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Richard e Piggle
Studi psicoanalitici del bambino e dell'adolescente
(Il Pensiero Scientifico Editore)
Sommari Anno 1999
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Richard e Piggle. Volume 7, numero 1, gennaio/aprile 1999

La ricerca in psicoanalisi del bambino e dell'adolescente.

Peter H. Wolff. L'irrelevanza delle osservazioni del bambino per la psicoanalisi, Pag.1-17

Sommario: Vi è attualmente consenso tra gli psicoanalisti nel ritenere che l'osservazione diretta del bambino rappresenti un mezzo per verificare le tesi della teoria psicoanalitica relative allo sviluppo; che l'osservazione abbia già smentito alcune delle fondamentali affermazioni della teoria; e che in essa risieda la chiave per una teoria evolutiva della psicoanalisi qualitativamente diversa. Tale consenso, per quanto non universale, ha motivato un'ampia serie di programmi di ricerca sulla prima infanzia , i cui risultati sono comunemente ritenuti in grado di schiudere prospettive del tutto nuove per la metapsicologia psicoanalitica e la teoria clinica. Questo saggio prende in esame alcuni degli assunti che hanno motivato tali studi, nonché le strategie di ricerca attraverso cui vengono promulgate le nuove versioni della teoria. Sulla base di queste esplorazioni, si pensa che l'osservazione del bambino orientata psicoanaliticamente possa essere alla base di nuove teorie sullo sviluppo sociale ed emozionale, ma se ne sostiene la sostanziale irrilevanza per la psicoanalisi in quanto psicologia di significati, di idee inconsce e di motivazioni profonde.

N° 11 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 1, gennaio/aprile 1999

Focus: Nuclei perversi in infanzia e adolescenza. Problemi teorici e clinici.

Milana Giuliana . Introduzione. Pag. 18-29

Sommario. Nelle note introduttive viene posto il problema se, come e quando sia possibile nei bambini e negli adolescenti diagnosticare la presenza di nuclei perversi o quantomeno rinvenire i podromi di questi.
Segue una breve presentazione delle opinioni dei maggiori autori intorno ad alcuni temi che sono apparsi, all'estensore delle note introduttive, di più diretto interesse per lo psicoterapeuta dell'infanzia e dell'adolescenza; questi sono: la reinvenzione della scena primaria, la confusione delle pulsioni distruttive e libidiche, le modificazioni nella struttura psichica, le principali distorsioni del pensiero e infine similarità, differenze e ambiguità tra la costituzione dell'oggetto transizionale e del feticcio.

N° 17 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 1, gennaio/aprile 1999

Arlow Jacob A. Trauma, gioco e perversione. Pag. 30-40

Sommario. In questa esposizione ho provato a descrivere le relazioni esistenti tra trauma, gioco e perversione. E' stato sottolineato l'elemento relativo al bisogno dell'Io di rendere irreale un'esperienza traumatica attraverso il gioco. Gli stessi fattori intervengono nelle perversioni a struttura più complessa. Ciò è espressione di un insuccesso della capacità di dominio dell'Io. Le perversioni rappresentano un tentativo non riuscito di risolvere i conflitti inconsci generati dalle esperienze traumatiche. Le perversioni somigliano ad un gioco che ha fallito i suoi scopi. Quando il meccanismo del diniego in fantasia non ha successo nel dominare l'angoscia, la pratica perversa viene ripetuta molte volte, ma il diniego della realtà non convince l'individuo e il gioco cessa di essere un modo di giocare.

N° 17 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 1, gennaio/aprile 1999

Morra Mauro. La ragazza che vuole diventare uomo. Pag. 41-57

Sommario. Il caso presentato è di una studentessa di 18 anni, che preparava gli esami per gli A levels" che io ho trattato quando ero in Gran Bretagna. Era determinata a diventare uomo attraverso un'operazione chirurgica.
Pare che all'età di due anni, quando le nacque la sorella, il bisogno di essere uomo si delineasse già, visto che T. si rifiutava di indossare la gonna.
Gli aspetti evidenziati dall'analisi furono:
1) complesso Edipico invertito verso la madre e la sorella
2) continue fantasie di violenza (violentare ed essere violentata)
3) forte attaccamento di tipo spirituale a me, rappresentante nel trnsfert un padre desessualizzato oppure una madre idealizzata.
4) Intense fantasie di natura orale verso il seno materno e il pene paterno.
5) Intermittente apparizione di fantasie eterosessuali, duramente contrastate.
6) Episodi di microseduzione in famiglia da parte di adulti maschi.
Qualche spunto psicotico apparve nel trattamento: questo fa pensare all'ipotesi fatta da alcuni autori circa l'omosessualità come psicosi incistata. E' possibile che il terrore di avere l'intera personalità invasa dalla psicosi sia stata la ragione di una interruzione prematura del trattamento.
Seguono alcune ipotesi di ricostruzione psicodinamica del caso.

N° 10 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 1, gennaio/aprile 1999

Sabatini Scalmati Anna. Relazione perversa come difesa dalla minaccia di estinzione. Pag. 57-65

Sommario. L'autrice riferisce il caso di un ragazzo che dopo cinque anni di terapia - iniziata quando il paziente aveva otto anni - manifesta comportamenti perversi. Nell'articolo sostiene la tesi che tali comportamenti siano l'espressione della violenza e del sadismo dell'organizzazione interna che lo teneva in ostaggio e che di essi il paziente abbia potuto parlare in seguito ad una decisa diminuzione della pressione delle sue aree psicotiche e alla contemporanea introiezione di nuove relazioni oggettuali.

N° 2 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 1, gennaio/aprile 1999

Bruno Daniela. Il bambino "disincarnato": un'organizzazione difensiva come prodromo di una struttura perversa. Pag. 66-80.

Sommario. Riporto gli elementi caratterizzanti le problematiche di un bambino che ambiva ad appartenere ad entrambi i sessi. Fondamentale per l'evoluzione del caso fu discernere la finalità dei suoi comportamenti estetizzanti, per non cadere nell'ingannevole tema della scelta dell'identità di genere.
Mi soffermo sui sistemi difensivi del suo fragile senso di identità: l'autoidealizzazione, l'arroganza, la segretezza e sui segni espliciti della sua struttura perversa: gli elementi incongrui dei suopi disegni.
Descrivo il sofisticato sistema estetizzante che costituiva una barriera verso l'istintualità, rendendolo "disincarnato", e il ritorno della stessa sotto forma di orrori diurni e incubi notturni.

N° 1 voce bibliografica.



Richard e Piggle. Volume 7, numero 1, gennaio/aprile 1999

Zuccarino Maria Laura. Riflessioni sul significato e la funzione di un feticcio in due bambini affetti da un danno organico congenito. Pag. 81-97

Sommario. Vengono descritte alcune fasi del trattamento psicoterapico di due bambini affetti da malattie neurologiche congenite, che comportano deficit della funzionalità motoria e sensitiva. In entrambi i casi, la creazione di un oggetto-feticcio, e l'idealizzazione di un universo anale di indifferenziazione e di caos, nasce dal tentativo di eludere le angosce relative alla propria integrità corporea e ai terribili interrogativi connessi all'origine del danno : la fantasia di una scena primaria sadica, da cui originano bambini deformi. La delusione degli intensi e precoci desideri di conoscenza e la qualità intensamente persecutoria delle situazioni di angoscia legate alle fasi precoci del conflitto edipico, vengono collegate alla difficoltà nella stabile introiezione di un buon oggetto materno.

N° 17 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 1, gennaio/aprile 1999

Diario Clinico

Bonassi Elena . Il periodo ipotetico di 4° tipo: uno sviluppo nella grammatica degli affetti. Riflessioni sulla "cura" della violenza. Pag. 98-112

Sommario. L'articolo è una riflessione sullo sviluppo del modo condizionale e del punto interrogativo nella "grammatica affettiva" , che corrisponde alla possibilità di superare la dimensione "categorica" e "imperativa" della violenza.
Ma come avviene questo sviluppo all'interno del rapporto terapeutico?
Quali sono i fattori e le funzioni operanti nella mente del terapeuta che lo rendono possibile?
L'Autore individua come fattori importanti per il cambiamento più che la funzione interpretativa classicamente intesa la condivisione dell'esperienza emotiva, la "gestazione" del non pensabile nella mente del terapeuta e l'ampliamento del campo della pensabilità che si verifica quando la mente del terapeuta si apre agli sviluppi di un possibile futuro.
L'Autore propone la definizione di "periodo ipotetico di 4° tipo" per indicare, nella "grammatica degli affetti" ciò che oggi non è ma che un giorno possibilmente sarà.

N° 15 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 2, maggio/agosto 1999

Teoria e tecnica

Lussana Pierandrea Melania Klein: è davvero nera e piccola nella sua opera? Pag. 133-143

Sommario. Verso la fine di Memoria del futuro, Bion favoleggia di "un piccolo gatto nero (che) faceva la sua comparsa nel cortile, defecava, copriva destramente le sue feci e spariva. Era chiamato melanie Klein. Melanie perché era nero, Klein perché era piccolo e Melanie Klein perché non aveva inibizioni". Ma la teorie di M. Klein pur costituendo fdi solito un'aggiunta, ma talora una sostituzione,e nell'insieme un miglioramento rispetto a quelle di Freud- pare non siano più molto di moda. Sono qui rivisitate nel loro sviluppo specie in rapporto a quelle di Winnicott.

N° 24 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 2, maggio/agosto 1999

Chagas Bovet Anna Maria. Visitando i percorsi dell'illusione. Pag. 143-152.

Sommario. L'autrice, ripercorrendo lo sviluppo del concetto di illusione nel lavoro di Winnicott, sottolinea l'importanza centrale di tale esperienza come fondamento del processo maturativo, e per lo sviluppo del simbolismo. Attraverso un esempio clinico, mette in evidenza come vi possono essere dei travisamenti, all'interno del processo psicoanalitico. L'analista può dare per scontato che il paziente abbia attinto alla capacità di giocare, e quindi all'area transizionale, mentre questi non è ancora in grado di tollerare i vissuti di separatezza, e mette in atto, pertanto, uno pseudo-gioco, in cui i fenomeni transizionali sono soltanto apparenti, e la paura della sopraffazione della vita istintuale e della frammentazione sono ancora dominanti.

N° 13 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 2, maggio/agosto 1999

Oliva Silva. Alcune considerazioni sull'acquisizione del linguaggio in un bambino autistico. Pag. 153-175

Sommario. Traendo spunto dall'ipotesi di Piaget secondo il quale nello stadio dell'intelligenza senso-motoria (0-1,5 anni) la funzione semiotica getta le basi di ogni futuro sviluppo simbolico, incluso lo sviluppo del linguaggio, questo lavoro descrive alcune tappe significative della psicoterapia psicoanalitica di un bambino autistico di quattro anni e mezzo, inizialmente privo di linguaggio. Vengono presentati svariati episodi clinici attraverso i quali si evidenziano i momenti salienti dello sviluppo linguistico in concomitanza con l'acquisizione di una immagine corporea più integrata e di un progressivo grado di distinzione tra sé e il mondo esterno.
Poiché gran parte del senso dell' identità affonda le sue basi nell'identità corporea che necessità di una realistica rappresentazione, padronanza ed identificazione del e nel proprio corpo, si fa l'ipotesi che il marasma sensoriale in cui è immerso il bambino autistico sia il principale ostacolo allo sviluppo dell'acquisizione del linguaggio. Ci si domanda infine se questo mancato ancoraggio primario al corpo sia correlato al fatto che il bambino acquisisca un linguaggio molto particolare che presenta una certa capacità di assimilare strutture segniche piuttosto che riconoscere significati simbolici legati alla consapevolezza di legami emotivi.

N° 29 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 2, maggio/agosto 1999

Focus
Trauma ed elaborazione del trauma nella psicoanalisi dei bambini e degli adolescenti

Marion Paola. Introduzione al dibattito. Pag. 175-178

N° 8 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 2, maggio/agosto 1999

Schacht Lore. Il gioco tra trauma e creatività. Pag.179-203.

Sommario. L'articolo riflette sulle fasi iniziali della terapia di un bambino di sette anni che aveva mostrato gravi manifestazioni di ritiro dopo la morte improvvisa del padre. L'autrice riferisce i sorprendenti esiti delle scelte tecniche adottate, che hanno permesso al bambino di riproporre nel gioco con l'analista le esperienze traumatiche e di elaborarle come scambio creativo, generando nel transfert immagini e rappresentazioni sceniche sollecitate dalla necessità interiore del paziente e raccolte dall'attività mentale dell'analista.

N° 11 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 2, maggio/agosto 1999

Gibeault Alain. Commento all'articolo di L. Schacht. Pag. 204-209.

Sommario. Il materiale presentato da Lore Schacht offre lo spunto per la discussione di numerosi problemi teorici e tecnici; l'autore dimostra quante diverse scelte fossero possibili di fronte allo stesso materiale, indicando i vantaggi e le incognite della scelta della Schacht, che pure ha consentito la crescita di un atteggiamento di gioco e di comunicazione reciproca. Sebbene il gioco non sia in sé il fine dell'analisi, ma riceva senso comunque dall'interpretazione, si possono osservare talvolta nell'analisi infantile, trasformazioni psichiche non correlate con la consapevolezza di contenuti preconsci o inconsci. Si tratta di qualcosa che ha a che fare con l'introiezione, oltre o accanto all'interpretazione, del ruolo dell'analista come narratore, della sua funzione di terzo, che es'plora il mondo dei significati non evidenti.

N° 3 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 2, maggio/agosto 1999

Armellini Marco. Trauma, fantasie e immaginazione nella crescita dell'identità di genere. Pag.210-220

Sommario. L'identità di genere, a partire da un nucleo primario, può essere considerata come una costruzione interminabile che si modella sulle vicende dello sviluppo e delle relazioni oggettuali. L'adolescenza rappresenta un passaggio evolutivo determinante per la sua crescita e la sua integrità. Attraverso l'approfondimento dei termini contenuti nel titolo, considerati come parole chiave, il lavoro cerca di esplorare le relazioni e le connessioni tra processo adolescenziale, esperienza traumatica e identità di genere.

N° 13 voci bibliografiche


Diario Clinico



Richard e Piggle. Volume 7, numero 2, maggio/agosto 1999

Tamajo Contarini Rita. La separazione come ferita del corpo. Pag. 221-231.

Sommario. Nell'articolo viene sinteticamente illustrata la terapia di una bambina psicotica con comportamenti autodistruttivi, in particolare una tendenza a strapparsi la pelle delle mani sino a sanguinare. Questo aspetto viene ricondotto ad una fantasia di lacerazione di una pelle comune a madre e bambino, insorta a causa di difficoltà nelle vicende evolutive.
L'autrice si propone di mostrare il passaggio, all'interno del trattamento, da una situazione iniziale caratterizzata da profonda confusione (sia nel senso di una sovrapposizione di aspetti buoni e cattivi dell'oggetto, che nel senso di una indistinzione Sé-Altro), al consolidamento di un certo grado di organizzazione della scissione che preservi un nucleo di esperienze positive nell'immagine di sé e dell'oggetto.

N° 12 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 2, maggio/agosto 1999

Note e discussioni

De Silvestris Pia. Alcune note a proposito del libro Corpo Mente a cura di T.J. Carratelli e A.M. Lanza. Pag.232-235.

Sommario. Per commentare il libro "Corpo Mente" a cura di T. Carratelli e A.M. Lanza, l'autrice ricorda brevemente alcuni grandi temi della questione psicoanalitica, sottolineando come l'originalità del Gruppo Romano di ricerca in Psicosomatica dell'età evolutiva, promosso da A. Giannotti, risiede fondamentalmente nella cura del "bambino unitamente alle persone significative costituenti la trama dei suoi rapporti interpersonali".

N° 2 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 3, settembre/dicembre 1999

TEORIA E TECNICA


Norman Johan. Libertà di giocare, sognare e pensare. Pag. 253-268

Sommario. In questo scritto l'autore si propone di discutere cosa intendiamo quando affermiamo che il gioco è il mediatore di un mondo psichico interno. La scena interna viene arredata con le nostre impressioni personali derivate dal mondo esterno. Le passioni e le esperienze che provengono dal nostro interno non hanno forma propria, si servono di forme presenti nel tempo e nello spazio della realtà esterna. Si crea, attraverso lo stesso processo che interviene nella creazione dell'immagine del sogno e della sua messa in scena, un mondo di oggetti interni. Nel gioco ha luogo un movimento circolare : le caratteristiche del mondo interno intrudono nella realtà esterna e quelle dell'oggetto interno danno origine ad una doppia esposizione. Noi osserviamo l'oggetto nella stanza con una visione binoculare, Viene presentata l'esperienza tratta dall'analisi di tre bambini al fine di fornire prospettive diverse dei movimenti interni relativi al gioco e al giocare.

N° 1 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 3, settembre/dicembre 1999

Ferro Antonino. Discussione del lavoro di Johan Norman. Pag. 269-272

Nessuna voce bibliografica



Richard e Piggle. Volume 7, numero 3, settembre/dicembre 1999

De Astis Giuliana. Adolescenza ed alienazione: la storia di perla. Pag. 273-285

Sommario. L'autrice avanza l'ipotesi che quando il trauma psichico avviene in una fase molto precoce dello sviluppo infantile si venga ad organizzare un tipo particolare di struttura psichica in cui la funzione dell'"Io ideale" non riesce a costituirsi in modo adeguato, ma viene invece pervaso dagli impulsi distruttivi che agiscono nella loro capacità di "dissolvere nessi" come postulato da S. Freud. L'istanza del Super-io si confronta allora in maniera estremamente persecutoria con l'Io e ne rallenta lo sviluppo.
Alla luce di queste ipotesi tratte dalla riflessione sul caso stesso, viene presentato il percorso della psicoterapia di Perla.

N° 9 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 3, settembre/dicembre 1999

FOCUS: IL TRATTAMENTO PSICOANALITICO DEGLI ADOLESCENTI BORDERLINE: PROBLEMI DI TECNICA.


Nicolò Corigliano Anna Maria. Introduzione. Pag. 284-287

N° 3 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 3, settembre/dicembre 1999

Cahn Raymond. Gli adolescenti borderline e la cura psicoanalitica. Pag. 288-295

Sommario. L'Autore tratta il tema delle difficoltà della cura psicoanalitica con gli adolescenti borderline. E' soprattutto le connotazione narcisistica delle relazioni d'oggetto che questi pazienti instaurano a comportare le difficoltà nel transfert. L'adolescente borderline è stretto tra l'obbligo di riconoscere l'importanza dell'oggetto-analista e l'angoscia di vivere questa condizione come una intollerabile resa. Attraverso una esemplificazione clinica, Cahn indica come in questi casi sia necessario usare strumenti diversi dall'invito al lavoro mentale; tra questi la possibilità di sentire compresi ed accolti gli aspetti narcisistici e regressivi prima che questi possano divenire oggetto di interpretazione.


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Richard e Piggle. Volume 7, numero 3, settembre/dicembre 1999

Nakov Anastasia. La latenza dell'adolescenza. Le disavventure della seduzione narcisistica. Pag. 296-307

Sommario. Attraverso un'esemplificazione clinica dell'insuccesso di un trattamento psicoanalitico di un adolescente perverso, l'autrice esamina i fondamenti della seduzione narcisistica e i fenomeni del doppio. L'impossibilità di cambiamento della dinamica psichica nelle strutture perverse è pensata utilizzando il concetto di identificazione adesiva e alla luce del modello degli "involucri" psichici.

N° 17 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 3, settembre/dicembre 1999

Nicolò Corigliano Anna Maria, Imparato Giampaolo. La tecnica con i genitori di adolescenti con organizzazione borderline della personalità: una psicoterapia calibrata. Pag. 308-323.

Sommario. Gli autori prendono in considerazione la funzione dell'intervento clinico con i genitori nel trattamento psicoterapico di adolescenti con disturbo borderline della personalità.
La conoscenza degli aspetti tipici del funzionamento mentale di questi genitori, come illustrato anche attraverso i casi clinici, permette di determinare tra gli altri, quegli aspetti psicodinamici che sono stati presi in considerazione al fine di facilitare l'alleanza terapeutica e il consolidamento della psicoterapia con detti genitori.
La psicoterapia viene articolata in fasi successive rispettando i tempi e le capacità elaborative dei genitori.

N° 7 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 7, numero 3, settembre/dicembre 1999

Carau Bachisio, Imparato Giampaolo. Alcune riflessioni sul ruolo della figura paterna nello sviluppo della patologia borderline in adolescenza. Pag. 324-335.

Sommario. Scopo di questo lavoro è di proporre alcune riflessioni sul significato ed il ruolo della figura paterna nello sviluppo di organizzazioni psicopatologiche in adolescenza traendo spunto dalla descrizione di un caso clinico.

N° 9 voci bibliografiche

DIARIO CLINICO



Richard e Piggle. Volume 7, numero 3, settembre/dicembre 1999

Maccioni Sandra. Il mondo alla rovescia. Psicoterapia psicoanalitica di una bambina borderline in età di latenza. Pag. 336-354

Sommario. Nell'articolo viene riferita la psicoterapia psicoanalitica trisettimanale di una bambina borderline in età di latenza, figlia di genitori separati.
Alle oscillazioni e alle inversioni che la bambina presentava continuamente tra stati affettivi e livelli di funzionamento opposti, sembravano corrispondere inversioni e perversioni del funzionamento coniugale e genitoriale della coppia.
Oltre all'analisi dei meccanismi di difesa, viene considerato il ruolo della precoce separazione coniugale nel determinare vissuti di "inversione di senso" nell'esistenza e nelle aspettative della bambina.

N° 33 voci bibliografiche

NOTE E DISCUSSIONI



Richard e Piggle. Volume 7, numero 3, settembre/dicembre 1999

Carratelli Teresa J. I livelli primitivi dell'esperienza psichica tra analisi infantile e analisi degli adulti. A proposito del libro "L'indifferenza dell'anima" di L. Russo. Pag. 355-362.

Sommario. L'Autrice, partendo dalla segnalazione del libro "L'indifferenza dell'anima" di L. Russo trova l'occasione per confrontare la propria esperienza con quella del collega sulle caratteristiche dei trattamenti analitici, sia con soggetti in età evolutiva che con adulti, in cui il terapeuta deve esplorare i livelli primitivi dell'esperienza psichica. In questi casi bisogna prestare una particolare attenzione ai livelli mobili di analizzabilità e al problema di costituire e definire i bordi psichici della mente. L'autrice pertanto si sofferma sull'uso del controtransfert come strumento utile nella costruzione del versante positivo del "Lavoro del negativo" quando nella situazione analitica si è convocati non solo a illuminare, ma a lasciare opportune capacità nella ricerca psicoterapeutica di un limite, come etica della mente.

N° 25 voci bibliografiche



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