I disturbi borderline di personalità sono sempre più
diffusi nella pratica clinica e una vasta letteratura è sempre più
concentrata su questa patologia di personalità. Eâ evidente che
i due versanti sono in strettissima connessione: questo tipo di disturbo
è sempre più diffuso poiché è aumentata la
capacità di inquadramento teorico-diagnostico da parte degli specialisti
ed è aumentata tale capacità in seguito a ricerche sullâargomento
proprio perché il fenomeno è diffuso. Un punto importante
di questo circuito teorico ed epidemiologico è costituito dagli
strumenti diagnostici, soprattutto se possono essere impiegati come strumenti
di screening su una popolazione numerosa (come, per esempio, quella che
afferisce ai servizi territoriali) in tempi più ristretti rispetto
al normale colloquio diagnostico. Numerosi strumenti di self-assessment
sono stati specificamente costruiti per la valutazione diagnostica dei
disturbi borderline di personalità, come il Borderline Syndrome
Index o il Defense Style Questionnaire. La loro validità
psicometrica è stata però messa in discussione da numerosi
ulteriori studi empirici, soprattutto per quanto riguarda la discriminant
validity e lâelevato tasso di falsi positivi.
Per superare tali problemi, Leichsenring, dellâUniversità di
Göttingen in Germania, ha sviluppato una nuova scala, il Borderline
Personality Inventory (BPI), presentato in questo lavoro, in cui vengono
pubblicati anche gli items della scala e i criteri di codifica e valutazione.
Questa scala ha due caratteristiche importanti: 1) si basa sulla concezione
del disturbo borderline di personalità di Kernberg; 2) a differenza
dellâintervista strutturale di Kernberg e della scala di Oldham e altri
ö anchâessa derivata dal modello di Kernberg ö non richiede particolare
addestramento (come per lâintervista strutturale) o tempi lunghi di somministrazione
(come per la scala di Oldham et al. che contiene 130 items). Il BPI si
compone di 53 items con risposte dicotomiche Si/No suddivise in 4 sottoscale,
tre delle quali coerenti con il modello di Kernberg (Diffusione di identità,
Meccanismi di difesa primitivi e Disturbo dellâesame di realtà)
e una orientata verso le relazioni oggettuali (Paura della fusione). Il
contenuto degli items è compatibile anche con la Diagnostic Interview
for Borderlines di Gunderson & Kolb e con i criteri DSM-IV.
Il lavoro illustra i passaggi del processo di validazione del BPI e
i primi risultati empirici. Il BPI è stato inizialmente provato
e "raffinato" su soggetti normali, pazienti non-borderline in psicoterapia,
pazienti con disturbi nevrotici (distimici, disturbi dâansia, depressione
minore) e psicosomatici, schizofrenici in remissione e acuti, e vari gruppi
di pazienti borderline. La validità discriminativa del BPI ha consentito
anche di ottenere una scala interna speciale di 20 items che fornisce una
valutazione categoriale di diagnosi di disturbo borderline di personalità,
oltre a quella dimensionale delle altre sottoscale, con tassi di sensibilità
e specificità fra lâ85% ed il 90%. Inoltre vengono illustrati i
risultati dellâanalisi fattoriale, che hanno condotto poi alla composizione
delle sottoscale, della consistenza interna della scala totale (coefficiente
a di Cronbach pari a 0.91) e della stabilità test-retest ad una
settimana (r = 0.87). Infine, benché i fattori siano ortogonali,
sono risultate correlazioni significative fra alcune sottoscale che però
sono congruenti con il costrutto di personalità borderline secondo
Kernberg, come quella fra Diffusione di Identità e Meccanismi di
Difesa Primitivi.
Il BPI ha tutte le caratteristiche di facciata per essere un buon questionario
di screening per i disturbi borderline di personalità, anche
se solo ulteriori studi empirici ne potranno valutare la reale efficacia
diagnostica. Le procedure di validazione presentate in questo lavoro sono
soltanto il primo passo e molti aspetti sono ancora da valutare, come la
concurrent and divergent validity e la stabilità in tempi
lunghi, poiché, seppur elevati, i coefficienti di correlazione riportati
in questo studio si riferiscono a un intervallo di tempo test-retest di
solo una settimana, che è comprensibilmente un periodo troppo breve
per valutare un tratto stabile di personalità.
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