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JOURNAL OF PERSONALITY ASSESSMENT - VOL.74, N.3 / 2000

The Eating Attitudes Test: Validation With DSM-IV Eating Disorder Criteria

Laurie B. Mintz, M. Sean O'Halloran

L'Eating Attitude Test (EAT) sviluppato da Garner e Garfinkel nel 1979 è il primo e forse più usato strumento di valutazione dei disturbi dell'alimentazione. Gli autori evidenziarono che non si trattava di un test diagnostico ma che valutava il comportamento alimentare anormale, senza ulteriore specificazione sul suo significato. Nel corso degli anni, l'EAT ha dato risultati controversi. In particolare, non si capisce quale significato dare a punteggi elevati in popolazioni non-cliniche. Inoltre, esso ha fornito un elevato numero di falsi positivi, evidenziando quindi un basso valore predittivo positivo. Parte di queste limitazioni è dovuta al fatto che quando fu sviluppato, l'allora DSM-II non contemplava i disturbi dell'alimentazione, inclusi a partire dal DSM-III nel 1980. Gli autori di questo lavoro hanno quindi inteso effettuare uno studio di validazione del criterio (criterion validity) delle due versioni dell’EAT con 26 items (EAT-26) e con 40 items (EAT-40).
I soggetti esaminati sono stati 103 donne con disturbi alimentari ma sottosogia per i criteri del DSM-IV e 33 donne con disturbi dell'alimentazione secondo il DSM-IV. I risultati sono stati molto positivi per entrambe le versioni dell'EAT. Esso ha infatti evidenziato un tasso di accuratezza (overall hit rate) impressionante del 90%, per cui i presunti falsi positivi precedentemente denunciati sono in realtà individui sintomatici, con un qualche disturbo dell'alimentazione, la cui frequenza e/o intensità non soddisfa i criteri diagnostici DSM. Ne deriva, pertanto, che l'EAT non debba essere considerato come misura di una generica alimentazione anormale ma uno strumento di screening facilmente somministrabile che individua accuratamente soggetti che hanno elevata probabilità di soffrire di un disturbo dell'alimentazione clinicamente definito. Sulla base della distribuzione continua dei punteggi delle due versioni (fornita nella Tabella 2 del lavoro), è anche possibile valutare ogni singolo soggetto esaminato a seconda che abbia un Disturbo dell'Alimentazione definito (Anoressia o Bulimia Nervosa) o indifferenziato (NAS) se appartiene ad un gruppo clinico o che sia attualmente sintomatico o asintomatico se appartiene ad una popolazione non-clinica.
Segnaliamo questo studio a tutti coloro che si interessano di disturbi alimentari la cui prevalenza è purtroppo in progressivo incremento, soprattutto nella popolazione adolescenziale.

Laurie B. Mintz
Department of Educational and Cousenling Psychology
University of Missouri-Columbia
116 Hill Hall
Columbia, MO 65211
USA
Email: mintzl@missouri.edu

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