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Richard e Piggle
Studi psicoanalitici del bambino e dell'adolescente
(Il Pensiero Scientifico Editore)
Sommari Anno 1998
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Richard e Piggle. Volume 6, numero 1, gennaio/aprile 1998

Carbone Tirelli Luisa. Introduzione al: Il contributo del pensiero di W. R. Bion alla psicoanalisi infantile. Pag. 1-11

Sommario: Nell'introdurre questa sezione, l'autrice discute gli aspetti principali del pensiero di Bion. Questi aspetti hanno ampliato sia la conoscenza della nostra mente che quella della relazione. Inoltre il pensiero di Bion ha aperto nuove strade nel clinico nel lavoro psicoanalitico con i bambini.

N° 25 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 6, numero 1, gennaio/aprile 1998

Bion Talamo Parthenope. L'apporto di W. R. Bion alla psicoanalisi infantile.

Sommario. In occasione di questo numero speciale viene proposta una riflessione personale sul pensiero di Bion. Pag.12-13.

Nessuna voce bibliografica



Richard e Piggle. Volume 6, numero 1, gennaio/aprile 1998

Meltzer Donald. L'evoluzione delle relazioni oggettuali. Pag. 14-22.

Sommario. Attraverso tre frammenti di materiale clinico tratti dall'osservazione e dall'analisi clinica, viene trattata l'evoluzione della conoscenza all' origine della relazione oggettale e nella stanza d'analisi. Seguono alcune considerazioni sulla sociologia del genio nel gruppo, ed alcune riflessioni sul so vissuto interno.

N° 9 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 6, numero 1, gennaio/aprile 1998

Harris Williams Meg. Sviluppi del pensiero di W.R. Bion. Un commento sulla prospettiva estetica nell'opera di D. Meltzer. Pag. 23-32

Sommario. Viene esplorato il tema della conoscenza e l'accesso ad un funzionamento della mente di tipo simbolico, alla luce di concetti filosofici e psicoanalitici con un particolare riferimento al lavoro di Meltzer sul conflitto estetico e al pensiero di Bion.

N° 9 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 6, numero 1, gennaio/aprile 1998

Norman Johan. Sentimenti di annichilimento in situazioni di vicinanza e di dispersione in condizione +di distanza. Pag. 33-60.

Sommario. Viene a crearsi un dilemma apparentemente insolubile quando l'individuo oscilla fra la ricerca di vicinanza e compagnia, che comporta il sentimento di venire inghiottito, e il conseguente ritiro al fine di preservare l'integrità, cui si associa la sensazione di perdere l'orientamento. Viene discussa l'analisi di un bambino di cinque anni al fine di esaminare alcuni aspetti costitutivi di tale problema. Questo dilemma apparentemente insolubili era determinato dalle contraddizioni che erano andate crescendo durante il primo anno di vita tra il bambino e la madre, e che il bambino aveva internalizzato come qualità contraddittorie dell'oggetto contenitore. Accanto alla struttura di un Io realtà costituito da un oggetto internalizzato contenitore con la capacità di pensare, esisteva una situazione di folie a doux. Attraverso identificazioni proiettive reciproche, madre e bambino diventavano simili e ciò sospendeva la possibilità di differenziazione attraverso la percezione e la fantasia. Sostituendo la funzione di reverie della madre come oggetto contenitore che poteva metabolizzare il dispiacere, la folie a doux inglobava il bambino nel mondo interno della madre. La madre era permeabile alla sofferenza del bambino, ma poteva metabolizzarla solo fintanto che prevaleva di reciproca soddisfazione del desiderio. Non potendo contare sulla trasformazione mentale del dispiacere come funzione propria o della madre, il metodo proiettivo del bambino quando si trovava esposto all'angoscia era quello di evacuare fisicamente il dolore psichico nella forma di dolore fisico nella persona che doveva funzionare da oggetto contenitore. Attraverso il transfert, la trasformazione mentale delle massicce identificazioni proiettive e le interpretazioni attivavano la parte sana dell'analizzando e spianavano la strada per lo sviluppo di un Io realtà meno vulnerabile, con un oggetto internalizzato dotato della capacità di pensare e contenere le contraddizioni della realtà interna ed esterna.

N° 9 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 6, numero 1, gennaio/aprile 1998

Privat Pierre, Quelin Dominique. L'esperienza delle psicoterapie di gruppo con i bambini. Pag.61-76.

Sommario. In questo lavoro gli autori illustrano approfonditamente le basi del setting terapeutico gruppale con i bambini. Viene proposto un tipo di intervento che mira in un primo tempo alla costruzione di un involucro gruppale atto a delimitare uno spazio psichico comune (contenitore) per poi passare ad affrontare l'analisi dei contenuti, cioè degli elementi conflittuali interpersonali e intrapsichici. Sono riportate alcune interessanti esemplificazioni cliniche.

N° 19 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 6, numero 1, gennaio/aprile 1998

Chagas Bovet Anna M. , Lanza Anna. La risposta del terapeuta: l'uso dell'”illusione” e dell'empatia. Pag. 77-85.

Sommario. Le Autrici, riflettendo su quanto avviene nella relazione terapeutica in generale e con adolescenti in particolare, prendono in considerazione la funzione del concetto di “illusione”, nel senso dato da D. W. Winnicott a questo termine , come base dello sviluppo dell'individuo. E' infatti in quest' area dell'esperienza di illusione condivisa che il soggetto, dalla nascita in poi, può sviluppare la capacità di “creare” paradossalmente l'oggetto già presente nella realtà. Tale capacità creativa si riattiva continuativamente ed è alla base della crescita e dell'arricchimento dell'esperienza umana. Viene evidenziato come anche nel trattamento analitico, esperienza trasformativa e di crescita, sia necessaria l'esperienza di una realtà condivisa, che si potrebbe definire un'area transizionale terapeutica, in cui il soggetto, sulla base del concetto di “illusione”, continuamente crea l'oggetto nella relazione. Si sottolinea come la capacità empatica dell'analista, nel senso di capire, prendere, sentire dentro di sé le emozioni e la realtà interna dell'altro, permetta, nella relazione terapeutica, l'illusione del contatto incui l'altro viene creato, per cui è possibile comunicare, vivere, mantenendo i propri confini e la propria identità. Si puntualizza inoltre come il concetto come il concetto di empatia non vada confuso con quello di immedesimazione ( farsi una sola cosa con l'altro) e di identificazione proiettiva “patologica”, in cui si assiste appunto aduna confusione di identità. Due brevi flash clinici vengono utilizzati a sostegno della riflessione.

N° 19 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 6, numero 1, gennaio/aprile 1998

Nicolò Corigliano Anna. Introduzione al dibattito: Esiste una specificità della formazione al lavoro psicoanalitico con gli adolescenti? Pag.86-88

Sommario. L'autrice presenta la discussione organizzata dall'Associazione Europea della Psicoanalisi dell'Adolescente (E.A.A.P.) sulla specificità della formazione al lavoro psicoanalitico con gli adolescenti. Seguono ulteriori contributi di alcuni psicoanalisti italiani.

N° 3 voci bibliografiche


Contributi al dibattito:

De Vito Enrico: Alcune caratteristiche specifiche del setting con l'adolescente. Pag. 89-92.
Nessuna voce bibliografica


Ferro Antonino. Riflessioni provvisorie sull'analisi dei bambini e degli adolescenti. Pag. 92-94.
Nessuna voce bibliografica


Muscetta Sergio. Intervento al dibattito. Pag.95-98
Nessuna voce bibliografica


Dina Vallino. Quale formazione per gli psicoanalisti di adolescenti. Pag. 98-100.
N° 16 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 6, numero 1, gennaio/aprile 1998

Bisagni Francesco. Trauma, memoria, dimenticanza. Note sulla psicoterapia psicoanalitica di una bambina di tre anni abusata sessualmente. Pag. 102-121.

Sommario. Viene discusso in questo lavoro un particolare aspetto teorico relativo alla funzione alfa e alla reverie, come fattore di tale funzione: quello relativo alla costituzione della barriera di contatto e alla sua distruzione in caso di abuso sessuale nell''nfanzia. L''buso sessuale determina una sostituzione della barriera di contatto con lo schermo beta, il che porta sul piano clinico, allo sviluppo di uno stato confusionale di entità variabile. Viene portato l'esempio di un caso di una bambina di tre anni che ha subito un abuso singolo: viene discussa la prima fase della terapia, dove l'elemento confusionale è accentuato, ed una fase successiva a cui a seguito di una sufficiente ricostruzione del contenitore, ha potuto avvenire una rievocazione elaborativa dell'intervento traumatico. Questo viene messo in relazione dal punto di vista teorico al problema del ricordare e dal punto di vista tecnico al problema della compatibilità dell'interpretazione.

N° 6 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 6, numero 2, maggio/agosto 1998

Meotti Franca Un paradosso della riparazione Pag. 141-151
Sommario: Ritornando al concetto kleiniano di riparazione ne viene tentato un allargamento fino a comprendere i processi autoriparativi e autocreativi, spesso inseriti in reti di corresponsabilità transgenerazionali. Una ulteriore riflessione viene dedicata alla riparazione degli oggetti "realmente colpevoli" problema di grande importanza nella clinica. Rispetto alla teoria kleiniana questa riparazione può essere definita paradossale e comporta un approfondimento dei temi della memoria e dell'oblio.

N° 7 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 6, numero 2, maggio/agosto 1998

Petrelli Diomira: Introduzione al dibattito : Disturbi dell'identità di genere nell'infanzia e nell'adolescenza. Pag. 152-162.

N° 15 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 6, numero 2, maggio/agosto 1998

Di Ceglie Domenico. Gestione e obiettivi terapeutici nel lavoro con bambini ed adolescenti con problemi di identità di genere e con le loro famiglie. Pag. 163-173

Sommario. Il lavoro definisce alcuni obiettivi del trattamento e della gestione di casi di bambini e adolescenti con disturbi dell'identità di genere.
Vengono affrontati temi specifici quali quelli della curiosità, della segretezza e della difficoltà a tollerare l'incertezza in casi che presentano questo tipo di disturbi.

N° 10 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 6, numero 2, maggio/agosto 1998

Coates Susan W., Moore Mary Sue. La complessità del trauma precoce: rappresentazione e trasformazione. Pag. 174-196

Sommario. L'articolo espone il caso di un bambino di circa 4 anni con problemi di identità di genere. L'ipotesi delle autrici è che l'insorgere dei comportamenti di travestitismo fosse collegata a seri problemi emotivi che si erano presentati in seguito ad un trauma precoce di natura non sessuale, verificatosi nel contesto della relazione di attaccamento primario.
Viene analizzato inoltre il significato dell'uso dell'imitazione in risposta al trauma e al disturbo nella relazione di attaccamento.

N° 45 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 6, numero 2, maggio/agosto 1998

Giusti Paola. Identificazioni primitive con l'oggetto materno e organizzazione narcisista perversa in un bambino con disturbi dell'dentità di genere. Pag. 197-218

Sommario. Nel lavoro viene presentato il caso di un bambino di cinque anni con confusione nell'identità di genere. Dopo una ricognizione critica di alcuni significativi contributi relativi a tale tematica, vengono descritti e discussi in particolare i primi anni di lavoro analitico, nel corso dei quali si sono evidenziate dapprima modalità identificatorie molto primitive e confusive e successivamente l'emergere di una organizzazione narcisistica perversa, tenacemente sostenuta a scopi difensivi. Il disturbo di identità di genere è stato così guardato e interpretato alla luce delle fantasie e delle dinamiche correlate a tali modalità di funzionamento psichico.

N° 27 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 6, numero 2, maggio/agosto 1998

Mazzoncini Giovanna. Il difficile percorso dell'identità di genere in un bambino di nove anni con travestitismo. Pag. 219-228

Sommario. Il lavoro riferisce la terapia di un bambino di 9 anni con problemi di travestitismo. Vengono affrontati alcuni temi centrali nel trattamento, quali l'influenza dei genitori, il rapporto con la realtà, la distinzione tra perversione e creatività.

N° 13 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 6, numero 2, maggio/agosto 1998

Portanova Flavia. Abitare il proprio giardino: il percorso terapeutico di un problemi di identità di genere. Pag. 229-243.

Sommario. L'articolo descrive alcuni aspetti della terapia di Tommaso, 5 anni, che presentava un disturbo legato all'identità di genere ed una scarsa capacità simbolica. La sintomatologia, che si esprimeva in un desiderio di ricoprire ruoli femminili ed utilizzare capi d'abbigliamento femminili, nascondeva una doppia dinamica interna: angosce di tipo abbandonico si intrecciavano con angosce di frammentazione del Sé. E' stato possibile osservare una remissione del sintomo quando il bambino è passato da un tipo di identificazione adesiva ad una identificazione introiettiva e anche quando le relazioni familiari hanno subito una trasformazione.

N° 13 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 6, numero 2, maggio/agosto 1998

Bruno Giuliana. “C'è una bambina nascostaÉ” La fantasia del “doppio” nelle rappresentazioni di sé e dell'oggetto nel trattamento di una bambina di sette anni. Pag. 244-255.

Sommario. Nell'articolo vengono proposte alcune considerazioni riguardo alla fase iniziale del trattamento di una paziente di sette anni con un sintomo encopretico e fobia della scuola.
Il materiale clinico riportato evidenzia il presentarsi nel gioco, nei disegni, nella relazione di transfert e di controtransfert, di una fantasia relativa al “doppio” di sé che la paziente esprime nell'idea di avere una sorella o una gemella, e che emerge parallelamente a rappresentazioni “doppie” delle figure genitoriali.
Accanto alle considerazioni riguardo ai processi di integrazione di sé e degli oggetti e al deficit della funzionalità dell'Io, viene data particolare attenzione alla collusione patologica della coppia genitoriale che include la condivisione di un segreto relativo all'esistenza di una sorella della paziente, quasi sua coetanea, e figlia naturale del padre. L'Autrice propone una lettura “transgenerazionale” del materiale clinico.
Vengono utilizzati inoltre i contributi di Freud riguardo alle esperienze “perturbanti” intese nel duplice aspetto del contenuto e della cornice psichica entro cui vengono collocate.

N° 10 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 6, numero 3, settembre/dicembre 1998

Maiello Suzanne. Trauma prenatale e autismo. Pag. 271-292

Sommario. Partendo dal pensiero di Frances Tustin, secondo il quale l'autismo da un lato ha le sue origini in esperienze traumatiche che possono risalire anche alla vita prenatale, e dall'altro sembra essere il corollario di una vicinanza adesiva eccessiva tra la madre e il bambino, si esaminano eventi e situazioni intrauterine potenzialmente traumatiche.
Vengono presi in considerazione la minaccia di aborto nonché stati emotivi mentali materni recepiti a livelli psico-fisici profondi dal feto.
Dal punto di vista delle proto-esperienze prenatali, si ipotizza che situazioni traumatiche potrebbero ostacolare le prime integrazioni sensoriali normali, portare ad un ritiro del feto dall'esperienza uditiva che nello sviluppo normale stimolerebbe la sua attività protomentale, e sfociare nell'appiattimento, nella tattilità che si osserva nei bambini autistici.
Il materiale clinico di una bambina autistica sopravvissuta ad una minaccia di aborto sembra contenere reminiscenze del trauma prenatale.

N° 24 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 6, numero 3, settembre/dicembre 1998

De Astis Giovanna. Diagnosi psicodinamica e terapia: la mente del terapeuta al lavoro. (Commento sullo scritto di S. Maiello: "Trauma prenatale e autismo") Pag. 293-296

Sommario. Questo lavoro offre alcuni spunti di riflessione sullo scritto di Suzanne Maiello: "Trauma prenatale e autismo". Vengono colti alcuni passaggi del lavoro per evidenziare come la mente del terapeuta del bambino psicotico si predisponga per organizzare in un "reticolo di significati" sia il materiale clinico del bambino costituito dalla sua storia, come viene posta dai genitori e successivamente ciò che si svolge in seduta.
L'A. avanza l'ipotesi di una psicosi simbiotica per questa bambina imbrigliata nella personalità disturbata della madre.

N° 4 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 6, numero 3, settembre/dicembre 1998

Petrelli Diomira. Indirizzi di ricerca sull'autismo infantile. Commento al lavoro di S. Maiello "Trauma prenatale e autismo". Pag. 297-306

Sommario. Il lavoro, prendendo spunto dal commento all'articolo di S. Maiello "trauma prenatale e autismo", evidenzia alcuni aspetti dell'interazione tra la terapeuta e la paziente, sottolineando l'importanza dei vissuti controtransferali evocati dagli aspetti sonori per la comprensione della comunicazione. Viene quindi discussa l'ipotesi della presenza nella genesi dell'autismo di un fattore traumatico continuativo costituito dalla depressione materna, ipotesi che appare confermata da varie ricerche di autori di scuole diverse (Tustin, Green, Brazelton). Infine l'ipotesi del trauma prenatale, avanzata nel lavoro di S. Maiello, pone il problema del rapporto tra mente e corpo e della mentalizzazione di fenomeni fisiologici o biologici, nonché la necessità di sviluppare una valida metodologia per correlare le scoperte cliniche della psicoanalisi con le forme di conoscenza generate dalle varie scienze neurologiche.

N° 6 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 6, numero 3, settembre/dicembre 1998

Morra Mauro. Alcune riflessioni sul confronto fra nevrosi ossessiva e autismo. Pag. 307-320

Sommario. Ho notato che sia il ritiro degli affetti che la presenza di idee e rituali ossessivi sono osservabili nella nevrosi ossessiva e nell'autismo infantile. Mi chiedo se si tratta di coincidenza o se c'è qualche elemento strutturale comune alle due affezioni (anche se indubbiamente l'una è meno grave dell'altra).
Presento citazioni bibliografiche che menzionano sia il ritiro d' affetti che la presenza di vari tipi di ossessioni in entrambe le malattie. Inoltre descrivo diversi casi clinici (un bambino autistico, un adolescente con patologia mista, una giovane donna borderline e un'adolescente ritirata nel suo mondo) in cui parti autistiche sembrano legate a elementi ossessivi. La mia conclusione è che il bisogno di controllo onnipotente è il comune elemento fondamentale, che invade la personalità in grado diverso.

N° 19 voci bibliografiche


Commento di Frances Tustin. Pag.321-322



Richard e Piggle. Volume 6, numero 3, settembre/dicembre 1998

Norsa Diana. Ripensando all'autismo. Pag. 324-334

Sommario. Ripensare all'autismo, a partire dalla ricerca clinica nella stanza d'analisi che è derivata dal lavoro di Frances Tustin, è uno stimolo a considerare ulteriori progressi nella comprensione della genesi delle psicosi nell'infanzia attraverso un approccio diagnostico multiassiale che tiene in particolare considerazione l'ambiente di cura primario costituito dalla coppia genitoriale. L'autrice propone alcune riflessioni in margine ad un breve flash clinico relativo a una bambina autistica di tre anni e alla ripetizione nella coppia genitoriale di un preciso momento traumatico nella storia della madre, come nucleo traumatico specifico alla base della organizzazione psicopatologica della bambina.

N° 11 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 6, numero 3, settembre/dicembre 1998

Fonagy P., Target M. Fattori predittivi dell'esito nella psicoanalisi infantile: uno studio retrospettivo su 763 casi all'Anna Freud Centre. Pag. 335-378.

Sommario. Sotto la guida di Anna Freud, l'Anna Freud Centre ha sviluppato un approccio rigoroso nella raccolta dei dati sulla psicoanalisi infantile. Il materiale contenuto in valutazioni diagnostiche dettagliate e in resoconti scritti settimanalmente su 763 casi trattati con terapia intyensiva e non intensiva è stato ora sottoposto ad uno studio sistematico. Questo rappresenta il primo stadio retrospettivo di una indagine più vasta sugli esiti della psicoanalisi infantile, condotto in collaborazione con lo Yale University Study Centre, New Haven, CT. Vengono passati in rassegna i risultati principali di questo studio. Esso mostra come la psicoanalisi infantile sia particolarmente efficace per i bambini particolarmente disturbati, sotto i dodici anni, affetti da una serie di disturbi psichiatrici, soprattutto quelli caratterizzati dalla presenza di ansia.

N° 103 voci bibliografiche



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