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CONTEMPORARY PSYCHOANALYSIS
VOL. 37, N. 4 / 2001

How Is the Analyst Supposed to Know? Gathering Evidence for Interpretations

Charles Spezzano



L'autore (Charles Spezzano) si propone di descrivere in dettaglio i "tre luoghi" (three sites) fondamentali nei quali l'analista ricerca le prove delle sue ipotesi sulla conoscenza dell'inconscio del paziente. Questi tre luoghi sono i seguenti: le associazioni libere del paziente; la reverie dell'analista riguardo al paziente; le drammatizzazioni o gli agiti (dramatic enactment) di entrambi paziente ed analista in cui si creano nuovi significati che possono illuminare aspetti inconsci del paziente nonché ovviamente dell'analista. A seconda della teoria privilegiata dall'analista, può essere maggiormente enfatizzato un luogo rispetto a un altro, ma l'importante secondo l'autore è che la psicoanalisi venga concepita come un lavorare in tutti e tre questi luoghi (associazioni libere, reverie ed enactment). 
A proposito della reverie dell'analista, cioè il secondo di questi "luoghi", a cui nell'articolo viene dedicato molto spazio, l'autore fa risalire le prime elaborazioni ai lavori di Theodor Reik negli anni '40, e poi a Sullivan sempre negli anni '40, per poi diventare un argomento di interesse generale dagli anni '50 in poi. Accenna anche alla questione della identificazione proiettiva (Bion, Betty Joseph, ecc.), alla "combinazione tra i luoghi uno e due" (cioè tra le associazioni libere e la reverie), al rapporto tra la reverie e la questione della libertà dell'analista, agli aspetti di "storia, poesia e teatro" (un'altra triade che per l'autore ha molta rilevanza in psicoanalisi), e presenta anche alcuni esempi clinici tratti dalla sua esperienza clinica e dagli scritti dello psicoanalista kleiniano Etchegoyen.
A proposito invece degli agiti drammatizzati, cioè del terzo di questi "luogi", essi sembrano essere una sorta di psicodrammi co-creati da entrambi i partner analitici, degli enactment transferali in cui anche l'analista si coinvolge pienamente e solo dopo riesce a rifletterci sopra, e a farci riflettere il paziente allo scopo di elaborare le reazioni transferali vissute o agite. Verrebbe quindi qui tracciato un parallelismo tra la tecnica analitica e il classico psicodramma psicoanalitico, la cui tecnica prevede appunto la elaborazione successiva delle emozioni evocate dalla drammatizzazione. La differenza - secondo questa lettura del concetto di dramatic enactment di Spezzano - consisterebbe nel fatto che in analisi le drammatizzazioni (frequenti, facenti parte della normale "risonanza di ruolo" del controtransfert di cui ad esempio parò Sandler nel 1978 [Controtransfert e risonanza di ruolo. In: C. Alberella & M. Donadio, a cura di, Il controtransfert. Napoli: Liguori, 1986, pp. 189-197; vedi edizione inglese su Internet]) sarebbero spontanee, non ricercate in quanto tali come avviene invece nello psicodramma.


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