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CONTEMPORARY PSYCHOANALYSIS
VOL. 38, N. 1 / 2002

Staff Changes at Contemporary Psychoanalysis

Editorial: A Statement of Mission

Donnel B. Stern


Con questo primo numero del 2002 cambia il direttore di Contemporary Psychoanalysis: al posto di Jay Greenberg subentra Donnel B. Stern, un autore conosciuto ai lettori della rivista per vari articoli da lui scritti nel corso degli anni, e anche per la sua concettualizzazione della "unformulated experience" (si veda il suo libro Unformulated experience: from Dissociation to Imagination in Psychoanalysis, Hillsdale, NJ: Analytic Press, 1997; Donnel B. Stern ha anche curato, assieme a M. Lionellis, J. Fiscalini e C.H. Mann, il manuale The Handbook of Interpersonal Psychoanalysis, Hillsdale, NJ: Analytic Press, 1995, di quasi 1000 pagine [recensito criticamente da Virginia Demos nel n. 4/1996 di Contemporary Psychoanalysis - vedi segnalazione su Psicoterapia e Scienze Umane, 1/1997, p. 150], e assieme a C.H. Mann, S. Cantor e G. Schlesinger, il volume Pioneers of Interpersonal Psychoanalysis, Hillsdale, NJ: Analytic Press, 1995). Viene ringraziato il precedente direttore Jay Greenberg, ma non vengono qui specificate le ragioni per cui vi è questo avvicendamento ai vertici della rivista. Sappiamo che Jay Greenberg aveva diretto la rivista negli ultimi sette anni, ed era subentrato dopo che il suo amico e collaboratore Steve Mitchell (deceduto prematuramente il 21-12-2000 - vedi l'eulogia dello stesso Greenberg sul n. 2/2001, e la segnalazione su Psicoter. sci. um., 4/2001, pp. 147-148) lasciò la direzione di Contemporary Psychoanalysis per dirigere la nuova rivista Psychonalytic Dialogues da lui fondata nel 1991. Greenberg e Mitchell avevano lavorato a lungo insieme, a esempio erano coautori del noto libro Object Relations in Psychoanalytic Theory (Cambridge, MA: Harvard Univ. Press, 1983; trad. it.: Le relazioni oggettuali nella teoria psicoanalitica. Bologna: Il Mulino, 1986), anche se Greenberg, a differenza di Mitchell, era su posizioni meno radicali (cioè era critico verso certi sviluppi della posizione interpersonale, si veda ad esempio il suo libro Oedipus and Beyond, Cambridge, MA: Harvard Univ. Press, 1991). Si può supporre dunque che Donnel B. Stern invece rappresenti maggiormente l'anima interpersonale e sullivaniana del William Alanson White Institute di New York, o per lo meno di una sua componente importante. Il nome di Greenberg, peraltro, non figura neanche nel nuovo Editorial Board, quasi completamente rinnovato, e neppure tra i numerosi Associate Editors (elencati a p. 182 di questo fascicolo della rivista), dove figurano anche autori minori o marginali, per cui è legittimo supporre un suo allontanamento dalla nuova redazione. Una novità dello staff creato da Donnel Stern è un aumentato numero di Corresponding Editors stranieri, tra cui due italiani: Gianni Nebbiosi, di Roma, che dirige l'ISIPSé (il gruppo degli "intersoggettivisti" che invitano spesso colleghi del William Alanson White Institute a tenere seminari in Italia), e Marco Bonomi, di Firenze, che tra le altre cose si occupa in modo approfondito di storia della psicoanalisi.

Nell'articolo successivo di Donnel Stern, un editoriale, il nuovo direttore della rivista fa una "dichiarazione di intenti" rispetto al suo progetto. Questo editoriale, così del resto come tutto questo fascicolo (vedi, subito dopo, gli articoli di Boulanger sul trauma nell'adulto e il successivo articolo collettaneo di Daniel Gensler, Deberah Goldman, Dodi Goldman, Robert M. Gordon, Robert Prince e Nancy Rosenbach), risente molto della influenza dell'attentato terroristico alle Twin Towers di New York dell'11 settembre 2001. Donnel Stern afferma che oggi più che mai la psicoanalisi esercita un ruolo importante nella società, gli psicoanalisti cioè si sentono e sono utili nel loro lavoro, e nonostante viviamo in un'epoca "postmoderna" in cui tante certezze e precedenti verità sono crollate non per questo lo psicoanalista si sente meno impegnato e coinvolto nel sociale. Invoca quindi un ritorno allo spirito dell'impegno politico e sociale che caratterizzava gli psicoanalisti di una volta. A questo riguardo cita Foucault, Fromm, e Sullivan, e anche Helen Swick Perry, la biografa e curatrice delle opere di Sulllivan deceduta il 26-7-2001, il cui obituario, scritto da Calvin Saxton, compare in questo stesso numero della rivista.


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