ha come scopo la valutazione prospettiva a lungo termine dell'outcome terapeutico del disturbo ipocondriaco di personalità in una popolazione di pazienti con disturbi nevrotici, confrontando questi pazienti con i pazienti nevrotici senza caratteristiche ipocondriache.
La popolazione indagata consiste in 210 pazienti con disturbi d'ansia generalizzata e distimici inviati a istituti di psichiatria generale di Nottingham in Inghilterra, assegnati in modo random a differenti bracci terapeutici (farmacologica, cognitivo-comportamentale e di self-help). La valutazione dell'outcome terapeutico è stata fatta in cieco dopo 2 e 5 anni. La valutazione dei sintomi è stata effettuata per mezzo della Comprehensive Psychopathological Rating Scale (CPRS), con scale associate per la valutazione dell'ansia e della depressione: Montgomery-Asberg Depression Rating Scale (MADRS), Brief Anxiety Scale (BAS), Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS). La diagnosi psichiatrica è stata effettuata mediante la SCID mentre lo status di somatizzazione è stato valutato con una scala somato-psichica a 10 punti specificamente sviluppata dagli autori. I disturbi di personalità sono stati valutati con la Personality Assessment Schedule (PAS) che categorizza 24 tratti di personalità. Usando un algoritmo computerizzato basato sull'analisi fattoriale dei sintomi, è stato possibile individuare il disturbo ipocondriaco di personalità. I 181 pazienti con assessment completo sono stati divisi in 3 gruppi: senza disturbi di personalità (N=117), con disturbi di personalità diversi da quello ipocondriaco (N=47) e con disturbo ipocondriaco di personalità (N=17).
Al baseline, il punteggio totale CPRS era sostanzialmente identico nei tre gruppi. Dopo 2 anni, i pazienti con disturbo ipocondriaco di personalità avevano un punteggio totale CPRS simile a quello del baseline e significativamente più alto degli altri due gruppi di pazienti. Lo stesso risultato è stato registrato per quanto riguarda i sintomi depressivi valutati con la MADRS ed i sintomi di somatizzazione valutati con la scala a 10 punti. Ciò indica che i pazienti nevrotici con associato disturbo di personalità non migliorano nel corso degli anni dopo aver effettuato vari tipi di terapie, a differenza dei pazienti nevrotici senza o con altri disturbi di personalità. I pazienti con disturbo ipocondriaco di personalità avevano anche una sindrome nevrotica generale (tratti ansioso-depressivi, dipendenti e anancastici) nel 76% dei casi contro il 32% degli altri pazienti: il rischio per un paziente con disturbo ipocondriaco di personalità di avere anche una sindrome nevrotica generale è stato di circa 7 volte rispetto agli altri pazienti (OR=6.8; 95% CI 2.12-28.2; p<.001).
Utilizzando una scala composita di items sugli esiti generali del follow-up che valutava sostanzialmente il ricorso a presidi psichiatrici, i pazienti sono stati valutati dopo 5 anni. I pazienti senza disturbi di personalità risultavano avere un buon outcome nel 62% dei casi, i pazienti con altri disturbi di personalità nel 61% dei casi, mentre i pazienti con disturbo ipocondriaco di personalità solo nel 27% dei casi (c2=6.8, p<.05). Sostanzialmente, quindi, i risultati a 5 anni confermano i risultati ottenuti dopo 2 anni.
Il risultato secondo cui oltre il 70% dei pazienti con disturbo ipocondriaco di personalità continua ad avere un esito negativo sui disturbi psichiatrici e di somatizzazione dopo 5 anni (in misura significativamente superiore rispetto ai pazienti senza o con altri disturbi di personalità), insieme agli altri risultati dello studio indica, secondo gli autori, che:
1) il disturbo ipocondriaco di personalità deve essere tenuto in grande considerazione clinica come fattore predittivo negativo di outcome nel programmare un qualsiasi trattamento terapeutico;
2) la presenza di un disturbo ipocondriaco di personalità ha un effetto di sostanziale rinforzo negativo sui sintomi nevrotici generali;
3) la storia naturale dei sintomi nevrotici in presenza di un disturbo ipocondriaco di personalità è di una condizione persistente e cronica di malessere che non evidenzia alcuna tendenza alla remissione spontanea.
Da un punto di vista più generale, questo lavoro conferma la critica diffusa fra i clinici ai criteri di classificazione ufficiale dei disturbi psichiatrici che non tengono in sufficiente considerazione i fattori di personalità associati alle sindromi maggiori né il livello di severità della condizione patologica. Entrambi questi fattori risultano invece molto utili come fattori prognostici predittivi da un numero crescente di lavori empirici, così come dal riscontro della pratica clinica.

Dr. Peter Tyrer
Imperial College School of Medicine
St. Mary's Campus
Paterson Centre
London, W2 1PD, UK
Phone: +44 0171 886 1655
Fax: +44 0171 886 1995
E-mail: p.tyrer@ic.ac.uk


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