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CONTEMPORARY PSYCHOANALYSIS
VOL. 46, N. 1 / 2010
Special Issue on "Minding the Gap":
Freudian and Relational/Interpersonal Psychoanalysis in Dialogue
 

Lois Oppenheim, Issue Editor


In questo numero speciale vengono pubblicate le relazioni tenute a un convegno dedicato al "divario (gap) tra la psicoanalisi freudiana e la psicoanalisi relazionale/interpersonale" tenuto il 28 febbraio 2009 al New York Psychoanalytic Institute. Dopo una introduzione di Lois Oppenheim, Edgar Levenson ripercorre la storia dello "scisma" iniziale tra l'American Psychoanalytic Association e il William Alanson White Institute e la successiva polarizzazione tra psicoanalisi "pulsionale" e "relazionale", Edward Nersessian mette in guardia contro affrettati ecumenismi tra scuole diverse, Philip Bromberg ripropone le sue note riflessioni sulla dissociazione, Harold Blum (un analista freudiano, che successe ad Eissler nella presidenza dei Freud Archives) riconosce gli apporti della psicoanalisi relazionale ma ribadisce una visione più equilibrata che includa gli aspetti sia intrapsichici che relazionali, John Foehl invoca un pluralismo epistemologico, Richard Gottlieb paragona ironicamente la differenza tra psicoanalisi freudiana e relazionale a quella tra Coca-Cola e Pepsi-Cola e sottolinea le convergenze che vi possono essere a livello clinico, Donnel Stern argomenta che la psicoanalisi freudiana si basa sull'interpretazione della fantasia inconscia mentre la psicoanalisi relazionale sulla continua partecipazione a un processo costruito reciprocamente, Jessica Benjamin sottolinea che la psicoanalisi relazionale ha messo in primo piano l'interazione terapeuta-paziente come un processo bidirezionale co-creato, Darlene Ehrenberg riprende le sue osservazioni cliniche sui "limiti dell'intimità", Henry Friedman si oppone a una omogeneizzazione tra psicoanalisi freudiana e relazionale nel senso che quest'ultima sottolinea il ruolo della esperienza più che dell'insight.

I vari contributi, scritti da esponenti di entrambi gli orientamenti, si distribuiscono quindi nel range di tutte le posizioni possibili, con la sensazione di leggere cose già dette e anche di un "dialogo tra sordi". Probabilmente la cosa più interessante è il fatto stesso che vengano organizzati confronti di questo tipo, e per di più, in questo caso, al New York Psychoanalytic Institute, quello che una volta era il tempio della tradizione classica della Psicologia dell'Io. Questo può essere il segno che a livello istituzionale non vi sono più le separatezze di una volta, o che oggi il movimento psicoanalitico, finiti i tempi di "vacche grasse", ha altre esigenze e tende a vivere con meno animosità le dispute teoriche (vedi a questo proposito pp. 201-202 della rubrica "Tracce" del numero 2/2010 di Psicoterapia e Scienze Umane).


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