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Richard e Piggle
Studi psicoanalitici del bambino e dell'adolescente
(Il Pensiero Scientifico Editore)
Sommari Anno 1997
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Richard e Piggle. Volume 5, numero 1, gennaio/aprile 1997

Sabatini Scalmati Anna. Nota introduttiva all'articolo Lo svezzamento di M. Klein. Pag. 1-3.

Sommario. L'Autrice della nota mette in evidenza tre aspetti del saggio: la semplicità e la chiarezza delle argomentazioni con cui si affronta il tema dello svezzamento, l'attenzione verso i dati concreti del mondo esterno ed il ruolo centrale del processo primario di introiezione. S'interroga infine sui possibili legami temporali e strutturali tra i processi di introiezione e i processi di identificazione.

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Richard e Piggle. Volume 5, numero 1, gennaio/aprile 1997

Klein Melanie. Lo svezzamento. Pag. 4-19.

Sommario. L' articolo Lo svezzamento nasce come conferenza tenuta dalla Klein nel 1936 alla Caxton Hall di Londra all'interno di un ciclo di conversazioni seminariali aperte al pubblico, alle quali partecipavano, come relatori, vari psicoanalisti della Società Psicoanalitica Britannica. Il lavoro fu pubblicato la prima volta nel 1938 all'interno del volume On the Bringing up of Children curato da John Rickman e, successivamente nel 1975 in Writings of Melanie Klein curato d R. E. Money - Kyrle et al.

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Richard e Piggle. Volume 5, numero 1, gennaio/aprile 1997

Hurry Anne. La prospettiva evolutiva nella psicoanalisi contemporanea: implicazioni tecniche per l'analisi infantile. Pag. 20-36.

Sommario. In questo articolo l'autrice rivisita un tema classico della scuola di psicoanalisi infantile di Anna Freud: l'aiuto evolutivo (developmental help) come una delle componenti essenziali nel lavoro terapeutico. A questo scopo passa in rassegna la letteratura psicoanalitica sull'argomento e la mette a confronto con il punto di vista della psicologia dello sviluppo. In conclusione viene portato un breve brano clinico.

79 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 5, numero 1, gennaio/aprile 1997

Maltese Adriana, Monniello Gianluigi. Transfert e controtransfert nel lavoro psicoanalitico con gli adolescenti. Pag. 37-51.

Sommario Questo lavoro descrive il vivace sviluppo attuale della psicoterapia dell'adolescenza in Italia. Gli autori presentano il modello di lavoro attualmente utilizzato nella II Divisione di Neuropsichiatria Infantile dell'Università di Roma “La Sapienza”. Il modello offre l'opportunità di partecipare ad un lavoro psicoterapeutico individuale e di gruppo che si basa sull'ampia esperienza clinica degli autori e sulla loro comprensione della mente dell'adolescenza. Il concetto di Jeammet di “spazio psicologico allargato” viene applicato ad uno “spazio terapeutico allargato” in un ambiente clinico istituzionale. L'istituzione rappresenta lo spazio nel quale l'adolescente può depositare alcuni aspetti del Sé che non può depositare altrove. Il setting istituzionale rappresenta sia il setting reale che quello fantasmatico nel quale l'adolescente può “esternalizzare” il suo mondo interno. Il percorso istituzionale permette al paziente di investire i suoi affetti su persone e situazioni differenti ed impegna in tal modo la sua capacità di rappresentazione. L'attenzione data dal terapeuta al quadro di riferimento istituzionale protegge l'adolescente da un investimento unidirezionale troppo intenso e permette una fase di restaurazione dell'organizzazione narcisistica del paziente. Gli autori descrivono il modo in cui i problemi controtransferali che interferiscono con lo sviluppo della relazione terapeutica derivino frequentemente dalla fissazione narcisistica del terapeuta. Gli autori discutono, infine, alcune caratteristiche del delicato dialogo narcisistico tra adolescente, terapeuta e istituzione.

32 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 5, numero 1, gennaio/aprile 1997

Nicolò Corigliano Anna. Introduzione al dibattito: Esiste una specificità della formazione al lavoro psicoanalitico con gli adolescenti? Pag. 52-54.

Sommario. L'A. nel presentare la traduzione del dossier preparato dalla Associazione Europea di Psicoanalisi dell'Adolescente (E.A.A.P.) già pubblicato nella rivista francese Adolescence, osserva come l'interesse per la cura psicoanalitica degli adolescenti sia diventato sempre più rilevante sia per l'approfondimento delle nostre conoscenze cliniche sia per l'allungamento e diversificazione (dalla prima adolescenza alla giovane età adulta) del periodo adolescenziale nella civiltà occidentale.
Un punto rilevante del dibattito in corso è rappresentato dalle diverse scuole psicoanalitiche alcune delle quali sono favorevoli ad una conservazione della tecnica classica mentre altre, pur mantenendo i principi generali della psicoanalisi classica, sono contrarie ad una rigida ortodossia. Per quanto riguarda la formazione degli psicoterapeuti, si dibatte se occorre avere già una esperienza formativa come psicoanalista per adulti e bambini.
La recente creazione, anche in Italia, di scuole di formazione solo per psicoterapeuti dell'adolescenza offre il vantaggio di un maggior approfondimento e lo svantaggio di una eccessiva settorializzazione.
L'A. conclude come l'adolescenza stimoli riflessioni e cambiamenti sul tema della formazione di psicoterapeuti dell'età evolutiva.

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Richard e Piggle. Volume 5, numero 1, gennaio/aprile 1997

Cahn Raymond. Specificità della formazione al lavoro psicoanalitico con gli adolescenti. Pag. 57-62.

Sommario. L'interesse verso l'adolescenza ha consentito la creazione di un contesto di riferimento e di procedure tecniche specifiche che costituiscono un corpus tecnico e teorico trasmissibile allo psicoterapeuta. Vengono esaminati alcuni aspetti della terapia degli adolescenti riguardanti il problema della valutazione, del setting, del transfert e del controtransfert. Per quanto concerne la cura specifica, vengono citati autori che trattano anche adolescenti in cui prevale una problematica narcisistica per quanto invischiata nei rapporti oggettuali utilizzando una sorta di strategia psicoterapeutica illuminata dalla psicoanalisi mentre altri, all'opposto, pensano che solo una tecnica classica condotta a termine possa portare ad una autentica evoluzione che eviti una seria patologia irreversibile.
L' A. osservando come la pubertà sia legata alla sfera biologica ritiene che l'adolescenza sia soprattutto un fenomeno sociale per la particolare confusione tra i conflitti intrapersonali ed interpersonali che hanno effetto sull' identificazione, sull'identità, sul Super Io e sull'ideale dell'Io. Conclude infine con la specificità del lavoro psicoanalitico con gli adolescenti che dovrebbe inserirsi sistematicamente in ogni progetto che miri alla formazione di psicoanalisti.

18 voci bibliografiche inserite nel testo.



Richard e Piggle. Volume 5, numero 1, gennaio/aprile 1997

Anderson Robin. Esigenze della formazione al lavoro psicoanalitico con gli adolescenti. Pag. 63-66.

Sommario. L'autore osserva come le difficoltà nel lavoro terapeutico con gli adolescenti siano legate al fatto che gli adolescenti pongono dei problemi specifici riguardo il trattamento.
C'è perciò necessità di una formazione analitica specifica per i terapeuti dell'adolescenza in quanto la psicoanalisi dell'età adolescenziale si configura come una specializzazione della psicoanalisi nella quale sia stata svolta una formazione in analisi infantile.
E' fondamentale il lavoro in contesti dove si possa disporre di una supervisione data la tendenza all'acting out (suicidi, incidenti ecc.) degli adolescenti e l'opportunità di offrire un ascolto anche ai genitori. Un contesto istituzionale dove sia possibile fare un lavoro di equipe sembra il più adatto per questo genere di pazienti.

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Richard e Piggle. Volume 5, numero 1, gennaio/aprile 1997

Laufer Moses. Alcuni prerequisiti al lavoro psicoanalitico con gli adolescenti. Pag. 67-72.

Sommario.L' A. pone l'accento sull'importanza della qualità della vita personale degli psicoanalisti che si occupano di adolescenti e sul modo in cui questa può nuocere al loro lavoro con i pazienti. Concentra poi la sua riflessione sugli errori di valutazione conseguenti agli scotomi del terapeuta che quest' ultimo può individuare solo mettendosi personalmente in discussione. Nel chiedersi quale esigenze debba soddisfare un terapeuta che si proponga di lavorare con gli adolescenti, osserva come un prerequisito essenziale per la riuscita del trattamento sia costituito dal grado di comprensione che il terapeuta ha della sua stessa adolescenza con lo scopo di evitare l'espressione di sentimenti di condanna ed odio attivati dai comportamenti di adolescenti molto malati le cui vite possono comportare perversione, terrore della vita sessuale, bugie, promiscuità, isolamento e solitudine. Purtroppo nelle analisi didattiche si insiste molto sul passato infantile degli analisti in Training trascurando troppo l'adolescenza che spesso non riesce ad essere integrata nel futuro sviluppo adulto in quanto l'analisi delle fantasie e del comportamento adolescenziale provoca vergogna, terrore o disperazione nell'analista una volta diventato adulto.
L' analista di adolescenti deve invece possedere la libertà interiore sufficiente a far sentire all'adolescente malato che può dire qualunque cosa, anche se perversa o terrificante, purchè esprima i propri pensieri e sentimenti a parole e non in azioni. Proprio quest' ultimo fatto è il più difficile da ottenere stante la tendenza di questi pazienti all'agito. In sostanza l' A. mette l' accento sulla importanza della vita personale e relazionale dell'analista, sul senso attribuito al rapporto con se stesso espresso in particolare attraverso la relazione con il proprio corpo (sessuato) ed infine sulla capacità di riconoscere e dare un senso alle proprie angosce psicotiche .

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Richard e Piggle. Volume 5, numero 1, gennaio/aprile 1997

Aalberg Veikko. Il lavoro psicoanalitico con gli adolescenti: illustrazione di un caso clinico. Pag. 73-74.

Sommario L'Autore, attraverso una breve presentazione di un caso clinico illustra come spesso nella psicoterapia di un adolescente, o forse anche di un adulto, si utilizzino i ricordi d' infanzia come difesa dalle esperienze dolorose e destabilizzanti della adolescenza. Conclude ipotizzando una tendenza, da parte degli psicoanalisti, a colludere in questo con il paziente adolescente o adulto.

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Richard e Piggle. Volume 5, numero 1, gennaio/aprile 1997

Bonassi Elena. “Cucinare gli squali”. Riflessioni su un'esperienza di psicoterapia psicoanalitica con un bambino “con difficoltà ad apprendere”. Pag. 75-92.

Sommario. L' articolo ha per oggetto un'esperienza di psicoterapia psicoanalitica condotta con un bambino che presentava una grave difficoltà ad apprendere e si proprone una riflessione sul processo terapeutico e sugli elementi, in esso contenuti, che rendono possibile il cambiamento. Dal materiale presentato emerge la stretta interconnessione esistente tra sfera cognitiva e mondo emozionale e come l'apprendimento non sia possibile quando la “significazione” delle esperienze emotive più precoci è stata carente. L' attenzione dell'Autore è centrata sulle trasformazioni che avvengono nelle sedute, sulle funzioni e i fattori che ne stanno alla base. In particolare viene presentata e discussa una modalità tecnica, definita dall'Autore “gioco-rappresentazione”, quale fattore della funzione alfa del terapeuta operante all'interno della relazione contenitore-contenuto, che in questa esperienza di psicoterapia sembra essere stata determinante nell'evoluzione del trattamento.

11 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 5, numero 1, gennaio/aprile 1997

De Forgellinis Letizia. L'esperienza di un gruppo di coetanei in un percorso psicoterapico. Pag.93-100

Sommario. Sulla base di un caso clinico - un preadolescente segnalato per uno stato di isolamento e frammentazione interna - vengono proposte alcune riflessioni sul ruolo svolto dal gruppo dei pari come contesto che ha favorito nuove percezioni, investimenti reciproci ed interscambio di rappresentazioni. Tale esperienza viene presa in considerazione parallelamente a quella riguardante il percorso analitico, tenendo conto delle tematiche comuni di volta in volta affrontate.

7 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 5, numero 2, maggio/agosto 1997

Donald W. Winnicott: L'eziologia della schizofrenia infantile in termini di fallimento adattativo. Pag. 135-138

Sommario: Questo articolo compare nella raccolta di lavori di Winnicott: Thinking about Children (1966) tradotto in italiano con il titolo: Bambini (Cortina Editore). L'autore ripercorre alcuni dei concetti a lui cari ed esposti nei suoi ben noti lavori con particolare riguardo alla grave patologia schizofrenica ed autistica. Notevole è il paragrafo relativo all'odio inconscio dei genitori verso il bambino coperto da formazioni reattive.

N° 7 voci bibliografiche inserite nel testo



Richard e Piggle. Volume 5, numero 2, maggio/agosto 1997

Concetti clinici di Winnicott

Sommario: i brevi scritti che seguono rappresentano i commenti formulati da alcuni autori invitati dal Journal of Child Psychotherapy a discutere dei concetti winnicottiani che ritengono più utili nella loro pratica quotidiana. Questo approccio fornisce un valido punto di osservazione sul modo in cui il lavoro di Winnicott influenza la formulazione di nuove idee nel campo della psicoanalisi, permettendo l'apertura di nuovi ambiti della ricerca clinica.
Sono presenti :
Johns Jennifer : La capacità di essere soli. Pag. 139-143
Alvarez Anne La riconoscenza del clinico nei confronti di Winnicott. Pag. 143-148.
Hamilton Victoria L'alterità dell'essere: Le opinioni di Winnicott sull'uso dell'oggetto e sull'esperienza dell'esteriorità. Pag. 148-155.
Daws Dylys L'abbassalingua, la presa elettrica e il cucchiaio. Pag.155-157.
Wilson Peter La tendenza antisociale. Pag. 157-160.
Mikardo Julia L'odio nel controtransfert. Pag. 160-163.

N° 37 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 5, numero 2, maggio/agosto 1997

Murray Lynne Utilizzare Winnicott: ricerca ed intervento psicoterapeutico Pag. 165-180

Sommario. Questo lavoro descrive le ricerche attuali più rilevanti per il pensiero di Winnicott sulla relazione precoce madre-bambino e sullo sviluppo infantile. Innanzitutto mette in evidenza la natura estremamente personale dei contatti tra madre e bambino durante le prime settimane di vita, posizione teorica attualmente ampiamente condivisa e coerente con le teorie di Winnicott. Viene poi descritta l'attività di ricerca svolta dalla Winnicott Researche Unit , in particolare ciò che riguarda il processo di sviluppo in bambini le cui madri hanno sperimentato una depressione post-natale , compreso il ruolo della preoccupazione primaria e il contributo delle caratteristiche del bambino; vengono infine esaminati gli interventi terapeutici per la depressione post-natale.

N°22 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 5, numero 2, maggio/agosto 1997

Carratelli J. Teresa Il ruolo della “fase di esitazione” nei processi dell'illusione condivisa. Pag. 181-190

Sommario. L' autrice sviluppa alcuni temi contenuti nel noto saggio di Winnicott: “L' osservazione dei bambini piccoli in una situazione prefissata” con lo scopo di indicare come la cosiddetta “fase di esitazione” possa tracciare il perimetro dei processi di illusione condivisa nel qui ed opra della seduta. Inoltre vengono individuate alcune varianti delle modalità dell'esitare, che sono utili per comprendere diverse configurazioni del transfert emergente.

N° 17 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 5, numero 2, maggio/agosto 1997

Chagas Bovet M. Anna: Gioco ed eccitazione. Pag. 191-200

Sommario. L'Autrice prende in considerazione il fatto che l'eccitamento nel gioco come espressione del raggiungimento dello spazio potenziale, deve essere distinto dall'eccitazione proveniente dalle pulsioni istintuali. Tale riflessione deve essere tenuta in mente particolarmente nel corso delle psicoterapie dei pazienti borderline/psicotici, dove l'analista può rischiare di avere a che fare con uno "pseudo- gioco", mentre il paziente si trova ancora a dover elaborare le angosce inerenti alle spinte istintuali non mitigate nel rapporto primario, e quindi non integrate nell' Io. Viene sottolineata la necessità di fornire uno spazio di "illusione", nel senso di Winnicott, che possa permettere al paziente il passaggio allo spazio potenziale, passaggio essenziale per il raggiungimento della personalità matura. Tali aspetti della teoria vengono illustrati da un caso clinico.

N° 12 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 5, numero 2, maggio/agosto 1997

Armellini Marco, Di Stefano Adele, Lipari Elena: “Ti senti mai arrabbiata con la mamma?” Crescita e tecnica dell'analisi infantile nell'idioma clinico di Donald Woods Winnicott attraverso alcuni passaggi di The Piggle. Pag. 201-213

Sommario. Seguendo le prime sei sedute di “The Piggle” si evidenziano i caratteri peculiari delle scelte tecniche di Winnicott nella terapia della bambina. Nel processo terapeutico e nei passaggi del racconto viene evidenziato il modello di pensiero che permea gli scritti dell'ultimo Winnicott, quello, non lineare, del rapporto tra spinta vitale alla crescita e ambiente facilitante, sistetizzato nei lavori su: “L' uso di un Oggetto”.

N° 7 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 5, numero 2, maggio/agosto 1997

Marion Paola: Modi di comunicare e modi di interpretare: breve nota sull'uso dell'interpretazione in The Piggle. Pag. 214-219

Sommario. L' articolo facendo riferimento al testo di The Piggle, prende in esame l'uso che Winnicott fa della interpretazione. Accanto alla cura a all'attenzione riservata alla relazione e alla partecipazione dell'analista alla relazione, l'interpretazione rapporesenta per Winnicott il momento comunicativo e potenzialmente comunicativo dell'incontro.

N° 7 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 5, numero 2, maggio/agosto 1997

Zuccarino Maria Laura: Esperienze somatiche precoci e funzionamento del pensiero in un bambino affetto da spina bifida. Pag. 220-236.

Sommario: Vengono discussi alcuni aspetti della maturazione emozionale e del pensiero di un bambino affetto da una malformazione neurologica congenita, emersi nel corso di una psicoterapia. La difficile integrazione dell'immagine di sé, collegata alla vulnerabilità dei processi di introiezione e proiezione, viene messa in relazione con le distorsioni e le carenze delle esperienze senso motorie precoci. Per difendersi dalle angosce psicotiche, il bambino era spinto a negare la realtà del suo limite, attraverso il falso riconoscimento e la prolungata dipendenza da un oggetto esterno illusorio. Ciò si traduceva in un progressivo impoverimento della sua vita emotiva e in un uso gravemente bloccato o distorto delle sue buone potenzialità di simbolizzazione. Si riflette su come l'esperienza di sentire comprese ed accolte le profonde angosce di frammentazione e di morte e la sua terribile rabbia, abbia permesso al bambino di avvicinare la verità dolorosa del riconoscimento di sé e del proprio danno, ed abbia favorito la ripresa della crescita del pensiero. Numerosi interrogativi restano, tuttora aperti.

N° 16 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 5, numero 3, settembre/dicembre 1997

Gampel Yolanda : Il significato nascosto dell'interpretazione. Pag. 253-275.

Sommario. L' autore riferisce un caso clinico affascinante nel quale la tecnica winnicottiana dello scarabocchio ha avuto un ruolo fondamentale nello svilupparsi dell'analisi di una bambina israeliana di nove anni traumatizzata dall'esplosione della guerra del golfo in quanto riattivazione dell'esperienza traumatica tenuta nascosta dai genitori dei campi di concentramento.
L'argomento della trasmissione transgenerazionale dei contenuti psichici viene discussa sulla base del materiale clinico.

N° 26 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 5, numero 3, settembre/dicembre 1997

Borgogno Franco
Un contributo di Ferenczi alla psicoanalisi infantile: la pensabilità del trauma e del traumatico. Pag. 276-285

Sommario. L'autore intende segnalare con questo lavoro la centralità per la psicoanalisi, e in particolare per gli psicoterapeuti e gli psicoanalisti infantili, della riflessione di Ferenczi sul trauma e sul traumatico. Descrive a tal fine il percorso di pensiero che ha effettuato Ferenczi al riguardo, mettendo in luce la ricchezza di intuizioni e di concetti che offre la sua originale ed innovativa visione.

N° 43 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 5, numero 3, settembre/dicembre 1997

Dibattito : Quale ricerca per la psicoanalisi del bambino e dell'adolescente. Pag. 286-306

Bonaminio Vincenzo. Introduzione al dibattito

Sommario. Nell'introduzione al dibattito su: Quale ricerca per la psicoanalisi del bambino e dell'adolescente? , l'autore evidenzia come la rivista R. e P. desideri promuovere tra i lettori italiani una riconsiderazione dal saggio di A. Green scaturito da alcune recenti discussioni controverse nella letteratura psicoanalitica internazionale che rivestono un ruolo particolarmente importante nelle attuali ricerche sulla clinica psicoanalitica dei bambini e degli adolescenti.

Green Andrè. Quale ricerca per la psicoanalisi
Sommario. Traduzione italiana dell'articolo : What kind of research for psychoanalysis ? pubblicato originariamente su: IJPA- The Newsletter of the I.P.A. 1996, Volume 5, Issue 1, 10-14.

Wallerstein Robert S. La ricerca psicoanalitica: su cosa non siamo d'accordo.
Sommario. Traduzione italiana dell'articolo : Psychoanalytic research: where we do disagrees. pubblicato originariamente su: IJPA- The Newsletter of the I.P.A. 1996, Volume 5, Issue 1, 15-17.

Green Andrè. Un po' di budino! Risposta a Robert S. Wallerstein
Sommario. Traduzione italiana dell'articolo : Response to Robert S. Wallerstein. pubblicato originariamente su: IJPA- The Newsletter of the I.P.A. 1996, Volume 5, issue 1, 18-21.

N° 12 voci bibliografiche


Commento al dibattito:

De Silvestris Pia. Il dispiacere di dover pensare l'impensabile (Commento al dibattito)

Sommario. L'Autrice commenta il dibattito su: "Che tipo di ricerca sulla psicoanalisi?", un problema sollevato da A. Green al quale risponde R.S. Wallerstein. Riferendosi alla teoria di Winnicott, l'autrice suggerisce l'utilità di considerare il punto di vista transizionale che ci permette di valorizzare la soggettività, come forma di conoscenza dell'altro, nell'esperienza psicoanalitica.

N° 5 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 5, numero 3, settembre/dicembre 1997

Lucariello M. Antonietta. Stati confusionali e tecnica analitica nella psicoterapia di un bambino di quattro anni. Pag. 307-318

Sommario. Il lavoro prende in esame le fasi salienti del trattamento psicoterapeutico ad orientamento psicoanalitico di un bambino di quattro anni. Viene sottolineata la correlazione esistente tra stati psicopatologici di confusione e la sintomatologia espressa in comportamenti di violenta distruttività, iperattività, balbuzie e opposività all'ambiente. La concettualizzazione degli stati confusionali viene ricondotta a due linee interpretative in autori di diversa formazione nella rassegna della letteratura sull'argomento. Nella fase iniziale il lavoro mostra le numerose difficoltà affrontate nel mantenimento del setting e il nesso tra tali difficoltà, le configurazioni fantasmatiche del mondo interno del piccolo paziente a carattere persecutivo e gli stati confusionali relativi alla dimensione spazio-tempo. Nelle fasi successive viene mostrata la progressiva articolazione di un processo di scissione strutturante che consente una prima dimensione della dimensione spazio-temporale, attraverso l'eleborazione del processo transferale. Viene sottolineato il nesso tra la depressione materna e le difficoltà connesse al consolidamento dei processi identificatori. Il lavoro infine mostra come, parallelamente alla diminuzione della confusione attraverso l'analisi delle fantasie inconsce, si accresce la possibilità di accedere alla dimensione simbolica e al recupero della memoria attraverso la modulazione dei ricordi.

N° 9 voci bibliografiche.



Richard e Piggle. Volume 5, numero 3, settembre/dicembre 1997

Di Lascio Roberta, Maccioni Sandra. Dimensioni del fantasma nelle relazioni terapeutiche di un bambino e della coppia dei suoi genitori. Pag. 319-332

Sommario. In questo articolo le Autrici riferiscono le terapie di un bambino di quattro anni e della coppia dei suoi genitori effettuate in setting separati e paralleli. A partire dalla comparsa di un fantasma nei disegni e nelle verbalizzazioni del bambino, le autrici riflettono su diverse attribuzioni di senso possibili rispetto a questa figura.
In particolare,le autrici si interrogano sulla possibilità di una trasmissione transgenerazionale sul bambino di elementi "fantasma", di non detto e di irrappresentabilità, relativi alle storie e ai vissuti interni traumatici non elaborati dei suoi genitori.

N° 24 voci bibliografiche



Richard e Piggle. Volume 5, numero 3, settembre/dicembre 1997

Ugo Sabatello : Note di lettura a proposito di Adozione: teoria e pratica dell'intervento psicologico, a cura di Salvatore Grimaldi.

Sommario . L'autore, riprendendo alcuni temi del libro di Grimaldi e colleghi, espone alcune considerazioni sulla sua personale esperienza nel campo delle adozioni e sulle problematica di fondo che coinvolgono le coppie con i loro figli adottivi. Viene motivata inoltre la necessità di gruppi interdisciplinari di operatori quali unità operative nel seguire le situazioni adottive.

N° 7 voci bibliografiche



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