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CONTEMPORARY PSYCHOANALYSIS
VOL. 41, N. 4 / 2005
Madness and Evil: An Insider View of the Sullivan Institute

Saggio-recensione di:
Amy B. Siskind, The Sullivanian Institute/Fourth Wall Community: The Relationship of Radical Individualism and Authoritarianism. Westport, CT: Praeger, 2003

Daniel Shaw


Il libro di Amy Siskind The Sullivanian Institute/Fourth Wall Community: The Relationship of Radical Individualism and Authoritarianism racconta la travagliata storia del Sullivan Institute for Research in Psychoanalysis fondato dai coniugi Jane Pearce e Saul Newton negli anni 1960 e che raggiunse il suo apice negli anni 1970-80. Poco era stato scritto di questo gruppo finora, se si esclude due articoli, rispettivamente sulle riviste New York nel 1975 a cura di Black e The Village Voice nel 1986 a cura di Conason e McGarrahan. Jane Pearce, una psichiatra che aveva lavorato con Sullivan negli anni 1940, aveva incontrato Saul Newton nei primi anni 1950 al William Alanson White Institute dove lui lavorava come impiegato (non era un terapeuta, e non aveva fatto alcun training né aveva una laurea). Newton era una figura carismatica e un grande affabulatore, probabilmente affetto da un grave disturbo narcisistico, che raccontava, tra le altre cose, di aver combattuto nella rivoluzione spagnola con la Brigata Abramo Lincoln. Pearce e Newton, che insieme scrissero il libro The Conditions of Human Growth (New York: Citadel Press, 1963), lamentavano che Sullivan non era andato sufficientemente a fondo nella critica sociale e nella sua teorizzazione psicoanalitica, e ruppero col William Alanson Institute per fondare il proprio istituto, che negli anni divenne di notevoli dimensioni e si caratterizzò sempre più in senso anticonformista e radicale, intrecciandosi col più vasto movimento politico-sociale degli anni 1960. Questo istituto divenne praticamente una comunità (o in un certo senso una "comune") fatta di terapeuti, pazienti ed ex-pazienti, in cui i figli venivano allevati comunitariamente oppure ne veniva incoraggiato l’invio a collegi o strutture residenziali esterne onde non ne venisse danneggiato lo sviluppo a causa dell’ansia del genitori (fu Sullivan a teorizzare il ruolo patogeno dell’ansia). Anche nel nome della psicoanalisi, in questa comunità in cui non vi erano confini netti tra pazienti e terapeuti avvenivano pratiche libertarie tra cui uso di droghe, alcol e sesso in leggendarie feste agli Hamptons (sulla costa orientale degli Stati Uniti, vicino a New York). In seguito Newton divorziò dalla Pearce e sposò una ex-attrice, Joan Harvey, che creò un gruppo teatrale politico chiamato The Fourth Wall, che praticamente divenne la principale attività del gruppo negli ultimi anni. Questo libro tratta anche il tema delle sette, del cult groups, e dei vari tipi di sfruttamento, manipolazioni e abusi anche sessuali che avvengono in questi casi. Si racconta ad esempio che gli "adepti", cioè i pazienti, venivano minacciati dai propri analisti che il disturbo psicologico per cui erano in analisi non sarebbe mai guarito se essi non si fossero totalmente affidati al controllo dei propri analisti. Vengono trattai quindi vari temi, quali la questione del narcisismo maligno e della dinamica delle sette in generale. Il racconto di questi eventi è toccante poiché l’autrice, Amy Siskind (ora una sociologa, e questo libro è tratto dalla sua tesi di laurea), nacque all’interno di questa comunità e fu allevata dai Sullivanians (così venivano chiamati).

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