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PSYCHOMEDIA
LIBRI - Recensioni e Presentazioni



Maurizio Meloni

L'orecchio di Freud
Società della comunicazione e pensiero affettivo


Edizioni Dedalo, Bari: 2005
pp. 224


Presentazione:

Questo libro rappresenta un tentativo di pensare a partire da Freud o, per meglio dire, a partire da quella certa intuizione vitale intorno a cui si articola l'esperienza psicoanalitica.
È il tentativo di portare la strategia e il setting freudiano nel terreno della filosofia, di lasciar contaminare il linguaggio filosofico dall'incontro con quel genere di ascolto che Freud ha inventato, ma pure di denunciare un'insufficienza del pensiero quando si lascia travolgere da una certa piattezza che gli impedisce di vedere lo spessore delle cose, la loro ombra, la loro molteplicità (e ognuno può dare a questa critica i volti che pre-ferisce nell'orizzonte della riflessione contemporanea: razionalismo ingenuo, riduzionismo naturalista, ragione funzionalista).

Il primo capitolo, Il linguaggio al tempo della comunicazione, si chiede se quella curiosa forma di relazione senza fac-cia a faccia e colloquio senza interlocuzione dialettica che Freud inventò alle origini della vicenda psicoanalitica non rap-presenti oggi una sorta di opposizione alla nostra epoca dominata dal trionfo dello sguardo e del visibile, e in cui il linguaggio perde di densità e resistenza fino a volatilizzarsi nello scambio generalizzato della comunicazione. Inoltre il capitolo allude tra le righe al ruolo giocato dalla tradizione filosofica in quel curioso rovesciamento per cui il platonico «spettacolo della verità» ha trovato oggi un suo paradossale compimento nella verità come spettacolo che occupa il proscenio dell'età della comunicazione.

Il secondo capitolo, L'orecchio di Freud, che dà il titolo al libro, avanza l'ipotesi di un ascolto psicoanalitico del testo filosofico, nel tentativo di portare alla luce gli aspetti affettivi, di autocura della mente che albergano nel pensiero, insieme al suo contenuto manifesto, come un doppio che costantemente lo accompagna.
Il pensiero, la parola, l'azione stanno in due «luoghi» differenti - l'apparenza manifesta della superficie alla cui luce si espongono e il buio pesante del groviglio simbolico che ci abita e che essi provano, insistentemente, a sbrogliare o a rimbrogliare, a disfare e a rifare sempre, in un movimento che è più circolare che progressivo. Un predecessore di questo stile di pensiero, farmacologo della civiltà e auscultatore della filosofia, è stato a suo modo Nietzsche.

Il terzo capitolo, Possiamo pensare un sapere di autotrasformazione?, si interroga sulla scissione tutta moderna tra conoscenza e trasformazione del soggetto conoscente, chiedendosi in che modo un sapere visto come costituzione mista cognitivoaffettiva (pensiero affettivo o affezionato, capace cioè di incapsulare il livello affettivo-pulsionale), possa contribuire all'oltrepassamento di una simile scissione. Il capitolo riprende la domanda che aveva assillato Michel Foucault negli ultimi anni della sua vita a proposito della ricerca di un sapere che, rifacendosi ad una bella espressione di Plutarco, Foucault chiama etopoietico, capace cioè di toccare/affezionare/trasformare il soggetto che lo fa proprio.

Il quarto capitolo, Dalla teoria della mente alla teoria della società. Spettri della politica, estende l'interrogazione del terzo - ovvero come possiamo passare da un sapere che interpreta ad uno che trasforma - al tema della polis, nel tentativo di «pensare una teoria del potere insieme ad una teoria della psiche», come scrive un'autrice come Judith Butler. Ben al di là delle singole e tuttora rilevanti analogie tra psiche e società tuttavia, il più grande contributo di un approccio freudiano consiste a nostro parere nella elaborazione di una temporalità doppia, sempre sulla soglia dell'anacronismo e della sovrapposizione del passato sul presente, e come tale in grado di perturbare l'ontologia banale e monotemporale che domina molte delle riflessioni filosofico-politiche contemporanee. é il tema della hantologie (hantise in francese è la presenza infestante degli spettri) di cui ha scritto Jacques Derrida nel suo libro forse più freudiano, Spettri di Marx, a cui il titolo del nostro capitolo si richiama per manifestare un debito ed un omaggio al grande pensatore appena scomparso.

Vorrei qui ringraziare le persone coinvolte, direttamente e in-direttamente, da un lavoro lungo e faticoso come la stesura di un libro. Loro sanno che io sono grato a ciascuna di loro per ciò che hanno fatto per me, e per la pazienza dimostrata nell'accompagnarmi in un simile itinerario, con i suoi passaggi d'ombra e di buio. Le parole qui sono sostituite dagli sguardi.
Desidero poi ringraziare coloro che mi hanno seguito in que-sta ricerca sul piano universitario. Pietro Barcellona sa quanto è grande la mia stima per la funzione educativa a cui lui crede profondamente e tenacemente. Ringrazio poi Fabio Ciaramelli per le letture critiche e i preziosi consigli che mi hanno aiutato a sciogliere diversi nodi, come pure sono grato a Sergio Benvenuto per i suggerimenti bibliografici avvenuti nel corso degli anni. Un grazie a coloro che mi hanno consentito di svolgere due periodi tanto fecondi di studio all'estero: il Prof. Miguel Vatter della Northwestern University di Evanston (Illinois) e la sua assistente, dr. D. Breuer, come pure il prof. G. Teubner della J.W. Goethe Universität di Francoforte sul Meno. Naturalmente, come è giusto dire in questi casi, le opinioni del libro riflettono solo quelle dell'autore.
Infine questo lavoro gravita intorno a Freud e alla psicoanalisi, per cui esiste un'altra persona che sa quale sia il mio debito nei suoi confronti per una simile impresa.
Questo libro è dedicato a tutte le persone della mia famiglia che non ci sono più, da troppo tempo ormai. In memoriam.

Roma, ottobre 2004


Indice

Presentazione 5

Capitolo primo

Il linguaggio al tempo della comunicazione 11
La lotta di Freud 11
Dal dramma dell'alienazione all'estasi della comunicazione 15
Estasi, luce, pensiero filosofico 22
Ripetizione del problema: la triade filosofica 29
Intermezzo: un'analisi del tema dell'apertura
in Martin Heidegger 34
Dove si rompe lo schermo:
Freud nella società della comunicazione 41

Capitolo secondo

L'orecchio di Freud
Ascolto psicoanalitico e filosofia 53
Al di là della dialettica 53
Timpani filosofici 56
Farma-filosofie: Nietzsche 58
Lo stile di Freud 68
Intermezzo: balena e orso polare 73
Affezioni della mente 83
Il pensiero e l'assenza 85
Autocura della mente 89
Pensiero e narcisismo 93
Verso una ridefinizione dell'ideologia 96
Il limite del pensiero e il magma psichico 103

Capitolo terzo

Possiamo pensare un sapere di autotrasformazione?
Pluralità di regimi della verità 107
Sapere di conoscenza e sapere di autotrasformazione 107
Sul ritorno di un certo modello classico
di autotrasformazione: la verità nella conoscenza 114
Sapere etopoietico dell'inconscio 121
Excursus. Lo statuto della parola:
dal linguaggio-codice al linguaggio pulsionale 135
Cosa facciamo quando parliamo.
Riprendere la lezione austiniana 140
Il linguaggio al crocevia tra cognizione e affetti 146
Verso una scomposizione dei dualismi filosofici 152

Capitolo quarto

Dalla teoria della mente alla teoria della società
Spettri della politica 157
Pensare la politica dall'interno 157
Alla ricerca di un nuovo vocabolario 161
L'alleanza impossibile: psicoanalisi e politica 168
La civiltà sul lettino di Freud 173
Scomporre l'opposizione individuo-società 177
L'istituzione come cura della psiche 181
La temporalità doppia 185
L'azione, il revenant, il teatro 194
Mettere in scena 195
Un confronto con la teoria arendtiana dell'azione 198
Spettri della politica 202

Bibliografia 207
Indice dei nomi 215


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