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CONTEMPORARY PSYCHOANALYSIS
 

Volume 54

Fall 2018

Number 4
 
 

 

Vai all'Indice on-line del n. 4/2018 di Contemporary Psychoanalysis

 

Questo n. 4/2018 di Contemporary Psychoanalysis è monografico, e ha un interesse anche sociologico: è interamente dedicato al movimento #MeToo ("Anch'io!"), cioè la ribellione di tante donne che hanno denunciato pubblicamente di essere state importunate sessualmente o violentate in passato (anche il numero successivo, che è doppio, il n. 1-2/2019, è monografico, di interesse anche storico, ed è dedicato al Chestnut Lodge, il prestigioso ospedale psicoanalitico di Rockville, nel Maryland, in cui lavorarono Frieda Fromm-Reichmann, Harold Searles, Otto Allen Will e altri).

Il movimento #MeToo, nato in America e rapidamente diffusosi a macchia d'olio in tutto il mondo, viene analizzato in questo n. 4/2018 con 14 articoli che ne sviscerano molti aspetti dal punto di vista psicoanalitico, psicologico, sociale, politico etc.: Jean Petrucelli parla dell'abuso di potere nell'"era di Trump" e dei suoi valori maschilisti; Daphne Merkin discute le "cinquanta sfumature di MeToo" e la difficoltà a distinguere chiaramente il consenso all'atto sessuale e la differenza tra immaginazione e realtà; Susie Orbach ricorda che siamo tutt'ora in una società patriarcale, che il lavoro della "seconda onda" femminista non è ancora terminato, e che col movimento #MeToo si è fatto breccia in un pubblico più vasto; Susan Kolod parla dell'"area grigia" del consenso all'atto sessuale; Jack Drescher, in un articolo il cui titolo è un divertente gioco di parole intraducibile in italiano (Asses Making Passes) dice tra le altre cose, anche tramite materiale clinico e ricordi personali, che è inevitabile che avances sessuali non volute stimolino un forte disagio; Todd Essig denuncia la colpevole complicità di quegli uomini che sanno della colpa di altri uomini e non dicono niente; Meg S. Kaplan sottolinea le difficoltà a distinguere, nella sessualità, la agency dalla costrizione, e afferma che vi è un continuum con mille ambiguità; Jill Gentile parla dell'iper-maschilismo dell'era di Trump, e sostiene che mentre Freud riteneva che il ripudio della femminilità fosse la "roccia basilare" psicologica per entrambi i sessi, oggi invece non c'è alcun bisogno di ripudiarla; Katie Gentile, in un articolo dal titolo divertente ("Dai un dito a una donna e lei ti prende il pene") fa notare che se la violenza sessuale è sempre esistita e se ne è sempre parlato, il fatto nuovo del movimento #MeToo è che si è arrivati anche a far licenziare dal lavoro uomini colpevoli di violenze sessuali; Anton Hart parla del rapporto, non sempre riconosciuto, tra le violenze sessuali di cui oggi si parla tanto e la nostra sessualità "normale" di tutti i giorni, spesso caratterizzata da atteggiamenti patriarcali; Carol Gilligan (nota autrice e moglie di James Gilligan, uno psichiatra molto conosciuto per i suoi studi sulla violenza e sul terrorismo) si chiede come mai oggi l'ovvio sia sulla bocca di tutti quando era conosciuto da sempre; Maria Nardone mostra come movimenti quali #MeToo ("Anch'io!") e Time's Up ("E' ora!") rivelino il ruolo spesso misconosciuto della cultura nelle disuguaglianze e discriminazioni sessuali; Naomi Snider, in un articolo intitolato "E perché lei c'è stata?", sottolinea come spesso si navighi in acque torbide quando cerchiamo di distinguere tra agenti e vittime di abusi; Don Greif parla del suo lavoro più che ventennale con prigionieri colpevoli di abusi che non raramente ripetevano i reati appena usciti dal carcere. Questi sono solo alcuni cenni dei tanti temi discussi.

Tra i libri recensiti, vi è il libro a cura di Daniel Benveniste, Anna Freud in the Hampstead Clinic: Letters to Humberto Nágera (New York: International Psychoanalytic Books, 2015), recensito da Brett Kahr, che è stato recensito anche a pp. 657-658 della rubrica "Recensioni" del n. 4/2018 di Psicoterapia e Scienze Umane

 


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