PM --> HOME PAGE --> NOVITÁ --> EDITORIA --> RIVISTE --> RECENSIONI
--> JPA --> 73/1 - 1999

 
JOURNAL OF PERSONALITY ASSESSMENT - N. 4 / 1999

Development and First Results of the Borderline Personality Inventory: A Self-Report Instrument for Assessing Borderline Personality Organization
Falk Leichsenring
 
I disturbi borderline di personalità sono sempre più diffusi nella pratica clinica e una vasta letteratura è sempre più concentrata su questa patologia di personalità. Eâ evidente che i due versanti sono in strettissima connessione: questo tipo di disturbo è sempre più diffuso poiché è aumentata la capacità di inquadramento teorico-diagnostico da parte degli specialisti ed è aumentata tale capacità in seguito a ricerche sullâargomento proprio perché il fenomeno è diffuso. Un punto importante di questo circuito teorico ed epidemiologico è costituito dagli strumenti diagnostici, soprattutto se possono essere impiegati come strumenti di screening su una popolazione numerosa (come, per esempio, quella che afferisce ai servizi territoriali) in tempi più ristretti rispetto al normale colloquio diagnostico. Numerosi strumenti di self-assessment sono stati specificamente costruiti per la valutazione diagnostica dei disturbi borderline di personalità, come il Borderline Syndrome Index o il Defense Style Questionnaire. La loro validità psicometrica è stata però messa in discussione da numerosi ulteriori studi empirici, soprattutto per quanto riguarda la discriminant validity e lâelevato tasso di falsi positivi.
Per superare tali problemi, Leichsenring, dellâUniversità di Göttingen in Germania, ha sviluppato una nuova scala, il Borderline Personality Inventory (BPI), presentato in questo lavoro, in cui vengono pubblicati anche gli items della scala e i criteri di codifica e valutazione. Questa scala ha due caratteristiche importanti: 1) si basa sulla concezione del disturbo borderline di personalità di Kernberg; 2) a differenza dellâintervista strutturale di Kernberg e della scala di Oldham e altri ö anchâessa derivata dal modello di Kernberg ö non richiede particolare addestramento (come per lâintervista strutturale) o tempi lunghi di somministrazione (come per la scala di Oldham et al. che contiene 130 items). Il BPI si compone di 53 items con risposte dicotomiche Si/No suddivise in 4 sottoscale, tre delle quali coerenti con il modello di Kernberg (Diffusione di identità, Meccanismi di difesa primitivi e Disturbo dellâesame di realtà) e una orientata verso le relazioni oggettuali (Paura della fusione). Il contenuto degli items è compatibile anche con la Diagnostic Interview for Borderlines di Gunderson & Kolb e con i criteri DSM-IV.
Il lavoro illustra i passaggi del processo di validazione del BPI e i primi risultati empirici. Il BPI è stato inizialmente provato e "raffinato" su soggetti normali, pazienti non-borderline in psicoterapia, pazienti con disturbi nevrotici (distimici, disturbi dâansia, depressione minore) e psicosomatici, schizofrenici in remissione e acuti, e vari gruppi di pazienti borderline. La validità discriminativa del BPI ha consentito anche di ottenere una scala interna speciale di 20 items che fornisce una valutazione categoriale di diagnosi di disturbo borderline di personalità, oltre a quella dimensionale delle altre sottoscale, con tassi di sensibilità e specificità fra lâ85% ed il 90%. Inoltre vengono illustrati i risultati dellâanalisi fattoriale, che hanno condotto poi alla composizione delle sottoscale, della consistenza interna della scala totale (coefficiente a di Cronbach pari a 0.91) e della stabilità test-retest ad una settimana (r = 0.87). Infine, benché i fattori siano ortogonali, sono risultate correlazioni significative fra alcune sottoscale che però sono congruenti con il costrutto di personalità borderline secondo Kernberg, come quella fra Diffusione di Identità e Meccanismi di Difesa Primitivi.
Il BPI ha tutte le caratteristiche di facciata per essere un buon questionario di screening per i disturbi borderline di personalità, anche se solo ulteriori studi empirici ne potranno valutare la reale efficacia diagnostica. Le procedure di validazione presentate in questo lavoro sono soltanto il primo passo e molti aspetti sono ancora da valutare, come la concurrent and divergent validity e la stabilità in tempi lunghi, poiché, seppur elevati, i coefficienti di correlazione riportati in questo studio si riferiscono a un intervallo di tempo test-retest di solo una settimana, che è comprensibilmente un periodo troppo breve per valutare un tratto stabile di personalità.
 

PM --> HOME PAGE --> NOVITÁ --> EDITORIA --> RIVISTE --> RECENSIONI
--> JPA --> 73/1 - 1999