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CONTEMPORARY PSYCHOANALYSIS
VOL. 36, N. 3 / 2000
Silence in the Analytic Space, Resistance 
or Revery? A Perspective from 
Loewald's Theory of Primordial Unity

Deborah Serani


L'autrice fa una approfondita analisi del significato del silenzio del paziente in analisi, partendo dal lungo resoconto clinico di una paziente da lei seguita, la quale era solita stare spesso in silenzio mettendo anche a disagio la terapeuta che non riusciva a comprendere bene il significato di questo comportamento. La paziente invece sembrava sempre a suo agio nel silenzio. Per un puro caso la terapeuta, in una fase avanzata dell'analisi, si accorse - grazie ad una casuale interazione tra la paziente e un paziente handicappato che usciva dallo studio accompagnato dal padre il quale comunicava con lui col linguaggio dei segni - che la paziente era nata da una madre sorda (e quindi muta). Questo fatto era considerato così irrilevante dalla paziente che non l'aveva riferito neanche in una precedente analisi. Casualmente l'autrice è una studiosa dei problemi dei non udenti, per cui ha avuto modo di trovare estremamente interessante lavorare su questo tema con la paziente, e procedere in modo molto proficuo nella analisi. A livello teorico, l'autrice collega il fenomeno del silenzio del paziente al concetto di "unità primordiale" formulato da Loewald nel 1960 (una lettura che l'autrice, proprio mentre vedeva quella paziente, aveva fatto nel training psicoanalitico), in cui madre e neonato sono uniti, come fusi, per poi passare a una progressiva differenziazione e costruzione del Sé del bambino. Nel caso di questa paziente viene discusso anche il possibile effetto del silenzio della madre quando la paziente era ancora in utero, non solo dopo la nascita, dato che la madre non parlava. Il silenzio della paziente in analisi viene visto come una possibile regressione transferale a quel periodo di "unità primordiale". Nel follow-up del caso viene riferito che la paziente diventerà essa stessa una esperta delle problematiche della sordità e una traduttrice simultanea per non udenti col linguaggio dei segni. Questo interessante articolo termina, a mo' di battuta, ricordando una frase di Ferenczi, quando disse che "il linguaggio è d'argento", e commentando che in questo caso si può dire che "il silenzio è d'oro".

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